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21-11-2006 21:54
andrea870
Quote:
Chi conserva per anni pensieri di odio, di invidia, di vendetta verso altri, li mette in condizione di essere ostili nei confronti di stesso. Ciò che rende l'esistenza umana pesante e travagliata è l'uso errato del pensiero che porta a subire conseguenze dolorose. Nessuno può conservare a lungo pensieri e sentimenti negativi senza nuocere a se stesso.
21-11-2006 20:21
Fabio In un primo momento rimpiansi quegli anni..soprattutto quelli del liceo..dove nacquero le fobie e tutto il mio marasma interiore..
poi..perdonai col tempo i compagni, i professori e tutti coloro i quali
mi mettevano in imbarazzo di proposito..perkè mi sn detto:
"Sicuramente nn lo facevano per male, lo facevano per skerzo, per goliardia..mica ce l'avevano cn me in particolare...e quindi, perdoniamoli!!
Perdono tutti e perdono me stesso inanzitutto, perkè è inutile piangere
sul passato, tanto ormai è "passato" e quindi ogni leggera provocazione, imbarazzo e disagio in me veniva centuplicata a scuola, proprio per il fatto ke ci davo troppo peso alla cosa..ke coglione ke ero
Ormai mi sento rinato...un altro Fabio rispetto a diversi anni fà, e di certo nn tornerei indietro ovviamente..quindi concludo dicendo..sn orgoglioso di avere 30 anni..anke se a volte ripenso a cose ke nn ho fatto x colpa del fortissimo disagio e della fobia, e a tante parole nn dette o interventi nn fatti per colpa del rossore..ma ormai è andata...fortunatamente..fiùùù ^^
20-11-2006 23:35
andrea870 Purtroppo certe cose si comprendono dopo,quando si perdono... :roll:
20-11-2006 23:26
dottorzivago LE elementari sono state fantastiche...il periodo piu bello della mia vita.
Alle medie sono iniziati i problemi con prese in grio e scherzi vari....io stavo al gioco e poche volte ho reagito improvvisamente quando proprio non ce la facevo piu.E' stato un periodo fondamentale, prima giocavo a calcio avevo impegni ero impegnato 5 giorni su 7 dalla mattina alla sera, queste attivita le interruppi e mi ritrovai a uscire solo i week end nel bar sotto casa e per andare a scuola.
Il primo anno di superiore è stato terribile, dopo le vacanze di natale mi presero di mira fino a giugno, contavo i giorni sul calendario per arrivare alla fine della scuola.Ero in una classe di deliquenti, molti piu grandi di me che mi menavano e umiliavano e io non potevo reagire.
La 2° è stata piu tranquilla, la 3 4 5 sono state una passeggiata perche eravamo rimasti in 13 in classe mentre in prima eravamo 30!
Mi bocciarono in 4 inisieme a 3 amici di classe e a dir la verita non mi dispiaceva rimaner eun altro anno con loro, infatti quando arrivai alla fine anche io ebbi quel senso di malinconia perche la scuola era l'unico luogo dove avevo contatti sociali steretti con i miei coetanei.Di quegli amici adesso ne sento solo uno, ora che sono passati 4 anni...
Adesso dopo 3 anni di lavoretti e ozio sono all'universita dove mi trovo bene (siamo circa 30) ma nessuno ha legato piu di tanto, non solo io ma tutti in generale, ci vediamo solo a lezione.
Rimpiango di non essere come sono adesso ai tempi dell'universita, mi curo molto di piu e saprei dare importanza a quelle esperienze.
Non ho mai fatto esperienze con ragazze.......feste........uscite con amici....
20-11-2006 20:42
elisewin_ per me sono stati orribili non tanto le superiori, quanto le scuole medie...
Ero sempre isolata, nel banco... gli altri mi deridevano in continuazione, almeno i bulletti della classe, le ragazze mi evitavano perchè ero "strana" e le poche amiche che avevo erano tali per compassione. In fondo non avevano tutti i torti, ero davvero strana. Le superiori invece le ho vissute abbastanza serenamente, anche se ero molto timida.. ma almeno le amiche le avevo.
Credo che comunque tre anni di solitudine, isolamento e derisione, abbiano contribuito parecchio ad abbassare la mia autostima, e ora ho sempre la paura di essere giudicata.
20-11-2006 19:53
Crisalide Alcune risposte mi hanno dato speranza, altre mi hanno un pò buttato giù, tutte mi hanno comunque aiutato a sentirmi meno sola. Grazie a tutti x la vostra partecipazione! Sapere che c'è qualcuno che capisce quello che sto passando, mi dà la forza x andare avanti e x affrontare quest ultimo interminabile anno.. Grazie
20-11-2006 19:28
Twist87 L'esame di maturità fu una liberazione. Almeno credevo per i primi tempi. Perchè poi cominciai ad accusare un malessere dentro di me, un vuoto, mi sentivo perso. Capii che la fine della scuola aveva segnato la fine di un periodo importante, nel bene e nel male, per me, e che mi aveva lasciato disorientato. Possibile? Io che mi sentivo soffocare lì dentro, ora ne sentivo la mancanza. Era vero. Mi viene in mente la frase di un film che consiglio a tutti di vedere, "Big Fish", la frase è questa:"Eri un pesce grande in un piccolo stagno, ma questo è l'oceano e ci stai annegando". Era così: fuori dalla scuola mi sentivo perso, avevo smarrito un punto di riferimento, sembra una scemenza, ma era così.



è esattamente quello che ho sentito io, non sono così brava a spiegarlo però... (anche il riferimento al film, quando l'ho visto ho pensato: sono io quel pesce!) tutte quelloe persone che ho odiato, quelle aule, i discorsi, improvvisamente mi sono mancati e mi sono sentita perduta. è lo stesso effetto che tidanno ledroghe, ne diventi dipendente, ti fa schifo ma non puoi farne a meno. on credevo che l'avrei pensata così, dato che volevo dar fuoco all'intera scuola.... così adesso mi scorrono via le ore con in testa le disavventure scolastiche e i miei odiosi problemi psicologici come unici pensieri! a tutto ciò dò la colpa alla scuola...di merda!
20-11-2006 19:11
Alucard Il terzo anno delle superiori fu abbastanza infernale. Tre ragazzi, i classici fighi che ovviamente godevano dell'amicizia, della stima, dell'adorazione di una parte della componente femminile della classe, mi infastidivano con i loro scherzi. Io a volte ostentavo indifferenza, a volte rispondevo a parole, altre volte mi coglievano proprio dei raptus, mi andavo a cercare la rissa, anche per motivi banali, una volta uno di loro mi gettò in faccia una carta, io gli saltai addosso per strozzarlo. Ovviamente ci divisero, non arrivai manco a mettergli le mani addosso, però in quel momento volevo fargli del male, pensavo "cazzo ma non hai di meglio da fare che rompermi le palle?". Ma i miei isolati attacchi di follia non sortivano effetti, il giorno seguente di nuovo come prima, di nuovo a fare scherzi. E ci stavo male.

Dal quarto anno in poi però ho goduto di tranquillità, i giorni filavano piacevolmente, da quel periodo ho bei ricordi della scuola. Da allora però qualcosa cominciò a cambiare dentro di me nei confronti del resto della classe, dei miei coetanei, del mio modo di concepire i rapporti con gli altri: cominciai a sentirmi diverso, un estraneo, se fino allora avevo cercato di coltivare rapporti con quasi tutti i miei compagni, da allora mi focalizzai sul mio gruppetto di 5-6 amici, tutti gli altri mi sembravano lontani, cominciai ad essere sempre in disaccordo con loro, non condividevo i loro pensieri. Inizialmente il mio fu un dissenso tacito o comunque a parole, poi cominciai ad esternarlo sul modo di vestire, non volevo esser confuso con gli altri, e se scappava loro qualche commento sul mio abbigliamento, meglio ancora: non avrebbe fatto altro che sottolineare la loro assoluta distanza da me e quindi, aumentare il mio disprezzo per loro.
Alla fine poi ne paghi le conseguenze di un tale atteggiamento: ti accorgi di essere arrivato all'ultimo dell'anno e che per gli altri sei assolutamente un estraneo (ma era quello che volevo...O no?), l'opinione migliore che hanno di te è che sei scostante, irascibile e introverso; ciò che appare diverso viene anche visto con sospetto e diffidenza: ad esempio, una mia compagna di classe la notte riceveva telefonate anonime non proprio "eleganti", beh una mattina venne a chiedermi se ero io (che poi se ero io te lo dicevo?...che domande fai)...cioè, cavolo, bella opinione, allora, che hai di me.

L'esame di maturità fu una liberazione. Almeno credevo per i primi tempi. Perchè poi cominciai ad accusare un malessere dentro di me, un vuoto, mi sentivo perso. Capii che la fine della scuola aveva segnato la fine di un periodo importante, nel bene e nel male, per me, e che mi aveva lasciato disorientato. Possibile? Io che mi sentivo soffocare lì dentro, ora ne sentivo la mancanza. Era vero. Mi viene in mente la frase di un film che consiglio a tutti di vedere, "Big Fish", la frase è questa:"Eri un pesce grande in un piccolo stagno, ma questo è l'oceano e ci stai annegando". Era così: fuori dalla scuola mi sentivo perso, avevo smarrito un punto di riferimento, sembra una scemenza, ma era così. E da allora ho iniziato ad avere dei problemi. Forse ero troppo immaturo per affrontare un passaggio di quel tipo, non so.

Scusate il post lungo.

EDIT: ah, e l'autore delle telefonate anonime era uno dei fighi, mi sono scordato di dirlo...io non capisco perchè non andò dai carabinieri quando riceveva le telefonate, sai che ridere se l'avessero beccato (beh io avrei riso :roll: )
20-11-2006 18:29
Misanthropicisolation non puoi dire che non ti segnano, le umiliazioni a scuola.cmnq son d'accordo che non se ne può fare una lagna eterna.bisogna provare a crescere.
20-11-2006 17:57
andrea870 Probabilmente era solo gente cattiva , quindi da evitare.Non ti sei trovata bene con quelle persone e cosi' hai deciso di non averci nulla a che fare.Si diventa selettivi piu' avanti ,lo sbaglio è la rassegnazione.E se non ti trovavi bene in quella circostanza potevi farlo notare,farti sentire insomma e non subire.Purtroppo chi tace acconsente...
20-11-2006 17:55
Misanthropicisolation "Chi si lascia frustare merita di essere frustato"se non sbaglio questa frase l'ha detta De Sade.

ed e abbastanza vera,non capisco cosa vuol dire"uscire dal guscio"se intendi il fatto di non uscire e non cercarsi amici , non fare vita sociale, ecc ecc , c'è anche gente che non vuole fare "vita sociale" perchè non ne sente il bisogno e sta bene a fare la solita vita(che tu andrea chiami "guscio")io mi sento in parte uno di quelli, sto male nelle compagnie, non amo conoscere ogni deficiente che mi trovo davanti, non vado in disco, ecc perchè non mi piaciono queste cose.preferisco andar per boschi, o in altri posti meno affolati.e trovarmi a tu per tu con una persona.e mi sono un pò rotto le palle di sentirmi dire "esci dal guscio" da genitori o psichiatri.anche se ormai loro hanno capito dopo anni che volendo lo potrei fare senza problemi , ma"VOLENDO".c'è una differenza fra "non volere" e "non potere".poi ci sono quelli che desiderano da morire fare vita sociale ecc ed essere integrati , ma sono malati e quindi non c'è la fanno.

quanto alle violenze a scuola (medie)le ho subite anchio, e sono piu che convinto che sono un fattore determinante,se si parla di pugni e umiliazioni giornaliere, ti senti continuamente "vittima degli altri"e cala l'autostima, e lasciano piccoli traumi.chiudo.ciao a tutti.
20-11-2006 17:46
clod
Quote:
Originariamente inviata da andrea870
Voi date sempre la colpa agli altri delle angherie subite.Ma voi avete mai reagito?Avete cercato di capire il perche' di quei comportamenti?Anche noi dovremmo metterci in discussione a volte e non solo l'agire degli altri.
Che una persona timida e chiusa venga sbeffeggiata quotidianamente è sbagliato ma è sbagliato anche trincerarsi dietro questa scusa per non uscire mai dal guscio.In tutta onesta' potete dire di averci provato con costanza ad uscire dal guscio?
io i primi tempi credo di averci provato, mi sforzavo, sempre nel limite delle mie possibilità...poi col tempo ho smesso, la cattiveria di certe ragazze mi aveva talmente demoralizzato...le odiavo.. l'ultimo anno in particolare mi ero rassegnata..la consapevolezza che non le avrei più riviste è stata l'unica cosa che mi ha aiutata a concludere quei benedetti 5 anni.
20-11-2006 17:35
andrea870 Voi date sempre la colpa agli altri delle angherie subite.Ma voi avete mai reagito?Avete cercato di capire il perche' di quei comportamenti?Anche noi dovremmo metterci in discussione a volte e non solo l'agire degli altri.
Che una persona timida e chiusa venga sbeffeggiata quotidianamente è sbagliato ma è sbagliato anche trincerarsi dietro questa scusa per non uscire mai dal guscio.In tutta onesta' potete dire di averci provato con costanza ad uscire dal guscio?
20-11-2006 17:30
cantiniere Beh sicuramente può condizionare la vita sociale futura.
E' a scuola che si fanno le prime amicizie e si acquisiscono le prime abilità sociali, credo.
Non a caso io non ho mai legato con nessuno, e suppongo che le umiliazioni subite in quel periodo siano le stesse che mi stanno consumando adesso.
Io sono stato abbastanza codardo, non ho continuato gli studi, ma vedo che molti di voi tengono duro e mi fa piacere.
20-11-2006 17:16
Molihua Nemmeno io ho vissuto bene il periodo scolastico. Non tanto per gli studi in sé perché mi piaceva abbastanza studiare, quanto per le difficoltà nei rapporti col resto della classe. Servivo solo quando si avvicinava qualche verifica. Mi è sempre sembrata una cosa piuttosto scontata, magari nelle loro condizioni mi sarei comportata ugualmente. Comunque non so se l'avere brutte esperienze a scuola incida più di altro sulla vita sociale... Penso che in fondo tutte le esperienze che facciamo ci condizionino.
20-11-2006 17:15
andrea870 Gli anni di scuola sono anni di crescita in cui cerchi di capire chi sei e cosa vuoi.Indubbiamente possono creare conflitti,amarezze,frustrazione ma adesso mi rifiuto di pensare che possano influenzare la vita futura.La vita la costruiamo noi,giorno per giorno,siamo noi gli artefici delle nostre azioni,convinzioni e pensieri e non un bullo che si divertiva a sbeffeggiarti solo per il gusto di farlo.Se mi guardo indietro vedo solo un ragazzo timido e spaventato come puo' essere chiunque che cerca di confrontarsi con gli altri .
20-11-2006 16:35
shade
Quote:
Originariamente inviata da Twist87
"FREGATENE! ti tutto e di tutti" :idea:
secondo me è impossibile fregarsene.
20-11-2006 16:24
Twist87 ho finito la scuola quest'anno, e ti assicuro che sono stati gli anni più brutti della mia vita, in particolar modo l'ultimo. per me, che ho sempre odiato la scuola, è stato difficile conquistarmi la fiducia dei prof, ma soprattutto quella dei compagni, anche perchè penso che avessero capito che non li sopportavo. la scuola poi è un meccanismo di superficialità e bugie, che mi ha sempre fatto sentire ancora più a disagio. li ho odiati tutti fino all' ultimo.
posso dirti, senza volerti spaventare, che tutto ciò è stato determinante per come sto adesso, ho fatto la matutità in totale depressione, ho passato l'estate in casa aspettando che il futuro mi si costruisse davanti da solo e ora sono chiusa in camera mia che rimbalzo dalla sedia del computer a quella dove disegno.
a parer mio quello che devi fare è cercare di "sorridere e annuire", devi cercare di non prendertela per ingiustizie o derisioni, perchè non fai altro che farti del male. tu vai avanti per la tua strada fino alla fine, non ascoltare gli altri. non c'è niente di peggio che dare retta a quei cazzoni con la testa montata...
la tua vita sarà sempre condizionata da ogni cosa che avrai provato o fatto, ma se te ne freghi le cose cambiano....

con questa cazzo di fobia ho imparato una cosa che continuo a ripetermi: "FREGATENE! ti tutto e di tutti" :idea:

ciao
20-11-2006 16:22
clod Gli anni delle superiori cerco di ricordarli il meno possibile, non sono mai riuscita a integrarmi, mi sentivo sola. quando penso a una gita della 2° anno in cui mi sono fatta 2 ore di pullman seduta da sola col magone ancora adesso mi viene da piangere :cry: (e ho finito le superiori da 5 anni!). mi viene anche rabbia, perchè penso di essere stata molto sfortunata, mi sono beccata una classe davvero di m.... la mia autostima certamente è calata dopo quegli anni...fortunatamente ai tempi avevo degli altri amici e amiche con cui uscivo durante i week-end,altrimenti non so come avrei fatto.
20-11-2006 16:09
Crisalide
Gli anni di scuola

Ciao a tutti, volevo proporvi un quesito che mi riguarda da vicino.
Frequento l'ultimo anno delle superiori e per me gli anni di scuola(soprattutto medie e superiori) sono stati anni estremamente difficili, di solitudine e derisione.
Volevo sapere quanti di voi hanno provato le stesse sensazioni durante gli anni di scuola e se questo può condizionare la vita sociale futura.
Grazie!



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