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Discussione: vale la pena andare dallo strizza? Rispondi alla discussione
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09-09-2009 17:40
Clark_Kent
Re: vale la pena andare dallo strizza?

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Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Clark, qui vorrei fare un po' da avvocato del diavolo; sei sicuro che la differenza tra le due situazioni non stia parecchio nel fatto che fino a un anno prima non eri mai stato fidanzato (da quello che dici non ho capito se è così o no) o comunque non avevi mai incontrato ragazze che ti desiderassero, pur se non corrisposte, tipo quella di cui hai appena parlato? I vari rifiuti, per me, possono essere inquadrati in una semplice eventualità e non fare testo quando si presentano anche casi diversi, ma se i rifuti rimangono una costante, beh è difficile liquidarli con un "vabbé, può succedere": c'è qualcosa che non va senz'altro, e sarebbe meglio capire cos'è e porre rimedio prima di riprovare.
Si. Sono d'accordo con te. Mi sembra un'osservazione giusta. Forse questo ricordo può interessare qualcuno:

Dunque, arrivai alla seduta dopo aver rosicato per giorni e giorni. Appena seduto scodellai ogni cosa, usando accenti drammatici, enfatizzando il torto subito e dipingendo a tinte fosche tutta la mia cupa disperazione. Quando pensai di aver fatto un ritratto sufficientemente cupo, la guardai in silenzio con l’aria afflitta da cane bastonato, quasi a volerle dire “Su, dai, questa volta deve ammetterlo anche lei che ho ragione: le donne sono tutte stronze”. Ci fu qualche secondo di silenzio, poi con perfetta tranquillità mi chiese:

(ps) Lei aveva il numero di quella persona?
(Io) Si, certo, gliel’ho detto.
(ps) Hai mai pensato che la cosa migliore fosse semplicemente quella di chiamarla?
(io) No, assolutamente impossibile, perché in questo caso lei avrebbe capito il mio interesse.
(ps) Ma rivedere quella ragazza non era esattamente ciò che desiderava?
(io) [Due minuti di silenzio ... ]

Colpito e affondato. Li per li ci rimasi malissimo perché tutta quell’abilità di persuasione non era servita a nulla, e dovetti anti riconoscere come una posizione che io ritenevo inattaccabile sia stata mandata in pezzi da una sola, acuta, semplice e puntuale osservazione, che ne svelava anzi il carattere auto contraddittorio, inutilmente masochistico, cervellotico e contorto. Il salutare scossone, fortunatamente, contribuì a portare alla luce i problemi sottostanti, tra cui in particolare due;

- il folle timore di essere respinto (il metodo più infallibile per evitarlo, è – ovviamente - quello di non provare mai...);
- l’inibizione a manifestare chiaramente i propri bisogni affettivi, ovvero a far capire ciò che si desidera e ciò che è importante per il proprio benessere emotivo.

Ma su questo lavorammo per settimane, e sarebbe impossibile parlarne qui. Ho citato questo ricordo per tre motivi.

- La terapia può avere anche un risvolto molto pratico, attuale, concreto e applicativo, senza necessariamente dover scivolare su questioni impalpabili, tipo parlare per ore di quando si era piccoli o del rapporto con la propria madre;
- Non ho ricevuto una guida esterna e quindi nessuno mi ha mai detto: “Ora la cerchi”, “Non si faccia trovare”, “Chiami e le faccia una scenata” né mi è stato dato qualsiasi altro suggerimento su come impostare quella particolare faccenda. Ho solo ricevuto un abile input esterno, che – proprio per il fatto di venire da una persona non coinvolta nella mia vicenda personale – mi a costretto a vedere le cose da un punto di vista nuovo, mettendomi di fronte a delle evidenze chiarissime che io per primo non volevo nemmeno ammettere. Poi è stato affar mio (per la cronaca: non la cercai più, né lei si fece mai più viva);
- Al di la delle circostanze in sé, e di ciò che avrei o non avrei potuto fare con il senno di poi, ne ricavai una grande lezione. Le principali cause della mia infelicità non erano fattori esterne (le donne cattive e superficiali, la società, certi fattori culturali, altri uomini più agguerriti ed abili) bensì i miei stessi pensieri e gli schemi con cui interpretavo e leggevo la realtà. In altre parole, una quantità enorme di sofferenza emotiva era semplicemente autoinflitta e io ero il primo carnefice di me stesso.
05-09-2009 00:32
brio70
Re: vale la pena andare dallo strizza?

ci sono andato x 2 anni,qualche anno fa,ma non mi è servito a nulla,era l'occasione x uscire da casa e fare 2 chiacchiere.avevo iniziato anche una terapia di gruppo,ma ho resistito 2 sedute.ero il più giovane e tutti gli altri partecipanti sembrava che si concentrassero su di me,tempestandomi di consigli.
05-09-2009 00:29
Winston_Smith
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Quote:
Originariamente inviata da Nichilista Visualizza il messaggio
Se sei una persona abbastanza semplice,lo psicologo ti può aiutare anche molto,se sei una persona molto,troppo autoconsapevole,che rimugina e si analizza in contnuazione,lo psicologo è pressochè inutile,perchè sarà in continuazione uno step dietro a te,ti dirà sempre cose di te che tu sapevi già.
Ecco perché non mi è mai passato neanche per l'anticamera del cervello di andarci...
05-09-2009 00:28
Nichilista
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Se sei una persona abbastanza semplice,lo psicologo ti può aiutare anche molto,se sei una persona molto,troppo autoconsapevole,che rimugina e si analizza in contnuazione,lo psicologo è pressochè inutile,perchè sarà in continuazione uno step dietro a te,ti dirà sempre cose di te che tu sapevi già.
04-09-2009 23:53
Winston_Smith
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Quote:
Originariamente inviata da flex1121 Visualizza il messaggio
A ME SEMBRA CHE POI ALLA FIN FINE QUESTA BENDETTA FOBIA SOCIALE SI MANIFESTI SOPRATUTTO NEI RAPPORTI CON L'ALTRO SESSO PERCHE' E' QUESTO CHE INTERESSA ALLA FIN FINE TUTTI NOI Sìa UOMINI CHE DONNE . il problema e' che non siamo piu' dei semplici animali con tanto istinto e poco cervello oggi i messaggi sono molto piu' complessi che all'eta' delle caverne e l'arte del corteggiamento non e' piu' qualcosa di istintivo ,ma va imparato con l'apprendimento dei comportamenti sociali ed e' per questo che le persone con questo tipo di problematiche come noi hanno molte piu' difficolta'. personalmente mi sono giocato un sacco di occasioni con ragazze che esplicitamente mi facevano il sorrisetto malizioso ,ma che non avevo il coraggio di abbordare per paura e timidezza.....com. al diavolo lo strizza ho comprato un libro che si chiama: il timore degli altri ,vincere la fobia sociale . lo sto leggendo ed e' molto interessante ,ed abbinandolo ad un'auto costrizione sociale sono deciso a ridimensionare fortemente il probelma .voglio vivere cazzo... com. inizio a ballare domani che bello.....
Per me è esattamente così, ma non per tutti. Ci sono altri ambiti della vita sociale in cui avere problemi.
Comunque, complimenti per la tua decisione. Auguri
04-09-2009 10:47
flex1121
Re: vale la pena andare dallo strizza?

A ME SEMBRA CHE POI ALLA FIN FINE QUESTA BENDETTA FOBIA SOCIALE SI MANIFESTI SOPRATUTTO NEI RAPPORTI CON L'ALTRO SESSO PERCHE' E' QUESTO CHE INTERESSA ALLA FIN FINE TUTTI NOI Sìa UOMINI CHE DONNE . il problema e' che non siamo piu' dei semplici animali con tanto istinto e poco cervello oggi i messaggi sono molto piu' complessi che all'eta' delle caverne e l'arte del corteggiamento non e' piu' qualcosa di istintivo ,ma va imparato con l'apprendimento dei comportamenti sociali ed e' per questo che le persone con questo tipo di problematiche come noi hanno molte piu' difficolta'. personalmente mi sono giocato un sacco di occasioni con ragazze che esplicitamente mi facevano il sorrisetto malizioso ,ma che non avevo il coraggio di abbordare per paura e timidezza.....com. al diavolo lo strizza ho comprato un libro che si chiama: il timore degli altri ,vincere la fobia sociale . lo sto leggendo ed e' molto interessante ,ed abbinandolo ad un'auto costrizione sociale sono deciso a ridimensionare fortemente il probelma .voglio vivere cazzo... com. inizio a ballare domani che bello.....
03-09-2009 21:16
Winston_Smith
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Quote:
Originariamente inviata da Clark_Kent Visualizza il messaggio

- Ci sono dei forti codici culturali per cui una persona – e specialmente una donna - non rivela facilmente le proprie intenzioni, bensì gioca a velarle e ad offuscarle in modo ambiguo, lasciando così spazio alla scoperta ed alla curiosità, che sono per altro delle componenti fondamentali di questo genere di situazioni;
Prima questi codici culturali cambiano, meglio è; e sarebbe ora, visto che siamo nel XXI secolo: pane al pane, vino al vino
03-09-2009 18:53
Clark_Kent
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Qualche aggiunta sull'esperienza che ho raccontato sopra. Ci sono dei forti codici culturali per cui una persona – e specialmente una donna - non rivela facilmente le proprie intenzioni, bensì gioca a velarle e ad offuscarle in modo ambiguo, lasciando così spazio alla scoperta ed alla curiosità, che sono per altro delle componenti fondamentali di questo genere di situazioni.
02-09-2009 20:33
Clark_Kent
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Quote:
Originariamente inviata da christy Visualizza il messaggio

[...] puoi starci anche una vita, ma non può fare niente che tu non possa fare per conto tuo

[...] sei una persona malleabile facilmente...

Sulle obiezioni che si possono fare al primo dei due giudizi ho già detto la mia in abbondanza nel mio primo post e non mi ripeterò. Sul secondo vale la pena di spendere due parole.
Nel corso della terapia mi capitò qualche volta di riflettere sull’estrema facilità con cui una persona potrebbe influire sulle decisioni di un'altra. Personalmente mi ritengo assai fortunato, perché non ho mai ricevuto pressioni di nessun tipo, ed anzi quando ero io stesso a chiedere un consiglio su cosa fare o non fare in quella specifica situazione ho sempre ottenuto un rifiuto cortese. Mi sembra quindi un problema di etica professionale, non della psicologia in quanto disciplina. Un po’ come la pretesa di eliminare le automobili perché qualcuno si mette al volante ubriaco.
02-09-2009 15:23
MoonwatcherIII
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Quote:
Originariamente inviata da JohnReds Visualizza il messaggio
sbagliato, lo psicologo è particolarmente indicato per chi è un grande autoanalizzatore, perché lui non è una persona che ti ipnotizza o cerca di soggiogarti
Idem vale per gli ipnoterapeuti. Ci sto studiando e pare da quanto ho letto che l'ipnotismo sia sempre, in fin dei conti, un auto-ipnotismo.
02-09-2009 15:20
JohnReds
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Quote:
Originariamente inviata da christy Visualizza il messaggio
per me è il solito discorso...lo piscologo/psichiatra per me serve in due casi...

non hai l'autoconsapevolezza e la capacità di analisi necessaria per farti arrivare alle cause e ai possibili sbocchi da solo...
sei una persona malleabile facilmente...

diversamente puoi starci anche una vita, ma non può fare niente che tu non possa fare per conto tuo

motivo x cui io mai ci sono stato e piuttosto faccio un autoterapia giorno per giorno con la mia testa...


sbagliato, lo psicologo è particolarmente indicato per chi è un grande autoanalizzatore, perché lui non è una persona che ti ipnotizza o cerca di soggiogarti, ma un aiuto nella tua autoanalisi...

insomma per quelli come me/te è doppiamente utile

il problema infatti è che autoanalizzandoci da soli e senza aiuto esterno spesso non riuciamo a vederci bene, è come tagliarci i capelli da soli e senza specchio

inoltre per noi che abbiamo mille intuizioni, qualcuna è giusta, qualcuna è sbagliata, e lui ti aiuta a tener quelle buone e buttar via le sbagliate
01-09-2009 10:24
christy
Re: vale la pena andare dallo strizza?

per me è il solito discorso...lo piscologo/psichiatra per me serve in due casi...

non hai l'autoconsapevolezza e la capacità di analisi necessaria per farti arrivare alle cause e ai possibili sbocchi da solo...
sei una persona malleabile facilmente...

diversamente puoi starci anche una vita, ma non può fare niente che tu non possa fare per conto tuo

motivo x cui io mai ci sono stato e piuttosto faccio un autoterapia giorno per giorno con la mia testa...
31-08-2009 22:21
Winston_Smith
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Quote:
Originariamente inviata da Clark_Kent Visualizza il messaggio
A farla breve incontrai una persona, ci scambiammo i numeri di telefono lasciandoci con la promessa che lei si sarebbe fatto viva nel week-end. Passai due giorni attaccato al cellulare e nel tardo pomeriggio di domenica ero ormai arrivato ad una fase di disperazione che mi aveva portato a degli scenari da autentica tragedia. Ero angosciato dal pensiero che lei avesse percepito la mia inesperienza, la mia “ansia da risultato” o tutte le due le cose insieme. Mi affliggevo pensando che se avessi fatto o detto la cosa giusta tutto avrebbe preso un’altra piega, ripetendo come un mantra il mio consueto pensiero ossessivo “Se solo fossi davvero attraente, questo non succederebbe e lei mi avrebbe cercato subito”. Arrivai a delle vette di irraggiungibile ossessione quando immaginavo che appena dopo il nostro incontro lei si fosse attaccata al telefono ansiosa di spettegolare con un’ amica, alla quale avrebbe detto più o meno: “Ma ti rendi conto? Ci stava provando con me!”, “Certo che gli uomini sono proprio ridicoli… “Che cretino, come avrà solo potuto illudersi che lui mi piacesse?” e avanti di questo tono.

Uno dei momenti più angoscianti che io ricordi…
Sicuramente in questo caso i tuoi pensieri disfunzionali ti avevano preso la mano e ti avevano portato a torturarti col timore di scenari probabilmente esagerati: anche se non le eri piaciuto, magari non era arrivata a disprezzarti. Da quello che leggo e sento dire, comunque, sono arrivato alla convinzione che in un caso del genere sarebbe stato meglio accordarsi in maniera tale che fossi tu a doverti fare vivo. La solita storia del primo passo... Poi com'è andata a finire, se è lecito?

Quote:
Originariamente inviata da Clark_Kent Visualizza il messaggio
Lo scorso mesi sperimentai una sera un po’ storta. Ero infatti in un posto pubblico che conoscevo bene, ma accaddero diverse situazioni sgradevoli. Provai ad avvicinare una ragazza molto attraente che incuriosiva molto, ma mi scodellò un no bello tondo davanti a tutti, salvo poi accettare di buon grado l’invito di un'altra persona che si era fatta avanti non appena avevo girato i tacchi
Beh, se era una che per rifiutare i pretendenti deve prendere il megafono, meglio perderla che trovarla.

Quote:
Originariamente inviata da Clark_Kent Visualizza il messaggio
Cosa accadde? Tornai a casa piuttosto irritato, il giorno dopo ero di cattivo umore, il giorno dopo ancora la cosa mi era sostanzialmente passata ma dopo una settimana non me ne ricordavo già più. Eppure, pensando a ciò che era successo, conclusi che in quella serata si erano concentrate tutte le situazioni per me più spaventosamente terrificanti, e che se un anno prima avevo messo su una tragedia greca per un fatto minimo, una situazione del genere mi avrebbe teoricamente gettato nella più cupa prostrazione per mesi, si sarebbe trasformata in un autentico trauma che mi avrebbe perseguitato per chi sa quanto tempo e probabilmente sarei sparito dall’ambiente per la vergogna e l’umiliazione.

La differenza fra le due situazioni sta semplicemente nell’aver sviluppato una certa capacità di “incassare i colpi” senza troppi danni, raggiungere cioè la condizione in cui un ostacolo, un rifiuto sono sì sgradevoli ma “non fanno testo”.
Clark, qui vorrei fare un po' da avvocato del diavolo; sei sicuro che la differenza tra le due situazioni non stia parecchio nel fatto che fino a un anno prima non eri mai stato fidanzato (da quello che dici non ho capito se è così o no) o comunque non avevi mai incontrato ragazze che ti desiderassero, pur se non corrisposte, tipo quella di cui hai appena parlato? I vari rifiuti, per me, possono essere inquadrati in una semplice eventualità e non fare testo quando si presentano anche casi diversi, ma se i rifuti rimangono una costante, beh è difficile liquidarli con un "vabbé, può succedere": c'è qualcosa che non va senz'altro, e sarebbe meglio capire cos'è e porre rimedio prima di riprovare.
31-08-2009 22:02
Winston_Smith
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Quote:
Originariamente inviata da Clark_Kent Visualizza il messaggio
Che ricordi... La stessa, precisa, identica frase che scodellai con rabbia alla prima seduta.
E cosa ti disse il tuo terapista, se ti va di raccontarlo?

Quote:
Originariamente inviata da Clark_Kent Visualizza il messaggio
Cito da un tuo vecchio post: "molto probabilmente la vicinanza fisica con delle ragazze e l'eventuale sintonia stabilitasi durante il ballo mi farebbero fare parecchi "voli pindarici" da cui mi risveglierei sbattendo il muso contro il muro".

Ecco, proprio questo. Gli stessi voli pindarici può farli altrettanto bene una donna, e tu potresti esserne l'oggetto.
Mah, ho già premesso che non mi sento molto portato per questi balli. Avrei bisogno di un corso in cui la maggior parte della gente sia al mio stesso livello (che a stento distinguo la destra dalla sinistra e ho la flessuosità di una gruccia) e che soprattutto ci impieghino più o meno lo stesso tempo (biblico) che ci metterei io a imparare. E dove lo trovo un corso del genere, a Ortopedia? Ho già vissuto l'esperienza di essere l'ultima (o tra le ultime) ruota del carro, e non voglio ripeterla. Detto questo, vedo quindi difficile che si possa creare quella sintonia col ballo che porti qualcuna a fare voli pindarici su di me... se vado lì e resto seduto è lo stesso?
31-08-2009 12:11
Clark_Kent
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Insomma, disillusioni a pacchi e autostima al di sotto del livello del mare:
Ricordo ora un' esperienza molto particolare, che forse può interessare qualcuno. Ero ancora nel pieno della terapia, e cautamente cominciavo a sperimentare i miei primi timidissimi approcci autonomi. Nulla di tale se visti con il senno di poi, ma solo il fatto di prendere l’iniziativa – sebbene in modo prudente, guardingo e circospetto – era uno dei primi successi.

A farla breve incontrai una persona, ci scambiammo i numeri di telefono lasciandoci con la promessa che lei si sarebbe fatto viva nel week-end. Passai due giorni attaccato al cellulare e nel tardo pomeriggio di domenica ero ormai arrivato ad una fase di disperazione che mi aveva portato a degli scenari da autentica tragedia. Ero angosciato dal pensiero che lei avesse percepito la mia inesperienza, la mia “ansia da risultato” o tutte le due le cose insieme. Mi affliggevo pensando che se avessi fatto o detto la cosa giusta tutto avrebbe preso un’altra piega, ripetendo come un mantra il mio consueto pensiero ossessivo “Se solo fossi davvero attraente, questo non succederebbe e lei mi avrebbe cercato subito”. Arrivai a delle vette di irraggiungibile ossessione quando immaginavo che appena dopo il nostro incontro lei si fosse attaccata al telefono ansiosa di spettegolare con un’ amica, alla quale avrebbe detto più o meno: “Ma ti rendi conto? Ci stava provando con me!”, “Certo che gli uomini sono proprio ridicoli… “Che cretino, come avrà solo potuto illudersi che lui mi piacesse?” e avanti di questo tono.

Uno dei momenti più angoscianti che io ricordi…

Lo scorso mesi sperimentai una sera un po’ storta. Ero infatti in un posto pubblico che conoscevo bene, ma accaddero diverse situazioni sgradevoli. Provai ad avvicinare una ragazza molto attraente che incuriosiva molto, ma mi scodellò un no bello tondo davanti a tutti, salvo poi accettare di buon grado l’invito di un'altra persona che si era fatta avanti non appena avevo girato i tacchi; una persona che a me non interessa non la smetteva di venirmi dietro in modo esplicito e plateale, lusingandomi con complimenti e parole tenere e dovetti dirgli gentilmente che non era il caso; infine una mia amica che corteggiavo e sondavo da un po’ scompare improvvisamente, ma quando mi metto a cercarla mi accorgo che è in angolo buio avvinghiata ad un mio conoscente con cui stavo chiacchierando solo pochi minuti prima.

Cosa accadde? Tornai a casa piuttosto irritato, il giorno dopo ero di cattivo umore, il giorno dopo ancora la cosa mi era sostanzialmente passata ma dopo una settimana non me ne ricordavo già più. Eppure, pensando a ciò che era successo, conclusi che in quella serata si erano concentrate tutte le situazioni per me più spaventosamente terrificanti, e che se un anno prima avevo messo su una tragedia greca per un fatto minimo, una situazione del genere mi avrebbe teoricamente gettato nella più cupa prostrazione per mesi, si sarebbe trasformata in un autentico trauma che mi avrebbe perseguitato per chi sa quanto tempo e probabilmente sarei sparito dall’ambiente per la vergogna e l’umiliazione.

La differenza fra le due situazioni sta semplicemente nell’aver sviluppato una certa capacità di “incassare i colpi” senza troppi danni, raggiungere cioè la condizione in cui un ostacolo, un rifiuto sono sì sgradevoli ma “non fanno testo”.
31-08-2009 11:53
Clark_Kent
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Sì, ma una cosa è ricevere anche rifiuti, una cosa è ricevere solo rifiuti;
Che ricordi... La stessa, precisa, identica frase che scodellai con rabbia alla prima seduta.


Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Qui, sinceramente non ho capito: che vuol dire la frase evidenziata?;

Cito da un tuo vecchio post: "molto probabilmente la vicinanza fisica con delle ragazze e l'eventuale sintonia stabilitasi durante il ballo mi farebbero fare parecchi "voli pindarici" da cui mi risveglierei sbattendo il muso contro il muro".

Ecco, proprio questo. Gli stessi voli pindarici può farli altrettanto bene una donna, e tu potresti esserne l'oggetto.
30-08-2009 20:16
Winston_Smith
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Quote:
Originariamente inviata da Clark_Kent Visualizza il messaggio
Capisco la stanchezza che traspare dalle tue parole, ma per la mia personalissima esperienza credo che la vita (e non solo quella affettiva) sia esattamente questo, né più ne meno.

Buttarsi nella mischia, lottare, cadere, rialzarsi, sbagliare, imparare dagli errori, sbagliare ancora, migliorare, impegnarsi, competere, raccogliere delle sfide, impegnarsi per vincerle, ricorrere dei sogni, perdere, lottare ancora e così via. Proprio per questo motivo i rifiuti, gli scorni, le delusioni, l’impotenza, la frustrazione fanno semplicemente parte di tutti i campi dell’esistenza: inutile far finta che non esistano o cercare di evitarli: molto meglio imparare a gestirli senza che facciano troppo danno e soprattutto cercare di imparare da essi.

Quel che volevo anche dire è che uno dei momenti di svolta della mia vicenda personale è stato quando ho imparato a far fronte alle delusioni senza che esse mi travolgano! Prima si impara a non lasciarsi buttare a terra, prima arrivano i risultati. Nello specifico, prima se si giunge ad uno stato in cui assecondare la propria naturale curiosità verso le atre persone non è più frenata dalla paura del rifiuto le opportunità si moltiplicano da sole. Il resto arriva.
Sì, ma una cosa è ricevere anche rifiuti, una cosa è ricevere solo rifiuti; se ho imparato qualcosa dai miei errori, è stato che qualcosa non va nel mio atteggiamento, che non ho conosciuto abbastanza ragazze o meglio non abbastanza ragazze che potessero essere compatibili con me, e credo che, in linea di principio, io non sia destinato a non piacere a nessuna sulla faccia della Terra (anche se credo ce ne siano abbastanza poche).
Quello su cui c'è buio pesto, però, è come realizzare nella pratica tutto ciò, cercando di aumentare le mie possibilità di successo e senza buttarmi ad occhi chiusi sulla prima donna che passa (con probabilità di rifiuto altissime), cosa che non riuscirei comunque a fare mai.

Quote:
Originariamente inviata da Clark_Kent Visualizza il messaggio
Attenzione quindi a non buttar via il bambino con l’acqua sporca, perché la situazione può anche essere considerata da un punto di vista opposto. Può infatti accadere che l’errore di interpretazione sia dall’altro lato, e di conseguenza di dover gestire gli approcci di donne che sono incappate nel medesimo fraintendimento.

A me è successo, ed ha significato due cose molte importanti. Ho potuto vivere l’esperienza di essere desiderato, e vi potete immaginare cosa abbia significato, in relazione alla mia esperienza personale, vivere una situazione dove è una donna a cercarmi. E’ stata una scossa incredibile che ha contribuito molto a mettere in movimento dei meccanismi che poi hanno dato buoni frutti.

In secondo luogo, potevo, per la prima volta, gestire la situazione invece di essere eternamente prigioniero delle iniziative e delle mosse altrui: potevo ciò decidere se portare avanti la conoscenza, dire gentilmente “no grazie non sei il mio tipo”, lasciare che la cosa resti un’amicizia e così via. Non ero più uno spettatore inerme, né dovevo buttarmi sulla prima occasione con l’ansia da ultima spiaggia.
Qui, sinceramente non ho capito: che vuol dire la frase evidenziata? E' ovvio che se sei tu a dover dire di sì o di no le cose vanno meglio, ma a me non è mai capitato...
30-08-2009 20:07
Clark_Kent
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
non ho voglia di illudermi ancora e buttarmi a testa bassa chissà quante volte ....
Capisco la stanchezza che traspare dalle tue parole, ma per la mia personalissima esperienza credo che la vita (e non solo quella affettiva) sia esattamente questo, né più ne meno.

Buttarsi nella mischia, lottare, cadere, rialzarsi, sbagliare, imparare dagli errori, sbagliare ancora, migliorare, impegnarsi, competere, raccogliere delle sfide, impegnarsi per vincerle, ricorrere dei sogni, perdere, lottare ancora e così via. Proprio per questo motivo i rifiuti, gli scorni, le delusioni, l’impotenza, la frustrazione fanno semplicemente parte di tutti i campi dell’esistenza: inutile far finta che non esistano o cercare di evitarli. Detta in altro modo, nessuno ci impedisce di fare gli struzzi e di nascondere la testa sotto la sabbia, ma poi non lamentiamoci se stiamo con il culo per aria. Molto meglio imparare a gestire queste cose senza che facciano troppo danno e soprattutto cercare di imparare da esse.

Quel che volevo anche dire è che uno dei momenti di svolta della mia vicenda personale è stato quando ho imparato a far fronte alle delusioni senza che esse mi travolgano! Prima si impara a non lasciarsi buttare a terra, prima arrivano i risultati. Nello specifico, prima se si giunge ad uno stato in cui assecondare la propria naturale curiosità verso le atre persone non è più frenata dalla paura del rifiuto le opportunità si moltiplicano da sole. Il resto arriva.


Attenzione quindi a non buttar via il bambino con l’acqua sporca, perché la situazione può anche essere considerata da un punto di vista opposto. Può infatti accadere che l’errore di interpretazione sia dall’altro lato, e di conseguenza di dover gestire gli approcci di donne che sono incappate nel medesimo fraintendimento.

A me è successo, ed ha significato due cose molte importanti. Ho potuto vivere l’esperienza di essere desiderato, e vi potete immaginare cosa abbia significato, in relazione alla mia esperienza personale, vivere una situazione dove è una donna a cercarmi. E’ stata una scossa incredibile che ha contribuito molto a mettere in movimento dei meccanismi che poi hanno dato buoni frutti.

In secondo luogo, potevo, per la prima volta, gestire la situazione invece di essere eternamente prigioniero delle iniziative e delle mosse altrui: potevo ciò decidere se portare avanti la conoscenza, dire gentilmente “no grazie non sei il mio tipo”, lasciare che la cosa resti un’amicizia e così via. Non ero più uno spettatore inerme, né dovevo buttarmi sulla prima occasione con l’ansia da ultima spiaggia.
30-08-2009 15:15
Winston_Smith
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Quote:
Originariamente inviata da Clark_Kent Visualizza il messaggio
Non sono però una cosa da respingere, anzi la stessa possibilità di fare errori in un contesto abbastanza “protetto” può essere molto ma molto importante. Per me, tutto questo ha avuto un’ importanza notevole per imparare a interpretare la comunicazione non verbale di una donna, una delle cose che normalmente si impara con l’intuito nell’adolescenza. Vivendo esperienze simili da adulto ho imparato per prove ed errori evitando così di farmi troppo “male” nella vita di tutti i giorni: una situazione del genere in un contesto normale può diventare ingestibile, esporre al ridicolo o una profonda umiliazione pubblica. Nello spazio più circoscritto di un corso le sviste sono meno drammatiche, si possono eventualmente sdrammatizzare con una risata e consentono di affinare delle capacità che poi si useranno anche nel mondo esterno. All’inizio le sbagliavo quasi tutte e mi infilavo in situazioni un po’ surreali, man mano che passava il tempo diventavo sempre più bravo ed eventuali errori erano utilizzati come feedback per imparare e migliorare il tiro.
Io credo che avrei poco da ridere...
Ho qualche dubbio sulla "protezione" assicurata dal contesto...avrei paura che nell'ambito del corso si spargesse su di me la fama del morto di f... che sbava non appena una donna lo saluta. No, mi dispiace, ho preso già troppe delusioni, non ho voglia di illudermi ancora e buttarmi a testa bassa chissà quante volte (e poi, tra parentesi, non è che mi senta proprio portato per balli di questo tipo).
30-08-2009 14:52
JohnReds
Re: vale la pena andare dallo strizza?

Mi ha sempre attirato parecchio il ballo. Ma non ho mai frequentato corsi, perché mi vergognavo per il fatto che nessuno li frequentava, boh, mi facevo paranoie sul fatto che potevo sembrare strano o sfigato a frequentarli. Ora pure a 22 sono un po' restio perché non conosco nessuno che ci va, e mi sentirei strano. E poi sono anche parecchio pigro verso qualsiasi attività fisica. Però mi attira sempre l'idea...

Mah, forse quest'inverno è la volta buona.
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