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Discussione: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare? Rispondi alla discussione
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01-04-2019 18:16
~~~
Quote:
Originariamente inviata da Da'at Visualizza il messaggio
Non sono sicuro di aver capito cosa intendi per condizionamento, potresti essere più esplicita?
Mi riferivo a quella mancanza di “confini” che rende troppo suscettibili al condizionamento al momento dell'incontro con l'altro, quella sensazione che si ha di soccombere all'altro, è una cosa un po' difficile da spiegare per me, quel sentirsi invasi, quel sentire che si sta perdendo se stessi solo entrando in contatto con qualcun altro.
Quella cosa che magari capita di “non sentirmi più io” dopo che si sta con qualcuno e quel bisogno di rintanarsi per recuperare un pochino di senso di sé. Se ancora non è chiaro posso provare a spiegarmi meglio
01-04-2019 17:02
cancellato16981
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

Se h capito bene (nel caso correggimi), sei stato da uno psichiatra che non ti ha fatto una diagnosi precisa. Dopo vari farmaci hai trovato benefici solo a livello dell'umore. Invece la dieta chetogenica ti ha aiutato di più.
Difficile quesito. Forse proverei un'altro professionista. In fondo anche due oculisti (per fare un esempio) hanno gli stessi strumenti diagnostici ma possono diagnosticare diverse patologie e curarle in maniera differente.
Non so che disturbi psichiatrici/psicologici hai, quindi azzardo: a volte una terapia psichiatrica coadiuvata da una psicoterapia dà risultati migliori.
Magari trovare uno psichiatra che è ache psicoterapeuta?
01-04-2019 15:34
Da'at
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

Quote:
Originariamente inviata da ~~~ Visualizza il messaggio
Questa cosa mi ha colpita perché mi ha fatto pensare al saper mettere confini fra te e l'altro, ma qui forse non intendevi questo
In ogni caso mi sono chiesta se esistono ragioni per cui si sia più inclini al condizionamento e se è una cosa che si può modificare e come o se è qualcosa intagliata nelle rughe del nostro cervello
Non sono sicuro di aver capito cosa intendi per condizionamento, potresti essere più esplicita?
31-03-2019 17:47
~~~
Quote:
Originariamente inviata da Da'at Visualizza il messaggio
Anche sui problemi esistenziali comunque la psichiatria e la neurologia possono in una certa misura intervenire: esistono aree del cervello specificatamente dedicate alla comprensione ontologica di sé e degli altri; tanto che certe droghe dissociative riescono ad alterare il senso del sè a tal punto da fonderlo totalmente con l'universo.
Questa cosa mi ha colpita perché mi ha fatto pensare al saper mettere confini fra te e l'altro, ma qui forse non intendevi questo
In ogni caso mi sono chiesta se esistono ragioni per cui si sia più inclini al condizionamento e se è una cosa che si può modificare e come o se è qualcosa intagliata nelle rughe del nostro cervello
27-03-2019 22:13
Da'at
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

misantropico sei stato un po' didascalico ma in linea di massima concordo con te. Anche se più che i termini "top down" e "bottom up" avrei più correttamente parlato di metodo deduttivo e metodo induttivo. Inoltre il problema dell'innacuratezze di certe scienze non dipende dal vincolo del metodo deduttivo (che poi è vero fino a un certo punto: di solito si elabora un modello e attraverso il metodo induttivo si producono previsioni che vengono testate col riscontro fattuale). In effetti la sola scienza che rispetta appieno il requisito della completa induttività è la matematica, e peraltro alcuni non la considerano una "scienza", popperianamente parlando, ma più una disciplina, mancando il prerequisito della falsificabilità.

Il problema epistemologico della psicologia e della psichiatria è nella carenza di strumenti sperimentali di verifica, problematica comune ad altre scienze come l'economia.

Nella psichiatria ho sentito dire che si stanno facendo studi sulla cosiddetta "psichiatria di precisione", che intenderebbe usare tutta una serie di strumenti nuovi, dal neuroimaging alla genomica al deep learning (intelligenza artificiale) alla metabolomica per non solo fare diagnosi con maggior precisione e individuare cure "su misura", ma proprio cambiare paradigma diagnostico, da uno qualitativo a "classi" (come il DMS V e precedenti) a una metrica multidimensionale e quantitativa, che possa quindi ragionare non in termini di "c'hai questo/c'hai quello" ma con una descrizione più rappresentativa su tutti i fronti delle alterazioni rispetto al funzionale.


Purtroppo pare che per curarsi bene sia necessario studiare la disciplina di interesse a livello universitario, e non è che la capa mi aiuti tanto, ma mi tocca.
27-03-2019 20:45
Da'at
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

Quote:
Originariamente inviata da Wrong Visualizza il messaggio
Forse l'hai già detto ma mi è scappato: hai parlato allo psichiatra dei miglioramenti riscontrati con la dieta? Controllato la tiroide?
Sì e Sì.
27-03-2019 20:44
Equilibrium
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

Quote:
Originariamente inviata da Anonimo. Visualizza il messaggio
Il titolo di questo thread sembra un anagramma "Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?" , risolvendolo e aggiungendo la preposizione "da" di cui è mancante, si ha "Cosa vado a fare da un nuovo psichiatra?"
E che in certe zone di Italia funziona come per la lingua inglese
Se cominciava con CHE MINGHIA sarebbe stato più corretto, ma si è voluto italianizzare...
27-03-2019 20:15
Wrong
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

Forse l'hai già detto ma mi è scappato: hai parlato allo psichiatra dei miglioramenti riscontrati con la dieta? Controllato la tiroide?
27-03-2019 20:10
muttley
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

Quote:
Originariamente inviata da Da'at Visualizza il messaggio
Mi presti la tua? Anche se a giudicare dai risultati non mi pare aiuti...
Ma noi siamo diversi: tu appartieni all'ordine dei negletti io a quello dei soffocati, ricordi?
27-03-2019 19:04
Da'at
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Dovresti trovarti una bella sfitinzia che ti tira su.
Mi presti la tua? Anche se a giudicare dai risultati non mi pare aiuti...
27-03-2019 18:52
muttley
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

Dovresti trovarti una bella sfitinzia che ti tira su.
27-03-2019 18:40
Joseph
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

Quote:
Originariamente inviata da Inosservato Visualizza il messaggio
certo però che il problema deve essere concreto, la psicologia aiuta a curare patologie, non risolve problemi esistenziali o non risponde alla domanda di felicità
per quello occorre semplicemente avere un buono spirito di osservazione, guardare esempi concreti, no l'amico scemo che ha la ragazza e va al pub, ma persone che quando le vedi o le incontri ti danno la sensazione di avere una marcia in più, una scintilla
vanno guardate e studiate
Se per problemi esistenziali si intende le esigenze della mente la psicologia è utile fino alla risoluzione dei problemi psicologici (e psichiatrici se intesi nel senso di problemi psicologici più gravi), poi c'è bisogno di altro (la ragazza, il lavoro, gli hobbies, ecc.), anche se un certo disagio psichico (moderato, circoscritto, variabile) è fisiologico e rimane.
Se invece si intendono gli aneliti di un'altra parte di sé (che si può chiamare anima, spirito, o in tanti altri modi) allora certamente la psicologia non se ne occupa, ma non è detto che uno questi aneliti ce l'abbia.

L'amico scemo con la ragazza che va al pub se non ha problemi psicologici e non ha aneliti spirituali è a tutti gli effetti felice, al netto del disagio psichico fisiologico.
27-03-2019 17:51
misantropico
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

Solo di recente, diciamo da qualche anno, ho piena consapevolezza di cosa si celi dietro un professionista, sia come scienza sia come soggetto che può presentare i suoi limiti.

Questo vuol dire che se prendiamo il miglior professionista in un dato settore, ma tale settore è comunque limitato in termini scientifici, avremmo comunque dei limiti nell´intervento di tale professionista. Pensiamo ad un secolo fa, il medico più bravo del mondo era comunque limitato al fatto che la scienza un secolo fa non aveva scoperto ancora quasi nulla e si moriva ancora per quelle che oggi sono sciocchezze.

Non illudiamoci che il miglior professionista possa fare miracoli se opera in settori dove non si è ancora compiuto un avanzato progresso scientifico.

Quando ci rivolgiamo ad un ingegnere edile stiamo facendo i conti con un livello di progresso scientifico differente se interagiamo con un medico o con un fisico, oppure con un sociologo.

Per chi è pratico della scienza ha già capito di cosa sto parlando, alcune scienze sono più forti di altre, tutte le opere che compie un ingegnere edile preparato non crollano a dimostrazione di quanto forte sia la scienza ingegneristica, ma se prendessimo uno psicologo la sua percentuale di guarigione sui pazienti sarebbe di gran lunga minore del 100%, siamo lontani anni luce dai calcoli matematici che fa un ingegnere.

Ma esattamente in cosa consiste questa differenza? Ora ve lo spiego e per farlo farò ricorso alla terminologia inglese, serviranno due concetti quello di "bottom up" e "top down". Cosa significano questi due termini? In italiano bottom up significa partire dal basso mentre top down significa partire dall´alto, dove metaforicamente con partire dal basso si intende partire dal particolare, mentre partire dall´alto come partire dal generale.

Un approccio bottom up è un approccio in cui si inizia dal particolare, prendiamo il caso della fisica, studia l´atomo, poi le molecole, i fluidi, i solidi, i liquidi, leggi che interagiscono, in questo salire può sempre dire come ci è arrivato, quali sono tutti i passaggi che spieghino per filo e per segno il fenomeno in questione. Ma sempre nella fisica un approccio top down potrebbe essere quello in cui si è scoperta la gravità, prima l´abbiamo compresa in modo generale, osservando che i corpi cadono verso il basso, abbiamo scoperto la legge senza capire esattamente come funziona nel particolare e da qui l'abbiamo studiata sempre di più, ma ancora oggi,nel 2019, non abbiamo ancora capito esattamente come funzioni la gravità, è uno di quegli aspetti che la fisica sta ancora indagando in modo top down, anche se è praticamente arrivata così in basso che manca davvero poco.

La scienza progredisce da entrambe le direzioni, in quanto in alcuni casi si può partire dal particolare mentre in altri casi non abbiamo altro modo che partire dal generale, per scavare man mano che ci si riesce. Entrambi questi approcci producono scienza, producono un avanzamento nella comprensione del settore di riferimento con l´unica differenza che un approccio top down, proprio perché è generale non è potente come un approccio bottom up, dove invece tutto viene scoperto nel dettaglio, si conosce ogni singolo elemento, nel funzionamento generale invece mancano sempre degli interrogativi.
Un approccio top down che ha scavato abbastanza può iniziare a divenire forte, inizia così a rispondere a diversi interrogativi, ma quando l'approccio top down è agli inizi è inevitabilmente debole.

Quando si fa una scoperta dall´approccio top down, proprio per la componente generale, prevalentemente basata sull´osservazione e ripetizione, si parla di tesi deboli, che possono essere utili, ma che lasciano tanti "perché?" insoddisfatti. Tutta questa carenza di informazione e conoscenza produce la mancanza di potere, la tesi stessa è imprecisa, diventa quasi un atto di fede anche se poi quando la si va a mettere in pratica funzionicchia.

Più la scienza è complessa e recente (per recente si intende quanto tempo è passato che l'uomo ha iniziata a studiarla scientificamente), più è probabile che si abbiano solo tesi deboli, tesi proveniente da approcci top down superficiali, e ciò rende la scienza stessa debole.

Ecco che arriviamo alla psicologia, psichiatria e psicoterapia. Scienze deboli, scienze che hanno costruito numerosi tesi deboli, che non sanno spiegare, di cui ancora oggi non conosciamo bene i meccanismi. La psichiatria può essere un esempio lampante, un chimico un giorno scopre una molecola, se la inietta e scopre che anche se era di cattivo umore, grazie a quella molecola sta meglio. Una casa farmaceutica inizia a testarla per venderla. Si sparge la voce, la gente la usa, i soggetti che si definiscono depressi la usano e stanno meglio, si fanno degli studi e si scopre che in una percentuale di casi effettivamente aiuta.

Questo è un approccio top down, un approccio debole, dove la psichiatria dice scientificamente che una tale molecola aiuta in caso di depressione, ma tutto è sommario, molte risposte mancano, la definizione stessa di depressione è imprecisa, il metodo diagnostico per stabilire chi è depresso o meno è impreciso, mancano tutti una serie di approcci bottom up che possano stabilire come funzioni esattamente il nostro cervello per dirci cosa sia la depressione realmente, come si interfaccia quella molecola, etc...

Applichiamo questo discorso a psicologia e psicoterapia e capiamo come gli strumenti di intervento attualmente disponibili sono limitati. Per capire questo punto è necessario spogliarsi di una mentalità dicotomica, utile, non utile, scienza, non scienza, bello, brutto, viviamo in una sfumatura di grigio, che giorno dopo giorno cambia tonalità anche si di poco. Ci sono delle risposte, ci sono dei dati scientifici, sono deboli ma ci sono, ci sono protocolli di intervento con un´efficacia dimostrata, non aiutano tutti per il semplice fatto che è tutto ancora generalizzato e impreciso, manca di quella "matematicità" che si ha in scienze più avanzate (con numerose scoperte bottom up).

Questo rende anche impossibile la creazione di un paradigma; un paradigma per esistere necessità che ci sia una validità scientifica tale da stabilire cosa fare e cosa non fare, nella psicologia questo non è possibile, stiamo così indietro che sulla base dei pochi risultati che si hanno trovano spazio numerose correnti di pensiero, tutte valide proprio perché ciò che si sà è ancora debole, lontano dall´essere così schiacchiante da produrre un paradigma.

L'assenza di paradigma spiega perché una stessa diagnosi venga trattata in modi differenti, sia psicologicamente che psichiatricamente, il primo con protocolli di intervento differenti e il secondo con farmaci e dosaggi differenti, ma non solo, in casi complessi e sfumati si possono arrivare ad avere perfino diagnosi differenti.

Ad oggi la psicologia e tutte le scienze ad esse collegate sono così, ma non finisce qui perché se la scienza è debole, le persone che hanno scelto di studiare queste scienze lo sono ancora di più. Perché? Per motivi culturali del tutto italiani, questa branca è stata presa d´assalto da incompetenti e furbastri per non dire truffatori. Le università di psicologia, essendo prive di test di ingresso, sono state per anni la seconda o terza scelta di chi non rientrava in altre facoltà. Questo cosa può creare se non una selezione al contrario? Un afflusso di gente scartata che è finita per fare lo psicologo solo perché lì non veniva selezionata. Non c´è solo il limite della scienza, ci sono anche numerosi professionisti mediocri, che non sanno cosa fanno, non capiscono nemmeno questo discorso fatto fino ad ora, non sono nemmeno in grado di sfruttare al massimo la conoscenza scientifica attualmente disponibile.
Ti trovi lo psicologo che ti fa la diagnosi in 20 minuti, che ti spara sentenze come fossero certezze, che non è in grado minimamente di capire il concetto di validità e di scetticismo.

La situazione è paradossale, stiamo parlando di un campo della salute umana fondamentale, medicina e psicologia sono i due pilastri del benessere umano eppure il pilastro della psicologia è debole, debole scientificamente e debole professionalmente.

Cosa fare? Sicuramente non arrendersi anche se è dura, è necessario cambiare numerosi terapeuti prima di trovare quello che sarà in grado di aiutarci. Chi ha disponibilità economica non ha scuse, per chi invece non ha abbastanza soldi può avere un senso arrendersi perché in alcuni casi tutta questa corsa alla ricerca del terapeuta giusto può costare anche migliaia di euro.
27-03-2019 15:33
Da'at
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

Quote:
Originariamente inviata da Inosservato Visualizza il messaggio
hai problemi psicologici?
di che natura?

alla fine se uno non sta bene piuttosto che curarsi col fai da te è meglio che si rivolga ad un professionista (avendo la disponibilità economica)

certo però che il problema deve essere concreto, la psicologia aiuta a curare patologie, non risolve problemi esistenziali o non risponde alla domanda di felicità
per quello occorre semplicemente avere un buono spirito di osservazione, guardare esempi concreti, no l'amico scemo che ha la ragazza e va al pub, ma persone che quando le vedi o le incontri ti danno la sensazione di avere una marcia in più, una scintilla
vanno guardate e studiate
Non parlerei di problemi psicologici, ma psichiatrici o neurologici.
Robe che ho da quando sono nato: non percepisco bene il tempo, mi sembra scorra troppo veloce (infatti sono sempre in ritardo), ho difficoltà patologica a ordinare, faccio fatica a collegare volizione ad azione.
Credo che l'apatia e l'anedonia siano, come la depressione, consequenziali a questo.
Comunque dovrei far mente locale sui sintomi, non credo di essermi riuscito a spiegare.

Anche sui problemi esistenziali comunque la psichiatria e la neurologia possono in una certa misura intervenire: esistono aree del cervello specificatamente dedicate alla comprensione ontologica di sé e degli altri; tanto che certe droghe dissociative riescono ad alterare il senso del sè a tal punto da fonderlo totalmente con l'universo.

Hermit: le Amen Clinic sono dei centri fondati dal Dr. Amen in diverse città US; il tale ritiene di poter diagnosticare diversi tipi di problematiche psichiatriche usando una tecnica di neuroimaging tipo tac (SPECT). Nella comunità scientifica c'è molto scetticismo, alcuni lo considerano un truffatore.
27-03-2019 13:01
hermit94
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

Quote:
Originariamente inviata da Da'at Visualizza il messaggio
ovvero una capatina alla Amen Clinic in US, anche se pare sia pseudoscienza e per esser certo che abbia qualche utilità dovrei fare ulteriori ricerche.
che roba è?
27-03-2019 12:59
hermit94
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

Quote:
Originariamente inviata da Inosservato Visualizza il messaggio
non risolve problemi esistenziali o non risponde alla domanda di felicità
questo è il problema
27-03-2019 12:57
hermit94
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

Quote:
Originariamente inviata da syd_77 Visualizza il messaggio
io di mio ti posso dire che mi sono stufato da andare da gente dell'asl, dell'assicurazione, da mezze calzette, per ora non ho intenzione di andare, ma se dovessi andrei dal migliore.
farei una ricerca su google "miglior psichiatra a Roma" esce il risultato e ci vado, anche se costa 300 euro. Ora i soldi li ho spesi in altre cose, ma quando li avrò farò così.
Paolo Girardi
https://salvatormundi.it/medici/prof-paolo-girardi
27-03-2019 10:33
Inosservato
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

hai problemi psicologici?
di che natura?

alla fine se uno non sta bene piuttosto che curarsi col fai da te è meglio che si rivolga ad un professionista (avendo la disponibilità economica)

certo però che il problema deve essere concreto, la psicologia aiuta a curare patologie, non risolve problemi esistenziali o non risponde alla domanda di felicità
per quello occorre semplicemente avere un buono spirito di osservazione, guardare esempi concreti, no l'amico scemo che ha la ragazza e va al pub, ma persone che quando le vedi o le incontri ti danno la sensazione di avere una marcia in più, una scintilla
vanno guardate e studiate
27-03-2019 09:14
DeadSoul Io ci sono andata per due anni, non mi è servito a niente.
27-03-2019 01:03
Da'at
Re: Cosa vado un nuovo psichiatra a fare?

Vi ringrazio, mi siete stati d'aiuto a compiere un passo avanti nelle mie riflessioni.

Ho capito che, innanzitutto il fatto che "sentirsi incurabili" può esser parte stessa della sintomatologia, ciò non significa né che si sia curabili, né d'altro canto che una ulteriore visita possa essere dannosa, al netto dell'effetto delusione (e dell'eventuale esborso, ma questo è meno un problema per fortuna).

Questa sensazione non me la posso tenere dentro. La devo affrontare. Per poterla eventualmente accettare, come dice Claire, perché non a tutto c'è una soluzione.

Però almeno sapere che cazzo sia sta cosa da accettare, visto che ad oggi l'unica diagnosi è di una leggera disprassia (un problema di coordinazione motoria, google ve lo sa spiegare meglio se siete curiosi), e dalle ricerche che ho fatto non mi pare in sé e per sé implichi un qualche tipo di deterioramento umorale o motivazionale.

Daytona, ti ringrazio per i consigli sulla dieta cheto: sono seguito da un nutrizionista, ho aperto anche un thread a riguardo se vuoi contribuire.
Per quanto riguarda i farmaci io reagisco abbastanza, non con tutti, ma lo zoloft mi riesce a tirare su parecchio. Il fatto è che non essendo la mia una depressione primaria quel farmaco non mi serve a niente fuorché a ovviare momentaneamente ai sintomi.

Syd77, hai colto il punto consigliandomi di recarmi dal "miglior psichiatra". Dubito me lo possa suggerire google (non certo scrivendo "miglior psichiatra milano", anche se per sfizio poi provo! ), ma se stabilissi una metrica a quel punto potrei davvero rivolgermi a qualcuno che abbia qualcosa di diverso dal mio attuale.
Ad esempio potrei cercare qualcuno con un numero considerevole di pubblicazioni scientifiche peer reviewed, qualcuno che sia specializzato nella cura delle mie specifiche problematiche e sintomatologie, che abbia sperimentato tanti approcci metodologici e li abbia documentati a dovere.


Grazie ancora per le risposte!
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