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07-11-2018 17:38
hermit94
Re: Cari utenti del forum

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Originariamente inviata da Anonimo. Visualizza il messaggio
Ok grazie Life=Sverso.
Non paragonarmi a quel folle
07-11-2018 17:36
Anonimo.
Re: Cari utenti del forum

Quote:
Originariamente inviata da Harold Finch Visualizza il messaggio
Non era ubriaco affatto Anonimo. quando chiese del presunto suicidio di quel cartografo sifilitico di Life.
Confermo, non ero ubriaco affatto.
E poi scusa Harold, perchè avrei dovuto esserlo?
05-11-2018 23:54
Mike Patton
Re: Cari utenti del forum

Non era ubriaco affatto Anonimo. quando chiese del presunto suicidio di quel cartografo sifilitico di Life.
05-11-2018 23:24
onisco No Anonimo, ma ha cambiato nickname (è lui che hai quotato).

Sverso mi è venuto un dejavu, non è che te l'avevo già chiesto? Lovecraft non riesco a vedercelo, mi ricordi invece "la mostra delle atrocità"
05-11-2018 23:05
Anonimo.
Re: Cari utenti del forum

Quote:
Originariamente inviata da hermit94 Visualizza il messaggio
Non era ubriaco, non era affatto ubriaco Life, quando si decise a buttarsi da quel dirupo, fu tutto conseguenza dei cavilli quantistici scatenati tra le sue sinapsi nel momento in cui subentrò la depressione
Ok grazie Life=Sverso.
05-11-2018 22:37
Svers0
Re: Cari utenti del forum

Quote:
Originariamente inviata da onisco Visualizza il messaggio
Hai mai letto Ballard?
Questa roba è più lovercraftiana.
05-11-2018 21:36
onisco Hai mai letto Ballard?
05-11-2018 21:13
Svers0
Re: Cari utenti del forum

Finalmente ho finito, che faticata!
05-11-2018 21:12
Svers0
Re: Cari utenti del forum

ATTO IV

Vorrei avér potuto conoscere il tale in questo luogo - avremmo avuto parecchie faccende di cui discutere! Le ha dipinte lui quelle pietre, o io? Chi ha lasciato il pentolame nel casotto di fronte al molo? Chi è che ha creato il museo sottomarino? Chi s'è suicidato lanciandosi silenziosamente nelle acque gèlide? Chi è stato a tirare su quella maledetta antenna, tanto per cominciare? Quest'intera ísola è sbucata dal mio stòmaco, obbligando i gabbiani a volare via?

Tra fuoco e terra, optai pel fuoco. M'era sembrata la scelta piú attuale e igiènica. Non avrei potuto sopportare l'idea di restaurare cotali rovine. Suturare braccio con spalla, femore con anca, ricamarne un filo come il tràffico incolonnato in autostrada. Renderla presentàbile per zie gementi e lúgubri zii, accorsi appositamente per le esequie. Ridurre in céneri, annacquare, farne una fluoresceina per affrescare queste pareti e soffitti.

Da qua riesco a visionare la mia flottiglia. Avevo raggruppato tutte le missive che avrei voluto spedirti, qualora fossi ritornato in continente; le pigiai invece sul fondo del mio zàino, e le sparpagliai lungo questa romita piaggia. Indi le colsi una per una e le foggiai a guisa di barchette. Dopo che t'ebbi carezzata seguendo le piegature, al crepúscolo le feci salpare. Suddivisa in ventún unità, ti ho consegnata al Tirreno e mi son appostato qui finché cadauna non fosse affondata.

Nella sala d'aspetto c'erano dei cartelloni con fòrmule di strutture molecolari appesi ai muri. All'època mi pàrvero appropriati, astrazioni di natura morta dei processi che già èrano attivi nel guastare i tuoi nervi e tuoi múscoli nella stanza accanto. Trangugio benzodiazepine come un tempo mandavo giú i cómpiti in classe di chímica. Sto aggiornando le mie prospettive per una lunga vita felice.

Mi trascinerò la gamba appresso; la trascinerò come un portellone accartocciato, pneumàtici esplosi e scintille davanti alle mia fièvole illusione. Sto finendo gli analgèsici e seguendo lo sfolgorío della Luna fino a casa. Quando Paolo era esànime sulla via di Damasco, lo defibrillàrono mediante i cavi con morsetti d'una berlina due volumi sfasciata; ci vollero ventún tentativi prima di convíncerlo a destarsi.

Ho cominciato la mia odissea su d'una navicella di carta senza fondo. Sbarcherò fin sulla Luna a bordo d'essa. Son stato spiegazzato lungo una crespa temporale, una debolezza sul foglio della vita. Ti sei testé stabilita sul lembo opposto della mia pàgina; riesco a seguire le tue tracce nell'inchiostro che pènetra attraverso le fibre, la polpa di cellulosa. Allorché saremo impregnati d'acqua e la gabbia si sarà dissolta, ci fonderemo insieme. Appena quest'aeroplanino cartàceo sarà decollato dal màrgine della scogliera e avrà fenduto impercettíbili scie parallele nell'oscurità, ci riconcilieremo entrambi.

Se solo il tale l'avesse esperito, al par di me avrebbe realizzato sé èssere nel suo medesmo lungomare. Proprio come io sto diventando quest'ísola, cosí lui divenne la sua sifílide, evadendo nelle sinapsi combuste, nelle pietre, nell'infezione.

I sassi nel mio addome mi sovraccàricano e assicureranno che la mia immersione sia veritiera e perpendicolare. Mi aprirò una breccia nella nebbia di queste pillole dimenticate da Dio e raggiungerò l'illuminazione. Tutte le mie funzioni sono otturate, tutte le mie vene strozzate. Se la mia gamba non incancrenisce prima che io tocchi la vetta, sarà un miràcolo. Ci sono ventún connessioni nello schema elèttrico dei freni antibloccaggio, vívono ventún qualità di gabbiani sull'ísola e ventún miglia sepàrano il raccordo di Pavia e il bivio verso casa. Tutto ciò non è, e non potrà, èssere una coincidenza.

Non era ubriaco, Valentina, non era affatto ubriaco. Non aveva bevuto con il tale o rigurgitato Brunelli a mare; non aveva sbandato per queste coste remote, spiagge terminali di questo arcipèlago nascente. Non voleva che il suo còfano si accartocciasse some tessuto lógoro nell'impatto. Il suo parabrezza non era tutto costellato come uno stradario per l'aldilà. La sua verniciatura incisa all'acquaforte con diagrammi elèttrici, strambi pesci per attirare i gabbiani altrove. La fosforescenza dei segni della slittata che irraggia tutta la A7 da Tortona a Damasco.

Io sono l'antenna. Al mio trapasso, comunicherò con ogni síngola stella.

Cara Valentina, ho bruciato le scogliere di Damasco, me le sono scolate fino all'última goccia. Il mio cuore è tanto la mia gamba quanto un'atra riga intagliata sulla carta che attraversa nella sua interezza questa barca senza fondo. Sei proprio come un nido per me, in cui uova intatte gènerano fòssili, si pietríficano e sbríciolano per poi dispèrdere píccoli fiori neri nell'aria. Da questa infezione, speranza. Da quest'ísola, volo. L'amór vuol dir la morte.

Torna indietro!

Torna indietro..
05-11-2018 20:46
Svers0
Re: Cari utenti del forum

ATTO III

Da qui in poi, quest'última volta, ho capito che non si potrà tornare sui propri passi. La torcia è venuta meno e la mia determinazione altrettanto. Posso sentire il canto delle creature marine dalle feritoie in alto ed esse promettono il ritorno dei gabbiani.

Lo vidi la prima volta seduto sul ciglio della strada. Stavo aspettando che ti estraéssero dai rottami. Sembrava avéssero lasciato cadere l'automòbile da una grande altezza. Il motore sbudellato sull'asfalto. Come l'acqua sottoterra.

Sto viaggiando attraverso il mio medésimo corpo, seguendo le línea setticèmica dal fèmore spezzato verso il cuore. Ingollo manciate di antidolorífici per rimanere cosciente. Nei miei delirî vedo le luci gemelle della Luna e del ripetitore, che mi púntano malgrado la montagna.

Quando ripresi conoscenza dopo l'intervento, ricordo le luci dirèttemi negl'occhi per verificare il riflesso pupillare. Fu come fissare dal fondo d'un pozzo il firmamento illuminato dalla Luna. Persone gesticolàvano alla sommità, ma non avrei saputo dire se tu fossi stata una di loro.

(continua..)
05-11-2018 20:38
Svers0
Re: Cari utenti del forum

ATTO II

Cara Valentina, ho ripercorso il tratto dell'autostrada A7 tra Tortona e Milano già ventún volte, quantunque abbia tutti i rapporti e le testimonianze e li abbia ricontrollati minuziosamente al millímetro usando le mie planimetríe dell'Istituto Cartogràfico Statale, proprio non riesco a trovare il punto. A pensarci bene dovrèbbero èsserci dei segni, una sorta di prova. È da qualche parte tra l'uscita per Pavia e l'area di sosta Battuda. Lo individuo sempre nello specchietto retrovisore, eppure a tutt'oggi non sono stato capace di trascinarlo a riva.

Cara Valentina, cotesta sarà la mia última epístola. Chissà se persino adesso contínuano a impilarsi sullo zerbino della nostra casetta disabitata... Perché insisto nello spedírtele a domicilio? Forse m'immàgino di poterle raccògliere al mio ritorno che né piú mai avverrà, per ritrovarti in attesa, a tuo agio di fronte alla televisione mattutina. Dovranno già formare una pila alta un metro ora: la mia piràmide in miniatura personale; un megalite di risme di carta. Si fossilizzeranno nei sècoli a venire; un'inquietante càpsula temporale da un'ísola deserta. Il timbro postale di Firenze: dev'esser stata inviata durante l'ascesa decisiva.

Ci dev'essere un buco sul fondo di questa barca. Come potrèbbero esser arrivati nuovi anacoreti altrimenti?

La boa mi ha tenuto vígile tutta la nottata. Mi son seduto, quand'ero proprio al límite estremo dello sconforto, mentre credevo che mai avrei risolto il mistero di quest'ísola, mi son seduto sull'orlo a contemplare quello stúpido galleggiante lampeggiare nelle tènebre. È afàsico e ritardato, scevro di pensieri in quella sua zucca metàllica, fuorché ammiccare a ciascún'onda, minuto per minuto sin al sórgere dell'indomani che lo renderà cieco nonché sordomuto. Abbiamo un sacco di cose in comune.

Perché il mare è sí in bonaccia? Ti invita a passeggiare sulla sua superficie; nondimeno so beníssimo che si frantumerebbe sotto il mio peso facèndomi colare a picco. Qua le rocce hanno resistito alle tempeste per centinaia d'anni e or ora, deprive delle mareggiate, se ne stan triste e silenti, templi privi di funzione. Uno di 'sti giorni tenterò di scalarle, a caccia di uova e nidi sulle creste, che i gabbiani ovviamente hanno abbandonato.

Soffrivo di nefrolitíasi ed eri venuta a visitarmi in ospedale. Al risveglio dall'operazione, quand'ero ancora mezzo stordito dagl'anestètici, tanto il tuo profilo, quanto i tuoi discorsi erano sfocati. Adesso i miei càlcoli renali sono evasi, si son tramutati in un isolotto e tu ti sei resa opaca per colpa della màcchina d'un beone.

Ho iniziato l'ascesa, lontano dal mare e verso l'entroterra. È una linea retta fino in punta, dove il vespro comincia ad avvòlgersi attorno al ripetitore e strizzare i segnali nella tranquillità incipiente. Il rifugio s'acquatta sull'altura per evitare le frecciate dell'antenna; anch'io striscerò carponi sotto l'ísola come una bestia e l'aggirerò passando dalla riva Nord.

Chissà che razza d'ossario giace in fondo al pozzo! Quanti cadàveri di pastori ci vorrébbero per saziare codeste fauci?

Quando pàscolano i loro animali, rileva il tale, piove sempre. Ma è da un bel pezzo che non si veríficano precipitazioni qua. La vegetazione è stàtica, come un radiosegnale rimbalzato da un'altra stella.

La bàita fu edificata originariamente agl'inizî del '700. In quel período, la pastorizia s'era cristallizzata in una carriera. Il primo pastore stanziale fu un tal Brunelli, oriundo d'immigrati normanni. I continentali non lo consideràvano un gentiluomo. Si trasferiva qui d'estate per costruirsi casa, sperando che, infine divenuto proprietario terriero, gli avrebbe assicurato una sposa e degli eredi. Il tale dice che gli andò male: si prese un qualche morbo dalle sue bestie infàuste e si spense due anni dopo averla completata. Nemmeno v'era alcuno a intagliargli càndide línee lungo il poggio.

Le làmpade a olio esaurite, non adoprai una torcia, lessi bensí al chiaro di Luna. Quando ne avrò compreso anche gl'últimi brandelli sensati, getterò il libro del tale dalla scogliera e magari me stesso assieme. Forse tornerà a galla attraverso le grotte ed erutterà dalla sorgiva durante la stagione pluvia, sgorgando verso la spelonca dell'eremita. Oppure me lo ritroverò sul tàvolo al mio risveglio. Credo di averlo già buttato a mare diverse volte.

Cosa ne facciamo del tale? Del làudano e della sifílide? È ovvio ci fóssero stati dei precedenti, ma, per quanto concerne il primo, non sono riuscito a indovinare se fosse l'èsito del suo visitare l'ísola oppure la pulsione che lo spingeva qui. Riguardo la sifílide invece, un guidatore brillo che spappolava le sue interiora mentre incespicava lungo queste caprarecce, posso solo offrire la mia empatía. Siamo tutti víttime della nostra època. Il mio malanno è un motore endotèrmico e la mòdica fermentazione del lièvito.

Recuperàrono Brunelli agl'esordi della primavera, il disgelo ancora in fíeri. Seppure deceduto da sette mesi circa, il suo corpo era stato preservato dal ghiaccio sin al midollo e non mostrava segni di decomposizione. S'era arrancato fino a metà strada giú per la collina, forse alla ricerca di qualche capretta smarrita, o magari in preda a vaniloquî e colà spirò, curvo come un'artiglio, sotto la Luna estiva. Addirittura gli animali avévano scansato il cadàvere, perciò i continentali reputarono seppellirlo in terraferma avrebbe portato iella. Il tale scrive che lo strascicàrono dentro le grotte a svernare e marcire, ma è risaputo lui èssere inattendíbile.

Qui esplorare signífica passività, è un viaggio d'introspezione, non un tentativo di superare i confini. Da quando ho dato fuoco alle mie barche e contratto la mia malattia, è diventato piú sémplice per me. Intraprenderò svariate spedizioni per traversare questo microcontinente; dovrò sacrificare miríadi di neuroni, una cornucopia di númeri primi, incessanti aree di sosta e raccordi per giúgnere al punto di dipartita finale.

Calandomi nelle grotte, scivolai, caddi e mi feríi una gamba. Credo di èssermi rotto il fèmore. È indubbiamente infetto: la cute è diventata d'un malsano rosa pàllido e le fitte arrívano a ondate, come maree invernali contro la mia costa, affogando il tormento delle mie pietre. Sono strisciato indietro sin al rifugio per riposare, ma è lampante ormai che ci sarà un solo epílogo possíbile. La cassetta del pronto soccorso che ho saccheggiato dal peschereccio è d'improvviso tornata útile: mi terrà desto per l'ascesa definitiva.

(continua..)
05-11-2018 19:58
Svers0
Re: Cari utenti del forum

ATTO I

Cara Valentina, talvolta ho come la sensazione di avér partorito quest'ísola. Da qualche parte, tra la longitúdine e la latitúdine, s'è aperto un varco ed è remotamente approdata qui. Poco importa quanto mi sforzi di ragionare, essa rimane una singolarità, un punto alfa della mia vita che rifugge qualsíasi ipòtesi. A ogni mio passaggio stendo delle pennellate fresche, sperando che, nel frattempo, sotto la luce accecante della mia disperazione, saranno sbocciate in novelle congetture.
Il tale riporta la leggenda dell'eremita: un santone alla cerca dell'isolamento nella sua forma piú pura. Presumibilmente, egli aveva remato fin qui dalla terraferma su d'una barca senza fondo, quindi, la notte, tutta la fàuna marina poté affiorare a galla per disquisire con lui. Chissà che noia gli dovette procurare quel loro chiacchiericcio! Forse, ora che tutto ciò che infesta il mare non son altro che i rifiuti scaricati dalle navi cisterna, troverebbe maggiór quiete. Si narra ch'egli abbia spalancato le braccia in un'insenatura lungo la scogliera meridionale e la falesia si sia spaccata per fornirgli riparo; dícono che morí di febbri centosessant'anni piú tardi e che i pastori gli lasciàvano delle offerte all'imboccatura della caverna, sebbene il tale appunti che nessuno di loro abbia mai giurato d'averlo visto. Mi son recato presso il suo rifugio e ho elargito il mio òbolo, ma, al par di loro, sembra ch'io sia un soggetto indegno della sua solitúdine.

Tua madre mi ha raccontato che quando nascesti calò il silenzio in sala parto. Un'enorme voglia rossastra si stagliava sul lato sinistro del tuo visino. Nessuno sapeva cosa dire, ergo i tuoi vagiti colmarono presto quel vuoto. Ti ho sempre ammirata per questo; riuscivi a piàngere per compensare qualsivoglia mancanza trovassi. Io stesso cominciai a fabbricare dei vuoti, dimodoché tu potessi esprímere il tuo talento. La macchia iniziò a sbiadire intorno ai sei anni ed era del tutto svanita il giorno in cui ci incontrammo, ma la tua passione per la vacuità, e la sua cura, sono rimaste.

Il libro del tale non era piú stato preso in prèstito dal 1974. Decisi che non sarebbe mancato ad alcuno quando l'infilai nel cappotto, distogliendo lo sguardo dal bibliotecario mentre sgattaiolavo fuori. Se già la materia trattata è farraginosa, lo stile letterario dell'autore lo è ancór di piú: non è il resoconto d'un cronista lúcido e fededegno. Forse è giusto che il mio único compagno in questi miei últimi giorni debba èssere un tomo rubato, scritto da un morituro.

Quando qualcuno moriva, era moribondo o cosí gravemente ammalato che omai s'era persa la benché mínima speranza, intagliàvano delle línee parallele lungo le pareti della scogliera, esponendo lo strato di bianco gesso sottostante. Aguzzando la vista si potévano scòrgere dalla terraferma o dai pescherecci e dunque si valutava se fornire aiuti o mettere piuttosto la zona in quarantena e attèndere una generazione affinché qualsíasi pestilenza avesse infettato le mulattiere fosse stata debellata insieme alle sue víttime. Le mie línee sèrvono solo a questo: tenere alla larga gli aspiranti soccorritori. L'infezione non è semplicemente nella carne.

Cito direttamente: ''Gentaglia che ha ben poco di raccomandàbile. Già ho passato tre giorni in compagnia di costoro, il che è, temo, oltre i límiti della sopportazione per chi non sia nato qua. Malgrado la loro noiosa tendenza a recitàr le Scritture, appàiono come i piú dimenticati da Dio fra tutti gli abitanti delle ísole esterne. Invero, in questo caso, la solenne gravità di cotàl espressione - dimenticato da Dio - sembra raggiúngere il suo màssimo àpice.'' Immàgino pure che il tale reputasse coloro che vagabóndano su questo tratto di costa èssere alla deriva da ogni redenzione. Mi domando se avesse incluso anche se stesso nell'elenco.

Cara Valentina, ho incontrato Paolo. Ho fatto il mio píccolo pellegrinaggio: la mia Damasco è una villetta bifamiliare nei sobborghi di Novara. Ci siam bevuti un caffè nel suo cucinino e abbiàm provato a entrare in sintonía l'un l'altro. Quantunque sapesse che non ero giunto in cerca di scuse, giustificazioni o vendetta, venne sbalzato da un attacco di pànico, scaraventato conscio in aria dal suo stesso còfano ammaccato. La responsabilità l'aveva incanutito: come noi, egli aveva già oltrepassato ogni concepíbile frontiera della vita.

Ti lascerei delle offerte votive, fuori del tuo rifugio, in questo interstizio tra la scogliera e la battigia. Ti donerei pani e pesci, ma le scorte di pescato sono esaurite e non ho piú pagnotte. Ti riporterei a remi nel tuo paese natío su d'una barca senza fondo, temo però che ambo impazziremmo a càusa del parlottío delle creature del mare.

Avevo sognato di stàrmene ritto sul núcleo del Sole, nel mentre le sue radiazioni mi cocévano il miocardio dall'interno. I miei denti si sarèbbero sciolti e le unghie mi saríano scivolate nelle tasche come spíccioli. Non avessi mal di stòmaco, mangerei, ma non riesco a tracannare altro che acqua salmastra. Se ci fóssero ancora animali in giro, potrei perfino inselvatichirmi e sbranarli. Son emaciato quanto una salma distesa in obitorio, sezionata a càusa di una morte prematura. Sono sbarcato su quest'ísola remando su d'un cuore senza fondo; tutti i batteri delle mie budella cantàvano in coro per me.

(continua..)
05-11-2018 19:30
Svers0
Re: Cari utenti del forum

Cambiato idea.
11-10-2018 14:45
Svers0
Re: Cari utenti del forum

Quote:
Originariamente inviata da Harold Finch Visualizza il messaggio
Stanno bleffando come Eisenhower prima del D Day
Stanno applicando la maskirovka!




https://en.wikipedia.org/wiki/Russia...tary_deception
11-10-2018 14:14
Mike Patton
Re: Cari utenti del forum

Quote:
Originariamente inviata da Svers0 Visualizza il messaggio
La cosa inquietante in tutto questo è che la moderazione non si è espressa ne qui ne sul topic dei pensieri, staranno allestendo il messaggio di ban a vita.

O forse nemmeno mi hanno preso sul serio.
Stanno bleffando come Eisenhower prima del D Day
10-10-2018 23:54
Franz86
Re: Cari utenti del forum

Quote:
Originariamente inviata da Marco.Russo Visualizza il messaggio
Magari potresti farti dare un ban temporaneo per darti un po' il tempo di disintossicarti.
Farsi bannare per paura di un ban è paradossale, ma ha una logica

Magari potrebbe anche semplicemente contattare la moderazione via msg privato per togliersi qualche paranoia.
10-10-2018 23:50
Da'at
Re: Cari utenti del forum

Quote:
Originariamente inviata da Svers0 Visualizza il messaggio
La cosa inquietante in tutto questo è che la moderazione non si è espressa ne qui ne sul topic dei pensieri, staranno allestendo il messaggio di ban a vita.

O forse nemmeno mi hanno preso sul serio.
Secondo me dovresti stare tranzollo, hai preso il warn in maniera sproporzionata. Magari potresti farti dare un ban temporaneo per darti un po' il tempo di disintossicarti.

Sai essere più lucido: io capisco il tuo bisogno di trovar benessere e la sfiducia verso i tempi e modi della psichiatria, ma se vuoi trovare un metodo eterodosso di autocura dovrai avere una stabilità di ferro per effettuare i dovuti automonitoraggi; inoltre, non possedendo le competenze mediche necessarie per poter dare informazioni non pericolose agli altri, è comprensibile che i moderatori si preoccupino di tutelare l'utenza.

Detto questo, appoggio l'istanza di de-ultimatumizzarti, e secondo me se mostri un po' di contegno e provi a recuperare il controllo rallentando o sospendendo l'utilizzo di FS per qualche settimana, potrai tornare a discutere anche di farmaci, ma con maggior attenzione e tatto.

In gamba zio
10-10-2018 22:54
SamueleMitomane
Re: Cari utenti del forum

"Caro babbo natale, quest'anno vorrei tanto un nuovo farmaco che una volta preso mi guarisca del tutto e mi risolva tutti i problemi. Quest'anno mi hanno bannato due volte, ma ti giuro che non volevo, io sono un ragazzo buono in fondo, ti prego non mi portare solo vitamine ed erbe omeopatiche come hai fatto l'anno scorso, grazie."
10-10-2018 22:34
Svers0 La cosa inquietante in tutto questo è che la moderazione non si è espressa ne qui ne sul topic dei pensieri, staranno allestendo il messaggio di ban a vita.

O forse nemmeno mi hanno preso sul serio.
10-10-2018 18:32
lauretum
Re: Cari utenti del forum

Quote:
Originariamente inviata da Svers0 Visualizza il messaggio
Comunque Navigoavista la questione è che ultimamente parlavo solo di quello e visto che non posso farlo ora su questo forum mi sento inutile e condannato come un pianista senza dita, uno sbirro senza l'aria da bullo, una gamba in cancrena, una scatola di psicofarmaci finita che blocca la strada tra me e una vita minimamente decente.

C'è modo e modo di parlarne, tu sembravi uno scienziato pazzo o uno stregone!


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