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Discussione: sul problema degli approcci Rispondi alla discussione
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04-11-2017 17:53
OhNo!
Re: sul problema degli approcci

Non è una regola generale.
Se la gente nemmeno ti guarda è possibile che nel lungo periodo comunque il ghiaccio non si rompa. Ma non è detto che capiti sempre. A me è capitato di non riuscire ad instaurare conversazioni per tempi anche abbastanza lunghi e poi mi sono ritrovato ad essere tirato in mezzo dagli altri partecipanti, anche dopo mesi dall'inizio del corso.

Tu nel primo post hai scritto che sei uscito dalla lezione (che nel post successivo hai ammesso essere la seconda del corso, quindi molto all'inizio), e di essere
sconsolato per le impossibilità di interazione. Da lì hai elaborato una teoria che dovrebbe applicarsi in maniera abbastanza generale (lo si deduce dall'utilizzo di espressioni quali "si debba ricevere un input" e "il grosso dei rapporti sociali"). Io dico che non è detto che sia così, e che può capitare di costruire dei rapporti anche dopo un po' di tempo.

E' possibile che nel tuo corso effettivamente la gente (tutti i partecipanti) non sia disponibile ad instaurare rapporti con gli altri. Ma non lo puoi capire dopo due lezioni.
04-11-2017 17:18
cancellato17848
Re: sul problema degli approcci

beh , la tua ultima riga dice tutto. Se non ti è mai capitato su che basi dici che basta tempo per regolarizzare certe cose?
04-11-2017 16:36
OhNo!
Re: sul problema degli approcci

La mia tesi è che una mancanza di interesse a comunicare nelle prime fasi del corso non pregiudica la possibilità di creare dei rapporti in una fase più avanzata.
Anche qui, dipende dal numero di persone. Dove si creano i mini gruppi può essere molto importante inserirsi presto perché una volta formati poi tendono a chiudersi, ma in corsi più ristretti non è detto che o si è coinvolti subito oppure si perdono tutte le opportunità di socializzazione per l'intera durata del corso.
Per dire, tu hai scritto di aver mollato un corso dopo un mese: io dico che un mese è troppo poco.
Poi guarda, io non ho dati oggettivi perché in queste situazioni sono sempre un po' un pesce fuor d'acqua, do la mia interpretazione che è pur sempre quella di uno con problemi di socializzazione e va presa con cautela.
Certo che può capitare di non vedere il minimo spazio nemmeno per iniziare una banale conversazione, forse più spesso di quanto capiti il contrario. Quello che dico è che non è sempre così, e magari certe volte è una questione di tempo.
Hai anche scritto "la gente manco di guarda in faccia". Una situazione del genere a me non è che sia capitata molto spesso, devo dire, se non in ambito universitario nei corsi seguiti magari da 150 persone.
04-11-2017 16:01
cancellato17848
Re: sul problema degli approcci

Quote:
Originariamente inviata da OhNo! Visualizza il messaggio
Premesso che parlo secondo la mia esperienza e quindi non c'è alcuna pretesa di generalizzazione da parte mia, io ho l'impressione che la questione dello scarso interesse suscitato negli altri abbia una rilevanza piuttosto scarsa, per non dire nulla, anche se capisco che tale interpretazione possa essere la più naturale specialmente se si è i primi a percepirsi come poco interessanti.
Perdonami se obietto ad alcuni punti, ma vanno tenute in considerazione delle cose importanti. Intanto, il corso in questione è composto per lo più da gente over25, talvolta pure over 35 (come me). E non si è dei ragazzini, il paragone con la scuola mi pare forzoso, perche' li' è un momento della vita diverso. Non ho detto di percepirmi poco interessante, ho fatto un parallelo con la rete dove alcune cose assumono caratteri diversi.

Quote:
Io ho seguito alcuni corsi nella mia vita, ma sempre per interesse nei confronti del corso stesso e mai per socializzare
. E pure io.

Quote:
Parto da due considerazioni: 1)nonostante trovo inutile buttare là numeri a caso (meno di 15 persone, meno di 10 persone ecc.), la grandezza del corso conta. Fino a che il numero di persone si aggira più o meno intorno a quello di una classe delle superiori allora si può instaurare rapporti tra tutti i componenti e sarà più facile farne parte; sopra quel numero si creeranno mini gruppi e si dovrà necessariamente inserirsi in uno di essi, cosa molto difficile per persone con problemi relazionali. 2)un fattore altrettanto importante è la composizione della classe in termini anagrafici: se tutti hanno più o meno la stessa età diventa più facile creare rapporti stretti.
Mi riconnetto al primo punto: l'età è varia, si parte dagli universitari e si arriva agli anziani.

Quote:
Tornando alla mia esperienza, in un caso nonostante la mia freddezza c'è stato molta volontà da parte degli altri partecipanti di inserirmi invitandomi ad aperitivi ecc. ma ho sempre rifiutato perché mi sarei sentito molto a disagio.
Ma questo avviene dopo diverso tempo. Io sono alla seconda lezione, e in genere qui il massimo che ci si aspetta è almeno scambiare due parole, non certo l'invito a cena fuori.

Quote:
In tutti gli altri casi non c'è mai stata alcuna possibilità di creare un senso di comunità interno al corso (ripeto: non era in ogni caso mio interesse, è solo una constatazione che faccio alla luce delle dinamiche che si erano create all'interno del gruppo stesso).
ma nemmeno la mia, ma va detto che in un contesto sociale uno non si inserisce solamente per apprendere ,ma spera anche di allargare il suo range di conoscenze.


Quote:
Quello che voglio dire è che, tornando al punto iniziale, ci sono parecchie variabili che determinano la riuscita o meno in ambito sociale all'interno di gruppi del genere. Non fartene un cruccio se non ci riesci, non dipende solo da te. E anche se tu fossi la persona meno interessante del mondo, a certe condizioni riusciresti a sentirti parte di un gruppo.
devo dire che non condivido il tuo ottimismo di fondo. L'anno scorso a questi corsi mi iscrissi con la stessa speranza (oltre che interesse formativo) e dopo un mese mollai definitivamente scocciato. Ripeto: non minimizzo i miei limiti, che ci sono, altrimenti non scriverei qua. Ma noto anche che non mi pare ci siano questo grande interesse a livello impulsivo, dagli altri, di comunicare.
04-11-2017 15:30
OhNo!
Re: sul problema degli approcci

Premesso che parlo secondo la mia esperienza e quindi non c'è alcuna pretesa di generalizzazione da parte mia, io ho l'impressione che la questione dello scarso interesse suscitato negli altri abbia una rilevanza piuttosto scarsa, per non dire nulla, anche se capisco che tale interpretazione possa essere la più naturale specialmente se si è i primi a percepirsi come poco interessanti.

Io ho seguito alcuni corsi nella mia vita, ma sempre per interesse nei confronti del corso stesso e mai per socializzare. Parto da due considerazioni: 1)nonostante trovo inutile buttare là numeri a caso (meno di 15 persone, meno di 10 persone ecc.), la grandezza del corso conta. Fino a che il numero di persone si aggira più o meno intorno a quello di una classe delle superiori allora si può instaurare rapporti tra tutti i componenti e sarà più facile farne parte; sopra quel numero si creeranno mini gruppi e si dovrà necessariamente inserirsi in uno di essi, cosa molto difficile per persone con problemi relazionali. 2)un fattore altrettanto importante è la composizione della classe in termini anagrafici: se tutti hanno più o meno la stessa età diventa più facile creare rapporti stretti.

Tornando alla mia esperienza, in un caso nonostante la mia freddezza c'è stato molta volontà da parte degli altri partecipanti di inserirmi invitandomi ad aperitivi ecc. ma ho sempre rifiutato perché mi sarei sentito molto a disagio. In tutti gli altri casi non c'è mai stata alcuna possibilità di creare un senso di comunità interno al corso (ripeto: non era in ogni caso mio interesse, è solo una constatazione che faccio alla luce delle dinamiche che si erano create all'interno del gruppo stesso).
Come ho accennato, anche nel caso in cui c'è stato tentativo di coinvolgimento io non ho mai fatto nulla per farmi apprezzare o risultare adeguato, ma le condizioni che si erano create dentro al gruppo erano tali che non sarebbe potuto essere altrimenti: facevo parte del gruppo ed in quanto tale era naturale coinvolgermi.

Quello che voglio dire è che, tornando al punto iniziale, ci sono parecchie variabili che determinano la riuscita o meno in ambito sociale all'interno di gruppi del genere. Non fartene un cruccio se non ci riesci, non dipende solo da te. E anche se tu fossi la persona meno interessante del mondo, a certe condizioni riusciresti a sentirti parte di un gruppo.
04-11-2017 15:07
cancellato17848
Re: sul problema degli approcci

voglio recuperare questo mio thread per una riflessione, senza doverne aprire un altro.
sto seguendo dei corsi e, io, vabbe', non sono la persona più socievole del mondo, al meno finche' non vengo coinvolto in qualche modo, e allora li un po' cambia. Ieri però sono uscito dall'ultima lezione sconsolato perche' noto proprio che nonostante ci si ritrovi in contesti ristretti (stile università) e quindi più facili al contatto personale, la gente manco ti guarda in faccia. Ora, io ho una mia teoria. Credo che per poter approcciare/interagire con qualcuno, si debba ricevere un input. Quelli che prendono per strada, vanno e approcciano gente, sono rari e sicuramente spigliati, cosa che però non hanno tutti. Il più delle volte penseresti che ti stanno rompendo le palle, se ti approcciano. Invece, penso che il grosso dei rapporti umani nasca proprio da input involontari, messaggi para verbali che ti fan capire che la persona si "apre" a un possibile approccio. Ecco, io vedo che neanche per il cazzo avviene questo. O la gente mi percepisce come una persona poco interessante (ma poi chissà come mai in internet tutti si comportano diversamente), oppure c'è qualche cosa che non va. Fatto sta che ieri sera, mi sono sentito veramente un fobico anche non essendolo
27-09-2017 21:24
cancellato17848
Re: sul problema degli approcci

Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide Visualizza il messaggio
No, ma ha una serie di mansioni da svolgere entro tot ore, che già è difficile starci dietro senza gente che rompe il cazzo.
ma il rispetto per il lavoro altrui pare male?
Approccia chi in quel momento è libero non chi sta lavorando.
forse non ti è chiaro che il topic verteva, come detto varie volte, sul concetto di approccio discorsivo, e cioè: sono in un negozio, ho la possibilità di fare due chiacchiere con una commessa e lo faccio, magari perche' anche a lei farebbe piacere. io ho difficoltà a fare questo, anche quando all'altra persona potrebbe andar bene. Ne è venuto fuori un polverone di discorsi filosofici del tutto lontani dall questione originaria
27-09-2017 16:23
cancellato17848
Re: sul problema degli approcci

Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide Visualizza il messaggio
Scusate ma la commessa sta a lavora'. Possibile che nessuno si renda conto che stai disturbando una persona che lavora? Vai, le chiedi quel che devi, poi ti levi dai maroni che lei avrà delle mansioni da svolgere.
ah certo che se la pensasano tutte come te, non si comunicherebbe mai. che vuol dire che lavora, non è che lavora in pressa che deve fare pezzi al minuto altrimenti perde il giro.
27-09-2017 16:20
cancellato17848
Re: sul problema degli approcci

Quote:
Originariamente inviata da alien boy Visualizza il messaggio
Parlare con la commessa tanto per parlare o con secondi fini?
intanto per parlare, il resto si vedrà. ma se approccio una donna, naturalmente, non è che lo faccia per andare al cinema a vedere un film e poi raccontarci delle nostre vite alla noia, a meno che non evolva così e uno accetta quella evoluzione. ma di certo è raro.
27-09-2017 16:18
I_nadeguato
Re: sul problema degli approcci

Non ho nessuno problema con gli approcci, non so nemmeno cosa siano ormai.
27-09-2017 15:16
Keith
Re: sul problema degli approcci

Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide Visualizza il messaggio
Scusate ma la commessa sta a lavora'. Possibile che nessuno si renda conto che stai disturbando una persona che lavora? Vai, le chiedi quel che devi, poi ti levi dai maroni che lei avrà delle mansioni da svolgere.
io è dall'inizio del thread che lo dico
27-09-2017 14:50
alien boy
Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide Visualizza il messaggio
Scusate ma la commessa sta a lavora'. Possibile che nessuno si renda conto che stai disturbando una persona che lavora? Vai, le chiedi quel che devi, poi ti levi dai maroni che lei avrà delle mansioni da svolgere.
Ma infatti io sono d'accordo, mica ho detto il contrario, era una domanda
27-09-2017 14:43
alien boy
Quote:
Originariamente inviata da henrymiller Visualizza il messaggio
Comunque non avete capito il concetto di approcci che intendevo io. Non intendo approcci a caso, per strada, o in discoteca.
ho fatto non a caso l'esempio di quando vai in un negozio e devi necessariamente interagire con le commesse, e diventa un'occasione per PARLARE anche approfonditamente con qualcuno. A me bloccano situazioni simili. In realtà l'approccio sconosciuto è banalmente meno complicato, in quanto te la risolvi anche con un "hai da fumare?". Complesso è invece un dialogo.
Parlare con la commessa tanto per parlare o con secondi fini?
27-09-2017 14:35
cancellato17848
Re: sul problema degli approcci

Quote:
Originariamente inviata da Maca Visualizza il messaggio
Io non ho mai dato retta agli approcci degli sconosciuti. Per quanto fighi ed estroversi fossero. Mi son sempre piaciuti uomini conosciuti per altri motivi. Scuola, lavoro, sport, gruppo di amici

Quindi proprio non capisco questa necessità di sforzarsi di approcciare una donna.

Parlatele se c'è un motivo, poi se vi piace sforzatevi di invitarla ad uscire. Lì si che nasce il problema (anche per me quelle poche volte che vorrei provarci io)
Comunque non avete capito il concetto di approcci che intendevo io. Non intendo approcci a caso, per strada, o in discoteca.
ho fatto non a caso l'esempio di quando vai in un negozio e devi necessariamente interagire con le commesse, e diventa un'occasione per PARLARE anche approfonditamente con qualcuno. A me bloccano situazioni simili. In realtà l'approccio sconosciuto è banalmente meno complicato, in quanto te la risolvi anche con un "hai da fumare?". Complesso è invece un dialogo.
27-09-2017 14:32
cancellato17848
Re: sul problema degli approcci

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Secondo me nell'approccio si pensa a tante cose e a niente in particolare, l'eventualità di un rapporto duraturo viene dopo. E prima non credo fosse molto diverso.



Io distinguerei tra l'egoismo e l'individualismo promossi dalla società odierna da una parte e l'esigenza di avere un proprio spazio di privacy dall'altra (anch'essa sotto attacco da parte della modernità). Non essere disponibili a qualunque tipo di approccio da parte di sconosciuti qualunque, in qualunque contesto, non equivale per forza ad avere tendenze da alienati antisociali. Uno ha il sacrosanto diritto di stare cinque minuti per cacchi suoi su una panchina e di poter scegliere se voler fare conversazione con il primo che passa o no senza sentirsi bollare come egoista per questo. E nei tempi passati non mi pare che le cose fossero granché diverse da questo punto di vista.
Il grosso problema che mi sembra di vedere nelle tendenze degli ultimi anni o meglio lustri, piuttosto, credo sia duplice: a quello che evidenzi tu (caduta d'interesse per i grandi ideali e ideologie collettive e associative, tendenza al mors tua vita mea negli orientamenti sociali e politici più in voga, esaltazione dell'individualismo al di sopra di ogni forma di empatia) mi pare si affianchi anche un attacco, non speculare ma complementare, alla privacy dell'individuo. Il narcisismo infatti, per quanto esalti l'ego, va comunque esibito di fronte a un pubblico. E quindi da una parte si scoraggia la socializzazione empatica con gli altri, dall'altra si incoraggia quella narcisistica, esortando a "condividere" e soprattutto a spettacolarizzare ogni momento intimo con un pubblico, che però resta per lo più anonimo.
Al contrario di quello che pensi tu, IMO è più facile adesso che si trovi "normale" un approccio a una tizia sconosciuta su una panchina che in passato. Basta farlo passare come un flash mob, o un prank, o una qualunque scenetta "ironica" da postare su qualche canale di Youtube. Se invece la si vuol broccolare sul serio, beh salvo casi fortunati bisogna saperci fare e/o essere fighi adesso come in passato, cambiano alcuni stilemi formali ma non la sostanza.
ecco, quoto tutto quello che scrivi. hai capito perfettamente la questione.
27-09-2017 13:25
Maca
Re: sul problema degli approcci

Quote:
Originariamente inviata da syd_77 Visualizza il messaggio
Perché dovete approcciare la gente?
Approcciare = importunare, disturbare
Meglio evitare

Io non ho mai dato retta agli approcci degli sconosciuti. Per quanto fighi ed estroversi fossero. Mi son sempre piaciuti uomini conosciuti per altri motivi. Scuola, lavoro, sport, gruppo di amici

Quindi proprio non capisco questa necessità di sforzarsi di approcciare una donna.

Parlatele se c'è un motivo, poi se vi piace sforzatevi di invitarla ad uscire. Lì si che nasce il problema (anche per me quelle poche volte che vorrei provarci io)
27-09-2017 10:30
Winston_Smith
Re: sul problema degli approcci

Quote:
Originariamente inviata da henrymiller Visualizza il messaggio
in quell'istante in cui approcci una donna non pensi solo a quello, ma al fatto che è carina, attraente, intelligente. penso che all'epoca fosse lo stesso. ma la cultura era sicuramente improntata alla casa e alla prole.
Secondo me nell'approccio si pensa a tante cose e a niente in particolare, l'eventualità di un rapporto duraturo viene dopo. E prima non credo fosse molto diverso.

Quote:
Originariamente inviata da henrymiller Visualizza il messaggio
vedi, forse quello che non sono riuscito a spiegare a madame, provo a farlo a te, sperando di essere all'altezza di riuscirci (io).
se una persona sceglie di essere eremita sui monti, è una persona che liberamente, per le sue ragioni più che valide, ha scelto questa strada. se una società , quasi intera, basa il suo atteggiamento su comportamenti dissociati dal resto, alienati ed egoistici, mi sa che c'è qualcosa che non funziona in questo organismo.
se non avessimo una serie di problemi con l'altro, non saremmo in questo forum. ma io non ho la presunzione di dire che il mio comportamento di cacasotto alla mia età, di relazionarmi col prossimo, sia una cosa che mi rende sereno. Sebbene sappia che l'umanità non sia un'aggregazione di persone semplici da gestire e amare.
Io distinguerei tra l'egoismo e l'individualismo promossi dalla società odierna da una parte e l'esigenza di avere un proprio spazio di privacy dall'altra (anch'essa sotto attacco da parte della modernità). Non essere disponibili a qualunque tipo di approccio da parte di sconosciuti qualunque, in qualunque contesto, non equivale per forza ad avere tendenze da alienati antisociali. Uno ha il sacrosanto diritto di stare cinque minuti per cacchi suoi su una panchina e di poter scegliere se voler fare conversazione con il primo che passa o no senza sentirsi bollare come egoista per questo. E nei tempi passati non mi pare che le cose fossero granché diverse da questo punto di vista.
Il grosso problema che mi sembra di vedere nelle tendenze degli ultimi anni o meglio lustri, piuttosto, credo sia duplice: a quello che evidenzi tu (caduta d'interesse per i grandi ideali e ideologie collettive e associative, tendenza al mors tua vita mea negli orientamenti sociali e politici più in voga, esaltazione dell'individualismo al di sopra di ogni forma di empatia) mi pare si affianchi anche un attacco, non speculare ma complementare, alla privacy dell'individuo. Il narcisismo infatti, per quanto esalti l'ego, va comunque esibito di fronte a un pubblico. E quindi da una parte si scoraggia la socializzazione empatica con gli altri, dall'altra si incoraggia quella narcisistica, esortando a "condividere" e soprattutto a spettacolarizzare ogni momento intimo con un pubblico, che però resta per lo più anonimo.
Al contrario di quello che pensi tu, IMO è più facile adesso che si trovi "normale" un approccio a una tizia sconosciuta su una panchina che in passato. Basta farlo passare come un flash mob, o un prank, o una qualunque scenetta "ironica" da postare su qualche canale di Youtube. Se invece la si vuol broccolare sul serio, beh salvo casi fortunati bisogna saperci fare e/o essere fighi adesso come in passato, cambiano alcuni stilemi formali ma non la sostanza.
27-09-2017 00:54
alien boy Bah per me questo è un problema che si vuole rimarcare e studiare ma secondo me è abbastanza risolto già a priori: un approccio diretto con una sconosciuta almeno attualmente richiede delle qualità visibili al momento, in questi casi conta la prima impressione. Se lo scopo è quello di un rapporto sessuale e basta, puoi evitare di farti conoscere a fondo (e questo per un fobico o evitante può essere un limite in meno) ma devi comunque colpire nell'approccio, l'apparenza in una situazione del genere è decisiva, quindi aspetto esteriore e/o modi di fare, e contemporaneamente sarebbe richiesta anche un po' di esperienza lato sessuale, perlomeno per non riversare la propria insicurezza su chi non è pronto a gestirla (poiché in quel momento in gioco c'è solo un incontro sessuale). Per cui effettivamente neanche io comprendo come in mancanza di questi aspetti e non essendo in grado di reggere uno o più rifiuti uno debba lanciarsi in questi tentativi in cui ci si fa quasi sicuramente del male oltre che creare disagio anche negli approcciati a freddo. Se il rifiuto non vi crea problemi allora ci si può cimentare in questi modi per procacciarsi il sesso, ma sempre tenendo conto che è normale che dall'altra ci si possa sentire infastiditi, per cui manco ci sarebbe troppo da lamentarsi che gli approcci diretti non vengano presi col sorriso stampato in faccia. Per essere più chiaro io sono per il conoscersi prima (in amicizia) e far avvenire le cose quando sarà il loro tempo. Per alcuni questo tempo non arriverà e purtroppo non può intervenire nessuna legge ad assicurarci la 'compagnia' (non a pagamento).
27-09-2017 00:08
Keith
Re: sul problema degli approcci

Quote:
Originariamente inviata da henrymiller Visualizza il messaggio
va bene, se ti ho offeso scusami, l'intento non era quello. credo però che il nocciolo della questione fosse piuttosto chiaro.
Tranquillo, non ti scusare
27-09-2017 00:07
cancellato17848
Re: sul problema degli approcci

va bene, se ti ho offeso scusami, l'intento non era quello. ma penso che il nocciolo della questione ere piuttosto evidente
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