Va bene ok, ma dove la rilanciamo? Non possiamo mica invadere altri territori...
09-09-2017 01:20
Equilibrium
Re: Rilanciamo L'Italia!
Io ho letto rilasciamo
09-09-2017 01:09
Hazel Grace
Re: Rilanciamo L'Italia!
ho letto Bruciamo l'Italia e perchè no, bruciamola
08-09-2017 22:35
S.Marco91
Re: Rilanciamo L'Italia!
Quote:
Originariamente inviata da ansiolino
ecco appunto, tu che detieni la conoscenza, vatti a vedere il perchè del '92...
io non detengo alcuna conoscenza riporto solo fatti oggettivi. Nel 92 siamo stati vittime di attacchi speculativi e c'è stata tangentopoli, tutte cose che sappiamo.
Sono passati 25 anni. I problemi nostri sono ben altri.
E comunque l'intento della discussione non era polemico, ma propositivo. Finora avete scritto solo polemiche ispirate a teorie complottiste della più bassa lega.
08-09-2017 22:05
ansiolino
Re: Rilanciamo L'Italia!
Quote:
Originariamente inviata da S.Marco91
Comunque la disinformazione regna sovrana
un popolo di analfabeti finanziari che detiene un enorme ricchezza privata, ecco perché ci stiamo riducendo con le pezze al c.u.lo
Quote:
Originariamente inviata da S.Marco91
130 mld?? ma quando mai..
nel 2016 abbiamo pagato 66 miliardi (fonte sole 24 ore). Il 65% del debito è detenuto da italiani: banche, assicurazioni e famiglie. Quindi si tratta di trasferimenti interni (tornano nell'economia reale). Il 35% è detenuto da istutizioni estere, di cuisolo il 10% DALLA BCE (dati di fine 2016).
Con la "sovranità monetaria" nel 1992 spendemmo il 9% del pil in interessi, cioè qualcosa di più dei tuoi 130 mld.
ecco appunto, tu che detieni la conoscenza, vatti a vedere il perchè del '92...
08-09-2017 19:58
S.Marco91
Re: Rilanciamo L'Italia!
Quote:
Originariamente inviata da Centauro
Forse non hai letto bene questo punto:
12 febbraio 1981, l’allora Ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta, scrive al governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, proponendo l’indipendenza della Banca d’Italia, ovvero il cosiddetto divorzio fra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro. La risposta del governatore è positiva e – senza alcun altro passaggio istituzionale – inizia il nuovo corso.
Per capire il significato dirompente di questo divorzio, occorre comprendere la natura del matrimonio. Fino ad allora, infatti, quando lo Stato emetteva titoli per potersi finanziare, la Banca d’Italia forniva la garanzia di acquistare i titoli invenduti a tasso d’interesse prefissato.
Questo permetteva allo Stato di emettere i titoli a basso tasso d’interesse e di poterli vendere tutti, chiudendo la strada a ogni possibile speculazione finanziaria.
Con il divorzio tutto cambia e, non esistendo più il paracadute della Banca d’Italia sull’invenduto, lo Stato fu da quel momento costretto a emettere titoli, la cui vendita per essere portata a termine, doveva necessariamente riconoscere alti tassi d’interesse.
È stato da quel momento che lo Stato italiano ha iniziato a pagare interessi superiori – anche nettamente – al tasso d’inflazione e che il debito pubblico ha iniziato a gonfiarsi a dismisura.
Con il divorzio del 1981, lo Stato italiano, per il finanziamento delle proprie attività, si è messo nelle mani della finanza privata e della speculazione finanziaria ed è questa la ragione primaria per cui il debito pubblico italiano è esploso.
D’altronde, sono ancora una volta i numeri a fare tabula rasa delle narrazioni ideologiche: infatti, dal 1980 al 2007 lo Stato italiano ha contratto 1.335,54 miliardi di debito, sui quali ha pagato ben 1.740,24 miliardi di interessi.
Volendo fare un paragone tra il periodo 1960-1980 e il periodo 1981-2007, mentre nel primo lo Stato pagava tassi d’interesse al di sotto dell’inflazione, nel secondo ha mediamente pagato tassi d’interesse superiori del 4,2% al tasso d’inflazione.
Questi dati sono confermati anche da un’analisi del bilancio annuale dello Stato: dal 1990 al 2015, con la sola eccezione del 2009, ogni anno l’Italia ha chiuso con un avanzo primario, ovvero con le entrate sempre superiori alle uscite e una differenza complessiva, per il periodo preso in esame, di oltre 700 miliardi.
Detto in altri termini, significa che i cittadini hanno versato allo Stato 700 miliardi in più di quello che dallo Stato hanno ricevuto sotto forma di fornitura di servizi. E, nonostante questo, il debito pubblico è aumentato, grazie al circolo vizioso degli interessi sul debito.
Quello che riporta l'articolo è corretto, di fondo non lo contesto. Troppi interessi pagati e sottratti all'economia reale.
Però su un punto non sono d'accordo: per quale motivo lo stato avrebbe dovuto pagare tassi di interesse al di sotto dell'inflazione?
Sarebbe riuscito ad attirare il pubblico dei risparmiatori negli anni '80? In quegli anni si formò lo stock di patrimoni delle famiglie, e ci iniziarono a chiamare "bot people", è evidente che c'era una certa attrattiva di fondo dovuta ai ritorni economici garantiti da rendimenti sopra l'inflazione.
Chi ti dice che il debito pubblico avrebbe trovato degli acquirenti e che invece non avremmo avuto una serie di default ricorrenti in stile sudamericano?
poi lo stato dovrebbe tenere a freno l'inflazione e non alimentarla tassando occultamente i suoi cittadini, non lo trovi giusto?
non credi che magari non si sarebbe formato il grosso stock di patrimonio privato delle famiglie?
forse lo stato avrebbe avuto meno debiti, ma sei sicuro che sia una cosa positiva?
stato più ricco (quel famoso stato italiano così efficiente) e famiglie più povere?
La realtà è che tra il 2001 e il 2008 abbiamo avuto un periodo d'oro per ridurre lo stock di debito e non lo abbiamo fatto. Ci sono delle responsabilità politiche ben precise.
08-09-2017 19:40
Centauro
Quote:
Originariamente inviata da S.Marco91
non è che gii articoli che hai linkato siano così tanto a sostegno delle tute tesi. Il primo riporta uno scambio di opinioni in merito alla proprietà di bankitalia, cosa a quanto sembra neanche chiara agli estensori dello stesso. La storia della proprietà di banca d'Italia va avanti a partire dal 1893, l'istituto viene regolamentato nel 1936 e rigidamente ne viene regolamentata la proprietà. Pure se dotato di capitale sociale e quote, queste sono in buona parte riconducibili alla mano public. Liquidare i soci per quote dei quali essi non possono già pienamente disporre è ridicolo, sarebbe solo una spesa inutile e ingente.
Il secondo parla di "narrazione del debito" e di come l'eccessiva attenzione sullo stesso sia priva di significato. E questo mi trova pienamente d'accordo. Non è che dica da nessuna parte che il debito è finto o ed opera di particolari complotti plot-giudaico-massonici.
Ma forse hai letto solo i titoli di entrambi gli articoli
rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori cit. Il padre nostro
forse la citazione ti è più chiara, lo stato si è indebitato presso istituzioni e cittadini, italiani ed esteri ed è sacrosanto che il diritto di credito di questi vada rispettato
Forse non hai letto bene questo punto:
12 febbraio 1981, l’allora Ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta, scrive al governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, proponendo l’indipendenza della Banca d’Italia, ovvero il cosiddetto divorzio fra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro. La risposta del governatore è positiva e – senza alcun altro passaggio istituzionale – inizia il nuovo corso.
Per capire il significato dirompente di questo divorzio, occorre comprendere la natura del matrimonio. Fino ad allora, infatti, quando lo Stato emetteva titoli per potersi finanziare, la Banca d’Italia forniva la garanzia di acquistare i titoli invenduti a tasso d’interesse prefissato.
Questo permetteva allo Stato di emettere i titoli a basso tasso d’interesse e di poterli vendere tutti, chiudendo la strada a ogni possibile speculazione finanziaria.
Con il divorzio tutto cambia e, non esistendo più il paracadute della Banca d’Italia sull’invenduto, lo Stato fu da quel momento costretto a emettere titoli, la cui vendita per essere portata a termine, doveva necessariamente riconoscere alti tassi d’interesse.
È stato da quel momento che lo Stato italiano ha iniziato a pagare interessi superiori – anche nettamente – al tasso d’inflazione e che il debito pubblico ha iniziato a gonfiarsi a dismisura.
Con il divorzio del 1981, lo Stato italiano, per il finanziamento delle proprie attività, si è messo nelle mani della finanza privata e della speculazione finanziaria ed è questa la ragione primaria per cui il debito pubblico italiano è esploso.
D’altronde, sono ancora una volta i numeri a fare tabula rasa delle narrazioni ideologiche: infatti, dal 1980 al 2007 lo Stato italiano ha contratto 1.335,54 miliardi di debito, sui quali ha pagato ben 1.740,24 miliardi di interessi.
Volendo fare un paragone tra il periodo 1960-1980 e il periodo 1981-2007, mentre nel primo lo Stato pagava tassi d’interesse al di sotto dell’inflazione, nel secondo ha mediamente pagato tassi d’interesse superiori del 4,2% al tasso d’inflazione.
Questi dati sono confermati anche da un’analisi del bilancio annuale dello Stato: dal 1990 al 2015, con la sola eccezione del 2009, ogni anno l’Italia ha chiuso con un avanzo primario, ovvero con le entrate sempre superiori alle uscite e una differenza complessiva, per il periodo preso in esame, di oltre 700 miliardi.
Detto in altri termini, significa che i cittadini hanno versato allo Stato 700 miliardi in più di quello che dallo Stato hanno ricevuto sotto forma di fornitura di servizi. E, nonostante questo, il debito pubblico è aumentato, grazie al circolo vizioso degli interessi sul debito.
Anche nella costituzione vengono riportati tanti bei articoli che in realtà non trovano applicazione nella nuova società iperliberista dei mercati che si autoregolano.
non è che gii articoli che hai linkato siano così tanto a sostegno delle tute tesi. Il primo riporta uno scambio di opinioni in merito alla proprietà di bankitalia, cosa a quanto sembra neanche chiara agli estensori dello stesso. La storia della proprietà di banca d'Italia va avanti a partire dal 1893, l'istituto viene regolamentato nel 1936 e rigidamente ne viene regolamentata la proprietà. Pure se dotato di capitale sociale e quote, queste sono in buona parte riconducibili alla mano public. Liquidare i soci per quote dei quali essi non possono già pienamente disporre è ridicolo, sarebbe solo una spesa inutile e ingente.
Il secondo parla di "narrazione del debito" e di come l'eccessiva attenzione sullo stesso sia priva di significato. E questo mi trova pienamente d'accordo. Non è che dica da nessuna parte che il debito è finto o ed opera di particolari complotti plot-giudaico-massonici.
Ma forse hai letto solo i titoli di entrambi gli articoli
rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori cit. Il padre nostro
forse la citazione ti è più chiara, lo stato si è indebitato presso istituzioni e cittadini, italiani ed esteri ed è sacrosanto che il diritto di credito di questi vada rispettato
Anche nella costituzione vengono riportati tanti bei articoli che in realtà non trovano applicazione nella nuova società iperliberista dei mercati che si autoregolano.
08-09-2017 17:36
Jacksparrow
Re: Rilanciamo L'Italia!
Impedire ai capitali di fuggire all'estero e tasse pagate da TUTTI con 0 evasione fiscale.
Non permettere ai ricconi di farsi la residenza all'estero per pagare meno tasse.
Con queste 3 manovre la situazione migliorerebbe moltissimo.
La classe politica purtroppo è quella e non si può farci nulla se non instaurando una monarchia e mandando a casa tutti quei parassiti.
08-09-2017 15:33
S.Marco91
Re: Rilanciamo L'Italia!
Quote:
Originariamente inviata da Harold Finch
L'alfabetismo finanziario non è essenziale per vivere. Cosa dovremmo diventare? una nazione di trader e investitori nel mercato che va all'aria ogni 3x2?
però c.a.zzo almeno non credere a tutte le bufale che girano
08-09-2017 15:03
Mike Patton
Re: Rilanciamo L'Italia!
Quote:
Originariamente inviata da S.Marco91
Comunque la disinformazione regna sovrana
un popolo di analfabeti finanziari che detiene un enorme ricchezza privata, ecco perché ci stiamo riducendo con le pezze al c.u.lo
L'alfabetismo finanziario non è essenziale per vivere. Cosa dovremmo diventare? una nazione di trader e investitori nel mercato che va all'aria ogni 3x2?
08-09-2017 15:01
S.Marco91
Re: Rilanciamo L'Italia!
Comunque la disinformazione regna sovrana
un popolo di analfabeti finanziari che detiene un enorme ricchezza privata, ecco perché ci stiamo riducendo con le pezze al c.u.lo
08-09-2017 14:57
S.Marco91
Re: Rilanciamo L'Italia!
Quote:
Originariamente inviata da Centauro
Ma quali "enti di diritto pubblico" se anche BankItalia dal 91 è diventata una Spa.
ART. 1
1. La Banca d’Italia è istituto di diritto pubblico.
ART. 18
1. La nomina del Governatore, il rinnovo del suo mandato e la revoca nei casi previsti dall’articolo 14.2 dello statuto del SEBC, sono disposti con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore.
La Banca d'Italia, creata con L. 10 agosto 1893, n. 449, è dichiarata Istituto di diritto pubblico.
Il capitale della Banca è di trecento milioni di lire ed è rappresentato da trecentomila quote di mille lire ciascuna interamente versate.
Ai fini della tutela del pubblico credito e dalla continuità di indirizzo dell'Istituto di emissione, le quote di partecipazione al capitale sono nominative e possono appartenere solamente a:
a) Casse di risparmio;
b) Istituti di credito di diritto pubblico e Banche di interesse nazionale;
c) Istituti di previdenza;
d) Istituti di assicurazione.
08-09-2017 14:33
Centauro
Ma quali "enti di diritto pubblico" se anche BankItalia dal 91 è diventata una Spa.
08-09-2017 13:31
ESPROC
Re: Rilanciamo L'Italia!
08-09-2017 13:00
S.Marco91
Re: Rilanciamo L'Italia!
Quote:
Originariamente inviata da Centauro
Sono pagati in Italia ad istituti di credito privati.
La percentuale in mano alle famiglie è meno del 6%.
Ridicola l'ultima parte in cui precisa che i detentori "italiani" non speculerebbero per un sottinteso senso di etica quando gli ultimi fatti di cronaca dimostrano il contrario:vedi mps e banca Etruria.
Quanti risparmiatori detengono btp direttamente? pochi, se vai in banca non te li fanno comprare se non insisti, perché ci guadagnerebbero pochissime commissioni sopra.
Quanti investitori detengono btp indirettamente? tantissimi, forse tutti. Se vai banca, a meno che non chiedi espressamente strumenti speculativi, ti vendono i loro prodotti bancari, il cui sottostante è spessissimo costituito in parte dagli stessi titoli di stato italiani. Le banche non possiedono migliaia di miliardi di capitale proprio e i titoli di stato che comprano sono finanziati in buona parte dai soldi dei loro clienti, il loro scopo è gestire denaro, il loro prodotto è lo strumento finanziario, pertanto i titoli di stato sono ingredienti come altri che consentono loro di "fabbricare" gli strumenti che vendono ai client
Il sitema finanziario Italiano è c.d. "bancocentrico": tutto ruota attorno le banche: prestiti alle imprese, mutui, depositi delle famiglie
Buona parte dei pacchetti azionari delle banche sono posseduti dalle fondazioni bancarie le quali sono ENTI DI DIRITTO PUBBLICO, ovvero regolati con norme di diritto pubblico e non privatistiche, se ne conclude che le banche sono in buona parte in mano allo stato, che ha un forte peso nel nominarne i vertici
In ultima analisi lo stato e i cittadini "autopossiedono" direttamente o indirettamente i 2/3 del debito pubblico
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