Ma che il mondo sia filtrato (ammesso anche che ci sia questo mondo materiale da filtrare, perché per me non è necessario assumere che esista in tal senso affinché ci siano questi vincoli) non può eliminare comunque certi vincoli.
Se descrivo il mondo in certi modi, posso riuscire a fare qualsiasi cosa in base soltanto ad una descrizione?
Assolutamente no, il mio discorso non era volto a contraddire quello che avevi scritto. Anzi, globalmente sono d'accordo con te, se ho capito bene, nel sottolineare la matrice fattuale del pensiero e quindi, senza alcuna esitazione, anche degli edifici concettuali e simbolici più complicati e astratti.
16-07-2017 08:57
XL
Re: Realtà = Bene?
Quote:
Originariamente inviata da Polemos
Non ho capito molto. Ad ogni modo, non che il mondo ("la realtà") non esista ma il mondo è grammaticalizzato, è filtrato attraverso versioni del mondo.
Pensiamo addirittura al fatto che nella quantificazione della logica dei predicati del primo ordine non c’è più un terreno neutralità perché tutto dipende, anche la quantificazione, da un certo paradigma di oggetto.
Un neopositivista direbbe “qua ci sono tre oggetti X1 X2 X3”. Ma se noi assumiamo, in accordo al calcolo di Lesniewski, come oggetto anche l'unione di due oggetti, allora avremmo sette oggetti. Se poi, come alcuni logici polacchi, vogliamo aggiungere anche l'insieme nullo (se ci fa piacere), allora abbiamo otto oggetti. Descrivere il mondo alla fine è un modo di descrivere i nostri modi di costruire mondi.
Ma che il mondo sia filtrato (ammesso anche che ci sia questo mondo materiale da filtrare, perché per me non è necessario assumere che esista in tal senso affinché ci siano questi vincoli) non può eliminare comunque certi vincoli.
Se descrivo il mondo in certi modi, posso riuscire a fare qualsiasi cosa in base soltanto ad una descrizione?
Basta che dico "Posso raggiungere la Luna con un salto, il mondo è fatto in maniera tale che questa cosa si può fare" e questa operazione in termini esperenziali e fenomenologici riesco a produrla e diviene automaticamente disponibile?
A me pare che certe cose poi le si riesce solo a dire, ma non a fare. Puoi modificare la grammatica a piacere ma alla fine questi vincoli qua a me sembra proprio che non dipendano dalla grammatica, ci sono direttamente a monte.
Se non ci fossero potrei produrre qualsiasi cosa semplicemente cambiando una descrizione...
Vedo un disco bianco? Dico "Non c'è alcun disco bianco!" e il disco bianco sparisce dalla mia vista non appena modifico la mia descrizione di quel che vedo.
16-07-2017 01:16
Polemos
Re: Realtà = Bene?
Non ho capito molto. Ad ogni modo, non che il mondo ("la realtà") non esista ma il mondo è grammaticalizzato, è filtrato attraverso versioni del mondo.
Pensiamo addirittura al fatto che nella quantificazione della logica dei predicati del primo ordine non c’è più un terreno neutralità perché tutto dipende, anche la quantificazione, da un certo paradigma di oggetto.
Un neopositivista direbbe “qua ci sono tre oggetti X1 X2 X3”. Ma se noi assumiamo, in accordo al calcolo di Lesniewski, come oggetto anche l'unione di due oggetti, allora avremmo sette oggetti. Se poi, come alcuni logici polacchi, vogliamo aggiungere anche l'insieme nullo (se ci fa piacere), allora abbiamo otto oggetti. Descrivere il mondo alla fine è un modo di descrivere i nostri modi di costruire mondi.
15-07-2017 23:53
XL
Re: Realtà = Bene?
Aggiungo un piccolo commento per cercare di mostrare che la domanda un senso ce l'ha senza dover abbracciare il "realismo classico".
Una persona può iniziare a chiedersi, ma quel che osservo esiste davvero materialmente? Ed in che senso? Com'è fatto? E i fenomeni? E questo e quell'altro... Ecco... Non ne usciamo più.
A me non interessava mettere in evidenza questi aspetti qua, perché in fin dei conti risultano abbastanza arbitrari per me.
Pensavo al fatto che anche facendo rientrare tutto in una qualsiasi descrizione (di tizio o caio), io singolo sarei comunque vincolato a non poter raggiungere la Luna con un salto, anche se la Luna è solo una mia rappresentazione o quel che è, questa sequenza non potrei produrla in termini di sensazioni+esperienza+tutto-il-resto.
Come la si interpreta la si interpreta o descrive, questa cosa qua non la posso fare in qualche senso (la realtà per me non è quel che viene intercettato dalla descrizione, ma il vincolo o questo tipo di impedimento o esclusione). Si dirà "ma in fondo una persona affetta da deliri e allucinazioni potrebbe inventarsi tutto quel che le pare di sana pianta e si risolve il problema", più o meno... Si pone un altro problema però per me...
La persona affetta da deliri potrebbe poi agire in maniera tale da metter fine alla propria esistenza in certi casi e tutte le sue rappresentazioni potrebbero interrompersi comunque, sarebbe forse più libera in qualche senso di chi non ha deliri, ma sarebbe più vincolata in altri anche lei.
Se la persona salta da un palazzo credendo di avere le ali e immagina che sta volando verso la Luna mentre precipita, il volo potrebbe interrompersi quando la persona impatta col suolo, e la Luna non la raggiunge comunque.
Questo non-avvenimento fa saltare per aria l'onnipotenza della persona in un qualche senso, chi è affetto da deliri certi vincoli comunque poi non li ha eliminati e deve confrontarsi anche lui con questi.
Ci sono una miriade di cose che non è possibile fare anche per la persona delirante. Ci sono perciò diversi tipi e gradi di impossibilità.
Se c'è qualcosa che non si può fare allora la realtà c'è. Ma in questo senso qua c'è. Potrebbero anche non esistere materialmente le persone e gli oggetti, ma dei vincoli potrebbero esserci lo stesso, il fatto che sia presente una qualche forma di realtà di questo tipo non dipende dall'esistenza concreta di qualcosa in termini materiali.
Se si può far tutto, tutto può accadere, e nulla esclude nulla, credo che in linea di principio non potrebbe esserci proprio alcuna realtà. Il concetto di realtà di cui voglio parlare è legato sempre a questi limiti, direi che è legato sempre all'esclusione di qualcosa. Più si esclude, più forte e potente risulta questa sorta di grandezza, meno si esclude più diventa debole.
Paradossalmente bisogna poter descrivere in qualche senso anche quello che non c'è, se non gli oggetti, almeno gli avvenimenti o fatti che non ci sono in qualche senso per poter delineare una qualche forma di realtà. In pratica senza una parte immaginaria non potrebbe risultare comprensibile nemmeno il concetto di realtà che viene costruito sempre per esclusione ed è basato sull'esclusione di quel che non c'è. Quel che non c'è e non può avvenire bisogna per forza poterlo descrivere ad un qualche livello.
Non sappiamo che tipo di vincoli ci sono, però quelli che ci sono generano le diverse forme di realtà.
Per un soggetto o individuo c'è una qualche forma di realtà o no? Dei vincoli che ingabbiano la sua esistenza in certi sensi?
Se pensate che la risposta sia "sì", inizia ad aver senso il quesito posto all'inizio, se pensate che la risposta sia "no" e che una persona e il mondo e tutto il resto sia un'accozzaglia confusa in cui può accadere (o non accadere) praticamente di tutto, futuro e passato si confondono e coincidono, in un momento noi pensiamo e non pensiamo a qualcosa e così via, allora la domanda iniziale perde di senso.
09-07-2017 22:08
Warlordmaniac
Re: Realtà = Bene?
Quote:
Originariamente inviata da XL
Da un po' di tempo ormai mi gira per la testa questa cosa, provo a parlarne e condividerla ma sarà come al solito un altro monologo.
Spesso delle persone affermano "La realtà va accettata" ed è qua, in questo punto, che dentro di me viene a crearsi una distanza vertiginosa nei confronti di questo tipo di individui.
Il fatto che qualcosa esiste lo giustifica in termini di valore o rilevanza?
Ecco per me le due cose sono scollate, e per me ha sempre senso affermare che qualcosa è cattivo, spregevole, brutto, anche nel caso in cui non potesse essere altrimenti.
Dire che qualcosa è cattivo non equivale ad avere un piano per cambiarlo per me, semplicemente rappresenta una valutazione di quel che si ha di fronte.
"Deve esistere dunque è buono", "Non può esistere dunque è cattivo" non riesco a condividerli come assunti, eppure sono stati posti a fondamento di estesi sistemi di valori che io dovrei riconoscere come oggettivi e razionali.
Se non riconosco questi assiomi di base sono matto?
No, sei introverso.
"Gli introversi, viceversa, hanno radicata dentro di sé l’intuizione inconscia che il mondo nel quale vivono è uno dei mondi possibili. Se questa intuizione determina spesso una condizione apparentemente o di fatto disadattiva, essa comporta anche una tensione verso altri modi di vivere personali, più individuati, rispetto a quelli correnti, e verso altri mondi possibili: "utopistici, legati cioè all’aspettativa di un cambiamento sotto il profilo politico, sociale, morale, culturale, e/o simbolici, legati all’immaginazione creativa (arte, filosofia, letteratura, scienza, ecc.)." cit. Luigi Anepeta
09-07-2017 21:11
XL
Re: Realtà = Bene?
Grazie a tutti per le risposte. Ho cercato di chiarire cosa intendessi per realtà in questo contesto ma non so se ci sono riuscito.
09-07-2017 02:36
Jai
Re: Realtà = Bene?
Quote:
Originariamente inviata da Dedalus
Tredici euro l'ora; è quanto prendo per le ripetizioni di filosofia.
Contattatemi pure, che qua si sta inguaiatissimi.
L'offerta di tredici euro l'ora per delle nozioni di un singolo ramo di conoscenza (ove, paradossalmente, la conoscenza stessa dello spiegato vien messa sotto inchiesta), in quanto acclarata l'estensione del tema proposto (da un certo punto di vista quasi ermetico), mi sembra un po' pretenziosa; a quanto vedo qui non v'è nessuna richiesta d'aiuto per superare alcun esame.
Applicare la sapienza di una singola materia, ergendola retoricamente a fautrice risolutiva, su di un contesto ben più vasto di quello che essa è in grado di colmare darebbe come esito una generale vaga sensazione d'allappato.
Non mi riferisco a te, nemmeno a te...ma a te: revisiona quanto esplicitato, ci sono delle imprecisioni.
Ciò che è apparentemente opposto e paradossale è in sincronismo... ciò che non è relativo è uno scisma.
09-07-2017 00:04
alien boy
Re: Realtà = Bene?
Quote:
Originariamente inviata da XL
Ma l'operazione di accettazione in concreto in cosa consiste?
Non può consistere in un rimandare un regalo al mittente (non accetto questo regalo), non esiste alcun mittente e non si può rifiutare, perciò deve consistere secondo me in una ricollocazione gerarchica del valore di certi stati secondo il singolo.
In pratica in parole povere la realtà non va svalorizzata troppo in quanto realtà perché non si ha il potere di cambiarla.
E' questa la regola di cui parlavo.
dopo un sacco di tempo che ci sei stato dentro una situazione capita che non ti viene più neanche di stare a giudicare rabbiosamente e disprezzare quella realtà, non ti poni tanto il problema del se la realtà fa schifo o meno, in fondo lo sai che non ti fa stare bene ma quello che finisci per sentire è che quello che ti vincola e ti opprime è semplicemente più forte di te. Non dico che si stia in ogni caso in una condizione di accettazione, ci sono casi in cui non puoi far altro che maledire te stesso e la vita, che vuoi crepare, ecc., in genere se il malessere, il non sentirsi adeguato, è (relativamente) sotto controllo, non hai più l'istinto a scagliarti contro quella realtà, anche perchè non sai bene neanche contro chi o cosa scagliarti, puoi limitarti a osservare che quel muro è piazzato davanti a te, vedi che almeno in quel momento quella è l'unica realtà, le altre di cui si avrebbe bisogno le tieni lontane nella memoria, non ci fai troppi confronti. Quel muro ti ha tolto la capacità di affrontarlo, è entrato a far parte un po' di te.
Io non amo il fatto che conduco una vita in cui sono costretto a nascondermi, questa realtà non la dico buona, ma dal momento che finora non ho trovato una soluzione e non intravedo possibilità prossime di uscirne fuori, me la vedo appiccicata addosso come una cosa mia, che posso provare a divincolarmi quanto voglio ma non si stacca, non posso strapparla e buttarla via in un angolo.
09-07-2017 00:03
Dedalus
Re: Realtà = Bene?
Tredici euro l'ora; è quanto prendo per le ripetizioni di filosofia.
Contattatemi pure, che qua si sta inguaiatissimi.
08-07-2017 23:41
Nishi
Re: Realtà = Bene?
Come premessa, iniziamo cercando di dare una definizione di Realtà (per quanto sia possibile dare una definizione a ciò che intrisicamente definito non è): essa è l'insieme dei fenomeni osservabili dall'osservatore, ovvero il soggetto, dunque assimilabili tramite le capacità del singolo, che verranno catalogate e rappresentate attraverso canali di codifica che oltrepassano l'entità stessa conosciuta dal soggetto, in favore del fenomeno in sé in quanto forma essenziale delle cose.
Un dualismo in contrapposizione costante, il quale fornisce la Realtà condivisa...e non.
Ciò che gli individui accettano è essenzialmente l'interpretazione del conoscibile, dei "dettami" le cui fondamenta vengono formate dal limite stesso di ciò che appare, e di conseguenza propagata in esterno, ricevendo in cambio segnali, informazioni, onde, composti dei frammenti della materia.
Ora, per me individuo, è consono affibbiare una specifica connottazione di carattere soggettivo, come bene o male, giusto o sbagliato, alla realtà? Si.
Delimita i contorni del volubile volere, se non altro per apporre un punto di partenza alla scalata verso il raggiungimento dei propri sogni, l'immaginazione nonostante priva di bordi da sorpassare, è circoscritta in principio da basi ben definite, da chi? Dal soggetto ovviamente.
Il più delle volte questo processo è compiuto senza che vi sia il benché minimo segno di reazione-pensiero, in virtù di una fallace consapevolezza conoscitiva.
Tale è il reame della soggettività, un continuo ricercare del gradito, qualitativamente apprezzato da altri sé o non.
08-07-2017 20:28
Noriko
Re: Realtà = Bene?
Non sembra che ci sono vie di fuga.. è così? E' così
Senti troppo XL, hai verità che non riusciamo ad ascoltare dentro di noi.
08-07-2017 19:48
Da'at
Re: Realtà = Bene?
Quote:
Originariamente inviata da XL
A me per la verità certe cose mi irritano, ci posso star dentro come il tenere uno stronzo in bocca. Forse posso sopportare anche il tenere uno stronzo in bocca, ma alla lunga che vantaggi ne ricaverò davvero?
Se non mi interessano... Come faccio a tirarlo fuori questo interesse?
Presupponete che questa cosa sia necessaria, mentre secondo me comunque non è detto.
Ci stai irritato. Non ne fuggi. Ti applichi per quanto ti è possibile per arrivare a un risultato di non irritazione.
Se a te "certe cose non interessano" è diverso dal dire che non ti interessa nulla. Possibile? Forse. Probabile? Mah. Visto che ci sono passato anche io, penso sia più probabile una strategia difensiva, non tanto diversa del "volpe ed uva" di esopiana memoria.
Certo, per trovare ciò che ti interessa, devi cercarlo nella realtà. Nei tuoi pensieri troverai solo altre giustificazioni.
"Presupponete che questa cosa sia necessaria, mentre secondo me comunque non è detto.". Nulla è necessario, neanche tu. Necessario a cosa?
Il punto è che non è un bel vivere. Poi puoi anche raccontarti che ti sta bene così, che riesci a vivere così e che non hai alternative.
Ma la verità è che un'alternativa c'è. Solo che fa cacare in mano. E se non è disfunzionale continuare a passare oltre l'unica soluzione ai propri problemi, sbattendo invece continuamente contro la frustrazione delle non soluzioni, per potersi raccontare che non c'è soluzione, allora non so proprio cosa sia la disfunzionalità.
08-07-2017 18:33
SamueleMitomane
Re: Realtà = Bene?
Quote:
Originariamente inviata da XL
Affermare che qualcuno risulta disfunzionale presuppone che una modalità per funzionare nel senso da te descritto dovrebbe esistere per la persona.
Secondo me questo non è detto, si potrebbe cercare di darlo questo valore e fallire.
Che vuoi che ti dica, hai ragione non esiste una soluzione per tutti. Puoi fallire. Oppure no. Sicuro di averci provato con tutto te stesso? E sei sicuro di essere sicuro? . Sta sempre a te decidere.
Queste persone di cui parli in realtà non rimuovono questa possibilità, ma la ignorano (che forse è ancora più crudele). È per questo che le persone gioiose si circondano di gioia generalmente, perché ignorare ciò che non va (la realtà, o una persona, evitandola quindi) è una tecnica assai più efficace che affrontare (almeno in certi casi).
Ma davvero una persona come te non ha alcuna possibilità di crearsi valore? Ci sono limiti ben peggiori, per i quali sarei disposto con molta franchezza a dire "effettivamente non ne vale la pena" (e da qui l'ammissione che non tutto è rosa e fiori, ammissione non solo mia), però il giudizio sta sempre a te, non ti conosco nemmeno. Se vuoi sapere, dal mio canto una persona che è in grado di porsi un problema del genere (alimentandolo e contestualizzandolo a dovere, non semplicemente pensarlo di sfuggita) ha sicuramente più valore potenziale di molti "sani" lì fuori.
08-07-2017 18:10
XL
Re: Realtà = Bene?
Quote:
Originariamente inviata da SamueleMitomane
Come dargli torgli torto a queste persone? il punto ora sta nel trovarlo il bello, per questo si è disfunzionali.
Piuttosto dovresti allontanarti da chi dice seriamente "la vita è bella". devi avere delle fette di prosciutto crudo sugli occhi per dire questo, se non un'intera coscia.
Tutta questa positività riguardo alla vita è cosa degli ultimi tempi, il valore non è intrinseco, non esiste questo valore, ma devi creartelo e costruirtelo da solo.
E poi come ultima cosa voglio ribadire l'importanza della percezione di questa realtà, ovvero della soggettività. L'irreale, una volta che sfocia in conseguenze reali (positive si spera), non è poi così tanto finto per chi lo percepisce.
Affermare che qualcuno risulta disfunzionale presuppone che una modalità per funzionare nel senso da te descritto dovrebbe esistere per la persona.
Secondo me questo non è detto, si potrebbe cercare di darlo questo valore e fallire.
E' come se questa possibilità assolutamente negativa venga automaticamente rimossa da tutte queste persone e che risulta una possibilità che dipende da una scelta individuale, la realtà nell'insieme insomma deve risultare accettabile e basta in quanto realtà. Si torna al discorso di partenza per me.
Per me terrorizza un po' tutti questa possibilità qua per questo la si nega a monte.
Quote:
Originariamente inviata da Marco.Russo
Bisogna imparare a stare nelle cose, a partire dalle più piccole; poi si può lavorare per espandere le proprie capacità di azione oltre i nostri confini naturali. Ma è tutto lì, devi solo decidere se farlo, oppure continuare a pensare queste cose, sapendo che non ti faranno star meglio a lungo termine, ma peggioreranno solo la tua già precaria sensazione di appartenenza, comunione e accettazione con questa strana cosa chiamata esistenza.
A me per la verità certe cose mi irritano, ci posso star dentro come il tenere uno stronzo in bocca. Forse posso sopportare anche il tenere uno stronzo in bocca, ma alla lunga che vantaggi ne ricaverò davvero?
Se non mi interessano... Come faccio a tirarlo fuori questo interesse?
Presupponete che questa cosa sia necessaria, mentre secondo me comunque non è detto.
08-07-2017 18:07
Da'at
Re: Realtà = Bene?
Quote:
Originariamente inviata da XL
Ma che esistiamo è un conto, che questo esistere debba esser giudicato come qualcosa di positivo un altro. Il succo del mio discorso era questo.
Che il mondo esiste lo vedo, che sia un qualcosa di positivo per me o per ogni singolo soltanto in quanto esistente non riesco mai a convincermene davvero.
Il suicidio perderebbe di ogni senso se ogni vita e ogni esistenza in quanto reale debba esser considerata piena e di valore (ossia nell'insieme accettata) soltanto in base al fatto che sia reale.
Quando si sfocia nel delirio si alterano queste cose, ma nell'altro senso si può avere una rappresentanzione anche molto lucida di chi si è, cosa si ha attorno e cosa si può fare.
Una persona potrebbe comprendere che può cambiare delle cose, ma magari nulla di quel che le interesserebbe davvero cambiare e a cui dà valore. Un amore non corrisposto ad esempio... Posso fare miriadi di esempi.
Sì, ma tu praticamente chiedi alla vita di avere un senso in sé e per sé. Migliaia di anni di filosofia non hanno prodotto un risultato uno che sia valido, vuoi arrivarci te? Auguri
Siccome di certi ragionamenti ne facevo anche io, e sono molto consolatori, parti dall'origine di questi pensieri. Cosa ti porta a proporti determinate domande?
E a esporle qui, peraltro, dove immagino tu sia perfettamente consapevole che al di fuori dello sfogo non troverai grandi soluzioni.
Cioé, ipoteticamente potrei dirti "e allora ammazzati"; che poi è la stessa cosa che mi sono detto giunto al punto di dover trarre le somme di questi ragionamenti. E ho deciso che non l'avrei fatto. Perché è faticoso; e quando realizzi che la stessa energia puoi usarla per fare lo sforzo di stare nelle cose, nella realtà, a quel punto capisci che certi pensieri servono solo a prender tempo e a schivare la percezione di una fatica incredibile che tuttavia sappiamo di dover scontare.
Se si vuole uscire dalla propria condizione di infelicità, l'unica strada è affrontare le difficoltà che ciò comporta, senza la ricerca di comode scorciatoie.
Il resto si tratta solo di allenamento. All'osservazione, all'estetica. A stare dentro anche col desiderio impellente di uscire, di cercar schermo nei propri pensieri.
Sarà successo nel corso della tua vita, anche solo per un istante, che quel momento assumesse un significato positivo "di per sé". Un successo scolastico; una conversazione con un vero amico; uno sguardo da una ragazza che forse... un brano musicale che commuove da quant'è bello...
Bisogna imparare a stare nelle cose, a partire dalle più piccole; poi si può lavorare per espandere le proprie capacità di azione oltre i nostri confini naturali. Ma è tutto lì, devi solo decidere se farlo, oppure continuare a pensare queste cose, sapendo che non ti faranno star meglio a lungo termine, ma peggioreranno solo la tua già precaria sensazione di appartenenza, comunione e accettazione con questa strana cosa chiamata esistenza.
08-07-2017 17:53
SamueleMitomane
Re: Realtà = Bene?
Quote:
Originariamente inviata da XL
Da un po' di tempo ormai mi gira per la testa questa cosa, provo a parlarne e condividerla ma sarà come al solito un altro monologo.
Spesso delle persone affermano "La realtà va accettata" ed è qua, in questo punto, che dentro di me viene a crearsi una distanza vertiginosa nei confronti di questo tipo di individui.
Il fatto che qualcosa esiste lo giustifica in termini di valore o rilevanza?
Ma chi è che dice "esiste, è buono" e "non esiste, è cattivo"? Se ci pensi noi non facciamo altro che immaginare e inventare per uscire dalla realtà, obiettivamente crudele e difficile.
Piuttosto dovresti porti la domanda inversa: Il fatto che tu abbia valori (basati sul buono, sul giusto o quel che sia) influisce sulla realtà che ti circonda? Per fortuna non è una risposta interamente negativa , in quanto potrei in teoria cambiare forma alla realtà (direi che a questo proposito l'umanità ne abbia fatti di progressi, no?), ma sempre entro i suoi limiti, e quando raggiungo questi limiti, non mi resta che trovare un compromesso tra quello di cui ho/abbiamo bisogno e le mie possibilità, che a differenza della prospettiva da cui è costituita la nostra condizione, possono essere più o meno invitanti.
"La realtà va accettata" è semplicemente un invito a trovare questo compromesso, ignorare la crudeltà e goderti quel poco che c'è di bello, e non distruggerti l'animo con ciò che non merita di essere vissuto.
Come dargli torgli torto a queste persone? il punto ora sta nel trovarlo il bello, per questo si è disfunzionali.
Piuttosto dovresti allontanarti da chi dice seriamente "la vita è bella". devi avere delle fette di prosciutto crudo sugli occhi per dire questo, se non un'intera coscia.
Tutta questa positività riguardo alla vita è cosa degli ultimi tempi, il valore non è intrinseco, non esiste questo valore, ma devi creartelo e costruirtelo da solo.
E poi come ultima cosa voglio ribadire l'importanza della percezione di questa realtà, ovvero della soggettività. L'irreale, una volta che sfocia in conseguenze reali (positive si spera), non è poi così tanto finto per chi lo percepisce.
08-07-2017 17:20
XL
Re: Realtà = Bene?
Quote:
Originariamente inviata da varykino
no ognuno è libero di giudicare il mondo come vuole , poi però , nel mondo ce devi sta lo stesso , quindi vedi un po te.
"Odio la realtà. Nei miei film c'è sempre qualcosa che idealizza la vita o la fantasia contro ciò che è spiacevolmente reale. Purtroppo il solo posto dove si può mangiare una buona bistecca è la realtà."
Joseph si arrabbierà, però questa battuta si ricollega a quel che hai scritto, vorrei avere il tuo senso dell'umorismo varykino.
Quote:
Originariamente inviata da Randolph Carter
Ad esempio, e qui verrò accusato di fare razionalizzazione e quindi usare meccanismi di difesa, la depressione potrebbe essere solo la naturale sensazione di chi finisce col fare certe considerazioni sulla vita, di chi tira le somme sul suo vissuto, di chi insomma si disillude di tutto... se la "gioia di vivere", l'essere "solari" è la legge, ovvio che se assumi certe posizioni diventi fuorilegge.
Insomma, il tema è complesso e ci sarà da discuterci, nel frattempo a chi mi dice: "Goditi un po' la vita!" io rispondo: "La vita non me la godo, la tollero soltanto!"
Più o meno volevo parlare proprio di questo.
Quote:
Originariamente inviata da Noriko
Non accettare la realtà significa per me essere arrabbiati, lottare ancora per poterla cambiare e sperare in una vita migliore, insomma non arrendersi, non soccombere, non darsi per vinti.
Quando invece si accetta la realtà, all'inizio si ha un atteggiamento secondo me passivo, rancoroso, potrebbe essere depressivo e di arresa, forse c'è anche un sentimento di disprezzo verso la vita.
Con il tempo poi la depressione e il rancore lasciano spazio al sorriso triste , non si soffre più così tanto, si diventa tolleranti con sé stessi non ci giudichiamo, non siamo più arrabbiati con gli altri e neanche con la vita.
E perdoniamo ciò che ci è stato fatto.
Sicuramente capita qualcosa del genere, però in generale questa cosa qua potrebbe lasciare strascichi o non riuscire ad attivarsi proprio in questa o quella situazione se la disillusione fa crollare pilastri portanti.
L'unica riparazione che si cerca di attuare spesso è quella del "in fondo la vita è meravigliosa, c'è più positivo che negativo" però non lo so a me sembra che non faccia star meglio questa cosa qua.
Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Le persone non hanno né assunti né assiomi, si tengono le famose domande sulla vita senza avere troppo bisogno di certezze.
In generale non è così però; suggerire a qualcuno di accettare la realtà è un'operazione che viene usata spessissimo e giustificata come un qualcosa di logico o razionale.
Non so per me non è né logica né razionale, si inscrive in un universo di senso e di valore particolare.
Quote:
Originariamente inviata da JericoRose
Che cosè la realtà? La prima domanda che mi pongo quando mi dicono che devo accettare la realtà per come è è questa, che cosè la realtà? Sarò forse schizofrenica ma non riesco a dare una definizione precisa a questo termine, realtà...
Ho cercato di chiarire la cosa con qualche esempio, però mi sa che non basterà. Ho usato il termine senza problematizzarlo troppo perché poi è vero che nelle descrizioni della realtà ci vanno a finire impianti metafisici che secondo me risultano fittizi. Si pensi ai punti geometrici usati nelle descrizioni fisiche... Dove sono? Non direi che sono enti che esistono davvero. Il discorso si farebbe troppo complicato, io volevo riferirmi più terra terra a certi vincoli invalicabili.
08-07-2017 17:02
XL
Re: Realtà = Bene?
Quote:
Originariamente inviata da Marco.Russo
Se non si accetta questo come dato di fatto, cioé che noialtri si esiste, ed è nel dominio dell'esistenza che dobbiamo esercitare il nostro agire, questo sarà volto solo alla produzione di un sistema autoconsolatorio e autoassolutorio, ottimo per consentirci di non rimproverarci della nostra inazione verso uno sforzo (che noi di fs viviamo in maniera più vivida rispetto ai "comuni mortali" lì fuoru): quello del considerarci parte dell'esistenza. Di concepirci vivi, interagenti.
Ma che esistiamo è un conto, che questo esistere debba esser giudicato come qualcosa di positivo un altro. Il succo del mio discorso era questo.
Che il mondo esiste lo vedo, che sia un qualcosa di positivo per me o per ogni singolo soltanto in quanto esistente non riesco mai a convincermene davvero.
Il suicidio perderebbe di ogni senso se ogni vita e ogni esistenza in quanto reale debba esser considerata piena e di valore (ossia nell'insieme accettata) soltanto in base al fatto che sia reale.
Quando si sfocia nel delirio si alterano queste cose, ma nell'altro senso si può avere una rappresentanzione anche molto lucida di chi si è, cosa si ha attorno e cosa si può fare.
Una persona potrebbe comprendere che può cambiare delle cose, ma magari nulla di quel che le interesserebbe davvero cambiare e a cui dà valore. Un amore non corrisposto ad esempio... Posso fare miriadi di esempi.
08-07-2017 16:56
XL
Re: Realtà = Bene?
Quote:
Originariamente inviata da alien boy
La realtà va accettata non perché buona ma quando non si riesce a cambiarla. In pratica è richiesto uno sforzo per accettarla proprio perché vista come non 'buona' come si vorrebbe, altrimenti non sarebbe da usare il termine 'accettare'.
Ma l'operazione di accettazione in concreto in cosa consiste?
Non può consistere in un rimandare un regalo al mittente (non accetto questo regalo), non esiste alcun mittente e non si può rifiutare, perciò deve consistere secondo me in una ricollocazione gerarchica del valore di certi stati secondo il singolo.
In pratica in parole povere la realtà non va svalorizzata troppo in quanto realtà perché non si ha il potere di cambiarla.
E' questa la regola di cui parlavo.
08-07-2017 16:52
Da'at
Re: Realtà = Bene?
Finché non costruisci assunti irreali per giustificare la tua non aderenza alla realtà (e sinceramente mi pare proprio il caso) il tuo discorso potrebbe pure avere senso.
Ma a che pro dare un giudizio morale tout court alla realta, che è varia e variegata, in giustapposizione peraltro a una irrealtà, che appartenendo al dominio del metafisico è un illusione anche nella presunzione/convinzione della sua percezione?
A me sembra tanto un modo per darsi una via di fuga. E non ammettere a sé stessi che non si sa stare nella realtà, per come essa è, nel bene e nel male. Accettando ciò che non può essere cambiato, ma accettando soprattutto che è propria la responsabilità dello sforzo per cambiare ciò che può essere cambiato.
A partire da noi stessi; che per quanto possiamo sforzarci e prenderci per il culo da soli sollevandoci fuori sia dall'appartenenza alla realtà che dell'irrealtà, come fossimo sagome di cartone (o fogli di lucido? Cfr. Thread di itachi) giustapponibili a scelta su questo o quel piano di esistenza, alla fine della fiera siamo reali.
Reale è la nostra carne, e reale il nostro cervello. Reali le molteplici connessioni sinaptiche, lo scambio elettrochimico dei dendriti con gli assoni che a miliardi di volte in un secondo creano quell'affascinante fenomeno emergente chiamato "coscienza".
Se non si accetta questo come dato di fatto, cioé che noialtri si esiste, ed è nel dominio dell'esistenza che dobbiamo esercitare il nostro agire, questo sarà volto solo alla produzione di un sistema autoconsolatorio e autoassolutorio, ottimo per consentirci di non rimproverarci della nostra inazione verso uno sforzo (che noi di fs viviamo in maniera più vivida rispetto ai "comuni mortali" lì fuoru): quello del considerarci parte dell'esistenza. Di concepirci vivi, interagenti.
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