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Discussione: Empatia (non buonismo) Rispondi alla discussione
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22-04-2017 00:40
cancellato16573
Re: Empatia (non buonismo)

Quote:
Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
Da un certo punto di vista i perché saranno fatti dell'altro, che avrà pure il diritto di piantare grane, essere matto, avere opinioni folli.
Questo è vero. Ma finché i suoi perché riguardano solo lui e non anche me.
Se decido di lasciarlo perdere, in effetti è inutile che continui a pormi delle domande.

Quando qualcuno agisce male e persegue un obiettivo reale, ha senso cercare una ragione.
Ma quando l'obiettivo è esistenziale (es il bullismo), c'è poco da ragionare.

Ad ogni modo, vedo che spesso le questioni su cui rimugino sono in fondo passate. Cioè non devo dare una risposta o decidere un'azione: praticamente è tutto finito. Ma la mente va avanti a ricordare.
Ho osservato che questo succede quando non ho niente da fare. A star fermi si pensa e ri-pensa. E' un'insidia, perché non ti accorgi che è il riposo a creare le condizioni ideali per lambiccarti il cervello, non l'altro. Comincio a capire che in questi casi è meglio non star fermi, a lasciarsi prendere. E' meglio fare una cosa che si potrebbe rivelare inutile o sbagliata, che stare senza niente da fare.

In questo forum ricorre questo tipo di lamentela ed è comprensibile, perché molti conducono una vita meno attiva.
21-04-2017 22:12
cancellato16573
Re: Empatia (non buonismo)

Bel post.

Fare focus, non sul pensiero, ma su cosa provo, tu dici. Ed è vero, perché è quel che provo a farmi soffrire, non quello che penso. O è meglio dire : penso secondo quello che provo.

Io sono un sostenitore dell'idea che , quale che sia il problema o la situazione, è il nostro stato la base di tutto.

Ciò premesso, a volte capire i perché dell'altro, ancorché non giustificabili, ci permette, come si dice, di farcene una ragione. Ma in altri casi, neanche questo basta. E'quando le offese sono molte e tutte gratuite. In questo caso, vale una sola idea: "lui è quello che è, ha fatto quello che ha fatto, le cose sono andate come sono andate: pure se mi arrabbio a che serve? Se non si trova nessuna ragione, perché continuo a cercarla?"
Forse non sopportiamo le cose prive di un perché; abbiamo troppo bisogno di ordine.

A volte si litiga perché c'è un problema. Ma a volte l'altro è il problema.
Una grana si può risolvere, ma un piantagrane come lo risolvi?
18-04-2017 21:52
Weltschmerz
Re: Empatia (non buonismo)

Quote:
Originariamente inviata da Superpippo Visualizza il messaggio
Si ma così si rischia di non finire più: prendiamo a rimuginare. Se una cosa ci ha ferito, la ferita si riapre tutte le volte che ci pensiamo.

Se è vero che non possiamo modificare l'azione, è anche vero che possiamo cambiare la luce con la quale vederla. Capire il senso che quell'azione ha per l'altro completa il quadro, cosa che il solo nostro punto di vista non può fare.

Dopo non è detto che corriamo ad abbracciare il nostro "nemico", ma solo che avremo un giudizio fondato su dati più completi. E le decisioni che ne conseguiranno, saranno più motivate e solide.

Possiamo anche dirgli: "no grazie", ma sappiamo davvero bene il perché.
In questo caso l'ideale sarebbe rivolgersi ad uno psicoterapeuta, il rimuginare è il segnale che c'è un problema, c'è qualcosa che mi ha ferito e ignorarlo non farà altro che lasciarlo lì represso, poi torna con gli interessi.
Puoi farlo sul breve termine per non entrare in crisi, è una soluzione d'emergenza, ma sul lungo termine non è efficace.

Bisogna trovare il punto in cui spezzare il loop, qual è il pensiero che ti suscita più emozioni e poi lì cercare di adottare un punto di vista diverso, non degli altri, tuo.

A me ha aiutato chiedermi insieme alla psicologa:"come mi sento quando ci ripenso?", "quali sono le parole che mi hanno turbato e perché?", "mi ricorda qualcosa?" o "è collegato al mio valore come persona? Ha detto delle parole a cui credo anche io in fondo?".
17-04-2017 22:22
cancellato16573
Re: Empatia (non buonismo)

Quote:
Originariamente inviata da Noriko Visualizza il messaggio
Infatti dovrebbe essere così ma è quasi impossibile, perché comunque se ti metti nei panni dell'altro, come conseguenza lo capisci e gli dai ragione. Non darla è quasi contraddittorio.
Ho appena risposto: questo rischio non c'è
17-04-2017 22:20
cancellato16573
Re: Empatia (non buonismo)

Attenzione però: spostarsi sul punto di vista dell'altro, non vuol dire smarrire il proprio!
16-04-2017 23:03
cancellato16573
Re: Empatia (non buonismo)

In realtà, ogni giorno, in tante occasioni, siamo empatici, ma non ci pensiamo.
Non sempre...

Se un amico ci fa torto, pensiamo: "come hai potuto?". Dovremmo andare avanti sulla domanda. Ma si crea un'ostruzione a questo percorso, non appena pensiamo:"non avresti dovuto". Questo non permette di andare avanti, ma ci fa ricadere indietro.

"Non avresti dovuto", è una barriera insormontabile.
16-04-2017 22:54
cancellato16573
Re: Empatia (non buonismo)

E' vero, ma noi diamo un senso all'accaduto, che spesso è un senso unico.
Ma se il cambia, cambia anche il senso di ciò che abbiamo subito.

Una volta scambiai due battute con un tipo simpatico. Ma era un borseggiatore abile e dopo scoprii che mi aveva sfilato il portafoglio. Mi preoccupati della trafila per rifare i documenti, ma lui non mi faceva rabbia: era un professionista.
Ma se me lo avesse fatto un amico....

Eppure il fatto sarebbe stato lo stesso!
16-04-2017 22:44
Tonia
Quote:
Originariamente inviata da Superpippo Visualizza il messaggio
La comprensione da parte nostra non necessita del fatto che l'altro sia comprensivo o sensibile.
E' che noi possiamo scegliere una via superiore, che tiene conto di che cosa lo ha mosso e tiene conto dei suoi limiti. Questo può cambiare la luce in cui vediamo un certo accaduto. Questa semplice modalità può condurci a uno scopo: che la ferita a noi inferta non ci faccia più male.

Perché, fino a quando essa si riapre, ci farà soffrire. Il ricordo di un dolore ci fa soffrire.
Che importa quale sia il metodo che ci porta alla fine di una pena? L'importante è che finisca.
Certo.

A volte la superiorità risiede proprio in ciò.
E cioè nel perdonare chi non riesce a comprendere,chi ha problemi di inferiorità intellettiva,empatica..

Ma quella ferita di cui parli,é pur sempre una ferita.
E noi siamo pur sempre degli esseri umani imperfetti,dotati di sentimenti,emozioni,diverse a seconda del soggetto,che variano di intensità..

I sentimenti quali la frustrazione,la rabbia,il dolore,l odio..non sono cosi reperibili..
Rimangono,indelebili..
Non esiste una gomma magica,non esiste un farmaco che curi i mali dell anima.
Esiste però qualcosa di intrinseco, qualche legge,forse della natura,che ci fa andare avanti,nonostante tutto,sopravvivere..
16-04-2017 22:42
cancellato16573
Re: Empatia (non buonismo)

Quote:
Originariamente inviata da Equilibrium Visualizza il messaggio
Empatia e la capacità di immedesimarsi nell altro fino a che questi si approfitta ti sfrutta o inizia a prenderti per il culo.
Essere empatici aiuta ma aiuta anche essere meritocratici.
La comprensione include l'altro e consente una conoscenza superiore delle cose, perché si ragiona su due teste, anziché su una.
Ma permette anche un giudizio non a senso unico, un giudizio che tiene conto della diversità dell'altro, che sfugge al nostro controllo.
Il giudizio muove le nostre opinioni, che muovono le nostre emozioni.

Se cambiamo il nostro giudizio, cambieremo le nostre emozioni.
Spesso soffriamo per un pericolo già passato, ma non sopportiamo il ricordo.
Vogliamo soffrire a vita o trovare una via che ci fa sereni?
16-04-2017 22:27
cancellato16573
Re: Empatia (non buonismo)

Quote:
Originariamente inviata da Tonia Visualizza il messaggio
Su queste parole non sono affatto d accordo.
Chi non ha,chi non mostra empatia,non merita,di conseguenza,di ricevere empatia.

Ci sono sofferenze del cuore,della mente,del corpo,che spesso nascondiamo,quando non sono evidenti.
E solo chi é empatico può capire,ciò che non si dice,ciò di cui non si parla.
La comprensione da parte nostra non necessita del fatto che l'altro sia comprensivo o sensibile.
E' che noi possiamo scegliere una via superiore, che tiene conto di che cosa lo ha mosso e tiene conto dei suoi limiti. Questo può cambiare la luce in cui vediamo un certo accaduto. Questa semplice modalità può condurci a uno scopo: che la ferita a noi inferta non ci faccia più male.

Perché, fino a quando essa si riapre, ci farà soffrire. Il ricordo di un dolore ci fa soffrire.
Che importa quale sia il metodo che ci porta alla fine di una pena? L'importante è che finisca.
16-04-2017 15:51
Noriko
Re: Empatia (non buonismo)

Verità assoluta?
16-04-2017 15:22
Equilibrium
Re: Empatia (non buonismo)

Empatia e la capacità di immedesimarsi nell altro fino a che questi si approfitta ti sfrutta o inizia a prenderti per il culo.
Essere empatici aiuta ma aiuta anche essere meritocratici.
16-04-2017 14:55
Tonia
Quote:
Originariamente inviata da Superpippo Visualizza il messaggio
Ecco, bisogna, per quanto possibile, vedere il film dell'altro. Questo permette di avere un quadro più veritiero delle cose e di cambiare il senso dell'azione che è risultata per noi offensiva.

Non è un miracolo e il torto resta, ma cambia il nostro giudizio.
Su queste parole non sono affatto d accordo.
Chi non ha,chi non mostra empatia,non merita,di conseguenza,di ricevere empatia.

Ci sono sofferenze del cuore,della mente,del corpo,che spesso nascondiamo,quando non sono evidenti.
E solo chi é empatico può capire,ciò che non si dice,ciò di cui non si parla.

La capacità di ascoltare i silenzi.
Di leggere ciò che non é scritto,magari attraverso lo sguardo,gli occhi,che parlano,e ci dicono molto dell altro,oppure attraverso gli atteggiamenti del corpo.

Non é impossibile essere empatici,é nella nostra natura d altronde.
Ma le persone sono troppo crudeli,e distratte,per rendersi conto che esiste una verità assoluta,dentro ognuno di noi,e poche riescono ad accettare ciò..
16-04-2017 14:39
cancellato16573
Re: Empatia (non buonismo)

Quote:
Originariamente inviata da An.dream Visualizza il messaggio
Empatia non è sentire quello che sente l'altro. Empatia è comprendere l'altro e magari fargli capire di essere compreso, ma spesso è proprio l'altro che non vuole essere compreso.
"Non puoi capire" significa che non vuole essere aiutato, per me.
Si, ma può essere che io capisca di un altro più di quanto lui abbia capito di sé stesso.

Anche perché nessuno riesce a vedersi da fuori.
16-04-2017 14:36
cancellato16573
Re: Empatia (non buonismo)

Io penso sempre che, se una soluzione non è semplice, non serve a nu cazz 'e niente.

Succede un episodio e io lo leggo in un modo. Conviene che io mi domandi quale possa essere la lettura dell'altro, in modo da vedere il senso di tutta un'azione.

Se invece resto solo nella mia lettura, è probabile che ci resti dentro e quindi che non sappia più come uscirne.
15-04-2017 21:23
cancellato16573
Re: Empatia (non buonismo)

Mme Adelaide,

mi compiaccio vivamente per tutti gli interventi saggi che hai postato qui.

Superpippo
15-04-2017 15:01
Boriss
Re: Empatia (non buonismo)

Quote:
Originariamente inviata da Superpippo Visualizza il messaggio
Faccio un caso mio, piccolo, ma emblematico. Il mio farmacista è molto simpatico. Quando sono al banco , scherziamo sempre. Quando capita che lo incontro al giardinetto a 100 metri dalla farmacia, si rivela abbastanza arrogante e poco simpatico. Adesso lo evito, ma un po' la cosa mi dava fastidio.
Scusami se faccio il guastafeste ma credo che il tuo farmacista, quando sei al banco, è tanto simpatico perché gli lasci tanti bei soldini. È solo una questione di lavoro. È tutto finto. Ai giardinetti la farsa non ha senso e ti evita.
Con questo non dico che dovresti indignarti ma neanche idealizzare erroneamente la cosa.
MARZULLO MODE ON
La maggior parte dei farmaci che prendi sono psicofarmaci? Se si, fatti una domanda e datti una risposta (in merito al comportamento del farmacista)
MARZULLO MODE OFF

Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide Visualizza il messaggio
Sentirsi vittima aiuta a stare peggio. Se io penso sempre che gli altri mi vogliano fare un torto, quasi gratis, allora è normale arrabbiarsi e prendersela. Se io invece cambio modo di pensare, ovvero cerco di capire il punto di vista altrui e il perché si fanno le cose, allora trovo che spesso ha avuto le sue ragione.
Invece spesso capita che si ha la sensazione di aver subito un torto gratuito proprio perché si ha subito un torto gratuito
15-04-2017 14:47
Noriko
Re: Empatia (non buonismo)

Quote:
Originariamente inviata da Superpippo Visualizza il messaggio
Si tratta di affacciarsi un po' al balcone della casa del vicino, per vedere che cosa vede lui. Questo non ci serve per abbracciarlo, ma solo di cogliere la sua veduta ed essere così più vicini alla verità.
Non vuol dire necessariamente amarlo o dargli ragione, ma solo vedere quel che noi non vediamo.
Infatti dovrebbe essere così ma è quasi impossibile, perché comunque se ti metti nei panni dell'altro, come conseguenza lo capisci e gli dai ragione. Non darla è quasi contraddittorio.
15-04-2017 14:40
cancellato16573
Re: Empatia (non buonismo)

Quote:
Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
L'empatia è utopia.Non si può sentire quello che sente l'altro se non lo si prova,ma si può dimostrare vicinanza e conforto.
C'è un detto in uso presso i nativi americani: fai dieci passi nei mocassini dell'altro.
10 passi, non una camminata!
Si tratta di affacciarsi un po' al balcone della casa del vicino, per vedere che cosa vede lui. Questo non ci serve per abbracciarlo, ma solo di cogliere la sua veduta ed essere così più vicini alla verità.
Non vuol dire necessariamente amarlo o dargli ragione, ma solo vedere quel che noi non vediamo.

Rifletti: quando qualcuno si lamenta con te di un altro, cosa dici? "Bisogna sentire l'altra campana..."

Ecco, se qualcuno ci dà noia, proviamo a sentire la sua campana. Se non ce lo dice lui, possiamo immaginare: di solito abbiamo sufficienti informazioni per poterlo fare.
15-04-2017 14:29
cancellato16573
Re: Empatia (non buonismo)

Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide Visualizza il messaggio
@Superpippo sono d'accordo con te. Il che è moooolto strano ( )

Cmq lo faccio da sempre. Sentirsi vittima aiuta a stare peggio. Se io penso sempre che gli altri mi vogliano fare un torto, quasi gratis, allora è normale arrabbiarsi e prendersela. Se io invece cambio modo di pensare, ovvero cerco di capire il punto di vista altrui e il perché si fanno le cose, allora trovo che spesso ha avuto le sue ragione.
D'altronde anche io per le mie ragioni posso essere causa di malessere, se non compresa, visto che evito la gente per esempio. Farei come il tuo farmacista. Oppure evito le persone che conosco e so che potrebbero rimanerci male. Chi si mette nei miei panni invece capisce e accetta.
In pratica riservo agli altri il trattamento che vorrei ricevere io. Che poi è la mia regola di vita.
Hai scritto meglio di quanto avrei potuto fare io. Il vittimismo è una dimensione solitaria, tutta concentrata sul torto subito.
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