E' un gran libro, non ascoltare quel miscredente di HurryUp, contiene grandi verità ed è anche simpatico da leggere
E' veramente dura coltivare l'intelligenza in questa epoca In ogni caso, viva la diplomazia
02-06-2009 16:32
JohnReds
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
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Originariamente inviata da MarcheseDelGrillo
Ma quindi è un libro serio??? Una volta, parecchi anni fa, io e un amico lo trovammo sullo scaffale di una libreria e, credendo si trattasse di un testo umoristico o giù di lì, lo regalammo ad un conoscente comune per il compleanno!!
E' un gran libro, non ascoltare quel miscredente di HurryUp, contiene grandi verità ed è anche simpatico da leggere
ps: solo quello eh, mi sa che con "come diventare ricca e stronza" giacobbe si è fatto prendere troppo dalla vena commerciale
02-06-2009 14:02
HurryUp
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
Quote:
Originariamente inviata da MarcheseDelGrillo
Ma quindi è un libro serio??? Una volta, parecchi anni fa, io e un amico lo trovammo sullo scaffale di una libreria e, credendo si trattasse di un testo umoristico o giù di lì, lo regalammo ad un conoscente comune per il compleanno!!
Azz, regalare quel libro a qualcuno equivale ad offenderlo, se l'avessi letto l'avresti saputo (lo dice anche l'autore), ma ormai il danno è stato fatto
02-06-2009 12:26
MarcheseDelGrillo
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
Ma quindi è un libro serio??? Una volta, parecchi anni fa, io e un amico lo trovammo sullo scaffale di una libreria e, credendo si trattasse di un testo umoristico o giù di lì, lo regalammo ad un conoscente comune per il compleanno!!
02-06-2009 02:53
HurryUp
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
Io penso che Giulio Cesare Giacobbe abbia una intelligenza superiore alla media, ma credo che non abbia maturato sufficienti intuizioni sul tema della giustizia. Se l'avesse fatto, me ne sarei accorto da dettagli (che sarebbe noioso ora da spiegare) che non ho trovato. Devi sapere che io divido gli intellettuali in due categorie: quelli che sentono la necessità di porre un fondamento assoluto all'essere, e quelli che sentono la necessità di togliere un qualunque fondamento all'essere.
Giulio Cesare Giacobbe mi ha dato l'impressione di essere simpatizzante per la seconda categoria.
Io invece simpatizzo per la prima. Se non si cerca un fondamento assoluto all'essere si apre la strada allo scetticismo, che io considero dannosissimo per la cultura, perchè consiste nel porre il dubbio a priori, e non a posteriori, danneggiando lo spirito di ricerca.
Ma poi non mi ha dato una buona impressione anche per certi modelli comportamentali che ha proposto, per esempio usava una terapia ipnotica basata sull'istallazione mentale del simbolo dell'adulto, cioè di una figura con particolari significati archetipici umani contrari alla mia etica della meta-comunicazione.
Oppure quel libro sul corteggiamento "come diventare bella ricca e stronza", non ricordo bene, che non contribuisce molto, a mio avviso, a far prendere coscienza all'umanità delle ingiustizie del corteggiamento, perchè lo presenta come un gioco divertente.
A parte questo però in "come smettere di farsi le seghe mentali" non mi sembra che faccia molti danni.
02-06-2009 02:27
JohnReds
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Ahiahiahi, è triste vederti perdere così in un bicchier d'acqua profonde verità le argomentazioni di G.C.Giacobbe Gli esseri umani altamente evoluti si faranno una sfilza di seghe mentali, probabilmente creeranno la materia e i mondi col pensiero e useranno la telepatia, e tu mi parli di G.C.Giacobbe con le sue teorie sulle seghe mentali?
Io non dico che precisamente quello che dice Giacobbe è una profonda verità. Lui, con il suo linguaggio scherzoso, ti "apre" la porticina verso tutto un mondo, il pensiero orientale, che una volta approfondito secondo me è l'unica vera "rivelazione" che può aiutarci...personalmente ritengo che lui dice fondamentalmente cose giuste (ovvio, se uno ha quel minimo di capacità per non prendere alla lettera quello che dice)...ovviamente esagera in molti punti e lo dice in modo ironico, ma se guardi la sostanza non spara cavolate. Secondo me la concezione zen è un tassello fondamentale per la "guarigione" molti, non dico fobici, ma almeno "socialmente problematici".
Comunque si, secondo me anche con la telepatia, il viaggio nel tempo, l'antimateria, l'iperspazio e tutte le invenzioni di questo mondo e di altri mondi ci saranno sempre i soliti, dannati problemi, se non cambiamo questo cavolo di sistema di pensiero occidentale, che è ossessionato dalla logica e dal capire...in certi casi non c'è nulla da capire, da razionalizzare...per questo dico che quelle di giova sono più che altro seghe mentali.
01-06-2009 22:23
HurryUp
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
01-06-2009 22:01
MarcheseDelGrillo
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
Scusate la mia ignoranza ma... di che libro si parla? Non lo conosco.
01-06-2009 21:49
HurryUp
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Ricorda, caro HurryUp, che "La semplicità è sempre un punto d'arrivo"(cit. un tizio latino che non ricordo).
Secondo me l'umanità quando sarà veramente evoluta non scriverà più libri del genere perché ormai avrà interiorizzato le profonde verità che esso contiene
Ahiahiahi, è triste vederti perdere così in un bicchier d'acqua profonde verità le argomentazioni di G.C.Giacobbe Gli esseri umani altamente evoluti si faranno una sfilza di seghe mentali, probabilmente creeranno la materia e i mondi col pensiero e useranno la telepatia, e tu mi parli di G.C.Giacobbe con le sue teorie sulle seghe mentali?
01-06-2009 21:41
JohnReds
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Scusa, ma secondo me l'unica utilità che può avere quel libro è tirarti su in un momento di angoscia/depressione, ma se dovessi esprimere un giudizio sulle argomentazioni le trovo assai poco serie. Quando l'umanità raggiungerà un livello evolutivo elevato nessuno scriverà più libri come quello
Ricorda, caro HurryUp, che "La semplicità è sempre un punto d'arrivo"(cit. un tizio latino che non ricordo).
Secondo me l'umanità quando sarà veramente evoluta non scriverà più libri del genere perché ormai avrà interiorizzato le profonde verità che esso contiene
01-06-2009 21:10
HurryUp
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
per andare quando?
01-06-2009 20:58
Redman
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Quando l'umanità raggiungerà un livello evolutivo elevato nessuno scriverà più libri come quello
ti prego indicaci la strada....
01-06-2009 20:17
HurryUp
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
"Le seghe mentali mentali sono pensieri che non hanno attinenza alla realtà"(cit. giulio cesare giacobbe)
Scusa, ma secondo me l'unica utilità che può avere quel libro è tirarti su in un momento di angoscia/depressione, ma se dovessi esprimere un giudizio sulle argomentazioni le trovo assai poco serie. Quando l'umanità raggiungerà un livello evolutivo elevato nessuno scriverà più libri come quello
01-06-2009 20:12
JohnReds
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
In effetti penso che hai smontato bene la critica di JohnReds. Sicuramente hai capito il plagio della nostra cultura che porta ad associare i pensieri alle seghe mentali.
"Le seghe mentali mentali sono pensieri che non hanno attinenza alla realtà"(cit. giulio cesare giacobbe)
Non ha smontato un bel niente perché, fortunatamente, quello che conta non è la corrispondenza logico-razionale metacomunicativa e altre supercazzole...ma i fatti...e quelle mi dicono che lui così si complica la vita...puoi ricamarci quanto e come ti pare, ma la realtà è questa...e dire che io sono un gran pensatore, nel senso che mi piace molto riflettere sulle cose...però almeno riconosco che sono un pipparolo mentale che spesso (anzi sempre) perde più tempo di quello che dovrebbe e potrebbe.
01-06-2009 18:34
giova88gforwell
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
In effetti penso che hai smontato bene la critica di JohnReds. Sicuramente hai capito il plagio della nostra cultura che porta ad associare i pensieri alle seghe mentali. Il pensiero deve espandersi il più possibile in tutte le direzioni per trovare l'ordine nel caos. Ma per farlo deve liberarsi dalla paura di essere psicopatico, dalla modestia e l'umiltà (che pongono dei limiti oltre i quali non si può andare). Il pensiero deve superare ogni limite che può essere superato(per esempio: la logica non può essere superata, l'emozione sì).
Ma nel tuo caso non credo che l'abbia superato, perchè hai ancora la preoccupazione che i pensieri possano condurti alla pazzia, a distaccarti dalla realtà.
Me ne hai dato la dimostrazione quando hai liquidato come inutile la mia meta-comunicazione, perchè sai bene che la mia meta-comunicazione renderebbe possibile fare all'esterno quello che il pensiero fa all'interno, quindi sarebbe l'apoteosi del pensiero libero, ma tu la rifiuti... preferisci la convenzionale comunicazione umana.
non mi sarei aspettato di ritrovarmi ad essera daccordo anche in questa circostanza con te hurry
argghh...dico subito che il tuo timore è per metà infondato...
cioè? io non temo di poter diventare pazzo o psicopatico...
anzi...è da quando sono su questo forum che dico che a parte malattie come la schizzofrenia tutte quelle formazioni del pensiero "alternative" io non li considero problemi veri e propri.
Ritengo che la psiche umana e la capacità razionale sia la cosa più incredibile che possediamo e come te sono daccordo che si deve ricercare l'ordine nel caos...espandendosi a dismisura...a ricercare una autoconsapevolezza massima che si palesi nell'ordine del caos.
Se apro thread come questi "è possibile diventare pazzi?" non lo faccio perchè in me vi è il dubbio (anzi sono sicurissimo che la mia psiche continuerà ad evolversi e così la mia autoconsapevolezza illimitatamente...ma difficilmente diventerò pazzo..ogni stato mentale è una manifestazione di quanto le capacità del pensiero si siano ampliate). Posso andare incontro a delle sofferenze in quanto posso trovare difficoltoso accettare certe autoconsapevolezze date dai continui percorsi della mente, ma sono emozioni che lavoro per superare.
Perchè? perchè anch'io sono dell'opinione che l'emozione può essere superata in un certo senso...l'avevo già detto: per me se raggiungi quel grado totale di autoconsapevolezza che ti fa capire quanto sia magnifica la nostra psiche e di quanto tu posso scoprirla, allo stesso tempo puoi arrivare x mezzo di tale consapevolezza a relegare le emozioni in secondo piano...addirittura controllarle...e scegliere te se farti controllare dall'emozione in sè (come può essere il timore, il disagio, la gioia) o meno.
La mia domanda non è fatta perchè cerco una risposta io (penso di averla già trovata e come te penso che i limiti della modestia e umiltà in certi casi siano negativi), ma perchè sono curioso di scoprire quanto l'autoconsapevolezza e la psiche degli altri sia formata e in che senso si sia formata.
Se ho un timore vero e proprio io...non è certo quello della follia...bensì che nonostante la consapevolezza di tutto, non riesca a riabituarmi ancora bene ad usare il linguaggio x conversare e quindi interagire con gli altri...quindi mantenendomi in una relazione con gli altri di parziale asocialità e alienazione.
Quando ho dato x inutile la tua meta-comunicazione:
1- l'ho fatto con una battuta fine a se stessa
2- l'ho fatto perchè non avevo molta voglia in quel momento di capirne il significato...pechè tra meta-roba e metacose tendi a rendere il tuo discorso complesso x via di termini ancora più complessi.
Invece....x fare in modo che il tuo linguaggio arrivi a buon fine dovresti fare come me: dire le cose con parole semplici...magari anche con pause del puro linguaggio normale con i "..."....senza grossi paroloni.
Lo dici tu stesso che il fine della meta-comunicazione dovrebbe essere la chiarezza no? ecco inizia con l'esemplificare i tuoi discorsi usando parole semplici.
Se ci fai caso io le parole più "complicate" (che complicate non sono) che uso al max sono "alienazione" o "estraniazione" --> parole comprensibili senza troppa fatica....fai altrettanto e poi i tuoi discorsi per molti versi non sono poi sbagliati
Io sono per il pensiero libero...nel mio caso il dire "ti farei 'na coccola" non è per nulla uso di ironia...negli altri appare ironico e quantaltro...invece...invece è uno dei pochi pensieri concreti che si forma nella mia mente...cosa che non accade mai quando si deve parlare del + e del - (cose su cui non sono per nulla abituato a ragionare, conversare, pensare...)
01-06-2009 18:16
HurryUp
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
In effetti penso che hai smontato bene la critica di JohnReds. Sicuramente hai capito il plagio della nostra cultura che porta ad associare i pensieri alle seghe mentali. Il pensiero deve espandersi il più possibile in tutte le direzioni per trovare l'ordine nel caos. Ma per farlo deve liberarsi dalla paura di essere psicopatico, dalla modestia e l'umiltà (che pongono dei limiti oltre i quali non si può andare). Il pensiero deve superare ogni limite che può essere superato(per esempio: la logica non può essere superata, l'emozione sì.
Ma nel tuo caso non credo che l'abbia superato, perchè hai ancora la preoccupazione che i pensieri possano condurti alla pazzia, a distaccarti dalla realtà.
Me ne hai dato la dimostrazione quando hai liquidato come inutile la mia meta-comunicazione, perchè sai bene che la mia meta-comunicazione renderebbe possibile fare all'esterno quello che il pensiero fa all'interno, quindi sarebbe l'apoteosi del pensiero libero, ma tu la rifiuti... preferisci la convenzionale comunicazione umana.
01-06-2009 17:25
giova88gforwell
Re: il confine tra pazzia e pensieri "anarchici"
più pulizia...come vivere tanto per vivere...come vivere semplicemente per ritornare a vivere spensierati.
Io non mi accontento di vivere solo spensieratamente...di ragionare pulito....tu così facendo hai imparato solo a mentire a te stesso...
dici tanto "anch'io ero così...ho imparato a far così ora.." e allo stesso tempo "dici...non bisogna fingere ed essere ciò che non si è"...benissimo...tu menti a te stesso...tu vuoi dare ordine ad un te che non lo avrebbe...
io non mi accontento di fare lo stesso...io non mi accontento di vivere tanto per...
non ho schemi...non seguo percorsi rettilinei...e per me vivere è questo...è il caos...
e nel caos c'è anche affrontare questo lato di me...se risolverlo significa "fingere" e mettere tutto in ordine perchè "così si deve fare" preferisco non vivere...
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