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Discussione: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita" Rispondi alla discussione
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27-02-2016 20:51
andrea1979
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Quote:
Originariamente inviata da Belacqua Visualizza il messaggio
Così mi sono sentito dire oggi a un pranzo da un conoscente di mio padre..quest'uomo ha 60 anni, fa il manovale e ha 2 figli della mia fascia d'età (25-30) laureati e orgoglio di famiglia..
Questo perchè per un potenziale buon posto di lavoro uno che si candida alla soglia dei 30 neolaureato senza esperienze si troverebbe a competere con 24enni con la specialistica in mano che magari hanno già svolto stages accumulando esperienza..un selezionatore non ci pensa due volte a scegliere il secondo e cestinare il curriculum del primo...
Detta così è davvero un' affermazione troppo generica... Non dico che non sia vera in certi casi, ma prenderla come regola generale a mio parere è un errore
18-01-2016 15:29
cancellato16916
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Quote:
Originariamente inviata da Belacqua Visualizza il messaggio
ti posso chiedere dove leggi tutte queste notizie? io sto sfogliando blog di italiani all'estero (ebbene sì, mi sta balenando l'idea di..) e trovo informazioni molto contrastanti al riguardo...

Caro Belacqua, innanzitutto benvenuto nel club: anch'io sono in consistente ritardo, e non per mie incapacità ma perché non abbiamo tutti una salute di ferro.

Prova a leggere qua: http://dottornomade.com/?p=758

Lettura caldamente consigliata a tutti.

Ribadisco che quanto da me detto è tutto vero. Ho parecchi colleghi che hanno intrapreso un PhD e hanno colleghi a loro volta più grandi di loro, anche di 10 anni. Che in scandinavia ci siano tantissimi universitari over 30 è altrettanto vero, così come è altrettanto vero che la carriera lavorativa di un tedesco o americano è molto più ricca di alternative di quella di un italiano, dove quest'ultimo spesso non ha possibilità di cambiare lavoro.

Impara l'inglese, imparalo bene. Studia anche un'altra lingua e coltiva i tuoi interessi: se in Italia hobby come la traduzione di testi antichi o suonare pianoforte sono visti come una perdita di tempo, altrove queste qualità fanno risonanza con il merito.
18-01-2016 14:49
Labocania
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Quote:
Originariamente inviata da Sharp Visualizza il messaggio
Ma se invece la smettessimo di porre sul piedistallo l'opinione del primo che passa e ha qualcosa da dire.. ? Se la smettessimo di ragionare per assoluti e riempirci di altre paranoie?

Non si camperebbe meglio?
L'opinione del primo che passa, in questo caso, aderisce con quella generale dei selezionatori del personale, è questo il problema.
18-01-2016 14:15
Orion
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Quote:
Originariamente inviata da Belacqua Visualizza il messaggio
Non era affatto mia intenzione deprimere nessuno..anche perchè il primo ad esserlo sono io.....
Ti parlerò (anzi scriverò ) papale papale.
Guarda che pure io ho affrontato questa cosa deprimente, perché anche io ho avuto problemi con l'università. Anche io rimpiangevo il fatto di non essere riuscito a laurearmi a 23 anni.
Questa cosa l'ho superata nel momento in cui in una maniera e nell'altra sono venuto a conoscenza di tante gente che per vari motivi si è laureata ben oltre i 23 anni.
Tutta questa gente non era depressa; perchè mai avrei dovuto deprimermi io?
18-01-2016 14:04
An.dream
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Per quanto riguarda l'età media dei laureati, anno per anno vengono pubblicati i risultati di sondaggi su AlmaLaurea. Prova a guardare lì.
18-01-2016 13:51
cancellato11788
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Quote:
Originariamente inviata da GameOver Visualizza il messaggio
No, non le hanno. Infatti il trentacinquenne neo-laureato può, nel frattempo, avere lavorato, avere fatto altre esperienze. Il ventiquattrenne potrebbe non avere avuto tempo per fare altrettanto.
Ad ogni modo, 35 anni non sono l'età prossima alla pensione. Invece tu credi che il 35enne sia una sorta di vecchio fuori dal mondo ed è una assurdità, nonché un luogo comune tutto italiano.



Gran cazzata.
Esistono tantissimi dottorandi che intraprendono tale percorso anche ad età più avanzate. Poi l'esempio del MIT è del tutto fuori luogo, dato che non si fa ricerca solo al MIT e tu hai citato un posto di eccellenza.



Mah, può essere. Non mi va di fare ricerche in merito.
Ribadisco però che in Europa, in generale, avere 25 anni o 40 non fa molta differenza: è uno dei motivi per il quale all'estero cambiare lavoro è la norma, mentre in Italia, spesso e volentieri, il primo lavoro è anche quello che avrai per tutta la vita.



Ripeto che il CV in Italia è un'eccezione tutta nostra. All'estero guardano anche altre cose e non si soffermano sull'età.

Direi che più che pessimista, hai la testa piena di troppi luoghi comuni.


PS

In Scandinavia ci sono tantissimi studenti universitari over 30.
Non dimentichiamo che esistono svariati esempi di persone che hanno avuto carriere scolastiche non esaltanti ma hanno avuto grande successo nel lavoro: Steve Jobs, Marco Travaglio (si è laureato a 32 anni), Bill Gates (non è laureato), tanto per fare tre nomi.

PPS

Ah, non dimentichiamoci che l'età media dei laureati in Italia non mi pare così bassa e, inoltre, prima della riforma universitaria il laureato medio in Italia era 30enne.
ti posso chiedere dove leggi tutte queste notizie? io sto sfogliando blog di italiani all'estero (ebbene sì, mi sta balenando l'idea di..) e trovo informazioni molto contrastanti al riguardo...
18-01-2016 13:49
cancellato11788
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Non era affatto mia intenzione deprimere nessuno..anche perchè il primo ad esserlo sono io.....
18-01-2016 11:54
Orion
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Quote:
Originariamente inviata da Marco.Russo Visualizza il messaggio
E' un limite mentale artificiale e tutto italiano. All'estero non si fanno problemi ad assumere persone che hanno avuto percorsi scolastici sfortunati.

(e comunque se uno si prende un diploma tecnico o professionale serio al serale, può "resuscitare" la sua carriera quando vuole, lo dico per esperienza diretta e indiretta).

Per questo che altrove ho lamentato la rigidità del mercato del lavoro in italia, fa niente se la gauche caviar se la frigna perché i diritti acquisiti vengono persi e blabla, intanto c'è uno scenario dove la gente non lavora (e i sinistri son felici) e uno dove la gente lavora.
Giustissimo.

Comunque, il discorso è assai complesso. In estrema sintesi, da una parte abbiamo un'imprenditoria italiana che è strutturalmente diffidente nei confronti dei laureati (il 99% delle imprese italiane sono PMI per lo più guidate da imprenditori che non hanno mai messo piede in un'università), dall'altra parte abbiamo un'università italiana che storicamente è sempre stata più interessata a fornire agli studenti una cultura accademica piuttosto che una preparazione spendibile sul mercato del lavoro (le cose hanno cominciato a cambiare con l'introduzione delle lauree triennali, ma c'è ancora tanta strada da fare).
In mezzo, come tra incudine e martello, ci sono gli studenti universitari.


Comunque, caro Belacqua, ti consiglio di non struggerti più di tanto. E' inutile, anzi dannoso, stare a rimuginare sugli errori passati. Puoi solo cercare di dare il meglio di te in futuro, e poi que sera sera.


Io comunque resto dell'idea che si lavora per vivere, non si vive per lavorare.
18-01-2016 08:23
Svers0
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Chi non perde tempo invece dopo i 23 anni è fregato a morte.
18-01-2016 08:20
Mike Patton
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Siamo fottuti, ma non per le parole del vecchio scemo
18-01-2016 03:37
cancellato16916
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Quote:
Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
E vabbé dai, un trentacinquenne neo-laureato e che non ha mai lavorato ha le stesse possibilità di impiego di un ventiquattrenne con pari caratteristiche.
No, non le hanno. Infatti il trentacinquenne neo-laureato può, nel frattempo, avere lavorato, avere fatto altre esperienze. Il ventiquattrenne potrebbe non avere avuto tempo per fare altrettanto.
Ad ogni modo, 35 anni non sono l'età prossima alla pensione. Invece tu credi che il 35enne sia una sorta di vecchio fuori dal mondo ed è una assurdità, nonché un luogo comune tutto italiano.

Quote:
Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Per fare ricerca all'interno delle accademie, poi, è risaputo che tempi e luoghi di laurea e dottorato non contano, ma solo competenze e voglia di fare, che sono con questi del tutto incorrelati. Infatti al MIT è pieno zeppo di ex-fuoricorso dell'Università di Reggio Calabria.
Gran cazzata.
Esistono tantissimi dottorandi che intraprendono tale percorso anche ad età più avanzate. Poi l'esempio del MIT è del tutto fuori luogo, dato che non si fa ricerca solo al MIT e tu hai citato un posto di eccellenza.

Quote:
Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Gli istituti finanziari, in tutta Europa, prevedono un'età massima per l'assunzione in profili junior di 26 anni. Evidentemente sono tutti nati e cresciuti in Italia.
Mah, può essere. Non mi va di fare ricerche in merito.
Ribadisco però che in Europa, in generale, avere 25 anni o 40 non fa molta differenza: è uno dei motivi per il quale all'estero cambiare lavoro è la norma, mentre in Italia, spesso e volentieri, il primo lavoro è anche quello che avrai per tutta la vita.

Quote:
Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Il CV non è sufficiente per esprimere le proprie doti, indubbiamente (non leggere nelle mie parole quello che non vi è contenuto). Infatti nessuno assume solo sulla base di esso. Viene però usato universalmente per discriminare ex-ante tra i possibili candidati.
Ripeto che il CV in Italia è un'eccezione tutta nostra. All'estero guardano anche altre cose e non si soffermano sull'età.

Direi che più che pessimista, hai la testa piena di troppi luoghi comuni.


PS

In Scandinavia ci sono tantissimi studenti universitari over 30.
Non dimentichiamo che esistono svariati esempi di persone che hanno avuto carriere scolastiche non esaltanti ma hanno avuto grande successo nel lavoro: Steve Jobs, Marco Travaglio (si è laureato a 32 anni), Bill Gates (non è laureato), tanto per fare tre nomi.

PPS

Ah, non dimentichiamoci che l'età media dei laureati in Italia non mi pare così bassa e, inoltre, prima della riforma universitaria il laureato medio in Italia era 30enne.
18-01-2016 02:44
Angus
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Quote:
Originariamente inviata da GameOver Visualizza il messaggio
No, non c'è alcuna correlazione tra laurea in tempo e continuità.
L'università e il mondo del lavoro sono completamente diversi, così come è diversa l'università e la ricerca stessa, che si svolge all'interno delle accademie.

Il percorso scolastico è un percorso tracciato: non devi fare altro che seguire le tracce. Non produci nulla di nuovo, devi solo acquisire conoscenze e con determinati step.

Ci sarà un perché all'estero le cose funzionano meglio che in Italia, non credi? Il CV non è certo sufficiente per esprimere le tue doti.

Ci saranno alcuni lavori dove senz'altro il CV svolge un ruolo assai funzionale e discriminante, ma ripeto che avere 24 anni o 35 non fa alcuna differenza: conta solo la preparazione e la voglia di fare.
E vabbé dai, un trentacinquenne neo-laureato e che non ha mai lavorato ha le stesse possibilità di impiego di un ventiquattrenne con pari caratteristiche.

Per fare ricerca all'interno delle accademie, poi, è risaputo che tempi e luoghi di laurea e dottorato non contano, ma solo competenze e voglia di fare, che sono con questi del tutto incorrelati. Infatti al MIT è pieno zeppo di ex-fuoricorso dell'Università di Reggio Calabria.

Gli istituti finanziari, in tutta Europa, prevedono un'età massima per l'assunzione in profili junior di 26 anni. Evidentemente sono tutti nati e cresciuti in Italia.

Il CV non è sufficiente per esprimere le proprie doti, indubbiamente (non leggere nelle mie parole quello che non vi è contenuto). Infatti nessuno assume solo sulla base di esso. Viene però usato universalmente per discriminare ex-ante tra i possibili candidati.

Aggiungo, che non vorrei apparire troppo pessimista.
Quanto detto naturalmente non significa che non si possa far nulla: alcuni titoli hanno valore, per le competenze che certificano, a prescindere dall'età (entro certi limiti). Vi è poi pur sempre la possibilità di aprire attività in proprio, o di riuscire in qualche modo a superare la prima fase di selezione, per poi giocarsi le proprie carte.
18-01-2016 02:30
cancellato16916
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Quote:
Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
No, non lo implica necessariamente. Statisticamente, non è però assurdo ipotizzare che siano maggiormente presenti in chi si laurea in tempo che nei fuoricorso.
No, non c'è alcuna correlazione tra laurea in tempo e continuità.
L'università e il mondo del lavoro sono completamente diversi, così come è diversa l'università e la ricerca stessa, che si svolge all'interno delle accademie.

Il percorso scolastico è un percorso tracciato: non devi fare altro che seguire le tracce. Non produci nulla di nuovo, devi solo acquisire conoscenze e con determinati step.


Quote:
Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Più che d'accordo. Fatta questa affermazione di principio, come la implementeresti?
Mettiti nei panni di un selezionatore che per dieci posti riceve 500 curriculum. Li leggeresti tutti e 500, per poi fare 500 colloqui individuali?
Chi seleziona non è né stupido né cattivo. Semplicemente, l'informazione sulle qualità dei candidati è molto costosa, e a volte inconoscibile a priori. E dunque ci si basa su proxy, per quanto imprecise.
Ci sarà un perché all'estero le cose funzionano meglio che in Italia, non credi? Il CV non è certo sufficiente per esprimere le tue doti.

Ci saranno alcuni lavori dove senz'altro il CV svolge un ruolo assai funzionale e discriminante, ma ripeto che avere 24 anni o 35 non fa alcuna differenza: conta solo la preparazione e la voglia di fare.
18-01-2016 01:57
Angus
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Quote:
Originariamente inviata da GameOver Visualizza il messaggio
Laurearsi fuoricorso non implica che non si abbiano queste qualità.
No, non lo implica necessariamente. Statisticamente, non è però assurdo ipotizzare che siano maggiormente presenti in chi si laurea in tempo che nei fuoricorso.

Quote:

La meritocrazia non può e non deve basarsi unicamente sul percorso scolastico.
Più che d'accordo. Fatta questa affermazione di principio, come la implementeresti?
Mettiti nei panni di un selezionatore che per dieci posti riceve 500 curriculum. Li leggeresti tutti e 500, per poi fare 500 colloqui individuali?
Chi seleziona non è né stupido né cattivo. Semplicemente, l'informazione sulle qualità dei candidati è molto costosa, e a volte inconoscibile a priori. E dunque ci si basa su proxy, per quanto imprecise.

Se sei in vacanza e devi scegliere un ristorante (in assenza di "raccomandazioni" di qualcuno di cui ti fidi), che fai, entri in tutti e chiedi di parlare con i cuochi, o ti basi su segnali superficiali (attrattività del nome e dell'insegna, bellezza del locale, ecc.)?
18-01-2016 01:50
Sharp
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Ma se invece la smettessimo di porre sul piedistallo l'opinione del primo che passa e ha qualcosa da dire.. ? Se la smettessimo di ragionare per assoluti e riempirci di altre paranoie?

Non si camperebbe meglio?
18-01-2016 01:37
cancellato16916
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Quote:
Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Laurearsi in tempo segnala la capacità di applicarsi a qualcosa (anche eventualmente noioso) con continuità e impegno. Oltre che, a volte, ambizione.
Laurearsi fuoricorso non implica che non si abbiano queste qualità.

Quote:
Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Le capacità non cambiano necessariamente. Ma i selezionatori, data l'enorme disoccupazione e l'enorme numero di proposte che ricevono, preferiscono valutarle con maggior dettaglio solo dopo aver selezionato un numero ristretto di candidati.
Come discernere quali profili selezionare per approfondire la valutazione, fondandosi solo sui curriculum?
Il curriculum italiano è assai diverso dal curriculum del candidato inglese o tedesco. Qualità che in Italia farebbero storcere il naso e pensare "questo è un fannullone", altrove farebbero pensare "Oh, costui è un uomo ricco di interessi, una risorsa per la nostra azienda!"

La differenza tra l'Italia e i maggiori paesi europei sta anche qui: in Italia c'è un rapporto dipendente-capo quasi schiavista, con paghe spesso ridicole e turni assurdi.
In Italia non conta chi sei, conta quanto sei disposto a sgobbare e a farti sfruttare.

La meritocrazia non può e non deve basarsi unicamente sul percorso scolastico.
18-01-2016 01:32
Angus
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Quote:
Originariamente inviata da GameOver Visualizza il messaggio
Non è vero.
Straquoto l'intervento di MarcoRusso e appoggio quanto scritto da Clend: è una assurdità tutta italiana e non dipende affatto dal merito.

È molto più facile spremere un giovane desideroso di avere il primo lavoro che un 35enne, magari col desiderio di una famiglia, che ha esigenze economiche maggiori.
Ma a livello di capacità e abilità, cosa pensi che cambi tra 23 anni e 35?
Oppure credi che già a 35 anni si possano avere malattie senili o l'Alzheimer?
Laurearsi in tempo segnala la capacità di applicarsi a qualcosa (anche eventualmente noioso) con continuità e impegno. Oltre che, a volte, ambizione.

Le capacità non cambiano necessariamente. Ma i selezionatori, data l'enorme disoccupazione e l'enorme numero di proposte che ricevono, preferiscono valutarle con maggior dettaglio solo dopo aver selezionato un numero ristretto di candidati.
Come discernere quali profili selezionare per approfondire la valutazione, fondandosi solo sui curriculum?
Uno dei criteri a cui si dà maggiore peso, nonostante la sua superficialità, è appunto il tempo impiegato a laurearsi.

Chi afferma che il nostro sistema è meritocratico, dimentica sempre di prendere in considerazione i problemi nella misurazione del merito.
18-01-2016 01:24
cancellato16916
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Non è vero.
Straquoto l'intervento di MarcoRusso e appoggio quanto scritto da Clend: è una assurdità tutta italiana e non dipende affatto dal merito.

È molto più facile spremere un giovane desideroso di avere il primo lavoro che un 35enne, magari col desiderio di una famiglia, che ha esigenze economiche maggiori.
Ma a livello di capacità e abilità, cosa pensi che cambi tra 23 anni e 35?
Oppure credi che già a 35 anni si possano avere malattie senili o l'Alzheimer?


PS

Senza offesa, ma quel signore di cui parli è il classico tipo che deve osannare il proprio e gettare fango su tutto il resto.
18-01-2016 01:04
Lùthien.
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Se dovessi dar retta alla frase titolo del topic, dovrei solo mettermi un cappio al collo e suicidarmi.

Voglio credere che non sia così, e che io possa ancora riscattarmi e trovare la mia strada.

E poi si da sempre per scontato che tutti vadano come treni e non abbiano problemi. E che chi non è arrivato abbia solo perso tempo. Ma che cacchio ne sanno della vita degli altri. Prova a ricevere merda dalla vita, che ti distrugge e ti annienta, e poi vedi se a 23 anni sei realizzato.
17-01-2016 23:06
Angus
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"

Quote:
Originariamente inviata da Joseph91 Visualizza il messaggio
Questa frase colpisce anche me che ho 24 anni e sto per finire ancora la triennale, quindi sono in ritardo di due anni rispetto ai miei coetanei. Tuttavia, sebbene sia spaventato e ansioso per questa situazione, non credo che conti al 100% questa cosa, nel senso che anche se hai perso anni puoi avere tanto successo e non credo che questo sia precluso da esperienze scolastiche negative. Nella vita non c'è solo lo studio, ma anche impegno, serietà, professionalità, qualità che possono essere importanti nel lavoro al di là degli anni di studio persi.
E' vero. Il problema è la selezione, se il successo lo si vuole avere da dipendente. Questa è tale da discriminare piuttosto gravemente i ritardatari. Una volta che se è nel mondo del lavoro, però, ci si può far valere.
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