Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Ma agli altri non frega assolutamente niente di quello che siamo: frega solo di loro stessi, di apparire come voglio essere visti.
29-03-2016 22:44
Keith
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Quote:
Originariamente inviata da Mushroom
Si. Nessuno sa come sono veramente, appaio una persona un po' fredda, ma ho dentro una grande sensibilità.
Per non parlare del fatto che nascondo alla perfezione DOC, manie e fobie, cercando anche di mascherare l' ansia sociale con una specie di personalità fasulla che ho costruito nel corso di anni.
Andare avanti così è difficile, se non faccio qualcosa probabilmente impazzirò.
si cmq attenzione a portare troppo queste maschere, si rischia veramente una psicopatologia grave.
Io non sono quello che gli altri pensano, sono peggio.
29-03-2016 22:33
Mushroom
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Si. Nessuno sa come sono veramente, appaio una persona un po' fredda, ma ho dentro una grande sensibilità.
Per non parlare del fatto che nascondo alla perfezione DOC, manie e fobie, cercando anche di mascherare l' ansia sociale con una specie di personalità fasulla che ho costruito nel corso di anni.
Andare avanti così è difficile, se non faccio qualcosa probabilmente impazzirò.
29-03-2016 22:27
Hazel Grace
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Inizio a stufarmi di piacere agli altri, inizio davvero a stufarmi di questi "altri"
29-03-2016 21:48
Straniera
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Sì, me lo dico in senso positivo. Cioè, credo di essere un pochino meglio di come appaio agli occhi altrui. Però... nei giorni no, mi chiedo "e se davvero avessero ragione loro?" voglio dire, non è che sia capitato solo con una persona ogni tanto (quindi normale statistica) ma con tutti tutti! Quindi, a volte mi chiedo "e se hanno ragione loro? e se davvero io sono così come dicono?".
26-02-2016 17:45
Demiurgo
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
"ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano"
Si
Quando mi trovo di fronte ad una ragazza
Quando mi trovo ad un colloquio di lavoro
Quando mi trovo in compagnia...
ecc ecc...
26-02-2016 12:51
gftime
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
circa una decina di volte al giorno
26-02-2016 09:55
XL
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Quote:
Originariamente inviata da Jen525
Beh, secondo me nessuno è completamente se stesso davanti all'altro, altrimenti ognuno di noi farebbe cose assurde come sganciare puzzette in pubblico
Ma anche questo rappresenta comunque chi sei adesso... O no?
Se un'altra persona le sganciasse davvero puzzette in pubblico sarebbe più sé stessa di te che decidi di non sganciarle per certi motivi?
Io potrei immaginare di aggredire qualcuno e poi trattenermi, ma anche questa cosa qua rappresenta in fin dei conti un atteggiamento che definisce chi sono e mi fa distinguere da una persona che non si trattiene in certi contesti e non regola questi modi di fare in relazione a certi parametri.
O fare tutto quel che si immagina di fare e che passa per la testa in ogni contesto rappresenta un aderire a quel che si è?
Questo "esser se stessi" io non ho mai compreso davvero cosa possa significare, so solo che si agisce in certi modi per dei motivi, al più si può cercare corsi d'azione e modi di fare che nell'insieme ci facciano star meglio, ma lo stesso questo processo qua mi sa che non svela una qualche essenza nascosta, al più svela le nostre preferenze attuali.
Per questo io penso che sempre e comunque si è chi si è e non sono mai stato tanto in disaccordo con chi sostiene che "si diviene quel che si è", anche davanti agli altri e anche quando si mente (in quanto mentitori) si è quel che si è, la differenza può consistere in certe circostanze solo nello star meglio o peggio.
Dicendo delle bugie può essere che si innescano una serie di conseguenze sgradevoli ed in seguito valutando i pro e i contro si decide di non mentire, ma nel momento in cui si mentiva a mentire sempre noi eravamo e sempre noi eravamo a non conoscere le conseguenze, non altri.
Facciamo un esempio. Se io oggi non so guidare l'auto e questa cosa produce nella mia esistenza una serie di disagi, alla fine è vero che adesso non sono capace di farlo, ma se casomai un giorno imparassi a guidare e stessi meglio proprio per questo non credo che questa cosa debba rappresentare un'adesione ad un me stesso più vero (supponendo che questa competenza ci fosse già stata a monte e non la si fosse costruita strada facendo) o che ieri questa competenza era già presente da qualche parte dentro di me, ieri ero diverso ma comunque ero me stesso anche se non sapevo guidare e per questo provavo una serie di disagi, oggi, che sono cambiato e sto meglio perché ho imparato a farlo, sono sempre e comunque me stesso.
Da bambino quando avevo paura del buio ero io, adesso che non ho più paura del buio non sono diventato "più me stesso" di ieri.
26-02-2016 05:34
Jen525
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Quote:
Originariamente inviata da XL
Ma può essere che anche il tuo forzarti ad esser sciolto poi rappresenti una ricerca di perfezione, infatti hai scritto 'cerco di essere "me stesso"', se "cerchi" di esser qualcosa allora lo stesso anche questa potrebbe non essere la tua posizione più naturale e spontanea in quel contesto. Ci hai pensato?
"Sii spontaneo" hehehe... Il bello è che questa cosa spesso viene richiesta.
Ho risposto nel primo post senza leggere i commenti ed ho visto che ci sno state altre persone che hanno utilizzato la mia terminolgia: "cerco di essere me stesso". Beh, secondo me nessuno è completamente se stesso davanti all'altro, altrimenti ognuno di noi farebbe cose assurde come sganciare puzzette in pubblico per fare un esempio.. quindi è normale usare il termine cercare d'essere se stessi x me.
26-02-2016 05:25
Jen525
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Molte, moltissime volte. A volte penso anche che sia colpa mia, per il fatto che tendenzialmente metto una maschera davanti agli altri, cerco di non far vedere quello che non vorrei vedessero, odio sentirmi debole e allo scoperto ma dall'altro lato credo che sia colpa degli altri. Colpa degli altri perché una volta che istauro delle relazioni d'amicizia dovrebbero comprenderti un po' di più, bene o male poi cerco di essere me stessa ma la maggior parte del tempo sembra che gli altri ti ci mettano l'etichetta addosso e non guardino oltre.
23-02-2016 10:52
XL
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Quote:
Originariamente inviata da iturbe89
Concordo con myway... cmq ormai cerco di essere "me stesso" in qualunque contesto. Non ha senso tentare di nascondere ciò che cmq verrebbe a galla nel giro di poco. Meglio essere "sciolti" fin da subito. Più si ricerca la perfezione e più si risulta imperfetti
Ma può essere che anche il tuo forzarti ad esser sciolto poi rappresenti una ricerca di perfezione, infatti hai scritto 'cerco di essere "me stesso"', se "cerchi" di esser qualcosa allora lo stesso anche questa potrebbe non essere la tua posizione più naturale e spontanea in quel contesto. Ci hai pensato?
"Sii spontaneo" hehehe... Il bello è che questa cosa spesso viene richiesta.
23-02-2016 10:13
iturbe89
Concordo con myway... cmq ormai cerco di essere "me stesso" in qualunque contesto. Non ha senso tentare di nascondere ciò che cmq verrebbe a galla nel giro di poco. Meglio essere "sciolti" fin da subito. Più si ricerca la perfezione e più si risulta imperfetti
23-02-2016 10:11
Warlordmaniac
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Quote:
Originariamente inviata da paurapersone87
io continuamente e non ce la faccio più
Sì, io sospetto di non essere timido e di non essere veterobigotto. Un giorno spiegherò il perché.
23-02-2016 09:52
XL
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide
Forse perché non mi interessa avere a che fare con persone che mi giudicano negativamente per le mie idee e i miei valori.
Cmq nessuno ha detto che l'astio deriva dal fatto che gli altri ci credono diversi da quello che siamo, il discorso non è quello. O almeno non solo quello. Pensa, io manco l'avevo considerato l'astio altrui nei miei ragionamenti
Io ho pensato a questa cosa qua, spero di riuscire a spiegarmi.
Se scrivi un libro e lo scrivi davvero così come lo volevi scrivere proprio in base alla tua cultura, te stessa, quel che conosci e tutto il resto e questo libro non piacesse davvero a nessun altro nonostante sia stato promosso e pubblicizzato come tanti altri libri, magari stai male per la mancata condivisione di qualcosa che ti appartiene e non a causa del fatto che non hai espesso o trasmesso quel che avevi intenzione di trasmettere scrivendo questo libro.
Puoi fregartene davvero della mancata condivisione quando la fetta che condivide è abbastanza ampia e non troppo risicata, in caso contrario iniziano i problemi, e si tratta di problemi che non hanno vere e proprie soluzioni, bisogna poi trovar compromessi e limitare o modificare l'espressione di sé affinché il libro risulti vendibile e condivisibile, ma questa operazione non rappresenta più un'operazione di semplice "traduzione" dei contenuti, rappresenta un'operazione di adattamento dei contenuti del libro all'ambiente affinché risultino condivisibili.
Si scrive un libro sia per esprimersi che per condividerlo (in genere si cerca la soddisfazione di entrambi gli obiettivi, poi se lo si vuol far per professione, va be' si cerca anche di guadagnar qualcosa), ora però le due cose potrebbero andare facilmente in conflitto in svariati casi. Se si raggiunge perfettamente il primo obiettivo potrebbe fallire il secondo e viceversa.
Fuor di metafora il contenuto del libro ancora non scritto rappresenta quel che si ha intenzione di esprimere, mentre tutti i mezzi capaci di esprimere questo contenuto sono il libro. Se ci fosse in gioco solo l'obiettivo di esprimersi, non verrebbero mai a crearsi conflitti di questo tipo, ma in generale non è così.
23-02-2016 08:17
Equilibrium
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Sono del parere che piu si conoscono persone, piu si fanno esperienze, piu si frequentano ambienti nuovi tanto piu ci si rende imperturbabili a cio che puo pensare la gente di noi, ma anche a cio che noi pensiamo di noi stessi.
Si diventa piu consapevoli.
Quando leggo e sento "fregatene che la gente dice e pensa un sacco di minchiate"....
Ecco, queste si che sono perle di saggezza
23-02-2016 08:01
cancellato15324
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Sarebbe strano il contrario.
La percezione che gli altri hanno di noi, si basa sul carattere e il modo di vedere altrui. Su di me, ci sono diverse idee ad esempio, non tutte coerenti con la realtà dei fatti, ma sono un insieme tra il mio modo di rapportarmi in diverse situazioni e la percezione personale di ognuno.
Chiaro che dipenda anche dal rapporto che si ha, una conoscenza superficiale sarà incompleta rispetto ad un'amicizia piú stretta o ad un altro tipo di rapporto (famiglia, fidanzato/a, colleghi di lavoro, etc).
23-02-2016 02:47
Barile
Penso che nessuno mi abbia mai capito davvero
23-02-2016 02:19
Heartlessx
Sempre. Ho il timore che gli altri mi vedano stupida, antipatica e con poco da offrire, ed è la cosa che più mi fa detestare la mia fs.
23-02-2016 01:44
XL
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide
Può essere utile se di fronte hai persone sincere. Può aiutarti a capire cosa trasmetti, laddove magari vorresti trasmettere altro.
I problemi che generalmente vengono a crearsi secondo me non dipendono dal fatto che non si trasmette bene chi si è, può arrivare benissimo al ricevente tutto di noi, i problemi dipendono da questo: il ricevente come accoglie queste informazioni sul nostro conto? Come le giudica?
Io potrei sentirmi bene nel far sesso con degli animali, un'altra persona invece potrebbe ritenere questa parafilia roba da pervertiti. Ma non è mica vero che l'astio dell'altro dipende dal fatto che non si è comunicato bene qualcosa di sé in casi del genere, anzi si creano questi attriti proprio perché si mostra apertamente chi si è.
Non so davvero cosa convenga fare in generale, mi sembra che sia una boiata sia mostrare parti di sé, preferenze, idee in modo non problematico ed ingenuo, rendendo disponibili queste informazioni a tutti (quando si sa bene che questa cosa qua potrebbe produrre reazioni piuttosto violente in svariati contesti) che vivere facendo finta di essere "un altro" cercando di nascondersi sempre nel tentativo di prevenire le reazioni più negative e distruttive (Bene vixit qui bene latuit / Bene visse chi ben si nascose )
Forse bisogna trovare un buon compromesso. Io comunque non l'ho ancora trovato.
23-02-2016 00:37
feaanor
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide
Quello è il problema. Trovare persone che ti siano abbastanza amiche da essere sincere non è cosa da poco. Capirlo dalle azioni non è ugualmente facile, perché di nuovo si va nel campo delle interpretazioni, per cui rischiamo di pensare che pensino altro.
Io cerco di procedere sperimentalmente, quindi se vedo che due o più persone, che magari tra loro non si conoscono, hanno lo stesso comportamento nei miei confronti, mi scatta il campanello d'allarme.
Oppure un consiglio pratico: ho ripescato le pagelle delle elementari e delle medie e mi sono riletto i giudizi delle maestre. Ho riconosciuto un paio di tratti della mia personalità!
Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide
Fregarsene di quel che pensano persone che per noi contano poco per me è doveroso, e mi riesce abbastanza. Quando sono le persone a cui teniamo però mica è facile... Certo non aver paura del giudizio altrui aiuta a comportarsi più naturalmente, quello è sicuro. E paradossalmente piacciano pure di più...
L'ideale sarebbe iniziare a conoscere una persona il cui giudizio, in quanto all'inizio sconosciuta, non ci importa più di tanto; avremo così modo di esporci facilmente e sentirci accettati per quel che siamo e piano piano far "contare" quella persona nella nostra vita. Insomma esporci gradualmente al giudizio dell'altro, ma so che non è facile, le incomprensioni e gli offuscamenti dovuti a quello che noi vorremmo (e che poi non è) sono dietro l'angolo.
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