DA SOLI NON SI COMBINA NULLA. QUINDI SE VOLETE FARCELA DA SOLI SAPPIATE CHE FALLIRETE. SEMPRE
Ecco, questo è uno dei pensieri assolutistici e categorici che bisognerebbe imparare a confutare.
Il nostro problema è che "pensiamo il mondo" secondo categorie inventate di sana pianta, agendo di conseguenza nella direzione in cui ci spingono i nostri pensieri distorti.
Come molti sanno da qualche mese sono impegnato nella lettura de "L'autoterapia razionale-emotiva" di Ellis e lo psicoterapeuta americano si concentra proprio su questi aspetti cognitivi... non sto qui a dirvi quante idee distorsive avevo (e quante altre continuo tenacemente a mantenere)... rendersene conto ti apre un mondo.
Forse hai ragione, marchese, ho fatto un'affermazione assoluta che, in quanto tale, è sbagliata.
Quindi correggo:posteri, rischiate seriamente di fallire.
Cioé questo è valso per me, auguari a chi ce la fa da solo.
16-03-2009 19:34
MarcheseDelGrillo
Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
DA SOLI NON SI COMBINA NULLA. QUINDI SE VOLETE FARCELA DA SOLI SAPPIATE CHE FALLIRETE. SEMPRE
Ecco, questo è uno dei pensieri assolutistici e categorici che bisognerebbe imparare a confutare.
Il nostro problema è che "pensiamo il mondo" secondo categorie inventate di sana pianta, agendo di conseguenza nella direzione in cui ci spingono i nostri pensieri distorti.
Come molti sanno da qualche mese sono impegnato nella lettura de "L'autoterapia razionale-emotiva" di Ellis e lo psicoterapeuta americano si concentra proprio su questi aspetti cognitivi... non sto qui a dirvi quante idee distorsive avevo (e quante altre continuo tenacemente a mantenere)... rendersene conto ti apre un mondo.
16-03-2009 15:55
cancellato3663
Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Mmh analizzarsi da soli è come tentare di tagliarsi i capelli senza uno specchio, puoi farcela ma devi essere molto bravo o molto fortunato.
Confermo appieno il pensiero del sempre saggio Ludwig:
Quote:
l'introverso è una persona che tende a vivere prevalentemente dentro la sua testa anziché al di fuori. Il nostro cervello ha bisogno dei "dati di fatto" fornitici dall'esperienza e dalla realtà...altrimenti rischiamo di basarci solo su pensieri e convinzioni, che a loro volta sono frutto della rielaborazione mentale di altri pensieri e convinzioni, che a loro volta derivano dall'interpretazione di altri pensieri e convinzioni, che a loro volta....
ESATTO...E LA SOLUZIONE MIGLIORE SE NON HAI LO SPECCHIO QUAL è?
PRENDI UN RASOIO ELETTRICO E RI RAPI A ZERO X ANDARE SUL SICURO...
DEVI RIUSCIRE A FARE LO STESSO QUI...MA è COMPLICATO...FIN TROPPO...FORSE NEMMENO POSSIBILE...SE IL RASOIO ELETTRICO NON ESISTESSE? CON UNA FORBICE SOLTANTO DOVE SI PUò ARRIVARE? POSSIBILE TAGLIARE CON ESTREMA PRECISIONE OGNI SINGOLO CAPELLO? NON SO...SECONDO ME IN OGNI CASO CI SARà SEMPRE QUALCHE CAPELLO LUNGO 0,5mm e qualcuno magari 0,6 e altri 0,7....ecc...ecc.... :roll:...
E SOPRATTUTTO: CON SOLO UNA FORBICE IN MANO A TAGLIARLI IN MODO CHE SIANO TUTTI A 0,0000000mm ci arrivi? NON PENSO PROPRIO :roll:
16-03-2009 15:38
Fabiofilosofo
Tutto sta nel capire cosa voglia dire "analisi". Nessuno può auto-psico-analizzarsi poichè il rapporto psico-terapico prevede un "osservatore" ed un osservato,per definizione. VERO è che nell'introspezione l'Io dialoga con se stesso,ponendosi fichtianamente come Non-Io,ma questo Non-Io o "Io che si osserva da sè" è ancora all'interno di me stesso e non ha rapporto con quella che dilthey definiva Erleben, cioè con il "vissuto". Questo vissuto è fondamentale e in sua assenza si verifica un meccanismo diabolico per cui l'Io si fa ipertrofico,si gonfia fino a divenire un "Io totale" che raccoglie interamente la realtà nelle SUE categorie,privando la realtà della sua oggettività.
Ps: scusate,ma devo far bella figura anch'io dinanzi al mio collega Ludwig :lol:
16-03-2009 11:33
jack10
Re: Autoanalisi
Quote:
Originariamente inviata da jack10
Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Ho letto che molti di voi sono in psicoterapia, altri addirittura prendono medicine, altri ancora non hanno mai fatto nulla.
Io, dal canto mio, mi sono autoanalizzato per anni, e per anni intendo praticamente tutta la mia adolescenza, e devo dire che, anche se ci ho messo un pò, sono migliorato parecchio, ho capito molte cose, e anche se non sono "guarito" del tutto sono, diciamo, in via di miglioramento.
Premetto che ho 21 anni e che ora come ora non posso essere qualificato come "very fobic", anche se lo ero intorno dai 12-13 fino ai 18 anni circa...poi pian piano ho iniziato a migliorare, e ora anche se mi caratterizza una forte timidezza posso, diciamo, "vivere" una vita più o meno normale.
Secondo voi analizzarsi da soli è un metodo valido o assolutamente da evitare?
analizzarsi da soli è il metodo + valido John!!!
analizzati e soprattutto "violentati il carattere"...sta li il trucco, quello ke io sto cercando di fare da tempo...cerca di mebolizzare atteggiamenti che potrebbero esser inusuali inizialmente, ma ripetendoli, diventeranno parte di te...
forse ho frainteso...
per analizzarsi non intendo psicoterapia o cosè così...intendo riflettere sul proprio carattere/atteggiamenti ecc...e cercar d modificarli....
16-03-2009 11:30
JohnReds
Mmh analizzarsi da soli è come tentare di tagliarsi i capelli senza uno specchio, puoi farcela ma devi essere molto bravo o molto fortunato.
Confermo appieno il pensiero del sempre saggio Ludwig:
Quote:
l'introverso è una persona che tende a vivere prevalentemente dentro la sua testa anziché al di fuori. Il nostro cervello ha bisogno dei "dati di fatto" fornitici dall'esperienza e dalla realtà...altrimenti rischiamo di basarci solo su pensieri e convinzioni, che a loro volta sono frutto della rielaborazione mentale di altri pensieri e convinzioni, che a loro volta derivano dall'interpretazione di altri pensieri e convinzioni, che a loro volta....
16-03-2009 11:27
jack10
Re: Autoanalisi
Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Ho letto che molti di voi sono in psicoterapia, altri addirittura prendono medicine, altri ancora non hanno mai fatto nulla.
Io, dal canto mio, mi sono autoanalizzato per anni, e per anni intendo praticamente tutta la mia adolescenza, e devo dire che, anche se ci ho messo un pò, sono migliorato parecchio, ho capito molte cose, e anche se non sono "guarito" del tutto sono, diciamo, in via di miglioramento.
Premetto che ho 21 anni e che ora come ora non posso essere qualificato come "very fobic", anche se lo ero intorno dai 12-13 fino ai 18 anni circa...poi pian piano ho iniziato a migliorare, e ora anche se mi caratterizza una forte timidezza posso, diciamo, "vivere" una vita più o meno normale.
Secondo voi analizzarsi da soli è un metodo valido o assolutamente da evitare?
analizzarsi da soli è il metodo + valido John!!!
analizzati e soprattutto "violentati il carattere"...sta li il trucco, quello ke io sto cercando di fare da tempo...cerca di mebolizzare atteggiamenti che potrebbero esser inusuali inizialmente, ma ripetendoli, diventeranno parte di te...
16-03-2009 11:22
JohnReds
Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Effettivamente avete ragione...è rischioso avere la presunzione di "poter fare tutto da soli"...mah io non penso di averne bisogno, non più ormai...
Che stupido che sono stato
Questo lo dico ai posteri>>>
DA SOLI NON SI COMBINA NULLA. QUINDI SE VOLETE FARCELA DA SOLI SAPPIATE CHE FALLIRETE. SEMPRE
21-08-2008 14:26
MarcheseDelGrillo
Discussione very very interesting...
A parere mio quando si tratta di carattere, testa e personalità non ci si può assolutamente avventurare in generalizzazioni. Quello che può andare bene a Caio può essere distruttivo per Sempronio o viceversa...
Direi che la scelta di un'analisi eseguita da uno specialista, piuttosto che quella che tutti possiamo effettuare da soli con carta e penna, dipende molto da fattori soggettivi, primo fra tutti la gravità della nostra situazione e il livello di disagio che ne deriva.
Inoltre, credo che nulla sia definitivo e che, come alcuni hanno già avuto modo di dire, sia l'ESPERIENZA a rimescolare le carte e a cambiare veramente la situazione.
Inutile, tuttavia, sottolineare l'importanza del sacrosanto concetto che dietro le azioni si nascondono i PENSIERI. L'azione è qualcosa alla quale possiamo bene o male costringerci, ma che rapporto si finisce per avere con essa se supportata da schemi mentali devianti e da convinzioni personali errate?
Per quanto riguarda il campo cognitivo, quindi, credo che solo un soggetto esterno opportunamente preparato possa intervenire e risolvere.
Personalmente non mi ritengo un soggetto problematico nel vero senso del termine: non sono sociofobico ma solo un po' timido (soprattutto in determinate situazioni), tuttavia sto seriamente valutando la possibilità di recarmi da uno psicologo per capire alcune cose, quelle che anni e anni di introspezione e autoanalisi non sono riuscite a farmi comprendere.
Non credo nemmeno che sia una scelta lesiva dell'orgoglio. L'esperienza tetrale avuta quest'anno mi ha come illuminato, facendomi vedere la vita da una prospettiva differente e facendomi rendere conto di troppe cose che non posso più lasciar perdere. Mi sento come vicino ad un traguardo che sono seriamente intenzionato a raggiungere... perchè non provare così?
21-08-2008 12:24
JohnReds
Effettivamente avete ragione...è rischioso avere la presunzione di "poter fare tutto da soli"...mah io non penso di averne bisogno, non più ormai...forse sarebbe stato meglio ricorrervi anni fa, avrei scelto una strada più breve e più indolore...vabbè :roll:
19-08-2008 20:07
bardamu
Anch'io l'ho fatto per anni e mi ha aiutato a capire molte cose. Farsi domande è sempre utile, in ogni ambito, non solo per quel che riguarda le proprie paure.
Specifico poi che porsi domande e auto-analizzarsi è ben diverso dal comune riempirsi di seghe mentali, non confondiamo.
Oltre un certo punto però non si riesce ad andare, serve una persona competente che funga da specchio e diriga la nostra analisi.
19-08-2008 19:58
calineo
Re: Autoanalisi
Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Secondo voi analizzarsi da soli è un metodo valido o assolutamente da evitare?
se non hai alle spalle almeno 10 anni di studi di psicologia direi che è da evitare
19-08-2008 12:10
vikingo
avete detto tutto voi,non posso che confermare.
io dico che da ragazzi a 15 16 anni e difficile capire cosa si ha,io capivo che ero diverso dagli altri ragazzi ma anche quando avessi cercato di spiegarlo a qualcuno non sapevo come fare....
io non penso che si possa guarire da soli,ma forse neanche con un sostegno terapeutico,comunque se si vuole avere qualche speranza bisogna affidarsi a qualcuno....
io da solo sono riuscito a compiere una buona introspezione,capire quali sono i blocchi e cercare di affrontarli,ma piu di questo non posso fare.da 2 mesi grazie ai farmaci ho fatto ottimi miglioramenti ma sono anni luce distante da una condizione normale per questo ho deciso di affidarmi ad uno psicoterapeuta consigliato dallo psichiatra.
io so che ho una visione distorta della realta,ho troppi pensieri errati nellla mia testa che si atoalimentano da anni,ma da solo non li posso cambiare,vorrei tanto che mi lasciassero stare ma per quanto mi sforzo riaffiorano sempre.....
avete fatto esempi emblematici come quello delle ragazze,io per anni mi sono convinto di stare antipatico al mondo e che tutti ce lavevano con me, ebbene alla fine il risultato era questo ma solo perche io mi comportavo in modo tale da confermare questa mia convinzione distorta, quindi mi rinchiudevo in casa e la societa diventava il mio nemico....
e alla fine pensi a quanto tempo hai buttato ma lo stesso psichiatra mi ha confermato che da ragazzi queste cose che non si possono capire....
il mio sogno sarebbe un giorno riuscire anon pensare quando esco fuori di casa o sto in mezzo agli altri perche se non pensi lansia non ti viene.....
infine una cosa e certa se si vuole uscire bisogna ffrontare anche le situazioni piu ansiogene.... :roll: :!: :!:
19-08-2008 10:43
Aleydis
Quote:
Originariamente inviata da Ludwig
Sono proprio d'accordo, Giordano. Anch'io penso che sia importante agire un po' di più e pensare un po' di meno, nel nostro caso.
Perché, vedete, spesso ai pensieri fanno seguito solo altri pensieri...mentre soltanto i fatti possono produrre altri fatti. Agire concretamente, anche con scelte a prima vista dolorose, può essere la strada giusta. Ovviamente, non intendo agire indiscriminatamente.
Mi ricordo che qualcuno, tempo fa, aveva detto una cosa piuttosto interessante: l'introverso è una persona che tende a vivere prevalentemente dentro la sua testa anziché al di fuori. Il nostro cervello ha bisogno dei "dati di fatto" fornitici dall'esperienza e dalla realtà...altrimenti rischiamo di basarci solo su pensieri e convinzioni, che a loro volta sono frutto della rielaborazione mentale di altri pensieri e convinzioni, che a loro volta derivano dall'interpretazione di altri pensieri e convinzioni, che a loro volta....
Perfettamente d'accordo!
19-08-2008 10:34
LarryJR
a mio avviso è impossibile "guarire" da soli, proprio in virtù del fatto che si è controllori e controllati allo stesso tempo...
come diceva Kobe, si ha una visione distorta della propria situazione, che può portare si a benefici, ma mooooooooolto lentamente...
un terapeuta, in questo caso, può aiutare moltissimo a mio parere...
19-08-2008 10:28
KOBE
non credo funzioni sempre. io ad esempio con la terapia mi sono accorto di avere una visione distrorta della realta, quindi un processo di autoanalisi o introspezione nel mio caso sarebbe vizziato dal modo distordi di vedere le cose
19-08-2008 08:13
JohnReds
Quote:
Originariamente inviata da Ludwig
Mi ricordo che qualcuno, tempo fa, aveva detto una cosa piuttosto interessante: l'introverso è una persona che tende a vivere prevalentemente dentro la sua testa anziché al di fuori.
Ci sta che lo avevo detto io?
Qui però non si tratta di scervellarsi, ma di essere almeno a conoscenza della propria condizione, cioè che se una persona ha dei problemi, prima di applicare le soluzioni deve sapere almeno quali problemi ha e perchè certe soluzioni funzioneranno..
Per quanto mi riguarda io quando ero pià piccolo non sapevo nemmeno che vuol dire "ansia sociale", percepivo che il mio "mondo", il mio modo di vivere le cose e le situazioni era radicalmente diverso da quello degli altri e non capivo il perchè, ero confuso e a volte infelice.
Con gli anni ho capito che è normale che certi ragazzi siano più riflessivi, e che ci sono molti ragazzi e ragazze che in un gruppo di adolescenti casinisti si trovano a disagio, solo che certe cose a 15 anni non le si vedono a causa di un limitato bagaglio d'esperienza.
In seguito ho capito che molti problemi sarebbero spariti se avessi smesso di pensare...però questo è stato l'ultimo passo.
Io al momento non mi posso definire "felice", non sono ancora uscito dal "tunnel", anche se penso (o spero) di essere ben oltre la metà, però mi chiedevo ecco se sia possibile uscirne da soli o se sia indispensabile avere l'aiuto di qualcuno...cioè se mi stia illudendo o no...
Per quanto riguarda il confidarsi con qualcuno, secondo me non tutti ne hanno la possibilità, poichè spesso si incorre nell'incomprensione come è accaduto a me, e per quanto riguarda gli psicologi o specialisti vari beh io sono sempre stato troppo orgoglioso per farmi andarci, forse è stato un errore ma orami penso non sia più necessario poichè non sono più un "very fobic"(diciamo un normal fobic e basta). :wink:
18-08-2008 22:34
Ludwig
Quote:
Originariamente inviata da giordano
leggo nei vari topic di persone che si sono attribuite fobie su fobie ...ho l'impressione che la considerino autoanalisi e che per loro possa essere il primo passo per la guarigione ...se è così ben per loro ..tutti i miei migliori auguri ..
...ma secondo me è un bel modo per intortarsi ancor di + nelle proprie difficoltà...
...altro che autoanalisi ..qui ci vuole coraggio ..azione ..fatti ...e nn l'annegare in un mare di introspezione!! ..
Sono proprio d'accordo, Giordano. Anch'io penso che sia importante agire un po' di più e pensare un po' di meno, nel nostro caso.
Perché, vedete, spesso ai pensieri fanno seguito solo altri pensieri...mentre soltanto i fatti possono produrre altri fatti. Agire concretamente, anche con scelte a prima vista dolorose, può essere la strada giusta. Ovviamente, non intendo agire indiscriminatamente.
Mi ricordo che qualcuno, tempo fa, aveva detto una cosa piuttosto interessante: l'introverso è una persona che tende a vivere prevalentemente dentro la sua testa anziché al di fuori. Il nostro cervello ha bisogno dei "dati di fatto" fornitici dall'esperienza e dalla realtà...altrimenti rischiamo di basarci solo su pensieri e convinzioni, che a loro volta sono frutto della rielaborazione mentale di altri pensieri e convinzioni, che a loro volta derivano dall'interpretazione di altri pensieri e convinzioni, che a loro volta....
18-08-2008 22:23
giordano
leggo nei vari topic di persone che si sono attribuite fobie su fobie ...ho l'impressione che la considerino autoanalisi e che per loro possa essere il primo passo per la guarigione ...se è così ben per loro ..tutti i miei migliori auguri ..
...ma secondo me è un bel modo per intortarsi ancor di + nelle proprie difficoltà...
...altro che autoanalisi ..qui ci vuole coraggio ..azione ..fatti ...e nn l'annegare in un mare di introspezione!! ..
18-08-2008 21:43
Ludwig
Quote:
Originariamente inviata da Aleydis
Beh scusate ma non si tratta proprio di autoanalisi ma più che altro parliamo di introspezione...
L'autoanalisi vera e proprio la può praticare un'analista che conosce le modalità di analisi e che quindi sa rifletterla anche su se stesso.
Quella che pratichiamo noi (anch'io lo faccio spesso) è solo pura introspezione....e può anche essere utile in fondo, per guardarsi dentro, per comprendersi meglio.
Però alla fine si è viziati dal proprio punto di vista, che unico e unidirezionale, quindi a lungo andare non credo che si possano avere risultati soddisfacenti. Almeno non in termini di miglioramento notevole...
Ma certamente in una piccola misura può aiutare, se fatto in modo adeguato. Nel modo sbagliato invece può condurre anche a cose poco piacevoli...andateci piano in ogni caso! Alla fine il comportamento più responsabile sarebbe rivolgersi a qualcun altro...da soli non si è abbastanza!
Anch'io penso che l'introspezione e la riflessione su se stessi possa essere utile, ma il problema principale è quello che hai ricordato....cioè il fatto che spesso si rischia di rimanere prigionieri della propria visione delle cose. Ad esempio, io molto spesso mi accorgo di avere una sguardo sulla realtà viziato da alcuni presupposti sbagliati, e per questo mi costruisco una visione delle cose fondamentalmente distorta, cioè ben poco oggettiva.
I motivi possono essere tanti....credo che uno dei fenomeni più frequenti, almeno nel mio caso, sia costituito da quelli che noi spesso abbiamo chiamato "meccanismi di difesa". Ci auto-convinciamo di certe cose per confermare una data visione del mondo che ci metta al riparo da qualcosa che ci minaccia. Ad esempio, un discorso che facevamo già in passato: molti di noi si convincono di avere un aspetto fisico inadeguato, e utilizzano questa credenza come alibi per evitare le relazioni affettive, così da mettersi al riparo dai traumi legati ad un eventuale rifiuto.
In filosofia e nelle scienze sociali un meccanismo del genere è conosciuto come "la profezia che si auto-adempie". Vale a dire, capita che un individuo sia talmente convinto che le cose vadano in un certo modo, che alla fine proprio la sua "previsione" indirizza le cose in quella direzione. Se ad esempio io mi convinco fermamente di non essere in grado di avere successo con le ragazze, e di conseguenza evito qualunque tentativo perché lo giudico vano, proprio questo mio atteggiamento mi impedirà di avere successo con le ragazze. E' stata così proprio la mia "previsione" ingiustificata a provocare l'avverarsi della previsione stessa (ecco perché viene chiamata "profezia che si auto-adempie").
Io mi trovo spesso a convivere con questi ed altri pregiudizi che distorcono la mia visione delle cose. In definitiva, spesso gli individui, anziché "leggere" la realtà in maniera più o meno obiettiva, preferiscono darne un'interpretazione di comodo, che serve ad esempio a confermare certe loro convinzioni (di cui evidentemente non possono fare a meno).
Per questo penso che affidarsi ad una persona esterna, per di più uno specialista, sia una soluzione migliore, soprattutto a lungo termine.
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