L'unica intelligenza utile è quella che porta a prevalere (o comunque vivere meglio) degli ingiusti e degli ignoranti. La giustizia va ricercata attivamente e personalmente. Anche infrangendo le regole del sistema-società, se si rende necessario.
Chi sa di essere nel giusto deve prevalere per far andare le cose nel verso giusto. Anche con la forza. E non deve sentirsi tenuto a dare nè spiegazioni nè giustificazioni circa il suo operato. Se ci sono differenze di vedute in merito a cosa sia giusto fare, lo scontro che ne deriverà determinerà quale idea di giustizia fosse la maggiormente "sentita" e supportata.
Non esiste il giusto. Così come potrebbe non esistere ciò che è sbagliato (in certi casi).
Può esistere il giusto e lo sbagliato a livello soggettivo o in senso comunitario, all'interno di una società. In quest'ultimo caso dettato da leggi scritte e non.
Bisogna stare attenti alla sfera che ruota intorno all'ignoranza: semanticamente un bambino è ignorante, ma praticamente riesce ad avallare la sua ignoranza col fatto di non sapere di esserlo, attribuendo un valore alla curiosità.
29-06-2015 18:20
notime
Re: L'ignoranza si fonda su convinzioni errate
io penso (come sempre) che ragionare in chiave sociale possa dare una chiave di lettura per capire questo modo di fare. In altre parole, questi luoghi comuni sono appunto "luoghi comuni", aree di discorso neutrali in cui si può sperimentare un rapporto innocuo, che non coinvolge le persone. Può servire a tastare il terreno, e creare i presupposti per una prosecuzione del rapporto, o semplicemente a "mettersi al sicuro" in una situazione in cui l'alternativa è un silenzio imbarazzante ed inappropriato.
Non saprei indicare un rimedio.. l'unica cosa che mi viene in mente è scommettere su delle persone che potrebbero sostenere di scavalcare questo passaggio, e passare direttamente ad una comunicazione "vera" (di ricerca, ad es.). Però appunto è una scommessa.