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Discussione: Ricatto affettivo-psicologico Rispondi alla discussione
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15-05-2015 23:26
senyek
Re: Ricatto affettivo-psicologico

Credo che ne posso uscire, ma credo anche che dovrò fare delle rinunce e se si poteva costruire qualcosa devo lasciare perdere tutto ed andarmene. Questa mancanza di apertura mentale mi crea un danno che loro stessi finanziano....un po' come un cane che si morde la coda
15-05-2015 21:21
phabio
Re: Ricatto affettivo-psicologico

Quote:
Originariamente inviata da senyek Visualizza il messaggio
Ciao a tutti,
scrivo queste righe tanto per avere un confronto personale, sento il bisogno di parlare con qualcuno di queste cose ma in ogni caso per quanto possa tentare il confronto con amici (mh!) e/o parenti, mi sembra sempre di avere di fronte una persona che non mi sta dando in confronto o un consiglio razionale.

Ho 29 anni, quando ne avevo 21 sono andato a vivere fuori, sentivo fortemente il bisogno di affermarmi come persona, la mia famiglia mi ha sempre coperto le spalle, ma solo per le questioni poco serie, quando si trattava di prendere decisioni di vita serie o cavarmela per conto mio subivo quello che io chiamo il "ricatto affettivo-psicologico".
Vi spiego il paradosso, quando avevo 17 anni, se avessi voluto comprare un motorino per andare a zonzo con gli amici, magari non subito ma mio padre mi avrebbe aiutato ad averlo, se invece pensavo di andare a studiare il problema era diverso, la spesa risultava insostenibile, non oggettivamente ma semplicemente per "difendermi" non si sa bene da cosa.
Considerate che con un concetto che vi racconto voglio esprimerne altri 10 o 20 simili, ma non li racconto per questioni di eccessiva lunghezza.

Dai 21 ai 28 sono stato in giro in diversi posti a lavorare nel nord Italia, nonostante tante situazioni tristi o difficili, ho affermato una mia personalità, una mia capacità di fare moltissime cose, di cavarmela per conto mio e a modo mio, ho avuto dei bei stipendi, dei bei lavori, ma per stanchezza e forse per un po' di ambizione ho pensato che con quello che avevo accumulato potevo tornare a casa mia, potevo conservare questa mia personalità liberata, avere vicini i familiari e magari consolidare una mia attività.
Oggi ho 29 anni, quasi 30, il mio capitale è completamente andato, la mia attività è fallimentare, non posso esprimermi liberamente in alcun modo, il solo tentativo di fare qualcosa per me per conto mio, crea una reazione a catena nei miei che sembra concepita per spezzarmi le gambe MA....con affetto.
Mettiamo che decido di montare un impianto antenna su casa, qualcuno mi toglierà tutto di mano e non mi farà fare niente e prenderà il mio lavoro in mano, è successo o stesso quando ho provato a cambiare l'olio alla mia auto, se preparo qualcosa da mangiare, è buona si, ma non abbastanza rispetto a quella che potrebbero fare loro e qualsiasi cosa io dica, non è degna di essere ascoltata in alcun modo, se poi si rivelerà vera la mia campana si farà finta di niente e si andrà avanti come se nulla fosse successo.

I miei ora mi sostengono economicamente, ma quando parlo di recuperare la mia indipendenza economica facendo le valige e ritrovandomi un lavoro, mi si ricorda quanti sacrifici sono stati fatti per me quando ero piccolo o adolescente, quanti soldi mi sono stati dati negli anni per fare quello che volevo e quante volte io sia andato e venuto senza combinare nulla.
Insomma....è già molto difficile portarsi avanti di questi tempi, subire questi sensi di colpa che non mi sembra giusto di dover sentire è qualcosa che mi rovina le giornata e non mi fa dormire bene la notte, sono grato per tutto ciò che i miei hanno fatto per me, ma da quando sono tornato in questa città mi sembra di essere regredito di 15 anni, di non avere la capacità di non decidere niente e ogni volta che posso, ne devo subire le conseguenze sottoforma di sensi di colpa per non aver ripagato minimamente ciò che è stato fatto per me
Sì, ti capisco, è il mio stesso identico problema. Questo "ricatto" si è tirato avanti per tutta la vita, alla fine ho rinunciato a fare le cose che mi piacevano per non provocare dispiaceri. Però alla fine i dispiaceri me li sono presi tutti io. Non ho amici, non ho fidanzate, ora sto provando a seguire un percorso mio, ma è molto difficile e le probabilità di riuscita sono prossime allo zero. L'unica cosa che posso fare a fantasticare qualche modo per arrangiarmi.
15-05-2015 19:40
Weltschmerz
Re: Ricatto affettivo-psicologico

Quote:
Originariamente inviata da senyek Visualizza il messaggio
In realtà non mi vedo vittima
Beh un ricatto include una parte attiva e una che si trova a subire il ricatto.
Per questo pensavo che ti potessi vedere come vittima (e non ci vedrei nulla di assurdo, può succedere ).

Quote:
Originariamente inviata da senyek Visualizza il messaggio
vedo una grande incapacità di non capire le ragioni altrui, ma più che l'incomprensione, la non volontà di ascoltare o di mettersi nei panni dell'altro mi da fastidio.
Pensa sul perché ti dà fastidio, perché hanno certi stereotipi, ma sopratutto cosa dicono che ti fa stare male, potrebbe essere la chiave per non scoraggiarsi.
Più si analizza la situazione e più se ne esce insomma...almeno per me sta funzionando.
Spero che funzioni anche per te
15-05-2015 16:09
senyek
Re: Ricatto affettivo-psicologico

Quote:
Originariamente inviata da Weltschmerz Visualizza il messaggio
Prova a cambiare punto di vista e a guardare la situazione come se fossi un estraneo, aiuta a non farsi trascinare dalla foga del momento...
Se ci riesci potrebbe essere utile anche analizzare le loro motivazioni psicologicamente parlando (uscendo dal vicolo cieco del "io vittima/ a loro non va mai bene niente").

Comunque ci sei già riuscito in passato a lavorare fuori, nonostante la crisi e tutto il resto
In realtà non mi vedo vittima, vedo una grande incapacità di non capire le ragioni altrui, ma più che l'incomprensione, la non volontà di ascoltare o di mettersi nei panni dell'altro mi da fastidio. Io mi metto nei loro panni, capisco che sono molto occlusi mentalmente, rinchiusi nei loro stereotipi e nella paura dell'esterno (sai fuori dalla provincia per loro è pericoloso), mio padre ha 65 anni ed è convinto che non verrà mai a trovarmi fuori perchè lui si autodefinisce VECCHIO, non perchè realmente lo sia ma perchè fuori è pericoloso e non conviene che lui esca dalla provincia...
Capisco anche la volontà di avere i figli vicini, di non perderli mandandoli a vivere lontani. Io queste cose le capisco, le vedo e mi rende conto quanto certe cose possono essere difficili da accettare o possono essere dolorose.

Il problema è la comunicazione e la mancata capacità di riconoscere che certe scelte sono le più giuste e le più dovute anche se sotto certi aspetti sono scelte infelici, oggi come oggi, per come vanno le cose uno deve essere in grado di accettare che la vita cambia da un giorno all'altro e non abbiamo il tempo di decidere se vogliamo accettarlo o no perchè si rischia di rimanere schiacciati
15-05-2015 15:41
Weltschmerz
Re: Ricatto affettivo-psicologico

Prova a cambiare punto di vista e a guardare la situazione come se fossi un estraneo, aiuta a non farsi trascinare dalla foga del momento...
Se ci riesci potrebbe essere utile anche analizzare le loro motivazioni psicologicamente parlando (uscendo dal vicolo cieco del "io vittima/ a loro non va mai bene niente").

Comunque ci sei già riuscito in passato a lavorare fuori, nonostante la crisi e tutto il resto
15-05-2015 15:16
senyek
Re: Ricatto affettivo-psicologico

Quote:
Originariamente inviata da Weltschmerz Visualizza il messaggio


A parte scherzi, mi è successo spesso e volentieri.
Una sorta di impotenza appresa per "proteggere", le uniche due vie che ho preso in considerazione sono: quella dell'immagine sopra o svincolarsi emotivamente grazie alla psicoterapia...
Il tuo suggerimento mi compiace...
15-05-2015 15:12
senyek
Re: Ricatto affettivo-psicologico

Sono d'accordo, con te...peccato che ora mi sono messo in questa condizione che probabilmente mi terrà incatenato per almeno 6/8 mesi....spero che dopo vada tutto per verso giusto.

Nonostante io la pensi così, ogni tanto vacillo e mi faccio convincere di quello che dicono perchè spesso sono ingannevoli, ti accarezzano con le loro motivazioni che servono solo a farti abbassare la guardia e poi quanto sei più debole le usano per rinfacciartele.
15-05-2015 14:59
Weltschmerz
Re: Ricatto affettivo-psicologico



A parte scherzi, mi è successo spesso e volentieri.
Una sorta di impotenza appresa per "proteggere", le uniche due vie che ho preso in considerazione sono: quella dell'immagine sopra o svincolarsi emotivamente grazie alla psicoterapia...
15-05-2015 14:53
senyek
Ricatto affettivo-psicologico

Ciao a tutti,
scrivo queste righe tanto per avere un confronto personale, sento il bisogno di parlare con qualcuno di queste cose ma in ogni caso per quanto possa tentare il confronto con amici (mh!) e/o parenti, mi sembra sempre di avere di fronte una persona che non mi sta dando in confronto o un consiglio razionale.

Ho 29 anni, quando ne avevo 21 sono andato a vivere fuori, sentivo fortemente il bisogno di affermarmi come persona, la mia famiglia mi ha sempre coperto le spalle, ma solo per le questioni poco serie, quando si trattava di prendere decisioni di vita serie o cavarmela per conto mio subivo quello che io chiamo il "ricatto affettivo-psicologico".
Vi spiego il paradosso, quando avevo 17 anni, se avessi voluto comprare un motorino per andare a zonzo con gli amici, magari non subito ma mio padre mi avrebbe aiutato ad averlo, se invece pensavo di andare a studiare il problema era diverso, la spesa risultava insostenibile, non oggettivamente ma semplicemente per "difendermi" non si sa bene da cosa.
Considerate che con un concetto che vi racconto voglio esprimerne altri 10 o 20 simili, ma non li racconto per questioni di eccessiva lunghezza.

Dai 21 ai 28 sono stato in giro in diversi posti a lavorare nel nord Italia, nonostante tante situazioni tristi o difficili, ho affermato una mia personalità, una mia capacità di fare moltissime cose, di cavarmela per conto mio e a modo mio, ho avuto dei bei stipendi, dei bei lavori, ma per stanchezza e forse per un po' di ambizione ho pensato che con quello che avevo accumulato potevo tornare a casa mia, potevo conservare questa mia personalità liberata, avere vicini i familiari e magari consolidare una mia attività.
Oggi ho 29 anni, quasi 30, il mio capitale è completamente andato, la mia attività è fallimentare, non posso esprimermi liberamente in alcun modo, il solo tentativo di fare qualcosa per me per conto mio, crea una reazione a catena nei miei che sembra concepita per spezzarmi le gambe MA....con affetto.
Mettiamo che decido di montare un impianto antenna su casa, qualcuno mi toglierà tutto di mano e non mi farà fare niente e prenderà il mio lavoro in mano, è successo o stesso quando ho provato a cambiare l'olio alla mia auto, se preparo qualcosa da mangiare, è buona si, ma non abbastanza rispetto a quella che potrebbero fare loro e qualsiasi cosa io dica, non è degna di essere ascoltata in alcun modo, se poi si rivelerà vera la mia campana si farà finta di niente e si andrà avanti come se nulla fosse successo.

I miei ora mi sostengono economicamente, ma quando parlo di recuperare la mia indipendenza economica facendo le valige e ritrovandomi un lavoro, mi si ricorda quanti sacrifici sono stati fatti per me quando ero piccolo o adolescente, quanti soldi mi sono stati dati negli anni per fare quello che volevo e quante volte io sia andato e venuto senza combinare nulla.
Insomma....è già molto difficile portarsi avanti di questi tempi, subire questi sensi di colpa che non mi sembra giusto di dover sentire è qualcosa che mi rovina le giornata e non mi fa dormire bene la notte, sono grato per tutto ciò che i miei hanno fatto per me, ma da quando sono tornato in questa città mi sembra di essere regredito di 15 anni, di non avere la capacità di non decidere niente e ogni volta che posso, ne devo subire le conseguenze sottoforma di sensi di colpa per non aver ripagato minimamente ciò che è stato fatto per me



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