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Discussione: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar] Rispondi alla discussione
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30-04-2015 23:03
sato
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

comunque a giudicare da quanto hai scritto, mi pare di capire che fossero loro in torto, quindi hai poco da rimproverarti alla fine, dalla prossima volta è probabile che ci penseranno due volte prima di trascurarti, certo se c'era confidenza tra te e loro magari si creerà un po di disagio, ma alla fine ricorda che loro sono li per fare il loro lavoro e tu vai li per ricevere un servizio... niente di più niente di meno...
30-04-2015 22:58
sato
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

Quote:
Originariamente inviata da marcoonizuka Visualizza il messaggio
Sembra quasi che una volta che si ha una certa immagine cambiarla è impossibile, perché ormai per le persone sei quel tipo di individuo e ti vedranno sempre come tale.
togli il sembra quasi... è proprio così...
30-04-2015 20:28
cancellato15035 L'Italia è una Repubblica basata sul Sollecito. Purtroppo..
03-03-2015 12:49
linea77
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

Quote:
Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio
Premessa: episodio insignificante ma mi ha fatto un po' riflettere. Oggi vado come tutti i giorni al bar a prendere un tramezzino e come sempre sono sempre l'ultimo a essere considerato. Come in tutte le cose della vita bisogna sgomitare un po' e se vedo i baristi indaffarati non mi metto a pressarli. A furia di accumulare questo imprinting di quello-che-non-rompe, il risultato è quello di cui sopra: spesso sono servito dopo altri entrati dopo di me... E il bello è che i rapporti con il personale sono (erano?) ottimi, sono anni che vado lì.

Sicuramente era un malessere accumulato nel tempo perché per l'ennesima volta il mio caffè era stato messo tra le non priorità, ebbene, stavolta mi sono incaxxato, e sono andato alla cassa a pagare, senza darlo a vedere. Dato che sono più abitudinario di quanto lo era Kant, si stupiscono che non ci sia il caffè e me ne esco "boh, a quanto pare non me l'hanno fatto". La proprietaria mi dice che non c'è problema, richiama il barista che mi dice "ma è qui" (e difatti era rimasto sulla macchina per un paio di minuti buoni, come sempre). Non ricordo l'ulteriore pezzo di conversazione ma poi me ne esco "certo se devo aspettare mezz'ora..." e il marito della proprietaria che seccato mi risponde "scusi è davvero mezz'ora che aspetta?". Io che ormai ero su di giri gli replico che certamente mezz'ora di orologio non era ma che se la mette sull'ironia allora inutile parlare. E lui si riprende in corner dicendo che se era tanto che aspettavo avrebbe rimproverato i dipendenti. Si offrono di offrirmi il caffè ma ormai l'atmosfera si era guastata e me ne vado.

Non sono qui per chiedere consigli o commenti (beninteso dato che sto scrivendo via alle danze, qualsiasi cosa vogliate scrivere) ma solo per riflettere su un altro dei danni della timidezza. Sono anni che conosco il personale nel bar e sono sicuro che dopo che me ne sono andato saranno stati rimproverati, e ovviamente l'atmosfera non sarà più la stessa da adesso in poi. Io ho questo dispiacere accumulato nel tempo che è solo causato dal mio carattere. La gente ti si caga solo se insisiti, vale in tutte le cose; questo mi fa sempre considerare un po' l'ultima ruota e chiudendo il cerchio, grazie alla timidezza di uno, sono sicuramente stati rimproverati altri e si è rotta una buona atmosfera.

Ecco un altro motivo del perché penso che condizioni come quella del timido o dell'evitante siano tragedie, e si tratti di un problema tutt'altro che secondario in un mondo che ha regole sue cui il timido non riesce a conformarsi.
semplicemente a volte secondo me non è il caso di sfogare sugli altri le proprie repressioni. O le metti in chiaro subito o ti attacchi, per usare un eufemismo generale
03-03-2015 12:30
~~~
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

Quando si è inibiti e insicuri si vive ogni "sconfitta" come una riconferma della propria inadeguatezza e del non essere capaci di affermarsi, non si riesce a considerare le cose come "il minimo sindacale di maleducazione del mondo", hai voglia a dire che tanta gente è sgarbata, indelicata o ha una sensibilità diversa, il punto non è mai quello. Perché, se nulla è neutro al momento in cui tocca "qualcosa", devono esserlo quei fatti quotidiani che riconfermano la nostra incapacità di sottrarci o di vivere le " ingiustizie" diversamente?

È difficile spiegare che non è che non si sanno accettare "i mali del mondo", non è che se uno mi manda a fanculo per strada e io incasso devo sentirmi uno sfigato, anzi, ma mi mandassero pure in culo, il problema è solo quanto questo impatta su di me (ad esempio).

Non si esige di uscire di casa e di non incontrare il minimo disturbo, ci si rammarica solo di non saper sopravvivere all'indelicatezza del mondo, di non saper sovrascrivere almeno in parte certe "regole", e di ritrovarsi a subire quelle degli altri, e non già perché vivere secondo le regole di altri sarebbe un destino comune a tutti, ma perché, rimanendo nel piccolo, si soccombe interiormente in qualsiasi incontro/scontro con l'altro, è un microcosmo più piccolo e sottile e delicato della bolgia in cui si è tutti "sulla stessa barca" e senza potere rispetto a pochi noti e ignoti.

Ogni sistema ne racchiude uno più piccolo, e l'assenza di parità effettiva (ognuno nasce e vive in condizioni di salute, economiche etc. etc. diverse da un altro) non dev'essere una giustificazione, e comunque non rende più lieve lo scontrarsi coi propri limiti.

Come si valorizzano i propri limiti, la propria condizione, in un insieme di sistemi e sottosistemi tanto sgangherato?
02-03-2015 01:49
Equilibrium
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

Scherzando scherzando si evitano le tragedie...
02-03-2015 01:20
Stokes
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

Purtroppo è l'effetto della troppa inibizione, dobbiamo incazzarci di più. Le persone normali hanno una soglia di incazzatura molto più bassa.
18-12-2014 21:34
Inosservato
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

non so, i bar li evito da sempre come la peste, ci vado solo se costretto dalla situazione ad esempio per lavoro
18-12-2014 21:10
~~~
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

Quote:
Originariamente inviata da Blue Sky Visualizza il messaggio
Purtroppo è una condizione difficile la nostra.
Quando decidiamo, dopo mille ripensamenti e dopo aver contato fino a cento, di farci valere, ecco che la nostra rimostranza appare qualcosa di sorprendente, di eccessivo, di disarmonico.
Questo perchè fin dal primo momento abituiamo le persone con cui abbiamo a che fare a non temere reazioni da parte nostra. Noi siamo quelli di cui non ti devi preoccupare, anche se gli metti i piedi in testa.
Infatti quando reagiamo, ecco che vediamo sguardi stupiti e sbigottiti.
Inconsciamente pensano di noi "e mò questo che vuole? se non gli stava bene il modo in cui lo trattavamo doveva dirlo subito".
Quoto tutto, che disastro.
14-12-2014 21:14
pokorny
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

Quote:
Originariamente inviata da simopi Visualizza il messaggio
No guarda, secondo me non c'era una buona atmosfera... perché tu stavi male. A me succedeva che mi davano la sfoglia bruciacchiata, poi dopo 100 volte gliel'ho fatto presente dicendogli "è carbonizzata" e la barista l'ha cambiata. Non si è rotta nessuna atmosfera, anzi sono migliorate le cose perché adesso me la dà buona e chiedendo me la scalda pure se è fredda. Magari potevi dirlo a loro senza coinvolgere il padrone, ma non credo che ti odieranno...
Hai più carisma di me, e mi fa piacere per te... Io sono a dieta da quasi 5 mesi e tutti i giorni vado lì: da quando sono a dieta chiedo il dolcificante. Chiunque avrebbe imparato che un cliente fisso prende sempre le stesse cose, e come dicevo sono più abitudinario di quanto lo era Kant. Se uno deve chiedere per 120-140 giorni di séguito la stessa cosa a 4-5 persone che sono sempre le stesse, vuol dire che è considerato meno di zero.
14-12-2014 20:55
simopi
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

No guarda, secondo me non c'era una buona atmosfera... perché tu stavi male. A me succedeva che mi davano la sfoglia bruciacchiata, poi dopo 100 volte gliel'ho fatto presente dicendogli "è carbonizzata" e la barista l'ha cambiata. Non si è rotta nessuna atmosfera, anzi sono migliorate le cose perché adesso me la dà buona e chiedendo me la scalda pure se è fredda. Magari potevi dirlo a loro senza coinvolgere il padrone, ma non credo che ti odieranno...
14-12-2014 20:39
AloneInTheDARK
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

ma comprati un bar per i cazzi tuoi!!
14-12-2014 20:30
Weltschmerz
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

Quote:
Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio
Il grave è che sto in un posto "turistico" che d'inverno è semideserto. C'ero io dentro il bar e non più di 5 persone sedute nella veranda coperta. Gli addetti erano 4, fa' tu i conti anzi li faccio io: puoi anche essere il solo cliente con 8 baristi, se non ti fai sentire al minimo ritardo sei equiparato a un ente non esistente (contraddizione in termini voluta, tanto per rimarcare...)
Eh purtroppo è così, mi piacerebbe tantissimo avere delle code precise, così non ci si può sbagliare, ma evidentemente è troppo complicato
Poi ci ritorni a quel bar?
14-12-2014 18:31
Wonderlust76
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

Cerca di non farne una tragedia...il guaio nostro è che non diamo il giusto peso alle cose. Avranno semplicemente pensato che quel giorno ce li avevi girati...tornaci come nulla fosse....e se hai un minimo di confidenza ordina un caffè che..che non sia da andare a prendere direttamente in piantagione
Scherzaci su....
Ps cmq hai fatto bene a farti sentire un po', vedrai che la prossima volta sarai il primo ad essere servito..
14-12-2014 18:23
cancellato13248
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

Quote:
Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio

Sicuramente era un malessere accumulato nel tempo
.
PEnso questo anche io Va bene arrabbiarsi e sfogarsi con i camarieri o prorpretarima non metterci dentro anche la tua vita . E una traggedia diversa quella
Concordo che poi la timidezza e una traggedia .
14-12-2014 17:39
pokorny
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

Quote:
Originariamente inviata da Weltschmerz Visualizza il messaggio
Beh forse non è solo questione di timidezza, ma servono chi hanno davanti.

Sticazzi solo a leggere mi sento a disagio
Non avrei mai insistito, anche ad aspettare mezz'ora, piuttosto cambio bar e vado dove c'è poca gente.
Il grave è che sto in un posto "turistico" che d'inverno è semideserto. C'ero io dentro il bar e non più di 5 persone sedute nella veranda coperta. Gli addetti erano 4, fa' tu i conti anzi li faccio io: puoi anche essere il solo cliente con 8 baristi, se non ti fai sentire al minimo ritardo sei equiparato a un ente non esistente (contraddizione in termini voluta, tanto per rimarcare...)
14-12-2014 17:31
lauretum
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

Pokorny ti capisco benissimo

Tu non sbagli nulla, è il nostro modo di fare ordinato che spesso non è adeguato a quello degli altri
14-12-2014 17:22
Weltschmerz
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

Beh forse non è solo questione di timidezza, ma servono chi hanno davanti.

Sticazzi solo a leggere mi sento a disagio
Non avrei mai insistito, anche ad aspettare mezz'ora, piuttosto cambio bar e vado dove c'è poca gente.
14-12-2014 16:56
cancellato2713
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

Cose del genere succedono anche a me.
Io faccia a faccia col barista cui sto per esporre il mio bisogno, e quello che volge l'interesse verso l'ultimo arrivato lasciandomi li con la rabbia che dentro quasi mi esplode, perché l'essere non considerati è tra le cose che più mi avvilisce e mi manda in bestia allo stesso tempo.
A volte mi fa talmente astio che prendo e me ne vado sperando che il barista mi veda e si mortifichi perché ha perso un cliente ed un incasso.. Mentre la realtà è che probabilmente nemmeno si sia accorto della mia presenza. Una volta però è successo che mi chiamarono dietro ma io nulla, prosegui diritto godendo quasi come in un amplesso...


Pur potendo comprendere che sono cose che possono capitare a tutti, estroversi criminali e fobici , quando vengono vissute da questi ultimi il rammarico si espande dentro a dismisura andando a ledere la già fragile autostima.
14-12-2014 16:45
Manny
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]

Quote:
Originariamente inviata da Blue Sky Visualizza il messaggio
Purtroppo è una condizione difficile la nostra.
Quando decidiamo, dopo mille ripensamenti e dopo aver contato fino a cento, di farci valere, ecco che la nostra rimostranza appare qualcosa di sorprendente, di eccessivo, di disarmonico.
Questo perchè fin dal primo momento abituiamo le persone con cui abbiamo a che fare a non temere reazioni da parte nostra. Noi siamo quelli di cui non ti devi preoccupare, anche se gli metti i piedi in testa.
Infatti quando reagiamo, ecco che vediamo sguardi stupiti e sbigottiti.
Inconsciamente pensano di noi "e mò questo che vuole? se non gli stava bene il modo in cui lo trattavamo doveva dirlo subito".
So true.
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