FobiaSociale.com  
     

Home Messaggi odierni Registrazione FAQ
 
Vai indietro   FobiaSociale.com > Off Topic > Off Topic Generale > Amore e Amicizia > Accezione negativa della parola "società"
Discussione: Accezione negativa della parola "società" Rispondi alla discussione
Il tuo nome utente: Clicca Qui per loggarti
Titolo:
  
Messaggio:

Opzioni addizionali
Opzioni varie

Visualizza l'argomento(prima i nuovi)
15-03-2015 16:38
Inosservato
Re: Accezione negativa della parola "società"

Quote:
Originariamente inviata da Marco.Russo Visualizza il messaggio
No, comunque, mi è venuto in mente.

Pensate a un gioco di società. Dai, non posso credere che nessuno di voi abbia giocato almeno una volta nella vita a qualche gioco in scatola.

Non so, monopoli o risiko.

Ok, ora immaginate di giocarci da soli.


Triste neh?
a beh, giocare a monopoli o risiko in compagnia invece, è una goduria....

no vabbè, capisco cosa intendi, il concetto è condivisibile ma i giochi in scatola mi mettono una tristezza, un pò tipo il circo, quelle cose demodè/nostalgiche, le associo un pò alla faccia di fabio fazio, forse perchè qualche anno fa aveva fatto una trasmissione di quel tipo

ovviamente esclusi quelli fighi tipo "brivido" o "l'isola di fuoco"
c'era pure un topic poco tempo fa
15-03-2015 13:15
alien boy
Re: Accezione negativa della parola "società"

Cos'è la società? Forse chi ha problemi a integrarsi sente di più questa entità, la definisce e si rapporta ad essa come qualcosa di esterno. Si potrebbe dire che è un insieme di regole, comportamenti comuni, tendenze, modi di rapportarsi, giudizi diffusi e altro che si sono stabiliti tra le persone e varia di luogo in luogo e di epoca in epoca.
Personalmente ho dei problemi ad adattarmi a una buona parte di certi 'standard', ma il problema ce l'ho in un certo senso con l'umanità, che non sembra così umana. Lo spirito di adattamento è vitale, anche per gli animali, anzi soprattutto.
Ma il problema è: ho difficoltà con i legami, con le relazioni e preferisco la solitudine, non sempre ma per la maggior parte del tempo, e ho difficoltà a dover fare in un certo modo, non mi viene spontaneo. Neanche a molti altri verrà spontaneo, ma per alcuni è davvero una forzatura, che dopo un po' ti abbatte o ti fa sclerare. Certo il problema è il mio, ma non lo so risolvere.
Accetto di fare la vita da eremita o con pochi compagni affini (nel migliore dei casi), ma devo sopravvivere, devo lavorare e devo adeguarmi.
Bene, ci provo e fallisco (ad adeguarmi totalmente), non fa parte della mia indole, ma non è che ho comportamenti estremi o inaccettabili, faccio comunque il minimo indispensabile, ma loro ti colpevolizzano, magari implicitamente, perchè non fai come loro, non sei come loro. Diventi la pecora nera e nel mondo della produttività e del lavoro, le pecore bianche ti escludono.
Dopotutto non è un problema loro se rimani disoccupato e nullafacente a vita, ma allora questa società che dovrebbe agevolare, non dico l'integrazione, ma perlomeno la convivenza, dov'è?
Un passo verso chi chiede di dare il suo contributo ma senza doversi forzare, snaturare ogni singolo giorno, non si può fare?
Maggiore accettazione delle persone 'diverse' non sarebbe male, anche se anche io sono d'accordo che siamo abbastanza uguali un po' tutti, ma lo siamo in maniera diversa.
Forse è un discorso utopico, come si fa a realizzare? pure con delle regole, con delle tutele, non è che puoi cambiare la testa di quelli che hanno pensato e giudicato in un certo modo da sempre.
Ma almeno lasciateci un minimo di sconforto verso questo andazzo e la voglia di difendere la propria individualità, il diritto a sopravvivere, che dovrebbe andare al di là della legge del più furbo (che poi secondo me tanto furbo non è).
15-03-2015 12:35
DownwardSpiral2
Re: Accezione negativa della parola "società"

Quote:
Originariamente inviata da Nishi Visualizza il messaggio
L'errore madornale che si compie quando si discute di società è credere che non sia altro di una definizione che si attribuisce a gruppi di persone che vivono a stretto contatto interagendo tra di loro.
Mentre la Società esiste e per motivazioni ben pianificate e strutturate, atte a produrre stili di vita, praticamente l'antitesi della vita stessa, mantenere lo status quo, fornire potere a singoli meritevoli, rendere intoccabile e invisibile l'Autorità che pervade ogni singolo aspetto sociale/economico/culturale/politico, azzerare o influenzare lo spirito critico e intellettuale degli individui che ne fanno parte, dando vita a frustrazione e rassegnazione verso altre soluzioni e vie.
Invece si finisce a parlare sempre e solo di come fare ad integrarsi ed essere sereni e felici illudendosi di essere unici perché così è stato detto.
Strascichi delle vecchie limitazioni vigenti nel passato.
Giusto, per affrontare un discorso così sfaccettato infatti bisognerebbe almeno partire da una definizione condivisa della parola società, per fare un esempio,pur basandosi sugli stessi "valori" (diritti umani ecc) e lo stesso sistema economico (capitalismo), non si può dire che la società olandese o scandinava sia la stessa di quella italiana, motivo per cui probabilmente viene percepita in modo diverso e motivo per cui non credo che in quei paesi ci sia lo stesso livello di "critica" e "contestazione".
Poi,come hai doverosamente sottolineato, rimane sempre il substrato permanente in ognuna di esse (lo scopo finale di ogni società capitalista): la produzione di soggetti funzionali e produttivi che vivono nell'illusione di essere individui quando in realtà sono codici a barre.
15-03-2015 04:32
Nishi
Re: Accezione negativa della parola "società"

L'errore madornale che si compie quando si discute di società è credere che non sia altro di una definizione che si attribuisce a gruppi di persone che vivono a stretto contatto interagendo tra di loro.
Mentre la Società esiste e per motivazioni ben pianificate e strutturate, atte a produrre stili di vita, praticamente l'antitesi della vita stessa, mantenere lo status quo, fornire potere a singoli meritevoli, rendere intoccabile e invisibile l'Autorità che pervade ogni singolo aspetto sociale/economico/culturale/politico, azzerare o influenzare lo spirito critico e intellettuale degli individui che ne fanno parte, dando vita a frustrazione e rassegnazione verso altre soluzioni e vie.
Invece si finisce a parlare sempre e solo di come fare ad integrarsi ed essere sereni e felici illudendosi di essere unici perché così è stato detto.
Strascichi delle vecchie limitazioni vigenti nel passato.
15-03-2015 04:18
Blue Sky
Re: Accezione negativa della parola "società"

Quote:
Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
Ribadisco che personalmente tutta questa individualità non la vedo: i soliti film, la solita musica, i soliti libri...

La società ha il compito di creare cittadini ossia gente in grado di fare bene il suo compitino senza uscire dal quadrato.
Gli eccessi, creativi per esempio, non vengono mai visti di buon occhio poiché la dispersione non può far parte di una cultura che mira sostanzialmente alla massima produttività e alla serialità.

Poi, se vogliamo, raccontiamoci pure la favola che siamo tutti speciali e che nelle cose che facciamo (cioè quelle che fanno tutti) ci distinguiamo dagli altri.
Questo discorso va su un altro piano rispetto al mio. Penso che, se questa è la nozione di società, io ne faccio parte pienamente. Mi riconosco nei principali valori della società in cui vivo, non ho eccessi, non sono stravagante, guardo quelli che credo possano essere definiti i soliti film e ascolto la solita musica.
Non lo dico come se me ne dovessi vantare. Ma se il discorso è quello, io sono tale e quale agli altri pecoroni, in quel senso nemmeno io sono un individuo. Sono un non-individuo insieme agli altri.
15-03-2015 04:02
nellamerda
Re: Accezione negativa della parola "società"

Quote:
Originariamente inviata da Kody Visualizza il messaggio
Un fobico è fobico in qualsiasi città. Poi se trasferendosi si mette pesantemente in gioco è un altro discorso.
si kody, capisco il tuo discorso, ma io non intendevo dire che la mia fobia esiste solo con certi tipi di persone, sia chiaro
14-03-2015 16:57
Emil
Re: Accezione negativa della parola "società"

Ribadisco che personalmente tutta questa individualità non la vedo: i soliti film, la solita musica, i soliti libri...

La società ha il compito di creare cittadini ossia gente in grado di fare bene il suo compitino senza uscire dal quadrato.
Gli eccessi, creativi per esempio, non vengono mai visti di buon occhio poiché la dispersione non può far parte di una cultura che mira sostanzialmente alla massima produttività e alla serialità.

Poi, se vogliamo, raccontiamoci pure la favola che siamo tutti speciali e che nelle cose che facciamo (cioè quelle che fanno tutti) ci distinguiamo dagli altri.
14-03-2015 14:33
Blue Sky
Re: Accezione negativa della parola "società"

Qualche anno fa pensavo che esistesse una entità chiamata società, e che il gioco fosse "società Vs me". Solo negli ultimi anni, attorno ai 25, ho capito che quel muro tra me e loro non esiste. La società è un insieme di persone, ognuna delle quali mantiene la sua individualità. C'erano dei ragazzi che all'epoca della scuola consideravo "fighi" con cui io in quanto "sfigato " non sentivo di poter avere rapporti. Solo successivamente ho iniziato a considerare molti di loro come persone, a capire che su molte cose potevamo dialogare, e soprattutto che, usciti dalle dinamiche della scuola, anche loro non avevano verso di me alcuni pregiudizi negativi che io davo per certi.
14-03-2015 14:09
Vargtar90
Re: Accezione negativa della parola "società"

probabilmente è più dungeons and dragons
14-03-2015 13:23
Da'at
Re: Accezione negativa della parola "società"

No, comunque, mi è venuto in mente.

Pensate a un gioco di società. Dai, non posso credere che nessuno di voi abbia giocato almeno una volta nella vita a qualche gioco in scatola.

Non so, monopoli o risiko.

Ok, ora immaginate di giocarci da soli.


Triste neh?
14-03-2015 11:09
DownwardSpiral2
Re: Accezione negativa della parola "società"

Quote:
Originariamente inviata da berserk Visualizza il messaggio
La società avrà sempre una accezione negativa nella fase dell'individuazione,è salutare.
colgo lo spunto per aggiungere che una certa fase "critica" è funzionale per affrancarsi dalla pratica imitativa/omologante (mimesis), necessaria nella crescita per l'apprendimento ma deformante a lungo termine, perchè risulta un freno allo sviluppo dell' individualità.
14-03-2015 10:14
Emil
Re: Accezione negativa della parola "società"

Attenzione però a non confondere l'integrazione in società con certe derive caratteriali: l'omologazione forzata, per es., che porta a delle deficienze di personalità più o meno marcate nelle persone che "decidono" (anche se dubito che si tratti di una reale decisione) di rinunciare a se stesse pur di rientrare nella sicurezza e nella protezione dei ranghi.

E comunque essere socialmente integrato non significa non dover mai criticare il sistema di valori a cui ci si deve attenere...
14-03-2015 04:53
Kody
Re: Accezione negativa della parola "società"

Quote:
Originariamente inviata da nellamerda Visualizza il messaggio
"la maggior parte dele persone è globalmente piacevole" ? per favore mi dici dove vivi ?
Un fobico è fobico in qualsiasi città. Poi se trasferendosi si mette pesantemente in gioco è un altro discorso.
14-03-2015 03:39
nellamerda
Re: Accezione negativa della parola "società"

Quote:
Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Appunto, io le cose che dici tu non le vedo così spesso, e quindi sono invogliato ad integrarmi. Penso che ciò che dici sia una demonizzazione. Anzi, penso che se c'è solo un goccia di individualismo quasi tutti tendano ad identificarla negli altri come una cosa repellente, così una società già in parte divisa, si frantuma.

Gli altri hanno tutti pregi e difetti. Come noi. La maggior parte delle persone è globalmente piacevole, per quanto ho visto, nelle situazioni ottimali.
Superare le nostre paure significa anche rendere vacue le idee che le generano.
"la maggior parte dele persone è globalmente piacevole" ? per favore mi dici dove vivi ?
13-03-2015 22:06
IO&EVELYN
Re: Accezione negativa della parola "società"

io sono tra 2 parti: la parte che mi dice che io non mi cambio con la società che c'è la fuori, con la gente, con quello che vogliono loro e tante altre cose.

dall'altra invece avrei e vorrei essere ben integrato.
13-03-2015 21:42
Vargtar90
Re: Accezione negativa della parola "società"

io sono nato in italia negli anni 90 e non in una tribù della nuova guinea, quindi la parola "società" ha un senso perché implica vari contesti di vita.
Io (noi) vivendo in una società o in un'altra devo integrarmi, perché? perché l'uomo è un animale che vive in gruppo e la maggior parte delle volte sente di dover essere in gruppo per vivere. Io non cambierò mai troppo, al massimo potrei avere una compagna di vita e quei pochi veri amici, ma i pensieri, i dubbi, la volontà non sarà mai al 100% legata alla società che conosciamo.
Anche i "normaloni" hanno i loro problemi, anzi magari più di noi, però non si mettono problemi a sentirsi parte della società a creare quei ponti con altre persone, anche se sono ponti banali e senza nessuno scopo.

Il mio scopo non è seguire ciecamente ogni aspetto di questa società perché voglio integrarmi, io voglio poter creare nuovi ponti con altre persone, far parte della società ma sempre essendo me stesso.
Faccio un esempio terra terra, non andrei in discoteca per farmi degli amici o per trovare una ragazza, è un mondo che non mi piace e che non voglio frequentare, se fosse l'unico modo per potermi integrare in questa società, o me ne andrei o rinuncerei ad integrarmi.

Tutti siamo diversi e tutti avremo approcci diversi, la società potrà mostrare una visione abbastanza definita del mondo e delle persone, ma non l'integrazione, quella sarà diversa e in misura diversa.
13-03-2015 20:59
Keith
Re: Accezione negativa della parola "società"

Quote:
Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Appunto, io le cose che dici tu non le vedo così spesso, e quindi sono invogliato ad integrarmi. Penso che ciò che dici sia una demonizzazione. Anzi, penso che se c'è solo un goccia di individualismo quasi tutti tendano ad identificarla negli altri come una cosa repellente, così una società già in parte divisa, si frantuma.

Gli altri hanno tutti pregi e difetti. Come noi. La maggior parte delle persone è globalmente piacevole, per quanto ho visto, nelle situazioni ottimali.
Superare le nostre paure significa anche rendere vacue le idee che le generano.
Io non dico di essere per forza dalla parte della ragione, non ho detto che sono tutti negativi, ci sono le eccellenze (poche), ci sono una percentuale non trascurabile di persone positive e poi c'è tutto il resto di cui parlavo prima.
ok, parliamone però prima di tutto dimmi dove vivi che ci vengo subito anche io
poi mi devi dire la tua età, e se hai mai lavorato.. con questo non voglio fare l'uomo di mondo vissuto, figurati, non stavo qui, ho ancora molto da imparare, però qualcosa l'ho vista e la vedo e non tutto mi piace.
13-03-2015 20:29
BlinkStalker
Re: Accezione negativa della parola "società"

La verita é che tutti, chi piu chi meno, sono ipocriti e non é che essendo iscritto su fs.com allora non sei preso in causa.
Sai come si dice no? Quando il lupo non arriva all'uva...

Questo pezzo lo spiega bene.

Quote:
Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Si dice spesso che "gli altri", quelli "normali", seguono le mode, si svagano, non hanno una mente propria. Invece, osservando quelli che stanno in società, posso dire che hanno una sola differenza rispetto a noi: si integrano col prossimo, si confrontano, vogliono contatti e vogliono conoscere gli altri. Per il resto i "normaloni" possono avere qualsiasi tipo di problema. Una mia amica ha gravi attacchi di panico e non può salire in treno ma è in società perché quando incontra le persone ci parla volentieri.
13-03-2015 20:12
berserk
Re: Accezione negativa della parola "società"

La società avrà sempre una accezione negativa nella fase dell'individuazione,è salutare.
13-03-2015 20:06
Kody
Re: Accezione negativa della parola "società"

E' un'etichetta.

Ormai credo che le le etichette negative, giudicare negativamente, dica molto della persona che giudica.

Su questo forum si rifiutano spesso etichette e "imposizioni della società", ma alla fine anche se i thread dicono questo, l'atteggiamento degli utenti è il contrario: ovvero sono legatissimi alle etichette e imposizioni. Tantè che non riescono ad uscirne.

Giudicare negativamente la società nel suo insieme dice sono che probabilmente la rifiuti e non cercherai mai di fare quello che serve per integrarsi in essa. Che non vuol dire diventare una pecora, ma trovare il proprio posto nel mondo.

Il giudizio negativo così esteso dice anche che non si riesce a vedere le eccezioni nella società, ma sono tutti uguali e 'negativi' [bulli, superficiali, stronzi, ecc]. Alla fine ogni persona è diversa anche solo nelle emozioni che può trasmetterci, è un mondo a se.

Liberarsi dai pregiudizi, dalle etichette e dal giudizio è un primo passo per stare meglio con se stessi e con gli altri. Perchè avere pregiudizi e giudicare è un LIMITE della persona che lo fa, non un LIMITE per gli altri.
Questa discussione ha più di 20 risposte. Clicca QUI per visualizzare l'intera discussione.



Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 01:50.
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.