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Discussione: Timidezza selettiva Rispondi alla discussione
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01-02-2009 21:59
cancellato2369
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Originariamente inviata da calisclero
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Originariamente inviata da giova88
almeno all'aperto, fuori...puoi scegliere di prendere e andartene via...
a scuola....CI DEVI STARE...
ma non vai all'uni?
c'è la frequenza obbligatoria?
PRIVACY :P
01-02-2009 21:50
calisclero
Quote:
Originariamente inviata da giova88
almeno all'aperto, fuori...puoi scegliere di prendere e andartene via...
a scuola....CI DEVI STARE...
ma non vai all'uni?
c'è la frequenza obbligatoria?
01-02-2009 21:48
cancellato2369
Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Mah io quando sono al max dell'estroversione rimango sempre uno di poche parole, quindi la scuola, dove il max che puoi fare è una battuta ogni tanto, ed è "normale" essere composti, io mi sentivo a posto e uguale agli altri....invece in una piazza tutte dove è normale quelle cose che hai elencato, fare buffetti, fare l'amicone, ecc. , divento un disadattato dato che non mi viene di farli...
ci diamo lezioni private a vicenda?? :lol:

io ti insegno a dare buffetti fregandotene...e tu mi insegni a dire frasi lapidarie in circostanze che ritengo "obbligate" :lol:

a me è proprio quel "dovere" che mi blocca...momento di silenzio? ci si aspetta che dopo 1 ora di lezione tu abbia qualcosa da dire di punto in bianco con la compagna di banco...ecco...io dopo 1 ora di silenzio non so farlo...ho solo altro silenzio...

bene o male una volta che la conversazione è iniziata e che sono entrato in confidenza con l'altro invece reggo prese per il posteriore, mazzate ecc...ecc..

x certi versi so che è assurdo: in tanti timidi dicono sempre "basta trovare il coraggio a lezione x dire la prima frase e poi pian piano si fa il resto..."...per me assurdamente è il contrario...o sento la libertà 100% e la spontaneità del rapporto o viceversa se deve essere qualcosa di obbligato solo perchè sei compagno di banco di quella persona è finita....

e x certi versi crea quasi più disagio della timidezza "normale". In questo caso infatti puoi tentare di evitare le occasioni esterne e/o affrontarle inizialmente in maniera soft....

nel mio...beh pur essendo magari capace se sono in forma di estroversare all'esterno la vita mi costringe ugualmente a vedere le stesse persone ogni mattina fianco a fianco già sapendo che non inizierò con loro una conversazione, con conseguente disagio...

almeno all'aperto, fuori...puoi scegliere di prendere e andartene via...
a scuola....CI DEVI STARE...
01-02-2009 21:42
JohnReds Mah io quando sono al max dell'estroversione rimango sempre uno di poche parole, quindi la scuola, dove il max che puoi fare è una battuta ogni tanto, ed è "normale" essere composti, io mi sentivo a posto e uguale agli altri....invece in una piazza tutte dove è normale quelle cose che hai elencato, fare buffetti, fare l'amicone, ecc. , divento un disadattato dato che non mi viene di farli...
01-02-2009 21:37
cancellato2369
Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Io invece sono l'opposto: per me la scuola è sempre stato un luogo dove stavo a mio agio...l'unico luogo dove mi sentivo a posto. Anzi la mia disperazione era dovuta al fatto che, appena varcati i cancelli, io non sapevo come stare con i compagni...e le mie amicizie e conoscenze si rarefacevano con l'arrivo delle vacanze. Addirittura il momento per di massima felicità erano le cogestioni quando.

Io non ci vedo tutti questi formalismi...il lavoro è molto peggio, lì la formalità è dura e rigida, ma la scuola no, poi figurati io stavo in un liceo very comunist dove il preside era tollerante e paziente, professori bravi che ti appassionavano alle loro materie...peccato che è tutto finito.

Infatti l'abbandono del liceo mi ha messo in grave crisi...l'università non è la stessa cosa, e poi anche quella fra un pò finirà...sento, a distanza di tre anni, di aver perso l'unico posto dove riuscivo ad essere felice...
boh...io mi ricordo che le medie le ho fatte estroversando...i primi mesi di liceo anche....poi pian pian mi sono sempre più inibito fino a parlare poco e nulla se non con chi avevo confidenza...

cioè...non che sia mai stato il tipo che viene schernito in un angolino...anzi mi son sempre fatto valere...le interrogazioni le facevo sempre scherzando con i prof e facendo ridere loro e compagni, stesse cose nei momenti in cui mi si nominava e venivo messo all'interno della conversazione...

però...beh quando si tratta/trattava di sedersi davanti ad una compagna di cui sapevi il nome e nulla di altro....bah...volendo una battutina sulla lezione mi veniva anche...MA NON L'HO MAI VISTO IL LUOGO APPROPRIATO X INIZIARE UNA CONVERSAZIONE SCHERZOSA O SERIA (e per uno che di solito ha poche parole è un blocco in più...).

X sentirmi libero di conversare con una persona devo sentirmi libero di dare buffetti, provocare, creare reazioni ecc...ecc...e questo nel rapporto tra "banchi", con il prof pronto a richiamare, stando attento a non fare troppa confusione, con la persona accanto che intanto un po' prende appunti, un po' si rigira i pollici, un po' rivolge la parola all'altra compagna...beh...lì per lì a parte ammutolirmi negli ultimi anni non sono riuscito a fare molto altro....testa completamente vuota...

poi se era una persona con cui avevo preso confidenza al di fuori delle lezioni era un altro paio di maniche...

viceversa se incontro qualcuna/o in piazza lo tratto quasi da "amicona/e"....non ho quasi freno....

un po' mi spiace....perchè di fatto una volta che mi sono isolato la scuola per un ragazzo solo/TIMIDO può essere un'ottima scusante x conoscere gente...e invece quasi x assurdo a me negli ultimi 2-3 anni ha costituito quasi la base del mio problema...
01-02-2009 21:26
JohnReds Io invece sono l'opposto: per me la scuola è sempre stato un luogo dove stavo a mio agio...l'unico luogo dove mi sentivo a posto. Anzi la mia disperazione era dovuta al fatto che, appena varcati i cancelli, io non sapevo come stare con i compagni...e le mie amicizie e conoscenze si rarefacevano con l'arrivo delle vacanze. Addirittura il momento per di massima felicità erano le cogestioni quando.

Io non ci vedo tutti questi formalismi...il lavoro è molto peggio, lì la formalità è dura e rigida, ma la scuola no, poi figurati io stavo in un liceo very comunist dove il preside era tollerante e paziente, professori bravi che ti appassionavano alle loro materie...peccato che è tutto finito.

Infatti l'abbandono del liceo mi ha messo in grave crisi...l'università non è la stessa cosa, e poi anche quella fra un pò finirà...sento, a distanza di tre anni, di aver perso l'unico posto dove riuscivo ad essere felice...
01-02-2009 21:16
cancellato2369
Re: Timidezza selettiva

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Originariamente inviata da JohnReds
A me succede una cosa strana...ho la timidezza selettiva!

In pratica mi imbarazzo tantissimo in certe situazioni ed in altre sono coraggiosissimo.

Ad esempio al liceo, quando si facevano le assemblee di istituto, ho diretto qualche assemblea e non avevo problemi a parlare di fronte a tante persone...e poi magari se mi trovavo a parlare faccia a faccia con una persona sola ritornavo il super timido di sempre!

Oppure quando lavoro mi trovo a parlare con tante persone ma sono abbastanza a mio agio, però anche lì quando si scende nel personale mi blocco .

a voi succede/è successo?
ne stavo parlando giusto ieri in un mio thread....
nell'ambiente scolastico non riesco quasi a sbloccarmi (se non con le persone con cui ho già confidenza)....è tutto inutile...

al di fuori...sono tutta un'altra persona...

tante volte a scuola quasi no nriesco a guardare in volto le altre persone perchè non ho nulla da dire x attaccare discorso...

le incontro x caso fuori (e anche se abbiamo un rapporto solamente formale di un "ciao" e stop) e mi scateno....

anzi...credo quasi che i miei problemi di silenzio eccessivo dipendono soprattutto dall'ambiente scolastico che lo ritengo formale e costrittivo quanto l'ambiente familiare...e infatti in entrambi gli ambienti sono più inibito del normale...
30-01-2009 02:36
ele81 Aaaah, era trombare...
30-01-2009 02:26
JohnReds2
Quote:
Originariamente inviata da ele81
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Originariamente inviata da Foalooke
Quote:
Originariamente inviata da ele81
Quote:
Originariamente inviata da CapitanFobic
brutta cosa la timidezza selettiva
come quelli che non possono lavorare e studiare, ma non han problemi a *****are, poverini, massimo rispetto per il loro dramma

Non hanno problemi a far che ?
Scopare?
C'è una a di troppo
Foalooke, sei volgave :P
30-01-2009 02:23
ele81
Quote:
Originariamente inviata da Foalooke
Quote:
Originariamente inviata da ele81
Quote:
Originariamente inviata da CapitanFobic
brutta cosa la timidezza selettiva
come quelli che non possono lavorare e studiare, ma non han problemi a *****are, poverini, massimo rispetto per il loro dramma

Non hanno problemi a far che ?
Scopare?
C'è una a di troppo
30-01-2009 02:22
CapitanFobic nun se po' scrive
30-01-2009 02:21
ele81
Quote:
Originariamente inviata da CapitanFobic
brutta cosa la timidezza selettiva
come quelli che non possono lavorare e studiare, ma non han problemi a *****are, poverini, massimo rispetto per il loro dramma

Non hanno problemi a far che ?
30-01-2009 02:16
CapitanFobic brutta cosa la timidezza selettiva
come quelli che non possono lavorare e studiare, ma non han problemi a *****are, poverini, massimo rispetto per il loro dramma
30-01-2009 02:13
JohnReds2 Oggi ho avuto la conferma. In ambiti che non siano emotivi o legati al divertimento, ho molto più coraggio di tanti estroversi e persone disinvolte socialmente. Quando si tratta di abbordare una ragazza o anche solo essere "di compagnia" durante una serata, divento un'interessantissima mummia... :roll:
11-08-2008 20:57
TristanII
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Originariamente inviata da JohnReds
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esattamente, la stranezza dov'è che starebbe?
Se la domanda è riferita a quelli come me, la stranezza c'è eccome: nella contraddizione che siamo sicuri di noi davanti a tante persone, e in altre , magari a parlare con poche, siamo timidi-->il contrario di come "in teoria" dovrebbe essere, come ad esempio nel caso di capitan marvel.
La contraddizione non c'è. La discriminante non è il numero di persone ma cosa si fa e si pensa di essere tenuti a fare, di fronte a quelle persone.
Al lavoro in genere si ha un ruolo ben definito che comporta un certo tipo di aspettative, già inscritte nella mansione che si svolge.
Ad una festa, o qualsiasi altro evento poco stutturato (dove non è previsto ricoprire rigidamente un ruolo specifico), entrano in gioco altre abilità - quelle sociali - delle quali com'è noto di solito difettiamo (fondamentalmente perché poco allenate). Tutte le volte che spostiamo l'attenzione dal "compito" che abbiamo da svolgere ad altri eventi accessori, ci viene l'ansia.
Non ti dico niente di nuovo, tu stesso del resto lo dici più volte e anche capitan marvel sta parlando della stessa cosa.

Non penso di sbagliare neanche molto se dico che in linea di massima funziona così per tutti, anche per i meno timidi (per questo non ci trovo nulla di così trascendentale). Noi però siamo degli esageroni.
11-08-2008 17:16
JohnReds2 Si, probabilmente la tua è la spiegazione più sensata :?
11-08-2008 15:33
JohnReds
Quote:
esattamente, la stranezza dov'è che starebbe?
Se la domanda è riferita a quelli come me, la stranezza c'è eccome: nella contraddizione che siamo sicuri di noi davanti a tante persone, e in altre , magari a parlare con poche, siamo timidi-->il contrario di come "in teoria" dovrebbe essere, come ad esempio nel caso di capitan marvel.
11-08-2008 14:49
TristanII Domanda marzulliana (anche un filo eretica): esattamente, la stranezza dov'è che starebbe?
11-08-2008 13:40
captainmarvel per me è il contrario: non ho troppe difficoltà ad interagire con una persona alla volta, ma quando sono davanti ad un po di gente l'ansia mi blocca, mi sudano le ascelle, inizio ad incespicare sulle parole, il tono di voce mi sale di 4 ottave tanto che sembro un cantante power metal.
ovviamente dipende dal grado di aspettativa di una conversazione: se sono ad un colloquio di lavoro la tensione si fa sentire, se scambio qualche parola con l'edicolante allora è tutto ok.
11-08-2008 10:58
dreamday Anche a me capita lo stesso problema, la mia timidezza nasce maggiormente quando devo parlare o comunque interagire con un gruppo di persone nuove che i miei amici conoscono da tempo. Io mi sento come un pesce fuor d'acqua, e mi blocco non parlando quasi mai ottenendo l'esclusione di fatto dal gruppo.
Invece se le conoscenze partono da zero dove non conosco nessuno e l'ambiente e le circostanze favorevoli riesco a diventare un estroverso, infatti mi è capitata una cosa simile tempo fa e gli amici non ci credevano che ero timido!!!
Un'altra costante che mi fa scendere nell'introversione è dovuta al fatto che molti ragazzi/e per approcciare tirino in ballo il personale e quindi lì cado proprio dalle nuvole. Certe situazioni tipo andare in discoteca o cose simili io non le faccio da anni e quindi mi sento davvero l'uomo della preistoria allora invento qualcosa di credibile che già dal tono di voce con cui lo dico uno se ne accorge che è una cavolata ed il rapporto si incrina...
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