questo topic segregato in "Forum Altri Temi per Adulti" è una metafora perfetta di ciò che ho scritto
06-09-2014 13:06
Allocco
Re: La confortevole idea della morte
Quote:
Originariamente inviata da Aree
l'idea della morte mi sembra una scorciatoia valida e razionale.
Beh, più che scorciatoia, un capolinea. morire non accorcia niente per te, ma interrompe il flusso della tua coscienza in questo universo (sempre ammesso che non continui, in modi mistici o chissà che altro, ma ormai ciò si tende ad escluderlo..)
Per quanto mi riguarda, l'idea della morte non mi conforta.
Sono fortunato perché so che morire in fondo non è la fine, e il mio corpo tornerà ad essere infinite altre cose all'infinito, quindi tutto sommato è un passaggio "nobilizzante" perché mi diffonderà all'infinito per l'universo.
Però mi dispiacerebbe perdere la mia coscienza. Nel senso che mi piace averla, e poter sperimentare sensazioni, sentimenti e pensieri in prima persona e nel modo in cui lo faccio.
Detto ciò, se le sensazioni, i sentimenti e i pensieri fossero talmente tremendi da generare una sofferenza continua al di là della capacità di sopportazione, capirei anche la preferenza per la morte.
06-09-2014 12:43
Aree
La confortevole idea della morte
Spesso penso di non essere fatta per vivere, che probabilmente morirò presto, ma voglio parlare dell'idea di morire, quando le cose mi sembrano troppo difficili, o io non mi sento in grado di affrontarle data la mia instabilità generale l'idea della morte mi sembra una scorciatoia valida e razionale.
Vorrei capire se una persona che tollera l'idea della morte che pensa "potrei morire anche domani" è una persona depressa.
Negli ultimi due-tre anni ho relativamente cambiato la mia vita (non chi in fondo sono), c'è stato un momento di fortissimo slancio iniziale in cui mi sono sentita carica e avevo voglia di vivere, di vivermi le persone, le situazioni, le occasioni, mi sono sentita ottimista e per un po' ho messo da parte il mio incombente pessimismo.
Poi man mano come previsto la situazione si è equilibrata e quella parte è ritornata ma è comunque stata sotto controllo, in linea di massima lo è ancora.
Ovviamente ci sono momenti in cui mi sento sopraffatta dalle cose e dalle situazioni quindi come ho già detto reagisco in modo molto diverso data la mia instabilità, ma di base (come ho già scritto in un vecchio tipic) la tristezza resta, e io mi sento condannata a morire triste.
Detto questo l'idea della morte non mi inquieta, spesso mi da un senso di tranquillità l'idea che tutto finisca, tutto si semplifichi, e che io non debba dannarmi per fare le cose come vanno fatte, cercando di controllare la mia tendenza a farmi travolgere dalle emozioni (generalmente negative), ecco questa è una cosa che mi opprime è uno sforzo costante, sarà ignoranza emotiva ma io faccio difficoltà a gestirmi, a tracciare dei limiti, imporre dei paletti alla mia testa e ai pensieri,
mi piace pensare, infilarmi in vicoli oscuri e perdere la via d'uscita, pensare "e quindi?" fare altri pensieri e sentire le mani sudate.
Ma alla fine sono solo pensieri e la realtà non mi fa sentire così libera di sentirmi instabile, di lasciarmi al caso e cambiare decisioni in poco tempo.
La realtà mi soffoca, mi costringe, e l'idea della morte non mi spaventa, mi conforta.