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Discussione: Una strada lunga? Come la affrontate? Rispondi alla discussione
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29-01-2014 00:05
ANTIMATERIA
Re: Una strada lunga? Come la affrontate?

Quando sei in stallo devi superare quello che ti tortura, accettarlo non è sufficiente.

Cosa è l'accettazione in fondo?

L'accettazione è la consapevolezza di un problema, non la sua soluzione.

Vuol dire che il tuo obiettivo fotografico, la tua mente, si è focalizzata nella giusta direzione.

Hai visto dove dovevi guardare.

Non è neanche detto che questa fase faccia stare meglio, anzi.

Superare una problematica è un altro paio di maniche, un lavoro grosso.

Ricette non ce ne sono, quello che si dovrebbe riuscicre a fare è trasformare qualcosa di negativo in positivo.
28-01-2014 23:57
gimmeocean
Re: Una strada lunga? Come la affrontate?

Ciao,
bella discussione....vedi io a differenza tua non riesco a decidermi al grande passo dell'analisi, sono convinta che mi farebbe bene ma mi terrorizza e rimando. Quindi tu, da come parli, da quello che sento stai GIA' affrontando la cosa.

Anche nel mio caso nel corso degli anni sono passata da diversi stati d'animo, attualmente sono nel più divertente: la disperazione!!! ( ma si..ridiamoci sù ogni tanto!). Al momento io evito, evito, evito. E' vero che è sbagliato, ma è vera anche un'altra cosa: quando non ho evitato, auto-convincendomi che si trattava solo di ansia anticipatoria ed è andata male (ho avuto effettivamente crisi di panico con manifestazioni evidenti ed evidentissima a tutti gli astanti!) poi è stato peggio, assai.

Io ho difficoltà a firmare documenti, mi trema troppo la mano, non posso. L'altra mattina dovevo fare una visita medica importante ma non mi andava, mi sentivo già depressa, ansiosa, sentivo che stava per succedermi qualcosa. Mia madre mi ha costretta ad andare. Sono andata, e mi hanno tirato fuori una bella scheda da compilare. Morale della favola? Crisi di panico! Non riuscivo a firmare, mi misurano la pressione due volte ed era alle stelle. Il medico mi ha detto di tornarmene a casa e tornare un'altra volta. Non sono più tornata, se torno devo firmare, se mi è successo mi succederà di nuovo perchè sarò nello stesso studio, con le stesse persone, mi risentirò allo stesso modo.
Come lo devo affrontare? Non lo so, come? Mi piacerebbe avere una risposta.
28-10-2012 20:15
Vanitas
Re: Una strada lunga? Come la affrontate?

tl;dr
_______________
28-10-2012 20:14
Halastor
Re: Una strada lunga? Come la affrontate?

Io sono abbastanza per quella scuola di pensiero dell' "accettarlo". Ma accettarlo non significa "non risolverlo" o conviverci. Siccome sembra una situazione che si autoalimenta, forse potresti togliergli gli alimenti alla base. Mi spiego: se tu ipoteticamente accettassi il fatto di avere attacchi di panico in pubblico... può sembrare assurdo ma se riuscissi ad accettare il fatto che capiti e non lo vedessi come un problema... e riuscissi a non curarti più di cosa pensano gli altri. Superare insomma l'imbarazzo e la paura di ciò che ne pensano gli altri.. li avresti ancora? Secondo me.. dopo un po' non ne avresti più. Perchè è come se affrontassi la paura e ne uscissi. Alcune paure non passano fino a quando (di solito per disperazione) non ci si butta proprio in mezzo a ciò che fa paura.. e sopravvivendo al peggio la paura se ne va. Invece più sfuggi più ne hai paura. Più temi che succeda quando sei con gli altri più è probabile che succeda.
28-10-2012 19:54
Jokerfs
Una strada lunga? Come la affrontate?

Buonasera cari navigatori.. Torno qui dopo tanto tempo che non scrivo (e leggo poco) per fare il punto della situazione. Sono passati più o meno due anni da quando i miei attacchi di panico hanno iniziato a diventare più frequenti (prima si può dire che, anche se c'erano episodi di timidezza, non avevano questa forza) e sono due anni che lotto, nel verissimo senso della parola, con il mio disturbo.

Tra alti e bassi, affiancato da uno psicologo e tra periodi in cui i miei stati d'animo mutavano tra forza d'animo, depressione, voglia di uscirne, rassegnazione, voglia di scappare e via dicendo siamo ad oggi.

Alcune situazioni le ho superate. Ma non è mai detta l'ultima parola. Saprete che anche entrare in un negozio per provare qualcosa, rivedere un vecchio amico, situazioni a stretto contatto con l'altro sesso o esprimere una propria idea non condivisa può essere terribile per chi ha questo disagio. Più si cerca di capirlo, più non ci si capisce niente.

Ad oggi non saprei sinceramente fare il punto della situazione. Ho come l'idea che a volte riesce difficile fare un confronto tra cosa pensavo prima, in alcune situazioni, e cosa provo ora. Ho ancora a volte ansia anticipatoria, a volte no. Certe volte basterebbe che i miei disagi non venissero notati, altre volte vorrei semplicemente evitare anche che sparissero i sintomi meno evidenti (tremori e batticuore) e godermi il momento.

Nel corso degli anni mi sono andato a cercare le situazioni di disagio, per affrontarle. Altrimenti, ci sarebbe stato un continuo evitamento.

Ad oggi ho capito una cosa: il mio psicologo ha ragione a parlare di autostima principalmente, ma a volte questa parola mi risulta davvero vuota.. Io lotto contro il mio disagio, ma non so nemmeno perchè, alla fine... E penso: non è che ognuno di noi deve trovare il suo modo di uscirne? Voi come lo cercate, OGGI mentre affrontate il vostro disagio questo modo? Alla fine i trucchetti sulla respirazione e i calmanti servono se nn affrontiamo interiormente questo problema? E quanta forza e sacrifici ci vogliono per farlo?

Evitate o cercate di capire se il disagio che vi assale ha qualche motivazione interiore che va capita e affrontata?

Io ho recentemente capito che non posso ignorarlo o convivere con questo disagio. Non posso "accettarlo" come propongono alcune scuole di pensiero del settore. Ma capire come andare avanti e come buttare il cuore oltre l'ostacolo è davvero difficile. Voi cosa fate giorno per giorno, per capirvi? Provate a farlo?

Spero che le domande non vi sovrastino come stanno facendo con me...

a voi la parola.



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