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Discussione: travolta da insoliti pensieri...come uscirne? Rispondi alla discussione
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06-12-2013 19:53
ANTIMATERIA
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Oltre il muro di carne esita la mente,

si arresta lo sguardo, nell'immobile orrizzonte.



Palpitante sospiro dall'angoscia oppresso,

il cielo è un campo di sangue che imbrunisce.



Incerti sono i termini della proprietà del tempo mentre stinge,

aleggia il sospetto dell'inganno impunito, la pena inflitta dalla scomparsa.



Esiste una profezia nella sentenza della luce,

nei respiri affannosi della fuga nella notte.



Mentre striscia il pensiero nella ressa demente,

si fa largo nella percezione sanguinante la tempra da bestia feroce.



l'ignobile rumore della catena interiore che imbriglia il cane rabbioso,

spezza la schiena a qualunque sorriso di circostanza.



La carne rossa diventa la bianca vestigia di uno spettro,

ti assolvi nella condanna di giornata con una buona sferzata di cattivo umore.



Indossi la pelle dell'uomo, mentre predichi una verità da animale,

e vegeti di sensazioni opprimenti nelle tenebre dei sospiri.



La mente riversa l'angoscia nella botte, come l'oste usa fare con il vino,

cola sangue omicida nel presente quando l'agonia prende il posto dei dodici commensali.



L'angoscia accompagna la tua carne al binario morto dei perdenti,

nei bassifondi dove i miserabili vegliano sui loro sogni scompaginati.



Sopravvivi alla notte da insonni, il cuore ha dieci ore di vita in eccesso,

sopravvivi, corri, fuggi spaventato.


Non attecchisce neanche l'ironia alle pareti di colla del pensiero.
06-12-2013 15:38
_Alilah_
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Quote:
Originariamente inviata da in the deepest Visualizza il messaggio
anch'io ho questo problema.
Delle volte non riesco proprio ad uscirne e in quei momenti è davvero brutta la faccenda.
è come se fossi momentaneamente handicappata. Poi tento di distrarmi, a volte con risultati pietosi, altre volte riuscendo nell'intento e sentendomi meglio, però è una cosa tremenda, la più brutta in assoluto, anche perché non è distraendosi che le cose cambiano..è come tappare momentaneamente un buco, che sai che si ripresenterà con una certa cadenza.
Almeno per me è così, poi non so per gli altri.

La prima cosa da fare è interrompere il loop distraendosi e facendo quello che ti va di fare, quello che allevia la sofferenza, l'angoscia. Poi a mente rilassata devi riprendere il discorso ed analizzarlo.
Sono percorsi complicati, stressanti, addirittura debilitanti, però vanno affrontati.

Aggiungo che la particolarità di vedere tutto nero è anche una mia prerogativa: si tratta di effettuare una scissione, nulla di più. Non è una condizione che rimanda ad un giusto esame di realtà....non è mai vero che nella vita è tutto nero (ho fatto anche una rima :-)
Hai una figura professionale alla quale appoggiarti? spero ardentemente di sì.
purtroppo no, ho fatto sempre tutto da sola, senza chiedere l'aiuto a nessuno. al massimo, ne parlo con chi si trova a dover affrontare con me lo stesso problema e può darmi la sua versione dei fatti o consigliarmi su come lui/lei affrontano la cosa. così, intanto cerco di farlo anche io...se non ci riesco cerco altre strade risolutive.
cmq é verissima la metafora del buco tappato che si ripresenta con una certa cadenza. si spera solo che con il tempo e l'esperienza si possa imparare ad affrontarlo sempre meglio e non lasciare che ci trascini con sé.
06-12-2013 15:38
ANTIMATERIA
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Forse è l'evoluzione di un disagio semplicemente.

Ricordo ancora la prima volta che ho scoperto che l'angoscia non fosse una sensazione conosciuta dagli altri.

Avevo 19 anni circa, angosciato perennemente da 3 anni.

Parlando con una amica ho scoperto che non sapeva neanche cosa fosse, mentre io l'avevo sempre dentro, continuamente, a divorarmi.

Pensai di avere qualcosa in più, e non in meno.

Credo che l'angoscia sia la rappresentazione fisica di sensazioni che assorbi a livello latente, percezioni, visioni, contatti con le altre anime.

E' una parte di mente che compie il lavoro di una spugna che capta i pensieri che ti arrivano in una visione amplificata della realtà.

Queste percezioni devono essere molto utili, sono un chiaro segnale di allarme, che ti dovrebbero imporre di riconsiderare la tua filosofia, il modo in cui divori l'aria, ma ti arrivano troppo in fretta per poterle gestire in maniera creativa, finsici per evitare la visione angosciante invece di abbracciarla nelle sue conseguenze.

Si tende a soccombere nel breve periodo, per carenza di capacità cognitive necessarie a gestire il flusso di coscienza e l'intuizione, ma poi, a mente lucida, per quei fortunati che riescono ancora a ritornare materia che scorre, l'angoscia apre un mondo di pensieri e di possbilità espressive che possono portarti vicino alle tue dinamiche sotterranee.
06-12-2013 15:07
in the deepest
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

anch'io ho questo problema.
Delle volte non riesco proprio ad uscirne e in quei momenti è davvero brutta la faccenda.
è come se fossi momentaneamente handicappata. Poi tento di distrarmi, a volte con risultati pietosi, altre volte riuscendo nell'intento e sentendomi meglio, però è una cosa tremenda, la più brutta in assoluto, anche perché non è distraendosi che le cose cambiano..è come tappare momentaneamente un buco, che sai che si ripresenterà con una certa cadenza.
Almeno per me è così, poi non so per gli altri.

La prima cosa da fare è interrompere il loop distraendosi e facendo quello che ti va di fare, quello che allevia la sofferenza, l'angoscia. Poi a mente rilassata devi riprendere il discorso ed analizzarlo.
Sono percorsi complicati, stressanti, addirittura debilitanti, però vanno affrontati.

Aggiungo che la particolarità di vedere tutto nero è anche una mia prerogativa: si tratta di effettuare una scissione, nulla di più. Non è una condizione che rimanda ad un giusto esame di realtà....non è mai vero che nella vita è tutto nero (ho fatto anche una rima :-)
Hai una figura professionale alla quale appoggiarti? spero ardentemente di sì.
06-12-2013 11:40
Hal86
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Mi sono perso quando si è passati dai greci agli assiri, dai babilonesi alla filosofìa alla storia dell'arte, dagli alieni ai chupacabras, dai chupacabras alle foglie di palma che ti predicono la vita.
06-12-2013 11:32
_Alilah_
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Mi chiedo:.ma quanto tempo libero avere per scrivere sti temi? O.o



Quote:
Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
*.* passiamo dalla malinconia alla pucciositá...questa è corruzione bella e buona!
06-12-2013 02:41
ANTIMATERIA
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Ma guarda, non conosco i tuoi dubbi, le tue incertezze, se vuoi esporli anche privatamente posso dirti cosa ne penso.

Però vedi male, o almeno non è quello che vedo io.

Non c'è molta felicità, è qualcosa di veramente utopistico, non credo che i greci per esempio l'avrebbero neanche potuta immaginare, poichè ti richiede di uscire dal seminato della realtà ed andare nell'utopia di una qualche dicotomia paradiso/inferno, condanna/assoluzione, rivoltare questa roba cristiana in senso politico come per tutte le escatologie di rivalsa comuniste o le fantasie del paradiso in terra del positivismo scientifico e compagnia bella, roba cristiana.

E non lo dico con risentimento: il cristianesimo lo adoro, è la nostra cultura occidentale, ha permesso questo progresso, ma è pur sempre una ideologia e si presta a modificare il pensiero in tal senso.

Quando pensi, pensi in modo cristiano (lineare . causa/effetto).

La realtà è dominata da una natura che puoi solo accettare nelle sue conseguenze ineluttabili, un ciclo infinito di vita e morte, sconfitte e vittorie, nessuno ha colpe.

Ci sono giornate no, e giornate buone dove si sta bene, e forse è giusto così, insomma è la natura stessa che dona la vita, ma è anche crudele, spietata.

La gente sopravvive, stringe i denti.

Non potrà mai essere felice, se quello che è considerata felicità e ciò che ha un altro e che devi invidiare, o possedere l'illimitato.

Te lo fanno credere, ti mettono la carota perchè tu la rincorra.

E la gente mente: mente sui suoi disagi, nasconde la rabbia, l'odio, l'invidia, il risentimento.

Mente perchè non si fida del prossimo, mente perchè glielo insegnano, mente perchè si inganna per non mettersi in discussione, mente perchè non ha valore la verità.

Nonostante Cristo non abbia detto altro che: devi dire si o no.

Se passasse il concetto di essere veri, spontanei, di non nascondersi, qualsiasi cosa si abbia dentro, anche la più truce, balzeremmo in avanti di millenni.

Credi che ci vorebbe la magistratura o un tortuoso percorso storico, panegirici di intelltuali, se un politico ammettesse di essere un ladro, un venduto, un servo dei poteri forti? lo confessasse a se stesso e agli altri per amore della verità?

Non servirebbe altro.

E molto probabile che ci siano persone felici, una minoranza di privilegiati e persone dotate di un equlibrio incredibile frutto di un percorso spirituale.

Non tutti hanno percorso un viaggio corretto per loro e non tutti possono permettersi di fare quello che desiderano, di vivere dignitosamente, si è costretti a competere per il minimo indispensabile, c'è una grande paura di fondo.

La società nasce dal terrore della natura e dell'ignoto e ancora oggi è retta dalla paura: dallo spettro della catastrofe economica, della necessità che esista la disoccupazione, la mobilità forzata affinchè si bilancino i salari e non si generi inflazione (milton friedman), o dalla paura della guerra fredda, del terrorismo.

Paure inventate suppongo, create ad arte per farci stare in questa società e non in una diversa da costruire tutti insieme, divulgate come cataclismi al telegiornale serale, mentre fuori le stelle danzano serene nel cielo e non c'è nessun sigillo aperto per l'apocalisse.

Per questo sono critico, perchè poi alla fine le risorse e l'intelligenza per evitare una infinità di sofferenze (e più che noi basta pensare a cosa abbiamo fatto al terzo mondo) l'abbiamo già conquistata, però si preferisce avere una sorta di selezione vita natural durante del più idoneo a stringere i denti, perenemmente nel panico e nel terrore di morire, di finire nell'indigenza, nell'emarginazione.

E' del tutto normale che in questa maniera si diventi cattivi, si sivluppino delle caratteristiche predatorie pur di avere una fetta di torta, è il sistema, sei obbligato.

La maggior parte delle persone si allinea al sistema dominante, qualunque sia, fascismi e nazismi compresi.

ll motivo per cui lo fa è che come esseri umani noi siamo portati a vivere nella società, abbiamo paura di stare soli, è una paura ancestrale e allinearci risolve questo conflitto, è consolatorio, permette di sapere cosa devi fare, in cosa credere, cosa pensare, come vivere.

Il potere pensa a noi, ci nutre, ci difende.

A sfavore di qualsiasi utopia (che tende a vedere tutti contenti e allineati nella mascherata e nei compiti da automi della rappresentazione utopistica) , c'è il fatto che alcuni individui invece non si allineano, perchè amano andare controcorrente, perchè sono anarchici, perchè qualcosa non ha funzionato nel rapporto con la società, perchè sono curiosi, ribelli, quello che ti pare.

Questa situazione esisterà per sempre: un individuo conserva (anche quando la società è progressista come la nostra attuale), un altro pone in dicussione i valori accettati come reali.

Ad ogni modo, fa comodo a chi ha il potere creare questa situazione di oggi che è immotivatamente competitiva e monotematica, non è diverso dai tempi antichi, ma oggi è necessario un lavoro veramente incessante di condizionamento per reggerlo.

La società orwelliana, ci finiremo come alice nella tana del bianconiglio.

Se tu hai ambizione di integrarti, non hai altra strada che farti un pelle cattiva, abbastanza menefreghista, mettere il pensiero da parte e più ti fai questa scorza e meglio ti ci trovi, ma non è necessaria sicuramente per le capacità tecniche e mentali dell'uomo moderno.

Non è necessario neanche il denaro oggi: noi potremmo semplicemente dare alla società, quindi a tutti, parte del nostro tempo e delle nostra capacità perchè si sviluppi armonia e benessere, senza che qualcuno si arricchisca e ne consegua un potere non solo di possedere la vita delle persone, ma anche di decretare la direzione che la società deve intraprendere a nome di tutti.

Per quale motivo un medico che vuole fare del bene e curare un paziente, non dovrebbe volerlo fare, averne soddisfazione anche senza denaro?

Per quale motivo uno scienziato non dovrebbe voler scopire i funzionamenti della natura?

Perchè un insegnante non dovrebbe voler trasmettere conoscenza?

Perchè un contadino non dovrebbe voler coltivare la terra e mangiarne i frutti con la sua famiglia?

Lo sai cosa noteremmo? che chi ha il potere oggi, chi ha il denaro, in realtà non sa fare nulla, non serve a nulla, questo noteremmo.

Voglio approfondire un ragionameto, partendo da un tuo ottimo spunto.

Tu dici che se uno pensa una cosa è perchè ha una sua visione di questa cosa, e gli fa comodo credere in questa percezione.

E' un ragionamento corretto scientificamente, ma anche influenzato dalla natura relativistica del nostro pensiero, che sminuisce la realtà, confonde oltremodo il soggetto e l'oggetto e non si crogiola nella filosofia quanto potrebbe.

Se io, per fare un esempio concreto e banale, non amo andare in un posto affollato perchè ne ho disagio, ne conseguo che qualunque meditazione a riguardo, elaborazione ne faccia, è una invenzione della mia mente.

Questo è, dal punto di vista del pensiero relativistico, vero.

Tanto che io, cronologicamente, prima ho il disagio, poi elaboro questo disagio in un a fantasia, e poi mi ci aggrappo per giustificare il disagio stesso o l'evitazione.

Però potrei giungere allo stesso ragionamento su qualsiasi cosa, ed è questo il problema del relativismo (è utile?).

Non uccido perchè immagino uno schema, non rubo perchè immagino uno schema, non penso una cosa o l'esatto opposto perchè immagino uno schema.

Il fatto è che l'essere umano ha proprio negli schemi la sua forza di natura sociale, di suo, al naturale, ha alcune pulsioni che non sono minimamente paragonabili agli istinti degli animali.

Di suo, l'essere umano non vale nulla.

Ciò che ha valore nell'uomo è esattamente ciò che immagina.

Egli è completamente succube degli insegnamenti sociali, di quanto interiorizza o meno a livello di coscienza o super io, e poi delle elaborazioni che egli fa nella vita, sia in termini di critica, di autocritica, di percorsi intellettuali.

Questo premesso, io potrei da un lato, nel mio esempio, vederla come una scelta di vita, comprendendo che nessuno mi può dire giusta o sbagliata se non il mio gusto e la mia sensibilità ed accettarla semplicemente, come potrei ribaltare la riflessione e chiedermi perchè sia così interessante destrutturare la mia scelta fino ad arrivare a conglierne i confini labili dei miei riferimenti personali in termini relativisti, o non piuttosto interrogarmi sul perchè non sia relativo anche semplicemente chiederselo.

Mi avvilupperei in una spirale autoreferenziale, poichè se l'orgine dello schema è uno schema a sua volta, io non potrei mai arrivare ad altra conseguenza che nell'inconscio una qualsiasi elaborazione è vera e falsa contemporaneamente.

Freud: “In fondo, nessuno crede alla propria morte, o, il che è lo stesso, ciascuno è inconsciamente convinto della propria immortalità”

Perchè io non dorevi vedere in me talenti, doni, caratteristiche?

Forse che gli altri compiono questo balzo di comisserazione per ogni cosa che pensano o rifuggono?

Forse che si interrogano minimante di quello che fanno?

Tu hai mai riflettuto di cosa voglia dire essere sensibili?
quale talento sia, quale pregio?

quanto ti può essere utile per parlare con gli altri, per capirli, per essere tollerante, indulgente con chi soffre invece di averne schifo, ribrezzo, paura?

E un dono, che devi sapere usare, coltivare con lo studio, con la filosofia, con l'arte, difendendo la tua umanità.

Certamente che è più difficle che si noti, nessuno lo vedrà di primo acchito, ti devono conoscere, si vede nel momento del bisogno, nei momenti di intimità, ma se lo vuoi mostrare, se la si smette di condannarsi per non essere diversi da quello che siamo, le persone lo notano e ti apprezzano per come sei.
06-12-2013 01:51
_Alilah_
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Quote:
Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
Un conto è riflettere sulle cose e un conto è il trip nostalgico/potrebbe-essere-diverso... la realtà è questa sia che la si accetti o meno, quello che si può fare è rimboccarsi le maniche e vedere cosa si può fare, tenendo conto che è un operazione sempre più difficile man mano che ci si pompa un qualche trip depressivo... magari puoi provare appena tornata da lavoro a non lasciarti andare a queste cose, avere subito altre cose da fare... non penso sia esattamente vero che "appena mi fermo sono persa", ci sarà comunque un momento in cui la cosa parte ma non è ancora diventata così pesante, è lì che devi muoverti, non quando ormai sei intrippata.

http://www.youtube.com/watch?v=AgzBUi35u-o
la storia infinita *.*
oh però, che triste sto video!


ok, OT per stemperare un pò il tono spirituale/filosofico che aveva preso la discussione.

lo so che non vi interessa, ma...sto un pò meglio ultimamente.
05-12-2013 15:59
ANTIMATERIA
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Hai ragione ho divagato, non ricordo più la tematica a dire il vero e forse ho smarrito subito le buone intenzioni

E' perchè sto scrivendo, un po' come fa Melvin, dei mie 4 anni di depressione, e insomma avevo queste meditazioni, a me non pesano, pensarle e vedere cosa salta fuori nelle pagine bianche non mi pare da pazzi.

Io sono abbastanza introverso e mi piace esserlo, ma non mi costa nulla essere estroverso all'estremo.

Mentre qui la tematica principale è che gli utenti del forum non vogliono essere introversi e lo sono.

Però forse sono pensieri negativi, hai fatto bene a dirlo, bravo.

E' pieno di gente intelligente in questo forum, ci ho messo anni ad arrivare al vostro livello di consapevolezza.

Il fatto è che io ho un percorso in cui ho superato tutte queste difficoltà di cui parlate, mi sono inserito nella società, ho superato la timidezza, ho superato l'insicurezza, ho avuto amici, relazioni sentimentali, cose bellissime che io vi auguro di avere e sono certo che le avrete.

Ci vuole grinta, un desiderio di dimostrare a se stessi e agli altri che si vale qualcosa, ambizione per certi versi, volontà, una volontà totale di superare il proprio limite.

La depressione però mi ha sempre accompagnato, la percepivo in questi continui sbalzi di introversione ed estroversione, scompensi chimici continui, e alla fine mi ha temporanemante sconfitto, non sarei qui se non avessi da imparare da tutti voi, se non avessi sentito che non ho mai avuto la possbilità di parlare di queste cose tutto sommato.

Sono tappe diverse della mia vita, due vite in effetti o tre (se si conta l'inizio della mia vita), per meglio dire.

Nella prima fase, quella della giovinezza io ho vinto questa battaglia che voi lottate, l'ho vinta.

In una seconda fase la depressione mi ha raggiunto (e avevo 34 anni), ma io non credo che sia qualcosa che debba capitare a tutti, e in ogni modo con il mio percorso l'ho allontanata per quasi 15 anni, forse è arrivata a colpirmi meno duramente, forse non sono stato vigile e attento come prima, inoltre confido di stare meglio un giorno, non è mica finita la vita, anzi, sono sicuro di poter stare meglio, penso che questa sia una lezione che dovevo ricevere nella vita, io mi sento già meglio.

Considera che per quasi 4 anni non riuscivo a pensare, a concentrarmi, ora va meglio, sono contento.

Ma quello che è capitato a me, non deve capitare a voi, perchè mai?

Voi siete in quella fase che per me è stata la fase del riscatto, dove ho trionfato alla grande, ed ero messo malissimo, una condzione drammatica assolutamente, perchè non avevo solo una marea di fobie e problemi piscologici, ma anche percorso una strada folle e masochista per affrontarli.

A volte penso a quello che ho fatto, ed è semplicemente incredibile.

La mia rabbia oggi, è proprio la frustrazione di non avere più quella forza, quella voglia di vivere che mi ha permesso di superarmi continuamente.

La depressione è questa mancanza di forza, non il mondo esterno in effetti, ma ti assicuro che non c'è più differenza tra il mondo interiore e quello esteriore quando arrivi a certe sensazioni ed di questo che sto scrivendo.

Ora, io di questo mostro che è la depressione confesso che ho paura, perchè mi ha colpito così forte che non mi ha permesso di reagire questa volta, e non è qualcosa che colpisce la mente giovane, ma quella dell'adulto, ti aggredisce a mano a mano che perdi la giovinezza e la speranza e la volontà che la contraddistingue, per questo la trovo anche interessante, affascinante da comprendere.

Ritengo, e sono abbastanza sicuro, che scirvere della depressione la imprigioni, me ne prendo beffe, la schernisco, la fotto nel vero senso della parola.

Non avrà la mia vita, ci puoi mettere la mano sul fuoco.
05-12-2013 01:49
ANTIMATERIA
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Quote:
Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
Prima le tue parole mi sembravano quelle di un sedicenne ingenuo, ora leggendo qualche tuo post mi sembra di cogliere una maturità ben diversa, ma non so se sia così o se semplicemente la tua è una esposizione elegante delle cose a cui "ti piace credere"...

Ovvero: sei in qualche modo andato avanti rispetto al bruto medio dei nostri tempi oppure partendo da una posizione psicologicamente svantaggiata hai solo sviluppato delle teorie per cercare di nascondere a te stesso questo svantaggio?

In ogni caso questo parlare spesso male della società è un vizio (un piacere?) in cui anche a me piace indulgere, ma di cui metto fortemente in dubbio l'utilità per noi, adesso.

E mi chiedo perchè colpevolizzare ritmi lavorativi che comunque sono blandi rispetto alle potenzialità dell'essere umano o ipotizzare che non si possa trarre felicità da qualsiasi attività, fosse anche il lavoro in miniera.
Questo è forse espressione di un maggiore contatto con la propria natura e quindi una maggiore capacità di sentire la discordanza verso le richieste della società o è espressione di pigrizia?
Non mi sento svantaggiato.

Il vantaggio e lo svantaggio di una persona ha senso, ammesso che ne abbia in ogni caso, soltanto rispetto ad un sistema di riferimento.

Nella vita, come tutti immagino, sono avvantaggiato dalle mie caratteristiche in certi settori e campi e svantaggiato in altri.

Il vedervi condannati a prescindere in ogni campo dell'esistenza è una visione che dovreste superare, è completamente irrealistica, io direi che il fatto stesso di essere "inetti" in un settore vi colloca immediatamente nella "genialità" di un altro, credo sia una legge matematica della mente umana.

Casomai posso comprendere l'esigenza di volersi bilanciare, e questo è giusto, l'ho fatto con buoni risultati in termini di socialità e obiettivi raggiunti, ma non ho mai dimenticato dove risiede il mio talento, e come ho potuto, vi sono tornato per rifugiarmi, ne avevo bisogno come di una droga, sono malato di questo diritto.

C'è più gusto quando ci si isola nel tempo libero, il pensiero non odora di prigione, credo valesse la pena fingersi rinsaviti.

Indulgere nel pensiero, bella frase.

Forse indulgere nel pensiero è un vizio o una virtù, dipende, la linea è sottile secondo me: di entarmbi abbiamo necessità in fondo e non è detto che siano diversi, potrei dire che forse ciò che in giioventù è virtù diventa nel tempo vizio e viceversa, si contorce inevitabilmente nel suo contrario.

L'utiità è invece una orribile parola.

Fare cose considerate utili non è sentirsi utili e questo è il dilemma, che è poi l'amletico essere o non essere (avere e essere di Fromm).

Che sia più degno patire gli strali, i colpi di balestra della fortuna oltraggiosa, o prendere armi contro un mare di affanni e contrastandoli por fine a tutto?

Come vedi c'è la morte, il nulla nel concetto di shakespeare di libertà e di tragedia.

Poichè i nemici che affronti, il male, la sofferenza, sono vivi e lo saranno sempre, ti sopravviveranno comunque, è la natura umana che è crudele, senza speranza e l'eroe in effetti lotta invano, almeno nella tragedia.

In una visione più ampia, anche Cristo è morto invano, perchè noi non dovremmo almeno vivere altrettanto invano?

L'utilità è un concetto che se il mondo non fosse così ferocemente condannato dalla fagogitazione della tecnica, non ci prenderebbe più di qualche sorriso, mai nella storia si è dato tanto peso a ciò che utile rispetto a ciò che è bello o gradevole o sacro magari.

Perchè? perchè dovremmo essere utili? chi stabilisce cosa è utile? quale visione del futuro abbiamo?

Ciò che è utile non è utile in sè, ma in quanto necessario ad un effetto rimandato nel tempo futuro.

L'utilità è una premessa ad una conseguenza.

Che però manca.

Non ti accorgi che questo periodo relativista, nichilista, ha stabilito e sancito inesorabilmente che non c'è più futuro? non c'è più un progetto sociale? un utopia, un sogno condiviso.

Il futuro è morto.

Il crepuscolo degli Dei ha dato alla luce i suoi frutti crudeli.

Tumolati dalla decadenza che incombe.

L'individuo è un mondo.

Ma il mondo non è l'individuo.

Non possiamo che sperare nella fantasia, nella passione, nella salvezza perchè non ne abbiamo.

Chi di voi crede veramente sia lontana una qualche apocalisse?

E dunque sono d'accordo con te che ogni lavoro è interessante, può essere creativo e prestarsi a soddisfare molti lati della nostra natura, poichè nell'abisso del divenire, costruire qualcosa è meglio che distruggere o stare a guardare l'ignoto che incombe.

Il problema non è affatto il lavoro, ma le persone che lo contaminano, l'abuso di potere, la necessità di annullarti quanto hai fatto di buono, di negarlo, di rivoltarlo, di collocarti in una scala gerarchica in cui anche il tuo pensiero è sottomesso per partito preso.

Credo che oggi si lavori più per questa necessaria esigenza dell'uomo di dominare l'uomo, che per altro.

Non credo di sbagliare sostenendo che inconsciamente il capitalismo è una guerra mascherata, dagli esiti più o meno simili.

Questo ego alimentato a dismisura non pare avere limiti, come la sete di sangue dei tempi antichi.

Qualcuno crede ancora che non abbiamo abbastanza risorse, abbastanza tecnologia, abbastanza macchine per fermarci a riflettere, almeno su quale sia la direzione?

Finisci per non avere le motivazioni che ci potrebbero essere a livello astratto, sei un tassello di una macchina di cui nessuno ha in verità il controllo e il timone e questo più che disturbarti o sconvolgerti, visto il poco che puoi fare, ti impedisce semplicemente di entusiasmarti oltre, se questa è una colpa.

Del come e del quanto entusiasmarti di fantasie sul creato umano, finisca per essere un senso apparente è solo questione di tempo.

L'ingranaggio non possiede senso, e quando lo apprendi, quando lo vedi nella sua crudele forza meccanica, smetti di curartene, di lambiccarti la mente.

La macchina ha vinto sull'uomo, il pensiero utlitario, la riproduzione infinita della macchina stessa.

l'inutile acquisisce un certo fascino a quel punto, per come la vedo io.
04-12-2013 15:32
ANTIMATERIA
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Quote:
Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
Da questo si capisce perchè per te la società è "cattiva": avendo un iper-attenzione verso l'altro, ti viene naturale pensare che tutti dovrebbero avere molta attenzione e assistenzialità verso gli altri.

Giudicando gli altri è inevitabile che ti sembrino pazzi o delle pecore, sono talmente distanti dai pensieri che hai esposto che non puoi comprenderne il comportamento.

Lo potresti comprendere solo se ti rendessi conto che questi pensieri, queste sensazioni, sono il sintomo di un problema psicologico. Cioè se tu riuscissi ad avere questi problemi però riuscendo a riconoscerli come tali. Allora potresti, almeno su un piano razionale, comprendere il comportamento degli altri.
Certo, hai ragione.

So benissimo che le nostre costruzioni mentali dipendono da paradigmi interiorizzati, vediamo ciò che ci fa comodo vedere, ignoriamo ciò che non ci piace.

So benissimo che l'altruismo è un egoismo mascherato.

Ho fatto un viaggio dentro me stesso che non vi potete immaginare, ho sviscerato l'impossibile, fino a martorizzarmi.

So dove mento, so dove distorco, conosco ogni angolo della mia crudeltà.

Credi che non capisca gli altri perchè distanti dal mio mondo? o che li giudichi? li conosco come le mie tasche, poichè la natura umana che è in loro è anche la mia.

E' una scelta, io non voglio essere come queste persone, pur avendo capito benissimo come funziona la vita, cosa conviene fare, non voglio essere servo di una ideologia imperante in voga oggi, voglio pensare liberamente.

Secondo me è facile essere come gli altri, e non ne avrei soddisfazione, poichè la materia non è il mio forte e la mia ambizione, a me piacciono le sfide, le sfide spirituali, l'evanescente, il pensiero umano.

Non mi faccio corrompere, non dico bianco se vedo nero, non mi frega se ci lascio le penne o qualcuno si offende.
04-12-2013 14:43
_Alilah_
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Quote:
Originariamente inviata da Architeuthis Visualizza il messaggio
ogni volta che leggo il titolo di questo Topic non posso fare a meno di pensare a questo:



difatti mi sono ispirata proprio a questo...!
04-12-2013 10:12
Noriko
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Quote:
Originariamente inviata da _Alilah_ Visualizza il messaggio
quoto ogni singola parola. non avrei saputo descrivere meglio la situazione.
l'infelicità personale genera infelicità di coppia, che però non viene comunicata. si va avanti sperando di poter salvare il salvabile, attaccandosi a tutto, in primis alla passione sessuale, che però dopo il dialogo e la seconda cosa che si esaurisce. si cerca di tenere duro, per principio, per integrità, perché ci si è fatti una promessa silenziosa con sé stessi e nei riguardi del partner, non lo si può lasciare soli, non lo si può tradire, non si accetta di poterlo ferire lasciandolo.
ma intanto la vita ti mette di fronte a numerose prove, personali e di coppia.
arrivati a quel punto è difficile che un abbraccio risolva tutto...eppure, la promessa silenziosa è stata fatta. e i buoni mantengono spesso le promesse. anche a costo di soffrire.
Quoto!
04-12-2013 08:18
_Alilah_
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA Visualizza il messaggio
Ci avevo pensato anche io al tarlo della coppia.

Il problema è che non dura l'amore.

Tra l'altro l'uomo e a donna oggi sono troppo distanti, come esigenze, come aspettative, qualsiasi rapporto è destinato al fallimento.

Non possono più stare assieme sostanzialmente.

Finisce quando si smette di parlare.

Non si risolvono i malintesi, non è che è veramente la verità quello che si vive in testa, tutte e due provano la stessa cosa, c'è malcontento e a volte risentimento, si spera tutto sommato che ci sia modo di rimediare.

Di solito il rapporto di coppia si salva con un abbraccio, basta quello e ci si riavvicina.

E' facile, però poi bisogna tornare a parlare e se non si è più capaci non c'è niente da fare.

E' uno dei momenti più tragici dell'esistenza secondo me.

Uno dei due incontra un'altra persona e fa il balzo nell'ignoto, è così che va la vita.

Al mondo d'oggi la gente è buona solo di lavorare e di svagarsi, non è capace di fare altro.

Io mi ricordo i miei nonni, quelli si che sapevano volersi bene, non è possbile oggi.

Presto o tardi l'uomo diventa infelice nel rapporto con la donna moderna, non riesce più ad avere entusiasmo, a trovare un senso nelle cose che si fanno, viene emarginato spesso come padre, emarginato nel ruolo di compagno, non sente che svolge alcun ruolo di protezione, di equilibrio, di creatore di regole etiche e morali che sono le sua caratteristiche innate.

Non essendo felice, non è in grado di rendere felice neanche la donna, che si cerca altro ciclicamente fino alla solitudine totale a tarda età.

Esaurita la passione sessuale non c'è più niente altro da dirsi, questa è la triste verità.

A volte funzionano meglio i rapporti sbilanciati, dove si compensano delle carenze psicologiche, perchè li si sviluppano delle meccaniche di aggregazione e dipendenza, ma anche qui poi si cambia, e quando si cambia scricchiola anche questo, queste cmq funzionano un po' di più.

Il dilemma a quel punto è: che fare?

Probabilmente è meglio vivere che soffocare, fare il balzo nell'ignoto, sperare, godersi la libertà.

Io però non l'ho fatto, una promessa è una promessa per come la vedo io.
quoto ogni singola parola. non avrei saputo descrivere meglio la situazione.
l'infelicità personale genera infelicità di coppia, che però non viene comunicata. si va avanti sperando di poter salvare il salvabile, attaccandosi a tutto, in primis alla passione sessuale, che però dopo il dialogo e la seconda cosa che si esaurisce. si cerca di tenere duro, per principio, per integrità, perché ci si è fatti una promessa silenziosa con sé stessi e nei riguardi del partner, non lo si può lasciare soli, non lo si può tradire, non si accetta di poterlo ferire lasciandolo.
ma intanto la vita ti mette di fronte a numerose prove, personali e di coppia.
arrivati a quel punto è difficile che un abbraccio risolva tutto...eppure, la promessa silenziosa è stata fatta. e i buoni mantengono spesso le promesse. anche a costo di soffrire.
04-12-2013 03:31
ANTIMATERIA
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Ci avevo pensato anche io al tarlo della coppia.

Il problema è che non dura l'amore.

Tra l'altro l'uomo e a donna oggi sono troppo distanti, come esigenze, come aspettative, qualsiasi rapporto è destinato al fallimento.

Non possono più stare assieme sostanzialmente.

Finisce quando si smette di parlare.

Non si risolvono i malintesi, non è che è veramente la verità quello che si vive in testa, tutte e due provano la stessa cosa, c'è malcontento e a volte risentimento, si spera tutto sommato che ci sia modo di rimediare.

Di solito il rapporto di coppia si salva con un abbraccio, basta quello e ci si riavvicina.

E' facile, però poi bisogna tornare a parlare e se non si è più capaci non c'è niente da fare.

E' uno dei momenti più tragici dell'esistenza secondo me.

Uno dei due incontra un'altra persona e fa il balzo nell'ignoto, è così che va la vita.

Al mondo d'oggi la gente è buona solo di lavorare e di svagarsi, non è capace di fare altro.

Io mi ricordo i miei nonni, quelli si che sapevano volersi bene, non è possbile oggi.

Presto o tardi l'uomo diventa infelice nel rapporto con la donna moderna, non riesce più ad avere entusiasmo, a trovare un senso nelle cose che si fanno, viene emarginato spesso come padre, emarginato nel ruolo di compagno, non sente che svolge alcun ruolo di protezione, di equilibrio, di creatore di regole etiche e morali che sono le sua caratteristiche innate.

Non essendo felice, non è in grado di rendere felice neanche la donna, che si cerca altro ciclicamente fino alla solitudine totale a tarda età.

Esaurita la passione sessuale non c'è più niente altro da dirsi, questa è la triste verità.

A volte funzionano meglio i rapporti sbilanciati, dove si compensano delle carenze psicologiche, perchè li si sviluppano delle meccaniche di aggregazione e dipendenza, ma anche qui poi si cambia, e quando si cambia scricchiola anche questo, queste cmq funzionano un po' di più.

Il dilemma a quel punto è: che fare?

Probabilmente è meglio vivere che soffocare, fare il balzo nell'ignoto, sperare, godersi la libertà.

Io però non l'ho fatto, una promessa è una promessa per come la vedo io.
04-12-2013 01:13
_Alilah_
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Quote:
Originariamente inviata da ConLeStelle Visualizza il messaggio
Da quello che dici qua sembra che la tua crisi sia più relazionale che personale.. sbaglio? Insoddisfazione del rapporto di coppia? Questo credo succeda quando le donna costruiscono la propria felicità sul compagno non capendo che così le si espone al fatto che la propria felicità dipenda da altri, dal loro umore, dalle loro decisioni. Se è così, dovresti iniziare a capire che la tua felicità è solo una tua responsabilità. se non ti soddisfano le persone che hai accanto, o cerchi di cambiare il rapporto oppure le molli.

infatti sto cercando di capire se il rapporto può essere salvato o meno...e se é proprio il binario morto a cui siamo arrivati il problema dal quale nasce questa crisi...o semplicemente la crisi é di principio ed é lei ad avermi fatto arrivare a questo binario morto, mostrandomi solo il negativo che c'è nella mia vita?

bel dilemma!
03-12-2013 23:39
ConLeStelle
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Quote:
Originariamente inviata da _Alilah_ Visualizza il messaggio
non sono felice, né soddisfatta del mio carattere e di alcune persone che ho accanto. queste persone sono cambiate ed il ricordo di com'erano in passato e di come mi facevano sentire amata e serena, mi distrugge. non accetto di dovermi acconterare della situazione che vivo attualmente, considerando che ho 30anni, non accetto che le persone a cui voglio bene siano così distanti da me e dalla mia vita...non accetto di essere così remissiva e impaurita...così abitudinaria...odio la paura che ho che cambiando tutto, possa andare peggio di com'è ora...sono terrorizzata...e disgustata forse da me stessa e dal mio essere.
Da quello che dici qua sembra che la tua crisi sia più relazionale che personale.. sbaglio? Insoddisfazione del rapporto di coppia? Questo credo succeda quando le donna costruiscono la propria felicità sul compagno non capendo che così le si espone al fatto che la propria felicità dipenda da altri, dal loro umore, dalle loro decisioni. Se è così, dovresti iniziare a capire che la tua felicità è solo una tua responsabilità. se non ti soddisfano le persone che hai accanto, o cerchi di cambiare il rapporto oppure le molli.
03-12-2013 22:32
ANTIMATERIA
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Quote:
Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
Cioè invece del trip nostalgico c'è il trip giustizialista... ma sempre di trip pro-ignavia si tratta...
Non c'è alternativa alla deformazione della realtà.

C'è gente che nasce per seguire il gregge e gente che nasce per non farne parte.

Credimi che per come è fatta la gente, se ti dicono domani che devi ammazzere tutti e rubare, tutti inizierebbero a farlo (il nazismo non è altro che un esperimento sociologico per certi versi), meno i pazzi, loro continuerebbero la loro vita nel vetro dell'acquario, nel loro innoquo trip surrealista.

Ora che mi signifca questo?
03-12-2013 19:30
ANTIMATERIA
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

Io ho resistito tanti anni, ma ti fanno cedere.

Non parlo solo di soldi, parlo di invidia, parlo di guardare cosa fanno gli altri, cosa possiedono, cosa ottengono, invece di pensare alle tue cose, ai tuoi progetti.

Prima cosa ci sono delle ingiustizie che gridano vendetta, e non le vedi solo finchè sei ingenuo e un sognatore con la testa fra le nuvole, quando le vedi il tuo spirito si abbassa pesantemente verso il suolo e li vi strisca.

Mentre avrebbe bisogno di svolazzare un po' più in alto, in cose immateriali per resistere.
03-12-2013 15:11
IO&EVELYN
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?

il problema è che appunto ci pensa che bisogna vivere per lavorare e non viceversa. affetti? sentimenti? roba di cui non ce ne bisogno, solo di soldi si ha bisogno
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