Sei vicino ai 40, ho letto. Se non hai imparato a saperci fare colle donne finora, dubito che tu possa fare significativi passi avanti da adesso in poi. Perdona il mio pessimismo.
Io non la penso così. Saperci fare con le donne non è poi così difficile, è alla portata di qualunque individuo, basta guardarsi attorno.
Dopotutto, non si richiede chissà cosa...
Pardon, non volevo offendere nessuno per l'età, ci mancherebbe.
Volevo solo leggere le cose da un'altra prospettiva, per la serie: ma è davvero oro quello che luccica?
Siamo condizionati pesantemente, noi maschi, dal "culto del provarci": dover provarci con quante più donne possibile.
Così si rischia di fottersi varie amicizie colle donne, se gli intenti non sono davvero sempre così biechi (no amicizia, sì sesso), e di sprecare energie.
Secondo me bisogna far capire a una persona che veramente ci piace, che ci piace. Poi chi dei due incomincia, poco importa. Tu lanci il segnale e valuti la risposta.
Tutto il resto secondo me è tempo sprecato, sarà poi che a me il sesso consumato tanto per sfizio non interessa.
Se invece si parla di "saperci fare colle donne" per finalizzare, per trovarsi la fidanzata, insomma, allora ok, vale la pena lavorarci su. Ma non facciamo paragoni impropri col vitellone di turno :roll:
24-09-2008 10:25
bardamu
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Originariamente inviata da Ashitaka
Da qualche mese sono registrato su Facebook (un'amica dell'università m'aveva linkato il suo profilo e senza essere registrato non potevo vederlo, figuratevi se mi facevo mai il profilo su facebook da solo :lol: )
E giorni fa ho ricevuto un invito inaspettato da un compagno di classe del liceo, che probabilmente si è messo a cercare tutti gli ex compagni di classe ,(ora ho 24 anni e sto all'università) che sinceramente non trattavo proprio, a parte due parole a scuola, e da lì a catena m'hanno aggiunto altri compagni di classe.
Uno di questi (compagno di banco ma che raramente vedevo al di fuori della scuola) che era il classico ragazzo, non sfigato ma comunque molto per bene, tranquillo, che non vestiva appariscente ecc. s'è fatto un po' fighetto e si atteggia a sciupafemmine, su msn dice "Claudio, sono molto cambiato". Le foto del suo profilo sono piene di feste, discoteche, estate a riccione post-laurea e cose così. Idem gli altri contatti, meno uno forse.
Diciamo che provo invidia per questo "amico" che prima difficilmente avrebbe avuto successo con le ragazze e ora si è "svegliato" e in generale per tutta la vita sociale di lui e degli altri. Anche se un cambiamento così forte non è che lo condivida appieno, cambiare un po' sì ma (quasi) totalmente..., è come "rinnegare" se stessi per omologarsi alla massa.
Comunque diciamo che provo solo una lieve invidia perché comunque in quelle situazioni sociali non mi ci ritroverei proprio e starei ancora peggio tra discoteche e locali trendy.
Facebook è micidiale, anch'io sono stato ricontattato da ex colleghi d'università che non vedo da un'eternità e che mi chiedono che fine abbia fatto. La cosa da un lato mi fa piacere, dall'altro mi spaventa perchè mi costringe a spiegare le ragioni della mia "sparizione" e del poco che ho concluso in questi anni. Non è semplice.
Ma sto andando off-topic.
24-09-2008 10:17
Pride
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Originariamente inviata da Tristan
Quote:
Originariamente inviata da Pride
Sì,in effetti molte sono belle e originali...altre sono piene di figoni che sorridono non si sa di cosa 8)
Come ti quoto... 8)
Quota come si deve,depravato! :lol: :lol: :lol:
23-09-2008 21:10
1897
Re: invidia
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Originariamente inviata da Oblomov
ragazzi, chi soffre come me quando vede un coetaneo che ha più successo con le donne ?
per me sta diventando una cosa sempre meno gestibile.
non riesco più a frequentare estroversoni che cuccano alla grande...
Non sono invidioso, mi incazzo come una iena... Mi incazzo perchè non è giusto che i bellocci di turno illudano le donne e mirino alle " prede" più deboli per sfruttarle...
23-09-2008 19:59
TristanII
Diciui? 8)
23-09-2008 19:53
JohnReds
Quote:
Originariamente inviata da Tristan
Quote:
Originariamente inviata da Pride
Quote:
Originariamente inviata da TristanII
gli account flickr di certuni: sorrisi, amici, feste, viaggi.
Mah...a parte i viaggi,a chi frega di simili raccolte di foto?
Dipende dalle raccolte di foto. Alcune sono veramente belle e spesso non solo per i soggetti, ma anche perché rimandano ad un mondo a me lontanissimo. Ma che dico mondo, universo. 8)
Sì,in effetti molte sono belle e originali...altre sono piene di figoni che sorridono non si sa di cosa 8)
Come ti quoto... 8)
23-09-2008 16:37
Pride
Quote:
Originariamente inviata da Tristan
Dipende dalle raccolte di foto. Alcune sono veramente belle e spesso non solo per i soggetti, ma anche perché rimandano ad un mondo a me lontanissimo. Ma che dico mondo, universo. 8)
Sì,in effetti molte sono belle e originali...altre sono piene di estroversoni che sorridono non si sa di cosa 8)
23-09-2008 14:12
Tristan
Quote:
Originariamente inviata da Pride
Quote:
Originariamente inviata da TristanII
gli account flickr di certuni: sorrisi, amici, feste, viaggi.
Mah...a parte i viaggi,a chi frega di simili raccolte di foto?
Dipende dalle raccolte di foto. Alcune sono veramente belle e spesso non solo per i soggetti, ma anche perché rimandano ad un mondo a me lontanissimo. Ma che dico mondo, universo. 8)
nn so cosa sia l invidia nei confronti degli altri ..piuttosto son gli altri che son invidiosi d me
23-09-2008 12:45
Pride
Quote:
Originariamente inviata da TristanII
gli account flickr di certuni: sorrisi, amici, feste, viaggi.
Mah...a parte i viaggi,a chi frega di simili raccolte di foto?
23-09-2008 12:10
TristanII
FORVM perdonami perché ho peccato.
Confesso di provare parecchia invidia quando, da bravo spione delle vite altrui, mi faccio un giro sugli account flickr di certuni: sorrisi, amici, feste, viaggi.
Probabilmente le loro vite non sono neanche come me le immagino io, però finisco lo stesso col sentirmi completamente sbagliato, con la sensazione di essermi perso qualcosa che non ho vissuto e nemmeno vivrò mai.
23-09-2008 10:44
vikingo
io invidio tutto agli estroversoni,la popolarita,le donne,tutto
23-09-2008 10:29
Oblomov
Quote:
Originariamente inviata da ignotus-
Quote:
Originariamente inviata da enemyofthesun
Sei vicino ai 40, ho letto. Se non hai imparato a saperci fare colle donne finora, dubito che tu possa fare significativi passi avanti da adesso in poi. Perdona il mio pessimismo.
Io non la penso così. Saperci fare con le donne non è poi così difficile, è alla portata di qualunque individuo, basta guardarsi attorno.
Dopotutto, non si richiede chissà cosa...
Anche io ho la stessa fissazione di Oblomov, quale maschio non ce l'ha? Inoltre Oblomov mi sembra un tipo sveglio, da come scrive. Probabilmente anche lui, come me, semplicemente non riesce a trovare quel pulsante da premere, per far scattare il famoso "click" di cui parlava Clark giorni fa.
Ho detto fin da subito di non ritenermi fobico, ma solo molto timido; mi pare che Oblomov sia sulla mia stessa lunghezza d'onda. Non solo per motivi di età (ho solo 3 anni meno di lui) ma anche perchè entrambi, da quanto ho capito, abbiamo problemi a proporci ma, di fronte ad una iniziativa che provenga dall'altra parte, non ci tiriamo indietro. Un fobico, credo, si troverebbe a disagio anche nel caso in cui fosse la donna a proporsi.
Non dico che la cosa non generi un certo grado di ansia, ma questo è normale. Di fronte ad un invito esplicito, però, ogni problema viene messo da parte.
La difficoltà che io avverto maggiormente, infatti, è quella relativa all'interpretazione dei segnali, degli atteggiamenti altrui. C'è sempre un margine di dubbio, di equivocità nel possibile significato da attribuire al comportamento delle persone... non si può mai essere certi al 100% di ciò che vogliono effettivamente comunicarci. Il timore del fraintendimento, personalmente, è uno dei principali motivi per cui mi sento frenato, intimorito.
Tuttavia, per quanto ho sopra detto, io ho ancora speranza e ritengo allo stesso modo che Oblomov non sia un caso disperato. Il "saperci fare" con le donne (alla fine si parla sempre di questo...) non è difficile, quando ci si sente a proprio agio con se stessi.
E' quel pulsante che dobbiamo cercare, Oblomov; una volta scattato quel "click", ci sorprenderemo di come fosse davvero breve il divario fra noi e la normalità.
hai centrato il punto, caro Ignotus...
devo dire che grazie a questo forum ho preso più consapevolezza della mia timidezza, leggendo le storie di molti di voi. penso sia un primo passo avanti per risolvere i miei problemi.
peccato che non l'ho trovato dieci anni fa mi avrebbe aiutato molto !
grazie a tutti voi che scrivete :wink:
22-09-2008 21:41
fuxxxia82
io mi rodo dentro dall'invidia e non credo mi faccia bene.
mi viene l'oppressione al petto.
22-09-2008 21:26
ignotus-
...
22-09-2008 15:58
Oblomov
io vorrei essere un casanova perchè credo che chi ha molto successo con le donne fa una vita più intensa, più piena, più interessante della mia.
come se avessi una storia mia da raccontare.
come se il tempo che passa fosse meno tiranno.
come se la tristezza che provo fosse più dolce.
le donne che sono state con me sono poche e mi hanno sempre cercato loro. io mi sono limitato a dire di si. tranne in due casi, in cui ho fatto il primo passo, ma per lettera... perchè non ho mai avuto il coraggio di dire loro quello che provavo...
22-09-2008 14:28
MrSteveZissou
Quale strumento con la sordina non sogna un giorno di potersene liberare per produrre quella melodia di cui si sente capace?
Siamo tutti strumenti con una sordina, miei cari, incapaci di trovare un posto in un'orchestra, incapaci di manifestare la nostra vera essenza.
La nostra invidia non è affatto normale, è un'invidia irrisolvibile e tremenda, dietro la quale si nasconde il rimpianto di una vita smarrita.
Cosa possiamo farci? Imparare a conviverci, rassegnarci a quello che siamo, ossia esseri irripetibili ed unici, rifuggiarci nella fantasia, o concentrarci su altro. Questo mi viene in mente. La nostra musica deve trovare una valvola di sfogo, dobbiamo trovarla per risolvere questa inutilità che è la nostra condanna.
22-09-2008 14:10
genau
ciao
penso molto a me stessa e ai miei affetti, non guardo mai gli altri e le loro posizioni sociali....certo mi rendo conto che faccio parecchia fatica per potermi permettere ciò che più mi piace, vorrei poter fare tutto ciò che voglio con libertà assoluta, e c'è chi può, invidio loro, tutto ciò che faccio me lo costruisco da me, a volte haimè spesso rimando gran parte di ciò che vorrei per me, dai corsi di studio privati, a piccoli viaggi che oltre al divertirsi fan crescere, al sol pensare di comprarmi una macchina o semplicemente ad avere un guardaroba decente...non mi lamento più di tanto, ma la vivo come una forma leggera di stress...!!!:)
22-09-2008 14:01
bardamu
Quote:
Originariamente inviata da Chioccioccolata
Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Non c'è nessuna colpa nell'essere invidiosi, come non c'è nessun merito nel non esserlo.
Naturalmente l'invidia,così come ogni sentimento,nasce spontaneamente ed indipendentemente da noi,nel senso che non ne siamo coscientemente,volontariamente responsabili.Però ciò non vuol dire che,per questo,sia "non giudicabile" e che non abbia rilievo,anche solo a livello puramente astratto,e che sia necessariamente frutto di paura il condannarla.
Inoltre specifichiamo,perchè l'invidia può avere due diversi significati:l'invidia come ammirazione e desiderio di avere ciò che anche noi desideriamo,e l'invidia maligna,che è frutto della prima,e che porta a nutrire ostilità e rancore verso chi possiede ciò che noi vorremmo.Per esempio,se io invidio X,che una bella casa come io la vorrei,nel primo caso posso pensare:"Accidenti che bella casa!Che fortuna avere le possibilità economiche che ha X,e che buon gusto che ha!";nel secondo caso invece penserò:"Beh,facile avere una casa così se si è ricchi sfondati!E scommetto che l'arredamento non è farina del suo sacco,deve essersi rivolto ad un professionista,visto che lui di stile non ci capisce un tubo...":nel primo caso il sentimento di invidia si "ferma" al desiderio,sviluppando anche sentimenti positivi verso chi invidiamo,nel secondo fa nascere sentimenti inutili e negativi,che riescono ad affermarsi solo con l'aiuto dell'ipocrisia,infatti l'invidioso non penserà di detestare quella persona perchè rosica a 2000 (questo sarebbe come ammettere la propria debolezza e la propria presunta meschinità*),ma fornirà a se stesso valide ed oneste ragioni per convincersi e giustificarsi.
(*=In questo senso sono d'accordo con te,se si prendesse atto che l'invidia "semplice" è un sentimento che fa comunemente parte del genere umano,e che non si deve necessariamente essere superiori e benevoli verso certe cose,l'invidia maligna non avrebbe forse più motivo d'esistere.)
Sono d'accordo con te sul fatto che ci siano diversi gradi d'invidia e che in molti casi essa sia accomunabile al semplice desiderio intenso di qualcosa che qualcun'altro possiede. Quando invece l'invidia ci fa desiderare la rovina altrui o ci fa entrare in un meccanismo per il quale dobbiamo sminuire ai nostri occhi chi invidiamo per sentirci meglio, si tratta sicuramente di un sentimento più negativo. Quel che dico però è che è negativo PER NOI, finché non si traduce in azioni concrete o anche solo in esternazioni o atteggiamenti influenzati da questo sentimento. Chi prova invidia dovrebbe desiderare di non provarla perchè è deleteria per sé stesso, non perchè è un sentimento che gli altri biasimano. Allo stesso tempo però, il sentimento negativo lo si elimina agendo sulle paure che stanno alla base di esso, non semplicemente reprimendolo. L'invidia è quindi anche un canale tramite il quale possiamo acquisire coscienza di queste paure e smascherarne i meccanismi.
Accettare l'invidia non significa darle libero sfogo e tradurla in azioni concrete contro gli altri, ma ascoltarla e comprendere da dove essa trae origine. Sotto l'invidia c'è sempre qualcos'altro, essa è il prodotto della paura e dell'insicurezza.
Vantarsi di non provare invidia è come vantarsi di essere sicuri di sé: oltre ad essere una contraddizione (una persona sicura non ha bisogno di vantarsi), è anche un'affermazione totalmente individualista.
Siamo frutto di una catena di accadimenti ed eventi che ci riguarda solo in minima parte: se vogliamo dividere le colpe, dobbiamo essere disposti anche a dividere i meriti.
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