io faccio vittimismo...dentro di me. mai lamentato fuori. Sono ben conscio d essermi rovinato la vita con le mie mani. Ma sempre con l mie mani...mi ricomporrò mi ricostruirò.
Ho detto la stronzata...e chi ci riesce ormai piu...anzi mo me rompo pure la testa
05-03-2013 22:04
unmalatodicuore
Re: vittimismo
Prima, qualche anno fa, ero discretamente vittimista...oggi molto meno perchè purtroppo la realtà mia personale oscura tutto il resto...
Quindi non saprei: manca l'opzione ni
05-03-2013 21:48
a.a.a
Re: vittimismo
Si un po lo sono.
05-03-2013 21:17
Inosservato
Re: vittimismo
non lo do a vedere, ma magari sotto sotto un pò lo sono
05-03-2013 21:02
Alexon
Re: vittimismo
la statura
05-03-2013 21:01
cancellato8041
Re: vittimismo
sì purtroppo tendo troppo al vittimismo
piangersi addosso è troppo allettante
05-03-2013 20:09
Manes.
Re: vittimismo
C'è stato un tempo in cui tendevo a piangermi addosso, ora sto cercando di accettare il fatto di non essere normale e che non posso avere una vita normale, cerco di accettarlo serenamente.
05-03-2013 20:08
MCLovin
Re: vittimismo
Non fate le vittime! (cit.)
05-03-2013 20:04
BANZAI!
Re: vittimismo
Io purtroppo ne sono molto incline, certe volte non faccio che lamentarmi per tutto il tempo.
E poi questo non fa che peggiorare ulteriormente le cose
05-03-2013 19:43
Peppemetal81
Re: vittimismo
Vittime: non lo siamo tutti? (cit.)
05-03-2013 19:42
Baloordo
Re: vittimismo
Io sono abbastanza egocentrico e quindi tendo a crogiolarmi eccessivamente sulla culla del mio dolore.
Perlomeno cerco di non scaricare le mie lagne sugli altri, infatti non mi lamento mai. Il mio dolore non esce quasi mai dalle mura della mia mente.
Non a caso i miei scritti risentono molto di questa mia peculiarità: sia nella gioia e sia nel dolore ho la naturale tendenza ad amplificare tutto.
05-03-2013 18:54
Dalida
Re: vittimismo
Quote:
Originariamente inviata da ftz-Bastiani
chi ne è incline? Chi si crogiola nel dolore ,si sotterra da solo ,si butta giù e non fa che piangersi addosso?
Pessimismo, vittimismo, tendenza a deprimermi di fronte alle avversità, il lagnarsi invece di reagire sono abitudini così radicate che diventano strutture caratteriali, atteggiamenti di fondo verso me, gli altri, la vita.
La Treccani nella definizione parla anche di "derivazione del masochismo con accentuazione esibizionistica"
Non ci avevo mai pensato, anzi "¿conoscendomi?" lo avevo proprio escluso, era un controsenso ed invece devo ammettere che nasconde un profondo orgoglio e senso di essere “speciali”, (se non riesco ad essere unico e speciale per i miei meriti e le mie qualità, sarò speciale per la sfortuna e le mancanze che mi affliggono, della serie “nessuno può capire quanto soffro e nessuno soffre quanto me”).
E spesso ogni tentativo di responsabilizzarmi (farmi responsabilizzare) ha avuto l’effetto di acuire la percezione vittimistica di non essere capito e che nessuno possa aiutarmi. Per questo accetterei la definizione di "tendenza masochista".
Purtroppo questa tendenza vittimistica è fortemente sostenuta da un’altra aberrazione della psiche umana: l’invidia. (cosa che fatico ad accettare)
L’invidioso finisce per credersi inferiore o più sfigato degli altri, solo perché non rientra in certi clichet da lui stesso creati e totalmente arbitrari. E’ una forma di mancanza d’equilibrio nel giudizio che porta alla frustrazione, al lamento, alla vergogna ed all’odio, a volte, verso chi si ritiene più fortunato con l’ineluttabile consapevolezza di non potere mai avere tanto dalla vita.
D’altra parte c'è anche un'altra forza che spinge: l’orgoglio.
Si tende a concentrare tutta l'attenzione solo su qualità e pregi, identificandosi con questi. Vedere solo il lato luce cancellando l’ombra, può portare per qualche tempo anche sensazioni piacevoli o stati gloriosi (vana-gloriosi) dell’ego, difendendo con le unghie e con i denti il falso sé. Anche qui felicità condizionata. Incapacità di accettare fallimenti, sconfitte, disapprovazioni.
Le persone piu sensibili sono inclini al vittimismo. poi ritengo che siano influenti gli esempi che abbiamo avuto sempre davanti agli occhi.
05-03-2013 18:50
LeonardKraditor
Re: vittimismo
Un tempo lo ero in misura maggiore rispetto ad adesso.
05-03-2013 18:49
evitante
Re: vittimismo
Se non si stabilisce un criterio preciso per stabilire la differenza tra vittima e vittimista, si rischia di etichettare come vittimisti tutti, che è un modo per legittimare tutte le inguistizie e le diseguaglianze.
Lamentarsi è legittimo.
Per fare un esempio: c'è una differenza tra chi poteva evitare un problema ma non l'ha fatto e chi non poteva evitarlo.
Non prevenire rende complici dei problemi.
05-03-2013 18:12
muttley
Re: vittimismo
Io sono molto vittimista, avverto ancora la percezione di essere stato una vittima di determinate persone e circostanze (la mia famiglia e la sua azione vampirizzatrice ai danni della mia autostima). Insomma sento di essere stato un bersaglio, mi sento debole perché mi hanno fatto fatto sentire debole...tutta colpa della mia famiglia se sono vittimista...ed ecco che ricado nel vittimismo, classico esempio di pensiero circolare
05-03-2013 17:23
we_are_alone
Re: vittimismo
Io. E mi piace un casino .-.
05-03-2013 17:14
ciarliera
Re: vittimismo
sì, tento a piangermi addosso
05-03-2013 16:58
Halastor
Re: vittimismo
Non so cosa rispondere perchè vittime, secondo me, lo siamo tutti.
Difficile poi stabilire quando si sfora nel vittimismo o quando rimane ancora lecito lamentarsi... chi lo stabilisce? Come? Boh.
Anche il discorso sul giudizio distorto o inattendibile. Un giudizio può essere distorto? Sulla base di cosa? Perchè non piace a Tizio? Perchè la maggioranza la pensa diversamente? E tutte le volte che la maggioranza si è sbagliata a dispetto dei pochi che avevano ragione? Esiste un giudizio universalmente condivisibile? Esiste un giudizio considerabile da tutti come attendibile? Esiste un giudizio attendibile e uno non attendibile? E come si può dimostrare, se tutti vivono vite diverse? Se tutti posseggono parametri diversi? Se tutti vedono cose diverse?
Alla luce di tutte queste considerazioni, la risposta giusta è: "MMmmboh."
Vittimismo? Questione di punti di vista. Come tutto il resto.
05-03-2013 16:51
ftz-Bastiani
vittimismo
chi ne è incline? Chi si crogiola nel dolore ,si sotterra da solo ,si butta giù e non fa che piangersi addosso?
Pessimismo, vittimismo, tendenza a deprimermi di fronte alle avversità, il lagnarsi invece di reagire sono abitudini così radicate che diventano strutture caratteriali, atteggiamenti di fondo verso me, gli altri, la vita.
La Treccani nella definizione parla anche di "derivazione del masochismo con accentuazione esibizionistica"
Non ci avevo mai pensato, anzi "¿conoscendomi?" lo avevo proprio escluso, era un controsenso ed invece devo ammettere che nasconde un profondo orgoglio e senso di essere “speciali”, (se non riesco ad essere unico e speciale per i miei meriti e le mie qualità, sarò speciale per la sfortuna e le mancanze che mi affliggono, della serie “nessuno può capire quanto soffro e nessuno soffre quanto me”).
E spesso ogni tentativo di responsabilizzarmi (farmi responsabilizzare) ha avuto l’effetto di acuire la percezione vittimistica di non essere capito e che nessuno possa aiutarmi. Per questo accetterei la definizione di "tendenza masochista".
Purtroppo questa tendenza vittimistica è fortemente sostenuta da un’altra aberrazione della psiche umana: l’invidia. (cosa che fatico ad accettare)
L’invidioso finisce per credersi inferiore o più sfigato degli altri, solo perché non rientra in certi clichet da lui stesso creati e totalmente arbitrari. E’ una forma di mancanza d’equilibrio nel giudizio che porta alla frustrazione, al lamento, alla vergogna ed all’odio, a volte, verso chi si ritiene più fortunato con l’ineluttabile consapevolezza di non potere mai avere tanto dalla vita.
D’altra parte c'è anche un'altra forza che spinge: l’orgoglio.
Si tende a concentrare tutta l'attenzione solo su qualità e pregi, identificandosi con questi. Vedere solo il lato luce cancellando l’ombra, può portare per qualche tempo anche sensazioni piacevoli o stati gloriosi (vana-gloriosi) dell’ego, difendendo con le unghie e con i denti il falso sé. Anche qui felicità condizionata. Incapacità di accettare fallimenti, sconfitte, disapprovazioni.