02-03-2013 17:27 |
chopin6630k |
Re: Ero solito pontificare dall'alto del mio eremo.
Verissimo. Complimenti per il discorso. ^^ Molto profondo e accurato. ^^
E' un piacere conoscerti.
|
02-03-2013 16:51 |
Blowing Sand |
Re: Ero solito pontificare dall'alto del mio eremo.
Adesso che sei sceso, trova qualcosa per coprirti il di dietro XD
|
02-03-2013 16:31 |
Johnnie Walker |
Re: Ero solito pontificare dall'alto del mio eremo.
Quote:
Originariamente inviata da Milo
E dopo che uno ha capito questo che deve fare? 
|
Quando hai la consapevolezza a non considerare i tuoi pensieri alla stregua di un'assioma, puoi iniziare ad usare lo stesso metro di giudizio con la paura, i cattivi pensieri, l'ansia.
Il dubbio s'instillerà nella tua mente e si può cominciare a non percepirli più come una verità assoluta e lentamente vederli scricchiolare e vacillare.
R.
|
01-03-2013 22:52 |
Halastor |
Re: Ero solito pontificare dall'alto del mio eremo.
Quote:
Originariamente inviata da Milo
E dopo che uno ha capito questo che deve fare? 
|
Rapportarsi agli altri serenamente e senza pregiudizi immagino...
La cosa brutta è quando ,pur avento raggiunto tale grado di serenità dentro di te, vieni ad aver che fare con altri "pontefici" che vogliono ,essi stessi ,cercare di richiuderti in una categorìa stagna giudicandoti in modo superficiale..
Infatti ironicamente ho cambiato avatar più o meno sull'onda di questo concetto.. e cioè che ogni cosa che noi esprimiamo purtroppo va ad alimentare in alcune persone tutta una serie di PREgiudizi e noi veniamo allegramente giudicati da persone che non sanno realmente nulla di noi. Quindi scherzosamente suppongo che per non rimanere vittime di queste "etichette" o compartimenti stagni non resti altro da fare che assumere la così detta "poker face".. la faccia indecifrabile di chi non esprime niente e non si espone.
|
01-03-2013 22:29 |
Milo |
Re: Ero solito pontificare dall'alto del mio eremo.
E dopo che uno ha capito questo che deve fare?
|
01-03-2013 22:25 |
Inosservato |
Re: Ero solito pontificare dall'alto del mio eremo.
Quote:
Originariamente inviata da Johnnie Walker
Io che non conoscevo il mondo come potevo giudicarlo con cotale certezza?
Come mi arrocavo il diritto di giudicare le persone se non avevo neanche il coraggio di parlarvi?
Tacciare di banalità una donna se a malapena la sfioravo?
Non conoscevo nulla, ma i miei pensieri erano assolute verità, dei dogma imprescindibili.
Un giorno tantai di vederlo più da vicino il mondo.
Lo scorsi dapprima di sfuggita, per spingermi poi sempre più a fondo.
E fui sbalordito da come i miei pensieri un tempo certi erano così fallaci, mi meraviglia della moltitudine di sfaccettature che un'essere umano poteva assumere:
Dall'essere infinitamente stronzo al meraviglioso, passando per un caledoscopio di vie intermedie.
Che enorme errore avevo fatto fino a quel momento. La paura mi aveva privato del piacere della conoscenza e donatomi una visione distorta della realtà.
la mia percezione è solo una delle infinite possibili percezioni di questo universo metafisico.
Non c'era solo il bianco e il nero ma mille sfumature di colore diverso.
Potevo, dovevo, cercare la tonalità più affine alla mia.
Ed è così che smisi di racchiudere gli esseri umani in categorie stagne e smisi di sentenziare su cose che non conoscevo ed avevo l'obbligo d'imparare.
R.
|
ahaahh bellissima la maschera 
esistono solo 2 categorie nel mondo
1. io
2. tutto il resto
tutto il resto non è granchè.....ma non è colpa sua, è vittima del confronto
|
01-03-2013 18:55 |
Ravanello |
Re: Ero solito pontificare dall'alto del mio eremo.
Bravo!
|
01-03-2013 17:48 |
EdgarAllanPoe |
Re: Ero solito pontificare dall'alto del mio eremo.
Anch'io vivevo in un eremo incantato, poi sono uscito e ho trovato un mondo diverso.
|
01-03-2013 17:19 |
Melvin II |
Re: Ero solito pontificare dall'alto del mio eremo.
E' il primo passso. essere meno drastici e rigidi. Benvenuto nel mondo
|
01-03-2013 16:55 |
Johnnie Walker |
Ero solito pontificare dall'alto del mio eremo.
Io che non conoscevo il mondo come potevo giudicarlo con cotale certezza?
Come mi arrocavo il diritto di giudicare le persone se non avevo neanche il coraggio di parlarvi?
Tacciare di banalità una donna se a malapena la sfioravo?
Non conoscevo nulla, ma i miei pensieri erano assolute verità, dei dogma imprescindibili.
Un giorno tantai di vederlo più da vicino il mondo.
Lo scorsi dapprima di sfuggita, per spingermi poi sempre più a fondo.
E fui sbalordito da come i miei pensieri un tempo certi erano così fallaci, mi meraviglia della moltitudine di sfaccettature che un'essere umano poteva assumere:
Dall'essere infinitamente stronzo al meraviglioso, passando per un caledoscopio di vie intermedie.
Che enorme errore avevo fatto fino a quel momento. La paura mi aveva privato del piacere della conoscenza e donatomi una visione distorta della realtà.
la mia percezione è solo una delle infinite possibili percezioni di questo universo metafisico.
Non c'era solo il bianco e il nero ma mille sfumature di colore diverso.
Potevo, dovevo, cercare la tonalità più affine alla mia.
Ed è così che smisi di racchiudere gli esseri umani in categorie stagne e smisi di sentenziare su cose che non conoscevo ed avevo l'obbligo d'imparare.
R.
|