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Vecchio 15-02-2014, 19:34   #1
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E' ciò che mi rinfacciano, il fatto che non riesco più lucidamente a discernere la realtà, la scala gerarchica delle priorità e il valore delle cose insomma; mi perdo in minchiate, mi faccio prosciugare da frivolezze mentre altre cose che meriterebbero una certa serietà, un certo coinvolgimento non riescono a destare la mia attenzione; vi dico solo che i miei genitori ormai esausti dalla situazione, ieri non mi hanno permesso di cenare, "il pane prima di tutto, non sei malato, ci stai sfruttando, la tua unica preoccupazione deve essere di trovarti un'occupazione" è questo che hanno detto. Io sono proprio un cogl**ne, per vari motivi non ho detto loro di come mi sento e anche se il mio stato fisico parla per me e sicuramente hanno chiaro il fatto che ci sono dei problemi, non possono certamente avere idea di come stanno davvero le cose, quindi non li biasimo. Comunque mi stanno mettendo alle strette, pensate voi fino a che punto devo averli logorati se hanno deciso di togliermi il pasto e immagino che succederà ancora se non vedono cambiamenti. Io non la vivo troppo male, conosco le mie ragioni e so che la mia non è semplice indolenza; allo stesso tempo, mi rendo conto che effettivamente mi sono molto estraniato dal mondo, faccio dei disastri enormi, non riesco a concentrarmi su quello che faccio, e vivo proprio solo in astrattezze, sicché ho ridefinito quasi tutto, persone e oggetti spesso hanno la stessa valenza, e magari la visione di una nuvola si trasforma in un'esperienza fuori dal comune, che interrompe completamente la mia presenza lì dove mi trovo, per portarmi in spazi nuovi, vuoti, in cui anche il cogito ergo sum non è più una prova sufficiente della mia esistenza e allora mi anniento, mi allontano da tutto e da me stesso e mi si mostra il nulla, come unica e vera presenza e credetemi, non sono solo parole che vogliono dare un certo effetto, è ciò che mi capita davvero di provare. Da un lato sono spaventato, potrebbe essere qualcosa di psichiatrico, da un altro ne sono affascinato, mi sento un privilegiato per aver avuto la possibilità di sperimentare modi dell'essere così estranei a molti. Cosa dovrei fare? C'è qualcuno che vive o ha vissuto qualcosa di così simile?
Vecchio 15-02-2014, 19:41   #2
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Ehi, ridammi indietro la mia vita!
Quello che scrivi è pressappoco quello che vivo anch'io, solo che i miei non mi pressano più di tanto, cioè, io non pretendo niente: mangio, cago, piscio e dormo, non gli chiedo soldi né altro, basto a me stesso, non mi lamento e ascolto la musica in santa pace...però non so, fin quando potrò andare avanti così', fosse per me non smetterei mai. Il mondo là fuori mi prende alla gola, non riesco ad affrontarlo, sono un vigliacco, però mi sento libero.
Vecchio 15-02-2014, 19:52   #3
Esperto
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Io sinceramente non mi sento un vigliacco e non mi sento preso per la gola, quando torno fuori, nel mondo, so essere disinvolto se voglio e se devo dire fanculo a chicchessia lo dico; è proprio un disinteressamento, non ho trovato nulla che riesca a darmi qualcosa al modo in cui invece riescono i miei vaneggiamenti mentali, che sono poi forse la prima causa dei miei problemi; ma non voglio pesare sui miei, non è giusto, ma non so cosa fare
Vecchio 15-02-2014, 21:17   #4
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Devi progressivamente arrivare a capire che i "vaneggiamenti mentali" non sono vita, sono solo un rifugio, un rifugio in cui scappi da così tanto da trovarlo perfettamente naturale e più reale della realtà stessa.

Ah, non so come potresti uscirne, per farcela da solo mi sa che ti servirebbe un evento traumatico di qualche tipo ...
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... Da un lato sono spaventato, potrebbe essere qualcosa di psichiatrico ...
Anche uno specialista potrebbe aiutare.
Vecchio 16-02-2014, 00:21   #5
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Originariamente inviata da QuantumGravity Visualizza il messaggio
E' ciò che mi rinfacciano, il fatto che non riesco più lucidamente a discernere la realtà, la scala gerarchica delle priorità e il valore delle cose insomma; mi perdo in minchiate, mi faccio prosciugare da frivolezze mentre altre cose che meriterebbero una certa serietà, un certo coinvolgimento non riescono a destare la mia attenzione; vi dico solo che i miei genitori ormai esausti dalla situazione, ieri non mi hanno permesso di cenare, "il pane prima di tutto, non sei malato, ci stai sfruttando, la tua unica preoccupazione deve essere di trovarti un'occupazione" è questo che hanno detto. Io sono proprio un cogl**ne, per vari motivi non ho detto loro di come mi sento e anche se il mio stato fisico parla per me e sicuramente hanno chiaro il fatto che ci sono dei problemi, non possono certamente avere idea di come stanno davvero le cose, quindi non li biasimo. Comunque mi stanno mettendo alle strette, pensate voi fino a che punto devo averli logorati se hanno deciso di togliermi il pasto e immagino che succederà ancora se non vedono cambiamenti. Io non la vivo troppo male, conosco le mie ragioni e so che la mia non è semplice indolenza; allo stesso tempo, mi rendo conto che effettivamente mi sono molto estraniato dal mondo, faccio dei disastri enormi, non riesco a concentrarmi su quello che faccio, e vivo proprio solo in astrattezze, sicché ho ridefinito quasi tutto, persone e oggetti spesso hanno la stessa valenza, e magari la visione di una nuvola si trasforma in un'esperienza fuori dal comune, che interrompe completamente la mia presenza lì dove mi trovo, per portarmi in spazi nuovi, vuoti, in cui anche il cogito ergo sum non è più una prova sufficiente della mia esistenza e allora mi anniento, mi allontano da tutto e da me stesso e mi si mostra il nulla, come unica e vera presenza e credetemi, non sono solo parole che vogliono dare un certo effetto, è ciò che mi capita davvero di provare. Da un lato sono spaventato, potrebbe essere qualcosa di psichiatrico, da un altro ne sono affascinato, mi sento un privilegiato per aver avuto la possibilità di sperimentare modi dell'essere così estranei a molti. Cosa dovrei fare? C'è qualcuno che vive o ha vissuto qualcosa di così simile?
io convivo con persone(ormai quasi estranei a me,i miei genitori)che non passa giornata dove io venga definito una brutta disgrazia per loro.

da parte di mio padre sono considerato un malato immaginario,da parte di mia madre che finge di comprendermi partono frasi come "che bruta disgrazia che è",
io attualmente prendo il seroquel perchè questoi comportamenti innescano a me un rabbia non indifferente,indifferentemente dal fatto che quello che ripeto io è lo stesso che gli hnano deto chi mi ha in cura.
io non penso d'aver perso di vista gli aspetti che andrebbero trattati,ma sono in una spirale di rassegnazione non facile da affrontare.
Vecchio 16-02-2014, 13:22   #6
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Originariamente inviata da Franz86 Visualizza il messaggio
Devi progressivamente arrivare a capire che i "vaneggiamenti mentali" non sono vita, sono solo un rifugio, un rifugio in cui scappi da così tanto da trovarlo perfettamente naturale e più reale della realtà stessa.

Ah, non so come potresti uscirne, per farcela da solo mi sa che ti servirebbe un evento traumatico di qualche tipo ...

Anche uno specialista potrebbe aiutare.
Probabilmente hai ragione, però d'altra parte, perché non sarebbero vita i vaneggiamenti? Alla fine ogni circostanza della "realtà" di cui parli passa per delle rappresentazioni mentali, e fa parte di tutti catalogare secondo dei riferimenti interni ciò che c'è fuori; quello che faccio io è solo di cambiare questi modelli "più o meno a mio piacimento", di volta in volta, seguendo una morale della circostanza se vogliamo, dando interpretazioni diverse (persone che diventano cose, nuvole che diventano "luoghi" metafisici...). Ma come hai detto tu, forse sto dicendo un mare di fesserie, e questa visione è solo il risultato di un giudizio falsato, una risposta di adattamento a vecchi disagi. Comunque a prescindere da tutto questo, almeno un punto fermo che dovrebbe indicarmi che sono in errore c'è e risponde alla domanda: sto bene così, sono in salute, sono in armonia con me e con gli altri? ---> no

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Originariamente inviata da hopauradivivere Visualizza il messaggio
io convivo con persone(ormai quasi estranei a me,i miei genitori)che non passa giornata dove io venga definito una brutta disgrazia per loro.

da parte di mio padre sono considerato un malato immaginario,da parte di mia madre che finge di comprendermi partono frasi come "che bruta disgrazia che è",
io attualmente prendo il seroquel perchè questoi comportamenti innescano a me un rabbia non indifferente,indifferentemente dal fatto che quello che ripeto io è lo stesso che gli hnano deto chi mi ha in cura.
io non penso d'aver perso di vista gli aspetti che andrebbero trattati,ma sono in una spirale di rassegnazione non facile da affrontare.
No io non ho rabbia contro nessuno come ho detto sopra; appunto gli altri non sono nella mia testa, non hanno tutti gli elementi altrimenti sarebbero più cauti nel parlare, non vedo come potrei pretendere comprensione; anche perché certe cose puoi anche spiegarle, come hai fatto tu, ma se dall'altra parte non trovi un'esperienza simile, che conosca il problema dall'interno, il giudizio che rischi di avere, costruito su approssimazioni, definizioni che hanno radici in una prospettiva magari molto diversa, potrà comprendere i vari "sei un malato immaginario", "il pane prima di tutto" ecc.
Vecchio 16-02-2014, 13:47   #7
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Non credo di averti capito completamente . Anche a me capita di avere dei giudizi falsati ma non so se e lo stesso problema. Mi sembra che certe volte la mia mente e come una ricerca google di una pagina senza browsing data.Un piccolo stimolo e come la prima lettera e la mia mente mi sugerisce sempre delle minchiate assurde. Io tuttavia spesso non prendo le montagne per minchiate. Ultimamente sto sviluppando una buona comunicazione interna che mi impedisce di fare cio.
Vecchio 16-02-2014, 13:58   #8
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Originariamente inviata da Era Visualizza il messaggio
Non credo di averti capito completamente . Anche a me capita di avere dei giudizi falsati ma non so se e lo stesso problema. Mi sembra che certe volte la mia mente e come una ricerca google di una pagina senza browsing data.Un piccolo stimolo e come la prima lettera e la mia mente mi sugerisce sempre delle minchiate assurde. Io tuttavia spesso non prendo le montagne per minchiate. Ultimamente sto sviluppando una buona comunicazione interna che mi impedisce di fare cio.
Non so cosa sia il browsing data, però no, da quello che hai detto dopo non mi pare sia lo stesso problema. Molto semplicemente mi capita a volte, non sempre se no sarei già stato ricoverato, di vedere le cose in modi totalmente nuovi, in cui o mi comunicano qualcosa di diverso o non comunicano proprio, sono niente e io di conseguenza divento niente e sto lì sospeso fino a quando qualcosa o qualcuno mi fa tornare con i piedi per terra.
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