Esperto
Qui dal: Feb 2010
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Ringrazio tutti quelli che hanno partecipato e che parteciperanno al mio topic. Risponderò in ordine sparso. Innanzitutto, condoglianze anche a coloro che hanno subito lutti. Qualcuno sta dando la colpa ai propri genitori della sua condizione di fobico/introverso e qui forse è giusto parlare anche della mia esperienza. Io sono sempre stato il tipico secchione solitario mingherlino ed è inutile dire che ho avuto contrasti con i miei genitori per questo. Mio padre e mia madre mi spronavano ad uscire di più, a frequentare qua e là, a fare sport di squadra etc. etc. Beh, lo sport di gruppo è stato un fallimento: calcio alle elementari ma mi annoiava, non ero portato agli scontri e poi c'era troppo agonismo; il mio essere scarso non ha certo aiutato ad iniziare buone amicizie anche se con qualcuno non avevo rapporti cosi male; quando iniziai uno sport individuale (palestra), mio padre mi fece smettere dopo due mesi per farmi fare uno sport di squadra: feci basket un anno, poi smisi perché era troppo costoso, perché per giocare le partite bisognava fare anche 100 km (infatti in trasferta a volte eravamo 6 ed in basket si gioca in 5), perché tutta l'organizzazione non era all'altezza e comunque mi dedicai allo studio (passando con il massimo dei voti). Tornato in palestra a 23 anni ma ormai troppo tardi per forgiare un fisico spettacolare. Ero amico di un ragazzo, ci vedevamo spesso ma poi quando lui ha cambiato scuola pian piano l'ho perso di vista (e poi c'era tra noi troppa competizione scolastica); un altro mio amico mi invitava solo quando dicevo "no", quando ho iniziato a dire "si" ha subito smesso di farsi vivo. Al lavoro, beh, le altre persone non mi consideravano molto e mi avevano in poco tempo messo da parte. Ecco, io posso aver provato anche rabbia e risentimento verso i miei genitori che comunque hanno fatto del loro meglio, ma il problema riguarda il modo di pensare della società. Mi ricordo che mio padre mi disse, dalla disperazione "perché non inizi a fumare anche te?", consiglio che non ho mai seguito e che non sarebbe comunque servito (non certo a 25 anni, forse a 14 anni si). In effetti senza bere, senza fumare, con il tipico atteggiamento da secchione introverso, vestiti non costosi, forse anche un po' di alito pesante, fisico scheletrico, beh, sei messo da parte, non fai esperienze, non hai nulla da raccontare, non ti invita nessuno, non piaci e basta. Se poi considerate che la maggior parte delle persone frequenta più o meno le stesse persone dell'infanzia e dell'adolescenza (solo sporadicamente colleghi di lavoro) e che i gruppetti sono chiusi, beh, ne viene fuori un mix micidiale che non lascia molti spazi di manovra. Internet? Beh si, un po' mi ha aiutato, ho frequentato persone introverse ma abitavano troppo lontano per una frequentazione più assidua e, sentimentalmente, ho conosciuto donne che avrebbero voluto mettermi sul lastrico facendosi sposare per interesse o facendosi mettere incinte (anche le straniere). Nella società dell'alcol, del tabacco (perché altrimenti sei uno sfigato immaturo), dei soldi ad ogni costo, della ricchezza e del lusso da ostentare, dell'apparenza, dello studio che è da sfigati, del pettegolezzo, dei cellulari da 700 euro, dello scopare con quanti più partner possibili, dei social network (e chissà quante cose ho tralasciato), che si può fare per dare spazio a un secchione introverso anche mettendo da parte la parola secchione?!
Anche se pochi ascolteranno il mio consiglio di passare più tempo con i propri genitori, non ha importanza, ne sarà valsa la pena anche se solamente una persona mi avrà ascoltato; del resto i genitori non sono tutti uguali, ma ci sono pochi dubbi che un genitore ama da morire suo figlio e darebbe anche la propria vita per lui. Io con i miei genitori ho avuto molti conflitti ma da qui a odiarli ce ne corre. E' colpa loro se siamo cosi?! Io penso che sia molta più colpa dell'ambiente, perché se fuori casa trovate persone fatte in un certo modo che vi mettono da parte e che di voi se ne fregano altamente perché siete fatti in un certo modo allora ahi voglia a combattere! E se siete "in questo modo" di chi è la colpa?! Beh non c'è una risposta univoca, ma se vi piacciono certe cose (che magari non piacciono a nessuno) e non vi piacciono o non vi interessano cose che invece per gli altri sono importantissime, beh, dipende dalla nostra personalità, dal nostro DNA, da come concepiamo la vita. Il padre di mio zio (che è morto da molti anni) alzava spesso le mani nei suoi confronti e questo non ha comunque impedito a mio zio di avere le sue amicizie, di uscire, di avere partners, di andare di qua e di là. Un mio collega mi ha parlato di un suo amico solitario e stupido che però è accettato nel suo gruppo di amici e che c'è entrato da quando sua madre ha chiesto a loro di fare qualcosa per lui perché se ne stava sempre da solo chiuso in casa (cosa che da altre parti avrebbe provocato sonore risate e sonore pernacchie).
Insomma, ci dicono che tutto il mondo è paese ma in realtà ci sono molte differenze tra gruppi e tra persone. Io ho sempre detto che dipende dal 50% da noi e dal 50% dall'ambiente; se l'ambiente si mette di traverso non c'è molto da fare; ecco, io penso che bisogna fare il possibile per quel 50% che dipende da noi e vedere cosa succede; lasciando da parte i genitori.
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