Sono chiuso in casa più o meno da 8 mesi, dopo aver frequentato la prima superiore e le scuole medie già con alcuni problemi e depressioni (scrissi tutto nel topic di presentazione, quindi non mi dilungo).
Nonostante i vari atti di bullismo e problemi familiari che mi hanno colpito (come la demenza di mio padre proprio a coincidere con il mio inizio alle scuole medie), mi reputo assolutamente responsabile della mia situazione: mi sono recluso dal mondo esterno, campo solo grazie al sostentamento di mia madre e attualmente non servo a nulla. Certo, ho avuto alcune particolari sfortune: cambiare classe e scuola più volte, senza mai beccare un ambiente non ostile, quando poi conosco 2-3 persone capitate in classi con loro simili dove c'è una grande famiglia, come se fossero tutti maturi; trovarmi in una città dove dire che l'estro e l'immaturità - anche io dopotutto sono immaturo - sono predominanti è poco - bollirebbero i gay in piazza - e dei genitori con un passato molto introverso, quindi niente cene fra amici, matrimoni, uscite o un minimo di esperienza sociale che potevo guadagnare da loro. Dulcis in fundo: sono figlio unico, dunque l'unica per essere completamente senza problemi era nascere intraprendente e passare i giorni in strada. Ribadisco che, considerando anche i punti sopra sono cosciente del fatto che mi sto abbandonando, probabilmente rovinando ed esistono al mondo persone che nella mia situazione riuscirebbero lo stesso a impugnare il mondo nelle loro mani, ma ormai sono in un completo stato di apatia ed è come che il flusso del tempo mi scorresse addosso, prima o poi accadrà sicuramente qualcosa che mi obbligherà a prendere coscienza e dipendentemente dallo stato in cui mi troverò la mia vita prenderà una certa piega.
In casa siamo io, mia madre e mio padre in stato di demenza; i parenti sono lontani KM e gli unici amici che ho non li vedo da Gennaio (in passato sapevano della situazione, ora pensano che l'abbia risolta), ergo contatti "miracolosi" non ce ne saranno mai (esempio un parente che ti aiuta ad uscirne o fa prendere coscienza a qualcuno a te vicino).
Tralasciando questo sunto privo completamente delle mie esperienze passate (esternate nella presentazione) ma colmo della mia situazione attuale, arrivo al succo della questione.
In uno dei rarissimi momenti in cui io e mia madre non siamo in tensione, ma discutiamo del più o del meno, ella mi ha rivelato di essere caduta in un forte periodo di depressione all'età di diciannove anni che l'ha portata a chiudersi in casa COMPLETAMENTE - ad esempio io sia 3 mesi che 1 mese fa sono uscito un cinque, sei volte per tagliarmi i capelli o comprare alcune cose - per 3 anni.
I rapporti coi genitori diventarono ancora più pessimi di quelli che sono i miei attuali: mia madre nei momenti no mi etichetta come inutile o afferma di non volermi più un gran bene - cosa tra l'altro vera perché il suo distacco è evidente - mentre suo padre le diceva chiaramente di preferirla in veste di prostituta rispetto a quella di "reclusa" - probabilmente se mio padre non avesse sofferto di demenza, qualcosa di diverso ora ci sarebbe - mentre la madre non aveva rilevanza particolare.
In questi 3 anni mia madre perse del tutto il contatto con le sue amiche e a suo dire passo proprio un periodo di merda (considerare che i computer ancora non c'erano, quindi non c'era modo di allietare l'esistenza).
Sinceramente la cosa mi ha colpito parecchio, tralasciando mio padre che ha la 3° media come me, avevo sempre pensato a mia madre come una donna che nonostante la timidezza (non era propriamente fobica, aveva parecchie amiche ecc..) aveva continuato fino all'università e nel suo piccolo non aveva mai avuto grandi cedimenti. Poi, un giorno a caso scopro che finì nella mia STESSA e IDENTICA situazione, per giunta in un lasso temporale di ben 3 anni. Diciamo che mi sono crollate alcune certezze che avevo. Per quanto (ipocritamente, visto che non faccio nulla per uscirne), mi sono sempre dato la colpa completa per la situazione attuale, questa rivelazione mi ha come fornito uno spiraglio per crogiolarsi nella famosa "divisione delle colpe" - non sono l'unico colpevole della mia situazione - cosa che ho sempre cercato di fare almeno per onestà d'animo.
Non stiamo parlando di una semplice depressione, ma di una eguale chiusura (se non di livello superiore) al mondo esterno da parte di mia madre più di 40 anni fa, pensarci mi fa sentire una macchinazione del mondo.
Questo topic l'ho aperto soprattutto per sfogarmi, però funge anche come "mezzo spunto di riflessione" ad un topic che lessi qualche giorno fa: "Quanto il carattere dei vostri genitori ha influenzato la vostra fobia sociale?".
Per come la vedo io, una predisposizione alla FobiaSociale da mia madre, l'ho avuta, magari era una piccola scintilla nel mio cervello che si è attivata con gli giusti stimoli (finendo come lei), oppure più che di fattore genetico si potrebbe parlare di una trasmissione per influenzamento (visto che per motivi citati sopra, i miei sono gli unici parenti con cui sono stato a contatto da sempre), o infine una semplice e molesta coincidenza.
Ps: Non so se debba sentirmi più giù o più su per questa cosa, tanto resta il fatto che i problemi sono miei e sono io che non li sto affrontando; però mia madre mi ha anche detto che parte della sua perdita di affettività sta nel fatto che sono caduto nel suo stesso problema, ( da qui sono cose che penso io ) e probabilmente visto che si odiava, ora odia me in quanto sua idealizzazione di se stessa da giovane, perciò...facciamo più giù?