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Originariamente inviata da muttley
E' per questo che qualcuno ha inventato l'assertività: dire quello che si pensa senza scadere nelle contumelie.
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Che, tanto per fare un esempio, nel caso in questione si sarebbe potuta esercitare rispondendo alla "signora": "...?
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Originariamente inviata da liuk76
Secondo me la sensatezza della critica deve prescindere da chi la fa.
Di fronte alla critica "i giovani hanno poca voglia di lavorare", non ha senso che se la muove Tizio lavoratore allora la si accetta mentre se la muove Caio fancazzista allora non ha valore.
Tizio e Caio hanno entrambi il diritto di criticare e se la critica è fondata, Sempronio dovrebbe incassare sempre e comunque.
Il discorso della Tizia, se non è fatto sottintendendo tutti i giovani, io in parte lo condivido perché spesso vedo atteggiamenti di scarsa o nulla ricerca del lavoro.
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Sottolineo intanto quanto evidenziato in grassetto (che mi pare assolutamente non verificato nel caso in questione, no?).
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Originariamente inviata da liuk76
Poi, ognuno è libero di fare come meglio crede ma, ripeto, non può avere la pretesa di non ricevere commenti ed avere empatia incondizionata.
Se uno vuole evitare qualsiasi commento negativo, che faccia vita eremitica.
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Benissimo, quindi anche la tizia avrebbe potuto sentirsi rispondere un "Nel novero dei fancazzisti ci includiamo anche lei, che non ha mai lavorato in vita sua?"
Sì o no? La accendiamo?