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24-08-2011, 01:49
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#1
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Avanzato
Qui dal: Aug 2011
Ubicazione: Milano
Messaggi: 462
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Mi presento in due modalità: Stato passato e Stato attuale, così chi non ha voglia di leggere il passato può tranquillamente passare al presente, Il primo è la causa il secondo è l'effetto.
E chi ha voglie di non leggere, meglio per voi.
Stato passato: sono cresciuta in una famiglia che per gli standard fine anni '80 potrebbe definirsi benestante, madre bellissima, padre altrettanto, tuttavia la bellezza e il denaro erano il solo riflesso migliore che potevano donare all'esterno. L'unica "qualità" di mio padre era la furbizia e la capacità imprenditoriale - illecita e non entro nei particolari - con il tempo ho rivalutato la furbizia non come valore aggiunto ma come difetto interiore, infatti i furbi non hanno fondamenta solide e i loro trucchi sono destinati a fallire. Era un "padre padrone" comunemente definito, uno di quei padri che tirano fuori la cinghia dai pantaloni e la scagliano forte sul corpo dei figli per insegnare la disciplina e il valore del "non rispondere" e io ero vivace e avevo il gusto dell'avventura, una certa propensione per i guai e del contraddittorio quindi tra me e mio fratello ero quella che prendeva più cinghiate/manate/scarpate/battipanni addosso e lividi in ricordo. Ma io credevo fosse normale, non demonizzo mio padre questo o mia madre che osservava in silenzio. Mio padre morì di Aids nella metà degli anni 90 e convengo che la causa della sua morte sia stata appropriata al tipo di persona che era: uno dei suoi tanti vizi era la promiscuità con uomini, trans, madri delle mie compagne di scuola e minorenni.
Subì ad ogni modo il trauma del lutto con tutto ciò che per una bambina di nove anni ne consegue, senso di vuoto negli anni a venire, mancanza di una guida paterna nonostante mi ribellassi sempre alla sua autorità, nostalgia in qualche modo. Il peggio doveva ancora arrivare poi..
Qualche mese dopo la morte di mio padre mia madre iniziò ad avere la stessa vita promiscua, fino ad allora era stata sempre presente e faceva da cuscino tra me e gli attacchi di mio padre, era allegra e ironica e buona, dopo esser rimasta vedova inizò ad uscire vestita succinta e si faceva pagare per le prestazioni da altri signori benestanti (poveracci direi io) talvolta rincasava con due o tre di loro, si fermavano nel salone al piano di sotto mentre io dalla mia camera osservavo di nascosto chi diamine fossero ascoltando i loro discorsi mentre mia madre ingurgitava superalcolici mischiandoli con la cocaina, mi rintanavo nella mia stanza silenziosa quando capivo che da lì a poco sarebbe successo qualcosa "da grandi", talvolta lo capivo perchè azionava il videoregistratore e... e lasciamo perdere.
Dopo quasi un anno dalla morte di mio padre un giorno tornai a casa da scuola, vidi mia madre nuda in lacrime davanti allo specchio che continuava a ripetersi "sono brutta sono bruttissima" rigandosi con le unghie il volto, il trucco sbavato sulle guance, io la abbrcciai e le dissi che era bellissima perdio, ma lei probabilmente intendeva dentro mica fuori. Rimasi con lei per rassicurarla, andai in camera mia per riporre il mio zaino di scuola tornai in bagno e non la vidi più, andai in cucina dove la trovai di spalle mentre guardava fuori dalla finestra piangendo, al mio "mamma?" si girò verso di me con uno scatto improvviso e mi scagliò addosso alla vetrata del balcone, finì a terra e ci guardammo negli occhi, lei si rese conto per un attimo del gesto che aveva fatto senza darsene una spiegazione, io mi resi conto del suo stato confusionale, mi rialzai piangendo dicendo "mamma non fare così, va tutto bene" lei aprì la finestra e con uno scatto fulmineo si avvio verso il cornicione del balcone, quinto piano di un palazzo signorile dove tutto riecheggia, mise le mani sul cornicione e sporse la prima gamba verso il vuoto, in quel momento iniziai ad urlare afferrandole la gamba rimasta a terra con tutta la forza che avevo, mio fratello accorse e i vicini anche, riuscimmo ed evitare il peggio poi lei stramazzò a terra in preda a convulzioni e io venni allontanata. La andai a trovare due settimane più tardi nell'ospedale psichiatrico di niguarda, entrai nella sua stanzetta asettica con le sbarre alle finestre e la prima cosa che le chiesi fu "perchè lo hai fatto?" lei mi guardò e mi disse "perchè ho fatto cosa, perchè sono qui?" - "perchè hai tentato di uccidermi e poi hai tentato di ucciderti" non si ricordava niente. Glielo raccontai ed inizò a piangere e a chiedere scusa. Non avrei dovuto dirlo, fu un gesto di rabbia ricordarle quello che aveva fatto. Nel frattempo fui affidata ai nonni fino all'arrivo degli assistenti sociali che fecero di tutto per darmi in affidamento a loro mentre io feci di tutto per difendere mia madre, negando in seguito l'evidenza dell'accaduto. Dopo qualche mese uscì dall'ospedale, vivemmo per un certo periodo di tempo assieme ai nonni, ogni tot di tempo aveva delle convulsioni che all'epoca chiamarono crisi epilettiche e occorreva soccorrerla subito e infilarle un dito in bocca per evitare che si soffocasse con la sua lingua, dopo un altro anno mia madre sbattè fuori di casa i miei nonni che tornarono al loro paese distrutti, la giustificazione fu "mi sento in gabbia, voglio essere libera e quindi non voglio i miei genitori, solo i mie figli" Quella piansi per il dolore che sentivano i miei nonni e che sentivo come mio e per mia madre. Mi mancava quell'illusione di equilibrio che sapevano infondere i miei nonni nella casa.
Conobbe un uomo, dopo una settimana era in pianta stabiile a casa nostra, dopo nove mesi nacqua mia sorella, dopo 10 mesi si lasciarono.
Nel frattempo io vivevo i comuni drammi della prima adolescenza, le solite cose che si passano a quell'età ma con l'aggraventa di avere una situazione totalmente instabile in casa, pensai a come potevo rederla felice e decisi stupidamente di puntare sulla bellezza come aveva fatto lei per renderla felice, la bellezza è sempre stato il suo punto fermo, qualcosa di cui andare orgogliosi e non volevo certo deludere le aspettative che i grandi, nella loro incoscienza, instillano nei bambini. Iniziai a non mangiare e a tingermi i capelli di biondo chiarissimo - ero già castana chiara- per sembrare più grande, a truccare quel viso da bambina per approdare a teatro dove, pensai nella mia ingenuità, avrei avuto un riscatto e avrei finalmente ricevuto l'amore del pubblico, mi bastava un applauso. Inizia a fare provini, mia madre intanto cambiava uomo a cadenza annuale, tutti sbagliati, tutti balordi o cocainomani o ex carcerati a cui lei dava i soldi per mantenerli, i soldi di mio padre per barattare un affetto che comunque non riceveva. Mentre lei dilapidava il patrimonio io provavo a trovare la mia strada verso il riscatto. Un sera conobbi un "amico" di mia madre che mi raccontò di un suo amico regista, dopo varie spiegazioni stabilimmo il giorno del provino. Avevo 15 anni, il fiore della giovinezza e l'innocenza che è propria di quell'età, decisi di fare la grande e di andarci da sola, era uno importante mi avevano detto e non volevo certo fare la figura della "bambina", mi feci accompagnare da mia madre fin sotto casa del regista le dissi di passare tra una o due ore. Salì le scale piena di speranze per il futuro con il mio book sotto braccio. La prima mezz'ora discutemmo del più e del meno, mi chiese cosa mi piaceva fare, quali registi, quali piéce teatratli e se avevo il ragazzo, gli dissi di no, mi chiese se ero vergine, gli dissi sì timidamente pensando che fosse una strana domanda, mi disse di attendere nella sala che sarebbe arrivato subito. Serrò la porta, chiuse le persiane delle finestre mentre io pensavo, pensavo, pensavo ma mai così male fino ad allinearmi alla malignità nella sua mente. Dopo un altra mezz'ora in cui ingenuamente chiesi ripetutamente "dov'è il copione?" mentre spazientito mi rispondeva di attendere, sistemò le videocamere, le luci, il divano e le inquadrature offrendomi un bicchiere d'acqua da bere, nell'attesa e lo bevvi quel dannato bicchiere.
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24-08-2011, 01:50
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#2
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Avanzato
Qui dal: Aug 2011
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Messaggi: 462
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Passò qualche minuto, tornò da me e inziò a parlarmi in un modo strano a fare sottili allusioni, domande, facendomi contemporanemante sentire stupida quando rispondevo timidamente o non rispondevo affatto, in colpa nonostante le mie risposte fossero di "allontanamento" per qualcosa che ancora doveva succedere, io iniziai a sentirmi confusa, sembrava mi stesse facendo un lavaggio del cervello con tutte quelle frasi e allusioni a trabocchetto, gli dissi che volevo andarmene. Troppo tardi, è sempre troppo tardi per me. Le sue mani erano già su di me mentre pensai di correre verso la porta chiusa a chiave ed io non sentivo niente oltre alle lacrime calde sul volto, era come se mi fossi sdoppiata, era come se la parte più pulita di me si fosse allontanata, giaceva sotto il suo corpo il mio involucro violato e ogni tanto singhiozzavo tra i denti un "basta"-"smettila ti prego". non avevo più la percezione del tempo, non ci capivo più niente. Dopo tempi che a me parvero interminabili mi lascò distesa, andò a lavarsi in bagno, lo notai senza il preservativo il bastardo, non sentivo più le forze e la testa mi girava, ero sporca e osservavo la porta d'uscita in fondo al corridoio e non avevo la forza di alzarmi.
Ritornò da me, mi mise a sedere e inizò a sistemarmi il trucco e il vestito, mi tenne lì per un po' minacciandomi in modo sottile. Il patto era che fuori di lì io non avrei dovuto dire nulla dell'accaduto, pena la morte di qualche mio familiare.
Mi accompagnò all'uscita, si avvicinò a mia madre che attendeva da un ora lui si scusò per il ritardo come se tutto fosse stato normale, inizò a parlare con lei delle mie attidudini per il teatro, il mio sguardo era vuoto e dalla mia bocca non riusciva ad uscire una sola sillaba. Si allontanò e noi andammo verso la macchina, appena mi sedetti iniziai ad ansimare, non riuscivo a respirare, piangevo e non riuscivo a parlare, mia madre capì qualcosa dai monosillabi che mi uscivano sconnessi, prese un coltellino dallo sportello con il chiaro intento di andare ad ammazzarlo, urlai un"no..n farlo NO!" bloccandola, stava impazzendo ed io ero esausta di vedere altre catastrofi.
Andammo al pronto soccorso e dopo un mese di telefonate anonime da parte degli amici del "bastardo" arrivai all'apice quando un tizio di sua conoscenza mi agganciò da sola in strada e mi disse che "c'è gente importante disposta a pagare per le minorenni, tu vali molto sai piccolina?" dopo questo schifoso incontro riuscì a farmi coraggio e andai al commissariato.
Sarò breve ora: il processo durò quasi 8 anni, nei primi due anni venni minacciata ripetutamente e seguita fin sotto casa e non avete idea di cosa significhi deporre nei minimi particolari davanti al giudice Forno (e lo nomino perchè è l'unico che si è fatto in quattro) poi davanti ai pm e altre volte ancora mentre gli avvocati che prendono le difesa del "bastardo" fanno di tutto per metterti in difficoltà con la loro parlantina per farti cadere in contraddizione.
Alla sentenza finale il "bastardo" aveva già fatto le valige verso Cuba e il mio avvocato sapeva solo dirmi "speriamo che il regime di Castro cada, così dovrà rimpatriare e solo allora potremo mandarlo dentro" Questo è uno spaccato sulla giustizia italiana, avrei forse dovuto lasciare che mia madre gli aprisse il petto con un coltello? Sì, no, sì...no per lei.
Dopo questo avvenimento mia madre si riequilibrò negli anni, trovai la chiave per riequilibrarla semplicemente crescendo e ragionandoci assieme, a fondo, a lungo, anche se tende ancora ad avere sbalzi d'umore che la spingono a pensieri suicidi. I miei nonni della mia violenza non hanno mai saputo niente e così mia sorella nata dall'altro uomo. Nell'arco di una decina di anni abbiamo perso le case che avevamo, mia madre aveva accumulato enormi debiti con tre differenti banche, Il giorno del mio diciottesimo compleanno mia madre mi svegliò mi disse "Auguri, dobbiamo andare in banca" pensai a chissà quale sorpresa, un fondo per lo studio o chessò...
Il direttore di banca mi attendeva per parlarmi, capì la gravità della nostra situazione finanziaria dalle sue parole, firmai quei documenti che attestavano che i fondi che mio padre aveva lasciato intestati in eredità a me per il mio diciottesimo sarebbero andati alla banca per colmare il buco in rosso sangue che aveva scavato mia madre durante gli anni del suo disequilibrio.
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24-08-2011, 01:50
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#3
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Avanzato
Qui dal: Aug 2011
Ubicazione: Milano
Messaggi: 462
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Stato attuale: nell'udienza finale avevo circa 23-24 anni, ora ne ho 27. (a volte sono centenaria e altre volte sono adolescente, diciamo 27 per convenzione)
Dopo quell'avvenimento a 15 anni cambiai completamente il mio modo di essere, feci di tutto per non apparire "appetibile" cambiai colore dei capelli e dei vestiti, dal chiaro allo scuro. mia nonna che non sapeva, ogni tano mi ripeteva "va come ti sei conciata, eri così bella, sei cambiata in peggio, non hai più nemmeno voglia di fare teatro" oppure con una frase che mi ferì a morte "io non lo so perchè non sei andata avanti con il teatro, nella vita quando uno vuole davvero qualcosa la ottiene, tu non sei capace di combinare niente" Mi allontanai e piansi.Non potevo, non potevo dirle niente, conosco mia nonna, conosco i suoi problemi di salute, conosco il dolore per la figlia che ha patito negli anni. Io sono nella condizione in cui i ca..i miei o me li risolvo da sola o li smazzo con altri, ma nulla di nulla a mia nonna.
Dentro me scese in qualche modo la notte, per non sentire le tenebre ricorrevo all'alcol o alle droghe leggere tra amici anche se a dirla tutta non mi hanno mai fatto male queste ultime, l'alcol sì invece.
Il mio rifugio divennero i libri, la pittura, la conoscenza delle cose del mondo, conobbi un ragazzo che oso definire Speciale nonostante le barriere che innalzavo per non farlo avvicinare, sradicate da lui pazientemente
-e parzialmente direi- lenendo i miei dolori in ogni modo possibile, - ma era impossibile, le cicatrici permangono - un pazzo in senso buono, per inciso diagnosticato schizofrenico all'esame militare posso dire però che a me sembra una persona più sana dei normali e sette anni sono tanti, posso ben dirlo. Ma questo merita un post a parte. La fine del nostro amore è stata un altro lutto e ho impiegato due anni per cacciarlo nell'inconsio senza più sentire dolore per l'ennesima perdita in modo cosciente.
Un passo veloce indietro: a 16 ripresi a studiare, il mio obiettivo divenne psicologia e università, perdio di cose ne avevo viste e di empatia ne avevo ben tanta, ma ecco che qualcosa inizia a ribollire dentro me, qualcosa di indefinibile, auto-sabotaggio, ansia, eccessiva timidezza, pensieri auto-distruttivi e auto-denigratori, eccessi, eccesso nel sentire. Sento troppo.
Feci l'esame di ingresso all'università, lo passai e iniziai il primo semestre, ero felice, avevo finalmente raggiunto quello che volevo per la prima volta, ora bastava impegnarsi nel lavoro per riuscire a pagarmi gli studi.
Al primo orale del primo semestre ci arrivai con una vagonata di ansia, avevo studiato bene ma in qualche modo quella mattina non ricordavo un accidente, entrai in aula e non riuscì a dire una parola, vampata di calore sul volto, timore immotivato. tutto fuori di me taceva e dentro urlavo "perchè?"
La stessa cosa successe all'esame di maturità ma i professori mi conoscevano bene e nonostante il blocco totale discuterono con la commissione esterna per farmi uscire con un 70 almeno "perchè quella ragazza ha la media dell'otto e mezzo, è solo bloccata ora"
Quel giorno sprofondai di nuovo alla deriva, nel tornare a casa pensai di gettarmi sotto la metro, feci un giro più lungo evitando sapientemente la metro e arrivai fin casa a piedi, confusa, delusa, abbattuta e con una maschera preparata per non lasciar trapelare alcun tormento. Dissi semplicemente a mia madre che "non fa per me, ci vogliono dieci anni per inserirmi nell'ambito della ricerca, non voglio arrivare a trentdue anni ancora all'università, preferisco il lavoro"
Mentivo, non volevo dire cosa in realtà mi era successo. Non volevo che sapesse, non l'ha mai saputo e mai lo saprà.
Dopo un anno di depressione per colloqui in cui evidentemente non apparivo "felice e dinamica" trovai la forza di recitare un poco e mi presentai allegra ad un colloquio di lavoro in un locale-pub, contratto a tempo indeterminato -una rarità oggi! - mi assunsero.
Era un lager, una dittatura, lavorai lì fino a due mesi fa, fino a quando tutto non inizò ad incrinarsi nuovamente, non per colpa mia ma per colpa del titolare, prima di natale del 2010 mi chiamò nel suo ufficio, mi chiese di pulire il suo bagno, le cameriere/bariste puliscono anche i cessi dorati del titolare, mentre ero ricurva sul suo gabinetto lui si accostò dietro di me ed inizò a dirmi certe frasi e a tentare un approccio mi alzai e dentro di me pensai "adesso basta, o muoio io o lo iuccido se va oltre" riuscì a rifiutarlo con la liogica dei miei discorsi, facendo leva sul suo senso di colpa toccando il fatto che"sei sposato, conosco tua moglie, lavoro qui e non sono attratta da te" ovviamente in modo più elaborato, deciso ma non aggressivo, non volevo perdere il lavoro e non volevo risvegliare la bestia che risiede nell'uomo quando si sente aggredito.
Nei mesi seguenti subì quel che si definisce mobbing e vi risparmio i particolari arrivando alla conclusione: dimissioni forzate dopo ripetute minacce, denuncia assieme ad altri colleghi che finirà certamente nell'oblio perchè ho scoperto che di denunce ne ha già avute abbastanza eppure è ancora lì a guadagnare vagonate di soldi. Che gli venga un cancro!
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24-08-2011, 01:51
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#4
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Avanzato
Qui dal: Aug 2011
Ubicazione: Milano
Messaggi: 462
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Quel senso di fallimento che comunque è sottilmente sempre presente in me riemerse di nuovo con tutta la sua forza due mesi fa. Ripresi a dipingere, l'ho sempre fatto come sfogo, quando un mese fa incontrai un noto gallerita che mi propose di esporre gratis dissi di sì, ero quasi felice, dopo due giorni l'ombra che è in me riprese il controllo, non riuscì più a pitturare "perchè tanto tutto quello che faccio fa schifo, non è bello" e mi vergogno a mostrarlo ad altri. Mediocre. Deriva di nuovo.
Non vedo futuro, non vedo una via d'uscita e quando la vedo non riesco, non riesco a sbloccarmi. Sono ricaduta in stati depressivi e autolesionismi vari, sempre lontana da occhi altrui, all'apparenza tutto normale, sono forte e bla bla bla, la solita maschera che uno indossa per evitare conseguenze che ricadrebbero in modo negativo sull'equilibrio di mia madre e sulla salute di mia nonna.
In trappola, mi sento soffocare, soffocare da me stessa stavolta, l'assassina di me stessa sono io.
Per me ora è complicato anche presentarmi a dei colloqui, vado con uno stato d'animo pessimo, che mi vincola e non riesco a presentarmi bene, non riesco ad essere sciolta.
Mia madre mi consiglia di riprendere l'università, di fare però tre anni per diventare educatore sociale, sa che a me piace e sa che non è facile ora trovare un buon contratto di lavoro, ma sono bloccata, completamente bloccata. Morta dentro. Stallo. E lo nascondo appioppando scuse ai miei familiari. Evito di uscire da qualche anno, ho visto tutto, di bello e di brutto, ho sentito tutto dall'estati al doloro più atroce, che altro c'è?
Le mie uscite sono rare e vedo potenziali fregature in ogni dove, spesso azzecco, quando conosco una persona la prima cosa che penso è intuire in che modo potrebbe farmi male, non solo fisico ma morale o affettivo. Cerco sempre di non illudermi e mi dico spesso "non fidarti, prima o poi ti colpirà alle spalle"
Ovviamente non mostro all'esterno tutto ciò, instauro relazioni superficiali perchè dentro di me "non ci devono arrivare" come uno scudo protettivo che ho innalzato nel tempo ma non so più come abbattere.
Ora una persona potrebbe consigliarmi "vai da uno psicologo"
1) costano.
2) trovarlo bravo è un impresa, trovare uno che non bada all'ora che sta per scadere e se lo trovi...eh, costa comunque.
3) ho sempre creduto come verità fondamentale che sono sempre le persone stesse ad affondarsi o ad avere la capacità di curarsi e ho sempre provato un senso d disprezzo per chi arrivasse a necessitare dell'aiuto degli altri. Inutile dire se sono qui evidentemente non riesco a rialzarmi ma nel profondo so che se non ce la faccio io nessun'altro potrebbe aiutarmi. E che ci faccio allora qui? Arranco. sia mai che abbia una ailluminazione.
P.S. per chi ha letto Stato passato ho dato una infarinatura parziale, ho omesso altre cose che ho preferito tralasciare, mali minori rispetto al succo principale.
ci ho messo 4 ore per riuscire a sintetizzare e tagliare e a centrare il più possibile il bersaglio.
Sempre se qualcuno è riuscito a leggere fin qui.
Vediamo quanti di voi leggono :-)
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24-08-2011, 02:10
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#5
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Esperto
Qui dal: May 2011
Messaggi: 1,628
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Marlalee, le tue parole gelano il sangue.
L'unica cosa che mi dispiace è che un thread dal contenuto tanto delicato apra la strada a commenti che, inevitabilmente, sapranno di stucchevolezza, di banalità, di piccineria.
Mi dispiace perchè meriterebbe qualcosa in più.
Ti scrivo qualcosa in privato.
E, nonostante non sia la presentazione ufficiale, benvenuta nel forum.
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24-08-2011, 02:29
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#6
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Esperto
Qui dal: Feb 2011
Ubicazione: Capo di Buona Speranza
Messaggi: 6,536
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Devo ammettere che leggere questi tuoi post è stata una delle cose più difficili che abbia mai fatto, alla fine del primo sono stato tentato di smettere: era già sufficiente.
Nella tua vita hai vissuto così tanto dolore che trovare parole di conforto o di speranza mi risulta quasi impossibile, o quantomeno banale.
Ti auguro immensamente di trovarti bene sul forum, sperando che almeno qui riuscirai a trovare un'oasi di serenità e comprensione.
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Ultima modifica di Don Chisciotte; 24-08-2011 a 02:31.
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24-08-2011, 02:35
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#7
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Banned
Qui dal: Nov 2010
Ubicazione: Somewhere over ther rainbow
Messaggi: 2,996
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Benvenuta
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24-08-2011, 02:39
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#8
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 554
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Ciao bella, benvenuta tra di noi
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24-08-2011, 03:09
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#9
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Banned
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: tre metri sotto terra
Messaggi: 1,645
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sembra una trama di Gabriele Muccino... benvenuta..
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24-08-2011, 03:34
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#10
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Banned
Qui dal: Jan 2011
Messaggi: 602
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Ultima modifica di criptico; 14-11-2011 a 22:41.
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24-08-2011, 05:32
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#11
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Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 2,862
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Non ci sono emozioni, sensazioni o sentimenti dietro a ciò che scrivo, poiché sono annichilite davanti al dolore da te vissuto.
Non c'è nessun coinvolgimento in questo, sono parole che sto scrivendo su un forum come tanti, e io sono solo un nickname per te.
Ma...
...finito di leggere la tua storia, ho fissato lo schermo per un paio di minuti senza pensare a nulla, senza vedere nulla veramente.
Mi hai prosciugato...
Altro non posso scrivere.
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24-08-2011, 06:49
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#12
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Esperto
Qui dal: Feb 2011
Ubicazione: meandri della Campania
Messaggi: 2,291
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ringraziate i miracoli buonisti della Democrazia Cristiana,del Pentapartito e del Pdl.
in America se qualcuno l'avesse ammazzato quel qualcuno sarebbe stato assolto per legittima difesa.se invece andava sotto processo sarebbe pure potuto finire alla sedia elettrica.
beh che dire:tenetevi le leggi italiote,io preferisco quella del taglione,Hammurabi eroe!
comunque benvenuta
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24-08-2011, 10:49
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#13
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,761
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Benvenuta Marlalee .
La tua storia è così complessa e lontana dalla mia! Lascia sgomenti. Posso solo augurarti una buona permanenza qua.
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24-08-2011, 11:00
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#14
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Banned
Qui dal: Jul 2010
Messaggi: 1,658
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Quote:
Originariamente inviata da paf
benvenuta marla anche se sei qui prima di me e non ci siamo mai incrociate
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Ma non si e` appena iscritta?
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24-08-2011, 11:13
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#15
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,761
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Quote:
Originariamente inviata da kappa2010
Ma non si e` appena iscritta?
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Mi sa che l'ha scambiata con Marla Singer per questo la ritiene una vecchia utente, ipotizzo.
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24-08-2011, 12:14
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#16
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 836
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Hai una storia tristissima.
Sarà banale ma mi dispiace per tutto quello che ti è successo e di quanto le persone sappiano essere bastarde.
Complimenti per il coraggio di aver raccontato cose così personali a dei perfetti sconosciuti, anche se davanti ad un pc, io non ci sarei mai riuscito.
Inoltre con tutto quello che ti è successo hai avuto la forza di continuare a vivere seppur nel dolore, io molto probabilmente nella tua situazione sarei finito in galera oppure sepolto in un cimitero.
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24-08-2011, 12:18
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#17
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Avanzato
Qui dal: May 2011
Ubicazione: Roma...o giù di lì
Messaggi: 324
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Io credo che da uno psicoterapeuta dovresti andarci.
E' vero che trovare quello giusto può risultare complicato ma in un momento di debolezza come questo forse sarebbe il caso di fare un tentativo se riesci a mettere qualcosa da parte.Non escluderei nemmeno l'opzione dei farmaci in questo momento...
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24-08-2011, 12:24
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#18
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Banned
Qui dal: Jul 2011
Messaggi: 272
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Hai un gran carattere!
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24-08-2011, 12:29
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#19
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Esperto
Qui dal: Feb 2011
Ubicazione: Capo di Buona Speranza
Messaggi: 6,536
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Quote:
Originariamente inviata da Casper
Hai un gran carattere!
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Quoto.
Già il fatto che, dopo tutto quello che le è successo, sia riuscita a raccontare tutto su un forum è un qualcosa di estremamente positivo. Io, ad esempio, difficilmente ce l'avrei fatta.
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24-08-2011, 12:33
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#20
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Avanzato
Qui dal: May 2011
Ubicazione: Roma...o giù di lì
Messaggi: 324
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Quote:
Originariamente inviata da Don Chisciotte
Quoto.
Già il fatto che, dopo tutto quello che le è successo, sia riuscita a raccontare tutto su un forum è un qualcosa di estremamente positivo. Io, ad esempio, difficilmente ce l'avrei fatta.
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D'accordissimo...
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