Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield...
A parte gli scherzi (lo ammetto, non avevo la più pallida idea di come iniziare la discussione né sono, ahimé, particolarmente brillante nello scrivere), devo dire che sotto molti aspetti mi identifico col personaggio di Holden Caulfield.
Premesso nuovamente che sono una frana nella scrittura, cercherò di fornirvi un mio ritratto, quello di un infelice studente di 20 anni - portati malissimo, pochissima barba ma già con dei capelli bianchi e la fronte scavata da rughe lol - senza amici, imbranato come pochi nelle relazioni sociali e assolutamente riluttante nell'aprire bocca con chiunque: finora mi sono parato dietro ad una presunta timidezza ed introversione del carattere, ma temo costantemente che sia un segno di aridità intellettuale.
È come se pensassi a tutto e a niente, che sia durante una semplice chiacchierata o in contesti più formali, mi sembra di "vedere" tutti i percorsi possibili ma non essere in grado di focalizzarmi su alcuno in particolare e così rimango muto per la maggior parte del tempo, come l'asino di Buridano che incapace di scegliere tra due mucchi di fieno finisce col morire di fame. Probabilmente c'entra in qualche modo con la mia capacità (o meglio incapacità) di concentrazione e la tendenza a pensare continuamente ad altro o forse a non pensare proprio e nascondere la testa sottoterra...
Dicevo prima che non me la cavo molto vene nelle relazioni sociali. Oltre a avere "nulla" da dire, temo spesso di fulminare gli altri con lo sguardo o di guardarli male, come qualche volta involontariamente è capitato con mio sommo imbarazzo, e pertanto cerco sempre di evitare di guardare gli altri, con risultati assai dubbi. Pertanto quando sto con qualcuno mi sento profondamente a disagio, come se ogni volta un diavoletto mi sopraffacesse e mi costringesse a chiudermi, fisicamente e psicologicamente, in me stesso senza possibilità di uscita.
Eppure, nonostante ciò, apprezzo molto la compagnia altrui e le poche feste a cui vengo invitato, ma come potete immaginare non riesco mai a stringere un vero e proprio rapporto di amicizia con alcuna persona.
Questo per quanto riguarda me stesso. Che dire invece della famiglia? Non di sicuro il classico stereotipo di famiglia mulino bianco medio o alto borghese felice e senza problemi economici.
A scuola, tra bullismo ed emarginazione, due costanti della mia carriera scolastica, incredibilmente avevo ottimi risultati ed era l'unica cosa che andava per il verso giusto, almeno fino al tracollo delle superiori che ha rimesso ogni cosa al suo (schifoso) posto.
Che dire ancora? Spero di trovarmi bene nel forum e di potervi contribuire attivamente.
Un caloroso saluto a tutti