Ciao ha tutti, mi chiamo Valeria ed ho 23 anni.
Non ho esattamente da quanto tempo soffro di fobia sociale, ma ne sono diventata consapevole durante i miei tre anni all'università. Sentendo che qualcosa non andava ho fatto qualche ricerca che mi ha portato a questa consapevolezza. Gli anni all'università, in un contesto in cui si è sempre in mezzo alla gente ed in cui si conoscono moltissime persone sono stati molto difficili a causa di questo mio problema, in particolare a causa di un ragazzo che mi piaceva. Avevo il terrore di incontrarlo, di parlarci, quando lo vedevo iniziavo a sentirmi male. Ma avevo problemi anche in mezzo a tante persone. Il rapporto uno ad uno è meno problematico, è il gruppo che mi fa paura. Paura di non sapere cosa dire, che si noti la mia ansia, paura di non piacere, di non risultare intelligente, di non risultare simpatica. Utilizzavo l'alcol come mezzo per stare in mezzo alla gente, e a lungo andare non potevo più farne a meno quando uscivo, al punto da farmi togliere la patente per guida in stato di ebrezza.
Questo tipo di situazione, di non riuscire a rapportarmi con gli altri, di sentirmi sempre sola e non capita mi ha portato ad un isolamento, a perdere piano piano sempre di più le amicizie. Nuove non riuscivo a farle e stare sempre con le stesse persone mi infastidiva, mi annoiava.
A volte quando tornavo in auto dopo qualche uscita con amici tra i quali mi sono sentita decisamente a disagio, mi sentivo talmente male da voler sterzare e prendere un albero a tutta velocità. Ci ho pensato spesso, al suicidio. Ho valutato tutti i modi possibili per farla finita, ma non ci sono mai andata vicina. Ho troppa paura, e da qualche parte ho ancora la speranza che le cose per me possano migliorare.
Oltre a ciò, all'inizio del 2014 abbiamo scoperto che mio padre aveva un tumore ai polmoni, di quelli che non lasciano via d'uscita. Se n'è andato 10 mesi dopo, il 21 ottobre 2014. Già turbata dai miei problemi, non ho saputo gestire bene la situazione. Ero depressa, apatica, arrabbiata e sola. Probabilmente per lui era lo stesso. Mi pento così tanto di non essergli stata abbastanza vicino se non alla fine, di non aver goduto delle ultime possibilità di stare con lui. Mi manca immensamente. Sogno spesso di abbracciarlo.
Ora la mia famiglia è spezzata. Siamo rimaste tutte donne, io, mia sorella, mia mamma e mia nonna, che fra l'altro ha un tumore da un anno. Non riusciamo più a stare insieme, non ci sentiamo più una famiglia.
Io ora vivo da sola nella nostra casa al mare, nella città in cui lavoro. Al momento anche mia madre ed una sua amica sono qui, per 12 giorni. Mi sento incredibilmente sola. E' sabato e non ho idea di cosa fare stasera. Le mie amiche più strette non ci sono, e non ho voglia di cercare qualcuno per uscire. Da una parte mi dispiace non essere cercata, ma dall'altra capisco che rapportarsi ad una persona che per la maggior parte del tempo ha il morale a terra non dev'essere per niente facile.
In questo periodo non sento di avere uno scopo per vivere. Sono demotivata, apatica e non ho voglia di fare niente.
Ho deciso di scrivere in questo forum perché magari parlare con persone che hanno problemi simili potrebbe farmi sentire meno sola, e per ricevere qualche consiglio sulla mia situazione.
Un bacione a tutti
Valeria