Ciao...essendo trascorsa una settimana dal messaggio ri-uppo la presentazione...immagino sia incompleta, dunque vediamo un po' di migliorarla con questo post che si riaggancia al precedente: sono due anni circa che mi sono accorto di non essere felice di quello che sono, che mi sento irrequieto, vuoto e mai sereno...in un modo o nell'altro finisco sempre per perdermi negli stessi pensieri, anche in questo momento, pensieri che non portano a nulla e il cui unico risultato è quello di buttarmi giù, facendomi oltretutto sprecare materialmente del tempo che potrei utilizzare per studiare...non è possibile che un giorno sì e l'altro pure pensi agli amici che non ho, a ragazze che non ho...non è possibile finire sempre a pensare quanto non mi senta considerato, stimato, cercato...non è possibile pensare vedendo un cellulare che non squilla come sarebbe se io non ci fossi, o non ci fossi mai stato...non è possibile sprecare tempo nel ragionare con se stessi per individuare le cause di questa infelicità di fondo, a volte dando la colpa agli altri, altre volte facendo pesante e non costruttiva autocritica...non è possibile sviscerare frasi e comportamenti altrui per cercare di capire quale considerazione abbiano gli altri di me...non è salutare.
Le situazioni da cui scaturiscono questi pensieri le ho anticipate la settimana scorsa...ora le approfondisco un po':
Allora, in venti e passa anni non ho mai avuto un vero amico, ed è così, è un dato di fatto. Nella mia vita, già sin da piccolo, ci sono stati conoscenti più o meno buoni, ma mai degli amici. Durante tutta la mia esperienza scolastica quelli che definivo "amici" era i miei compagni di classe con cui condividevo la giornata scolastica. Stop. Nient'altro, fuori dai muri della scuola, il nulla. Del resto diversamente non si poteva fare dal momento che prima di avere la patente praticamente non sono mai uscito di casa. Finiti gli studi e iniziata l'università ho iniziato seriamente ad avvertire un enorme vuoto sotto questo aspetto. -Approposito di scuola, apro una parentesi: le medie da un punto di vista ambientale non sono state facilissime. Ho visto i miei "amici" delle elementari che ancora erano in classe con me allontanarsi e formare un gruppetto che voleva essere quello "dominante". Io ovviamente per il mio modo di fare mi sono trovato sempre nell'altro, quello sfigatello, dei bersagli facili. Prese in giro, anche molto pesanti, si sprecavano, soprattutto da parte delle ragazze...situazione simile nei primi anni di liceo dove però ho imparato a ribattere e a far finta che di quello che dicevano non mi importasse nulla...con lo smistamento delle classi per il trienno mi trovai finalmente in un bel ambiente in cui almeno avevo l'impressione di essere rispettato e considerato...Bene, chiusa parentesi-
Come anticipato prima, da quando sono stato motorizzato, ho iniziato ad uscire...in un primo momento le mie uscite si limitavano ad un giro in macchina (quanta benzina avrò sprecato
), qualche capatina al cinema in solitaria, qualche birra in qualche locale della zona nella speranza di incontrare qualcuno...ma non ho quasi mai incontrato nessuno, salvo gente con cui scambiare qualche frase di circostanza. Alcune volte uscivo (e esco tutt'ora) con mio fratello e la sua compagnia...ragazzi molto alla mano con cui talvolta mi sento anche solo per parlare del più o del meno...tuttavia non li frequento più di tanto vuoi perché quando escono tornano al mattino, vuoi perché girano locali che non mi vanno, vuoi perché a loro si unisce gente con cui davvero non mi trovo...
In teoria ci sarebbe anche un'altra compagnia, dico in teoria perché si tratta di quella con cui la settimana scorsa vi ho detto di non sentirmi più integrato...qui dovrei dilungarmi e scendere anche in aspetti più personali perché è qui che si congiungono alcuni dei punti che vi ho anticipato nel post precedente, è qui che principalmente si riversano le conseguenze della mia assenza di serenità (la chiamo così perché altri termini mi sembrerebbero troppo forti)...e forse, sempre qui, oltre alle conseguenze, risiede anche la base di un problema (non tutti, uno) e dunque la sua risoluzione...per ora sono stato criptico, come dicevo è un questione piuttosto lunga e intima, spero di poterla affrontare più avanti in un altro topic...mi limito a darvi un quadro generale.
Ho iniziato a frequentare questa compagnia grazie ad una ragazza che conoscevo da qualche anno. E' stata lei ad insistere perché uscissi con loro. Con questa ragazza c'era sempre stato un bel rapporto di conoscenza che, frequentandoci, era diventato, almeno per me un'amicizia, vera 'sta volta. Sottolineo amicizia, niente di più, niente di meno. Come mai ne ho parlato al passato? Perché questa ragazza è quella persona del post precedente che quasi ormai nemmeno mi considera...il motivo? Non lo so. Rimane il fatto che lei, il suo fidanzato e un altro ragazzo erano il collante tra me e il resto della compagnia, compagnia piuttosto ampia. Da quando lei ha iniziato a considerarmi sempre meno e quell'altro ragazzo ha abbandonato il gruppo per una situazione davvero spiacevole io mi sento un estraneo. Sì, potrei evitare di frequentarli, ma a che prezzo? Quello di starmene sempre da solo?
Questo è il capitolo amicizie, ossia il NULLA o quasi. Il NULLA totale è il capitolo vita sentimentale. Sono arrivato a 23 anni senza un'esperienza, niente di niente. Nemmeno un bacio, niente. E' questione che non mi pesa tanto fisicamente, quanto mentalmente...sento il bisogno di relazionarmi, forse anche solo per provare. Eppure non riesco nemmeno chiedere un numero di telefono ad una ragazza che conosco da tempo, figurarsi chiedere di uscire o approcciare da zero. Non so, è come se avessi paura dell'altro sesso (non a caso avevo ed ho paura di cercare un chiarimento anche con la ragazza di poco prima)...improvvisandomi psicologo potrebbe essere un blocco derivante da derisioni da qualche ochetta delle medie? Da un autostima sotto le suole delle scarpe? Dalla convinzione di essere sgradevole? Dal fallimento di un'amicizia con una ragazza? Tutto può essere...
Settimana scorsa vi scrivevo di come sia piuttosto taciturno...se non mi sento integrato non riesco nemmeno a scambiare naturalmente quattro chiacchiere con qualcuno che già conosco senza sembrare forzato...nemmeno mi va di parlare di cose banali per rompere il silenzio o portare avanti conversazioni per frasi fatte...sono conversazioni vuote, tanto vale stare zitti...quel che più ritengo importante però è che non riesca a parlare di me e dei miei problemi con chi mi è vicino...con mio papà faccio discorsi da bar, con mio fratello idem...mia mamma è l'unica che ha notato qualcosa chiedendomi se ci fosse qualcosa che non andava, se avessi avuto degli screzi con gli amici, ma le ho detto che è tutto a posto...non riesco a parlarne liberamente, è come se me ne vergognassi...sono una di quelle persone che si tengono tutto dentro, non riesco a esternare, a sfogarmi...
Ora onestamente non so più cosa scrivere...se avete domande, fatele pure...io vi saluto e vi auguro una buona domenica