Mi confido a queste pagine perchè stamattina mi sento come stracciato, maltrattato, umiliato, tradito. Ieri ho avuto una discussione con la mia ragazza che mi ha letteralmente distrutto. Sono fidanzato con lei da circa sette anni, sono sempre stato socialfobico, ma non del tutto, visto che spesso facendomi forza sono riuscito a partecipare ad eventi sociali, beninteso sempre con una tensione ed un panico addosso che non mi hanno mai permesso di vivere questi eventi a pieno. Certo, essere fidanzato con una persona come me non deve essere facile, eppure lei mi ha sempre detto di apprezzarmi per come sono, di apprezzare di me altre doti che ho, intelligenza, simpatia, dolcezza, etc.
Scusate se scrivo in maniera molto confusa, ma non riesco a seguire il filo di un ragionamento, non riesco bene a concentrarmi. Ieri forse mi avrebbe fatto bene piangere ma non l'ho fatto, ho voluto trattenermi e forse ho fatto male. Oggi è come se avessi un nodo all'altezza dello stomaco, ed il panico sembra aumentare, come se mi avessero tolto il terreno sotto i piedi.
Lei si è stancata di me, mi ha detto che pretende che io partecipi ad esempio alle sue riunioni familiari, quando zii, parenti, ed amici vengono a trovarla, e che si è stancata del fatto che io non ci sia mai. Mi ha detto che sembro cambiato negli ultimi tempi, e che ha il sospetto che in realtà io sia solo pigro, che utilizzi le mie scuse semplicemente per pigrizia.
Non so descrivere quello che provavo quando mi diceva cose del genere, erano come frustate che mi ferivano fino nel profondo del midollo. Invece ho preferito fingere di non soffrire, mi sono chiuso in un ostinato mutismo. Perchè in fondo la capisco. Che futuro posso assicurarle, posso dirle che un giorno sarà tutto diverso, quando invece più passano i giorni più scemano le mie speranze?
Io so solo che corro il rischio che questa malattia che mi affligge è come una maledizione. E che potrebbe condurmi non solo alla solitudine, ma anche a perdere quel qualcosa di talmente prezioso che ho conquistato chissà per mia abilità o solo per fortuna. Mi sento perso. Io non so se ho le forze per combattere. Il pensiero di dover andare incontro ogni volta allo stress di dover affrontare situazioni in grado di generare in me un panico insormontabile mi fa traballare. Mi viene addirittura il sospetto di non essere la persona che lei ha creduto finora io fossi, e che forse sia lei ad essere cambiata ed a cercare qualcos'altro in un uomo. Mi manca la terra sotto i piedi, oggi mi sento più floscio di un cadavere. Mi ha detto che cedo all'autocommiserazione, che mi compatisco e che questo non può sopportarlo. Forse ho sbagliato a confidarle il mio problema, chissà, forse dovevo tenermi tutto per me, non lo so, non so niente. So solo che io ieri tacevo perchè non sapevo contraddirla, razionalmente lei aveva perfettamente ragione, non si può vivere nascosti dal mondo e chiedere ad una persona di condividere la propria stessa dannazione.
Scusatemi se sono stato confuso, e disordinato nei pensieri, ma mi sento veramente uno straccio.