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Vecchio 22-08-2011, 18:51   #1
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Salve a tutti vorrei lanciare un messaggio di speranza a tutti voi, in particolar modo a coloro che soffrono particolarmente la loro fobia\timidezza\introversione. Raccontandovi le mie esperienze di vita ho intenzione di dimostrarvi come la nostra non sia una condizione disperata e senza via d'uscita, ma che è possibile, con molto impegno e fatica certo, migliorare ed aspirare ad una vita meno grama e solitaria. Nonostante io sia ancora ben lontano dal completare il mio percorso di guarigione ed automiglioramento, posso dire che pur essendo partito da zero, sono riuscito a costruirmi una vita sociale non eccezionale ma comunque buona, ed a maturare una discreta capacità di relazionarmi con il prossimo (non riesco ancora ad entrare in empatia con la gente che mi circonda ma ho almeno ho imparato a fingere di avere un modo affettivo e sentimentale, così riesco a passare per una persona quantomeno normale ed inquadrata) ed una buona assertività. Sin da piccolo sono partito decisamente male, figlio unico di una famiglia apprensiva, timidezza fuori dal comune (per farvi capire avevo persino vergogna di camminare con tutti i miei due genitori vicini ed avevo si e no 6 o 7 anni...), e difficoltà anche nel fare le cose più naturali (dal camminare ed al parlare. ho iniziato a fare queste due cose tardissimo, fino a relazionarmi con i bambini della mia età). Da sempre mi è stato detto di essere un individuo dal carattere impossibile ed è vero, nessuno mi è mai riuscito a capire, a partire dai miei stessi genitori. Poi, oltre ai problemi caratteriali, anche quelli concreti che vengono dall'esterno. Si disgrega il mio nucleo familiare, e mi diagnosticano una malformazione fisica che può essere curata solo con un intensa e faticosa fisioterapia (che tutt'ora sto seguendo). Negli anni dell'adolescenza soffro anche parecchi lutti avvenuti nell'ambito familiare, che coinvolgono in particolare persone che sono a me molto vicine e care. Gli stessi anni sono caratterizzati dalle difficoltà relazionali. Nell'ambito privato soffrivo per conto mio, ed in quello relazionale, avevo enormi difficoltà e spesso venivo o isolato perchè ritenuto troppo "sfigato" e non offrivo un immagine di me che esprimesse forza ed arroganza, o preso in giro. Crescendo poi scoprii l'alcol fattore che visto con il senno di poi ha solo peggiorato il quadro generale. Insomma una situazione non proprio facile. Sentivo che stavo cadendo in una baratro. Cosa è stato quindi a salvarmi ed a permettermi ora come ora di risalire, anche se lentamente, la china? Signori, il segreto è la RABBIA, o meglio ancora l'ODIO. Ho trovato in questi due sentimenti una ragione di vita, essi erano la mia fonte di energia e vitalità. Non l'amore, l'affetto, la solidarietà, l'amicizia bensì la rabbia ed il rancore nei confronti della mia stessa vita. Questi due sentimenti accesero in me la voglia di rivalsa. Una massima risuonava nella mia mente: "La vita è stata ingenerosa con me...Bene! Che si fotta! Le sputerò in faccio e le farò vedere che dal nulla e dal dolore si può costruire meglio che da qualsiasi altra base. Me ne frego, io andrò avanti lo stesso, cascasse il mondo e morissero tutti." Ho iniziato a nutrire ambizione ed a provare il gusto del primeggiare per il solo fine di mostrare la propria superiorità sul prossimo. Inizio ad andare bene a scuola ed a sviluppare un ferreo senso del dovere. Con molti sacrifici, ma mosso da una fortissima voglia di rivincita, affronto le occasioni sociale più impervie. Prima dalle piccole cose, come invitare un conoscente a casa, studiare con qualcuno, chiacchierare con una ragazza. Poi da quelle più impegnative, come andare alle feste ed in discoteca fino ad arrivare a viaggiare da solo. Ci sono voluti anni ma ce l'ho fatta. La mia vita è cambiata, viaggiare in particolare ha migliorato la mia condizione ed è una cosa che suggerisco a tutti quelli che cercano un buon modo per sbloccarsi ed essere più pratici nei rapporti sociali. Iniziano ad arrivare anche le prime ragazze (anche se il capitolo femminile è ancora un qualcosa da risolvere, sin da piccolo ho sofferto di un rapporti difficile con mia madre, penso sia stato anche questo a bloccarmi con le donne), ed i primi contatti con l'altro sesso. Insomma la vita, dalle ceneri e dal dolore, torna a fiorire, aprendo qualche speranza per il futuro, senza l'aiuto di psicologi e psicofarmaci. Ragazzi, non arrendiamoci alla nostra condizione di minorità (perchè solo così è possibile definire la nostra condizione) e spero che questo brevissimo ragguaglio della mia vita possa esservi di aiuto e di ispirazione (ci sarebbe tantissimo ancora da dire ma ogni cosa a suo tempo).
Un salutone!

Ultima modifica di Reinhart; 22-08-2011 a 19:04.
Vecchio 22-08-2011, 19:17   #2
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

La suddivisione in paragrafi è il Bene!
Vecchio 22-08-2011, 19:30   #3
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grande reinhart, il tuo messaggio trasmette molta forza, oltre a essere toccante ( anche se non si direbbe )

ti auguro di migliorarti sempre di più, come lo auguro a me e a tutti, ma proprio tutti quelli che stanno dentro e fuori da questo forum...

buona vita a tutti......
Vecchio 22-08-2011, 19:42   #4
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ma quale speranza, la morte è la nostra speranza!(la mia)
Vecchio 22-08-2011, 20:02   #5
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Originariamente inviata da bunker Visualizza il messaggio
ma quale speranza, la morte è la nostra speranza!(la mia)
si è vero, hai ragione, la nostra condizione è endemica, è inutile nasconderlo, ma voglio che la morte quando arriverà, mi trovi intento a lottare contro le difficoltà piuttosto che a fuggirle. Parere personale ovviamente.
Vecchio 22-08-2011, 21:05   #6
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

Quote:
Originariamente inviata da Reinhart Visualizza il messaggio
si è vero, hai ragione, la nostra condizione è endemica, è inutile nasconderlo, ma voglio che la morte quando arriverà, mi trovi intento a lottare contro le difficoltà piuttosto che a fuggirle. Parere personale ovviamente.
apprezzo comunque chi lotta
io personalmente evito e tutto sommato non vado poi così malaccio.....
Vecchio 22-08-2011, 21:40   #7
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Bravo! E' lo stesso processo che fa la mia mente "La mia fottuta mania o ansia o come volete chiamarla crede di avermi? giammai!", d'altronde le persone danno il meglio di se (in genere) solo quando messe alle stretta tirano fuori il meglio di se e, anche se sembrerà scontato, è tutta una questione di ottica.
Arrendersi significa aver perso.
E lo dimostra anche l'organismo: Forsi pochi sanno che dei medici, i quali per questioni di cura ai pazienti dovevano interrompere il ciclo di antibiotici per evitare che perdessero effetto, fecero credere ai loro pazienti che stavano prendendo antibiotici anche se in realtà non erano nulla. Morale: Constatarono che l'organismo reagiva nello stesso modo in cui reagiva con gli antibiotici.
E' tutta questione di convinzione.
Vecchio 22-08-2011, 22:06   #8
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Originariamente inviata da Reinhart Visualizza il messaggio
Salve a tutti vorrei lanciare un messaggio di speranza a tutti voi, in particolar modo a coloro che soffrono particolarmente la loro fobia\timidezza\introversione. Raccontandovi le mie esperienze di vita ho intenzione di dimostrarvi come la nostra non sia una condizione disperata e senza via d'uscita, ma che è possibile, con molto impegno e fatica certo, migliorare ed aspirare ad una vita meno grama e solitaria. Nonostante io sia ancora ben lontano dal completare il mio percorso di guarigione ed automiglioramento, posso dire che pur essendo partito da zero, sono riuscito a costruirmi una vita sociale non eccezionale ma comunque buona, ed a maturare una discreta capacità di relazionarmi con il prossimo (non riesco ancora ad entrare in empatia con la gente che mi circonda ma ho almeno ho imparato a fingere di avere un modo affettivo e sentimentale, così riesco a passare per una persona quantomeno normale ed inquadrata) ed una buona assertività. Sin da piccolo sono partito decisamente male, figlio unico di una famiglia apprensiva, timidezza fuori dal comune (per farvi capire avevo persino vergogna di camminare con tutti i miei due genitori vicini ed avevo si e no 6 o 7 anni...), e difficoltà anche nel fare le cose più naturali (dal camminare ed al parlare. ho iniziato a fare queste due cose tardissimo, fino a relazionarmi con i bambini della mia età). Da sempre mi è stato detto di essere un individuo dal carattere impossibile ed è vero, nessuno mi è mai riuscito a capire, a partire dai miei stessi genitori. Poi, oltre ai problemi caratteriali, anche quelli concreti che vengono dall'esterno. Si disgrega il mio nucleo familiare, e mi diagnosticano una malformazione fisica che può essere curata solo con un intensa e faticosa fisioterapia (che tutt'ora sto seguendo). Negli anni dell'adolescenza soffro anche parecchi lutti avvenuti nell'ambito familiare, che coinvolgono in particolare persone che sono a me molto vicine e care. Gli stessi anni sono caratterizzati dalle difficoltà relazionali. Nell'ambito privato soffrivo per conto mio, ed in quello relazionale, avevo enormi difficoltà e spesso venivo o isolato perchè ritenuto troppo "sfigato" e non offrivo un immagine di me che esprimesse forza ed arroganza, o preso in giro. Crescendo poi scoprii l'alcol fattore che visto con il senno di poi ha solo peggiorato il quadro generale. Insomma una situazione non proprio facile. Sentivo che stavo cadendo in una baratro. Cosa è stato quindi a salvarmi ed a permettermi ora come ora di risalire, anche se lentamente, la china? Signori, il segreto è la RABBIA, o meglio ancora l'ODIO. Ho trovato in questi due sentimenti una ragione di vita, essi erano la mia fonte di energia e vitalità. Non l'amore, l'affetto, la solidarietà, l'amicizia bensì la rabbia ed il rancore nei confronti della mia stessa vita. Questi due sentimenti accesero in me la voglia di rivalsa. Una massima risuonava nella mia mente: "La vita è stata ingenerosa con me...Bene! Che si fotta! Le sputerò in faccio e le farò vedere che dal nulla e dal dolore si può costruire meglio che da qualsiasi altra base. Me ne frego, io andrò avanti lo stesso, cascasse il mondo e morissero tutti." Ho iniziato a nutrire ambizione ed a provare il gusto del primeggiare per il solo fine di mostrare la propria superiorità sul prossimo. Inizio ad andare bene a scuola ed a sviluppare un ferreo senso del dovere. Con molti sacrifici, ma mosso da una fortissima voglia di rivincita, affronto le occasioni sociale più impervie. Prima dalle piccole cose, come invitare un conoscente a casa, studiare con qualcuno, chiacchierare con una ragazza. Poi da quelle più impegnative, come andare alle feste ed in discoteca fino ad arrivare a viaggiare da solo. Ci sono voluti anni ma ce l'ho fatta. La mia vita è cambiata, viaggiare in particolare ha migliorato la mia condizione ed è una cosa che suggerisco a tutti quelli che cercano un buon modo per sbloccarsi ed essere più pratici nei rapporti sociali. Iniziano ad arrivare anche le prime ragazze (anche se il capitolo femminile è ancora un qualcosa da risolvere, sin da piccolo ho sofferto di un rapporti difficile con mia madre, penso sia stato anche questo a bloccarmi con le donne), ed i primi contatti con l'altro sesso. Insomma la vita, dalle ceneri e dal dolore, torna a fiorire, aprendo qualche speranza per il futuro, senza l'aiuto di psicologi e psicofarmaci. Ragazzi, non arrendiamoci alla nostra condizione di minorità (perchè solo così è possibile definire la nostra condizione) e spero che questo brevissimo ragguaglio della mia vita possa esservi di aiuto e di ispirazione (ci sarebbe tantissimo ancora da dire ma ogni cosa a suo tempo).
Un salutone!
No. il messaggio è vuoto di contenuto, non applicabile, generico e un pò fumoso come tutti quelli di questo genere. Il punto di partenza è odiare la propria vita, forse non ho capito il senso perchè è quello che faccio sovente e non da grandi risultati.. certo momenti di energia e di voglia di rivincita ne ho ma sono momenti. Hai detto che fai ancora fisioterapia quindi immagino che sarai sotto i 20. Ho un problema scheletrico simile al tuo ma sfortunatamente non risolto (altri hanno altri problemi fisici non risolti) e non risolvibile quindi mi dovrei attaccare. Andare in discoteca esporsi etc. è il consiglio più vecchio del mondo, quanto stantio se mi è permesso...

Sono contento però genuinamente che ti stia rialzando e risolvendo la situazione... grazie per la condivisione... ti auguro di non bere più tanto (x me è facile che sono astemio)
Vecchio 22-08-2011, 22:25   #9
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

In linea di massima sono d'accordo con Grande Fobia.

Il fulcro di tutto comunque secondo me non è l'odio (può essere anche quello come una qualunque altra cosa, ma ciò non è generalizzabile, ed è del tutto personale), bensì la forza di volontà, che a te certamente non è mancata. E... chi dice che essa non sia un qualcosa di cui ciascuno dispone in quantità limitata? O in caso contrario se la si è smarrita dove si può ritrovare? Rispondere a queste domande, ecco, fornirebbe a mio avviso già metà della soluzione.

Detto questo anch'io sono contento del miglioramento della tua vita.
Vecchio 22-08-2011, 22:29   #10
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Originariamente inviata da Grande Fobia Visualizza il messaggio
Il punto di partenza è odiare la propria vita, forse non ho capito il senso perchè è quello che faccio sovente e non da grandi risultati
è questo il nodo gordiano: dall'odio nei confronti della propria esistenza possono scaturire due reazioni, l'avvilimento e la prostrazione oppure la voglia di riscatto e l'ambizione. Fortunatamente sono state le ultime due cose ad animarmi quando mi sono trovato con l'acqua alla gola, non che ora mi trovi in paradiso, ma almeno ho fatto il callo alle sofferenze ed ho imparato ad affrontare la vita con più coraggio.

Tu mi dici che i suggerimenti che do sono stantii e poco praticabili, sarà anche vero ma come si potrebbe uscire dalla muffa della propria vita o almeno cercare di farlo? La mia esperienza personale mi rende diffidente nei confronti di psicologi e psicofarmaci. In famiglia ho diverse persone che sono in cura, e la terapia che hanno seguito ha avuto su di loro effetti assai limitati se messi a confronto con i sacrifici che hanno dovuto fare ed ai farmaci che hanno dovuto assumere.
Sarà doloroso, sarà faticoso ma, secondo me, a meno che non si soffra di disturbi psichici organici, l'unico modo che si ha per annientare i propri fantasmi è fare un salto nel vuoto e quindi applicare "l'inapplicabile". (come tu stesso lo hai definito) ma potrei anche sbagliarmi

Ultima modifica di Reinhart; 22-08-2011 a 22:33.
Vecchio 22-08-2011, 23:54   #11
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aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaammmmmmmmmmmmmèèèèèèèèèèèèèèèè
ma pare na struuuuuuuuuuuuunzataaaaaaaaaaaaaaaa
Vecchio 23-08-2011, 00:04   #12
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non pensavo ci fossero altri napoletani oltre a me su questo forum, i problemi di introversione li vedevo più una prerogativa del laborioso nord
no dai scherzi a parte, cos'è che non ti convince?
Vecchio 23-08-2011, 00:07   #13
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Originariamente inviata da Reinhart Visualizza il messaggio
non pensavo ci fossero altri napoletani oltre a me su questo forum, i problemi di introversione li vedevo più una prerogativa del laborioso nord
no dai scherzi a parte, cos'è che non ti convince?
no non sono napoletano.........sono di roma. Mi rifacevo ad uno skecht dei tretrè che facevano in una nota trasmissione DRIVE IN, beh solo i vecchietti come me se la ricorda
Vecchio 23-08-2011, 00:49   #14
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Originariamente inviata da Reinhart Visualizza il messaggio
è questo il nodo gordiano: dall'odio nei confronti della propria esistenza possono scaturire due reazioni, l'avvilimento e la prostrazione oppure la voglia di riscatto e l'ambizione. Fortunatamente sono state le ultime due cose ad animarmi quando mi sono trovato con l'acqua alla gola, non che ora mi trovi in paradiso, ma almeno ho fatto il callo alle sofferenze ed ho imparato ad affrontare la vita con più coraggio.

Tu mi dici che i suggerimenti che do sono stantii e poco praticabili, sarà anche vero ma come si potrebbe uscire dalla muffa della propria vita o almeno cercare di farlo? La mia esperienza personale mi rende diffidente nei confronti di psicologi e psicofarmaci. In famiglia ho diverse persone che sono in cura, e la terapia che hanno seguito ha avuto su di loro effetti assai limitati se messi a confronto con i sacrifici che hanno dovuto fare ed ai farmaci che hanno dovuto assumere.
Sarà doloroso, sarà faticoso ma, secondo me, a meno che non si soffra di disturbi psichici organici, l'unico modo che si ha per annientare i propri fantasmi è fare un salto nel vuoto e quindi applicare "l'inapplicabile". (come tu stesso lo hai definito) ma potrei anche sbagliarmi
Scusa ma ho espresso in modo aggressivo quello che avevo in mente...(sindrome da bad monday quì)

Sull'odio o riscatto che porta buoni frutti hai ragione, come ha detto mw prima bisogna però vedere le condizioni che portano a questo (io dico, separarsi definitivamente dai genitori e diventare autonomi, lavoro permettendo, secondo me sarebbe un buon input...)

quella di applicare l'inapplicabile, me la sono segnata sul mio file di citazioni preferite...

A me piacciono queste cose molto praticabili per migliorare un pò la depressione e la fobia (non le faccio ovviamente):
- fare attività fisica tutti i giorni
-esporsi alla luce solare per diverse ore al giorno
- regolare i ritmi sonno veglia, in modo da andare a dormire e alzarsi sempre alla stessa ora
- non indugiare nei piccoli doveri quotidiani (pasti in orario, non stare ore in bagno, non perdere tempo...)

cosette così... non sono tanto per la terapia d'urto non ne sono capace... grazie ciao.
Vecchio 23-08-2011, 00:56   #15
Esperto
 

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Originariamente inviata da Reinhart Visualizza il messaggio
non pensavo ci fossero altri napoletani oltre a me su questo forum, i problemi di introversione li vedevo più una prerogativa del laborioso nord
Ce ne sono, ce ne sono (chi scrive vive al Nord ma è della provincia di Napoli).
Vecchio 23-08-2011, 00:57   #16
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Grande Fobia Visualizza il messaggio
A me piacciono queste cose molto praticabili per migliorare un pò la depressione e la fobia (non le faccio ovviamente):
- fare attività fisica tutti i giorni
-esporsi alla luce solare per diverse ore al giorno
- regolare i ritmi sonno veglia, in modo da andare a dormire e alzarsi sempre alla stessa ora
- non indugiare nei piccoli doveri quotidiani (pasti in orario, non stare ore in bagno, non perdere tempo...)
Quoto (nel senso che non le faccio neanch'io).
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