Stavo pensando al fatto che in generale, nella società contemporanea, tutti si lamentano sempre più della mancanza della cosiddetta "meritocrazia". Ce lo ripetono in continuazione tutti: i giornalisti, i politici in campagna elettorale, i professori nei licei ecc. Ora, in linea teorica l'idea secondo la quale i posti migliori devono essere assegnati agli individui migliori non fa una piega. Tuttavia, ed è su questo punto che vorrei confrontarmi con voi, l'applicazione concreta di tale principio astratto, che, ripeto, nella teoria sembra così innocuo, giusto e positivo, comporta, a mio modo di vedere, degli effetti collaterali negativi poco auspicabili; del tipo:
- la necessità di misurare dal punto di vista quantitativo, dunque attraverso calcoli matematici, il talento di una persona (sempre che poi risulti davvero possibile sintetizzare mediante una cifra il talento di un individuo);
- la necessità di testare sempre ed in continuazione, spesso anche per l'intero arco dell'esistenza lavorativa, il rendimento e le prestazioni di un soggetto, cosa che alla lunga risulta evidentemente stressante per colui che subisce i test;
- il dilagare della sensazione secondo la quale si sta giocando ad un tutti contro tutti in cui l'"altro" diventa il nemico da annientare e non il compagno da soccorrere; ergo: l'affermarsi dell'individualismo e dello sfaldamento sociale sotto il motto spenceriano universalmente riconosciuto che recita: "l'intero sforzo della natura è di sbarazzarsi dei falliti della vita, ripulendo il mondo dalla loro presenza e facendo spazio ai migliori.";
- l'ansia continua da prestazione dovuta alla competizione eccessiva;
- la percezione di sentirsi sempre giudicati e osservati, quasi ci si trovasse sotto l'occhio delle telecamere del GF;
- l'esclusione sociale crescente, in quanto i "falliti", dal punto di vista numerico, risultano sempre preponderanti rispetto ai "realizzati".
Detto questo, e dando per scontato che sappiate quanto il giudizio altrui sia pernicioso per un sociofobico, ecco, volevo chiedervi: voi come vivete "l'avvento della meritocrazia"? Sono l'unico a credere che la meritocrazia stia contribuendo all'edificazione di una società orribile ed invivibile? Io credo che una vita passata a subire il giudizio altrui (insegnati, imprenditori, dirigenti leccapiedi) non sia degna di essere vissuta.
PS: non sono un sostenitore delle caste, vorrei solo confrontarmi con voi su quelli che sono, dal mio punto di vista, i limiti e gli svantaggi dell'ideale meritocratico.
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