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16-02-2008, 19:12
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#1
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Principiante
Qui dal: Feb 2008
Messaggi: 21
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FIN QUANDO l'individuo permette alla propria mente di trattenere pensieri di odio,
- di condanna,
- di invidia,
- di gelosia,
- di critica,
- di paura,
- di dubbio,
- di sospetto,
e permette a questi pensieri di generare irritazione dentro di lui, otterrà come risultato certo:
- disordine e infelicità nella sua vita,
- delusione nei suoi sogni,
- disastri nella sua mente, nel suo corpo e nell'ambiente, al quale è legato da sottili fili di azione e reazione.
FIN QUANDO l'uomo continua a trattenere nella sua mente questi pensieri negativi,
- verso le persone che gli sono vicine,
- le condizioni di vita,
- il lavoro,
- le persone amate,
- la sua nazione,
lui stesso, inconsciamente, obbliga le sue energie a creare situazioni negative, che col pensiero attrae e alimenta. Lui solo è perciò responsabile della sua infelicità e dell'infelicità in cui trascina gli altri.
Ed è quindi responsabile anche di "quel grigiore" che pesa sul mondo e che lui stesso è il primo a condannare.
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16-02-2008, 21:23
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#2
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Ubicazione: Fondo di provincia
Messaggi: 1,023
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Quei pensieri sono il mio pane quotidiano.
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16-02-2008, 21:58
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#3
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Principiante
Qui dal: Feb 2008
Ubicazione: Broncccs
Messaggi: 23
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Questo "elenco" mi ricorda molto un libro che lessi, dal titolo "La Psicocibernetica" di un certo Maltz se non ricordo male, che in poche parole sosteneva che quello che siamo, quello che risultiamo essere per noi e agli occhi degli altri, è determinato in modo radicale dalla percezione che abbiamo di noi stessi, e non tanto da come siamo "oggettivamente".
In poche parole, il modo in cui viviamo, il modo in cui ci approcciamo agli altri, il modo in cui ci poniamo di fronte al nostro corpo, sono influenzati in modo determinante da come pensiamo noi stessi.
Maltz infatti, era un chirurgo plastico, che è approdato alle conclusioni del suo libro studiando i suoi pazienti: aveva infatti notato che molti di loro, nonostante fossero riusciti a correggere, grazie alla chirurgia, i loro difetti fisici, si sentissero ancora inadeguati, ancora insoddisfatti e così ha capito che ciò che conta per l'essere umano non è tanto l'immagine oggettiva che si ha della persona, ma quanto l'immagine mentale che si ha di se stessi, che risulta così radicata, da essere difficilmente modificabile, anche se si è verficato un cambiamento palese a livello oggettivo, sul piano materiale.
Questo per dire che il nostro cervello, la nostra psiche non fa altro che "far avverare" quello che pensiamo. Se si adotta un atteggiamento positivo verso ciò che si è, verso la propria vita, si vive meglio. Se per esempio una persona pensa di essere un'idiota e continua a ripeterselo è pressochè automatico che si comporti come tale.
Questa non è la solita menata "pseudo-new age e quant'altro" sul "pensiero positivo" propinataci in tutte le salse da tempo. E' qualcosa di più profondo, che va al di là, che esula dall'essere banale. e soprattutto è qualcosa che funziona.
E' una sorta di "profezia che si autoavvera" per chi sa di cosa sto parlando.
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16-02-2008, 23:47
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#4
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 6,117
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08-06-2008, 01:23
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#5
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Principiante
Qui dal: Jun 2008
Messaggi: 44
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Quote:
Originariamente inviata da lukic77
FIN QUANDO l'individuo permette alla propria mente di trattenere pensieri di odio,
- di condanna,
- di invidia,
- di gelosia,
- di critica,
- di paura,
- di dubbio,
- di sospetto,
e permette a questi pensieri di generare irritazione dentro di lui, otterrà come risultato certo:
- disordine e infelicità nella sua vita,
- delusione nei suoi sogni,
- disastri nella sua mente, nel suo corpo e nell'ambiente, al quale è legato da sottili fili di azione e reazione.
FIN QUANDO l'uomo continua a trattenere nella sua mente questi pensieri negativi,
- verso le persone che gli sono vicine,
- le condizioni di vita,
- il lavoro,
- le persone amate,
- la sua nazione,
lui stesso, inconsciamente, obbliga le sue energie a creare situazioni negative, che col pensiero attrae e alimenta. Lui solo è perciò responsabile della sua infelicità e dell'infelicità in cui trascina gli altri.
Ed è quindi responsabile anche di "quel grigiore" che pesa sul mondo e che lui stesso è il primo a condannare.
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c'avevo il dubbio se scrivere il tema o semplicemente quotare... alla fine ho scritto il tema, l'ho riletto, mi ha fatto schifo, e mi limito a quotare...
beh comunque è un bel punto, è ragionevole, è solo un peccato che manchi la parte applicativa, nel senso come c faccio a farmi venire pensieri positivi, e a levare i negativi. amen! manca sempre
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26-07-2008, 16:27
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#6
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Principiante
Qui dal: Jul 2008
Ubicazione: Puglia
Messaggi: 17
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Quote:
Originariamente inviata da lukic77
FIN QUANDO l'individuo permette alla propria mente di trattenere pensieri di odio,
- di condanna,
- di invidia,
- di gelosia,
- di critica,
- di paura,
- di dubbio,
- di sospetto,
e permette a questi pensieri di generare irritazione dentro di lui, otterrà come risultato certo:
- disordine e infelicità nella sua vita,
- delusione nei suoi sogni,
- disastri nella sua mente, nel suo corpo e nell'ambiente, al quale è legato da sottili fili di azione e reazione.
FIN QUANDO l'uomo continua a trattenere nella sua mente questi pensieri negativi,
- verso le persone che gli sono vicine,
- le condizioni di vita,
- il lavoro,
- le persone amate,
- la sua nazione,
lui stesso, inconsciamente, obbliga le sue energie a creare situazioni negative, che col pensiero attrae e alimenta. Lui solo è perciò responsabile della sua infelicità e dell'infelicità in cui trascina gli altri.
Ed è quindi responsabile anche di "quel grigiore" che pesa sul mondo e che lui stesso è il primo a condannare.
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straquoto
parole sante, santissime e verissime :!:
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26-07-2008, 16:28
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#7
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Principiante
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 34
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bla bla bla bla bla
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26-07-2008, 16:37
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#8
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Esperto
Qui dal: Dec 2006
Messaggi: 1,697
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Quote:
Originariamente inviata da lukic77
FIN QUANDO l'individuo permette alla propria mente di trattenere pensieri di odio,
- di condanna,
- di invidia,
- di gelosia,
- di critica,
- di paura,
- di dubbio,
- di sospetto,
e permette a questi pensieri di generare irritazione dentro di lui, otterrà come risultato certo:
- disordine e infelicità nella sua vita,
- delusione nei suoi sogni,
- disastri nella sua mente, nel suo corpo e nell'ambiente, al quale è legato da sottili fili di azione e reazione.
FIN QUANDO l'uomo continua a trattenere nella sua mente questi pensieri negativi,
- verso le persone che gli sono vicine,
- le condizioni di vita,
- il lavoro,
- le persone amate,
- la sua nazione,
lui stesso, inconsciamente, obbliga le sue energie a creare situazioni negative, che col pensiero attrae e alimenta. Lui solo è perciò responsabile della sua infelicità e dell'infelicità in cui trascina gli altri.
Ed è quindi responsabile anche di "quel grigiore" che pesa sul mondo e che lui stesso è il primo a condannare.
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sono d'accordo,solo 2 cose mi lasciano perplesso:"meditate a" e "la nazione"..
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