Oggi mi è venuto alla mente il rapporto fra media e sociofobia.
Si sa che siamo in un paese cattolico e ovunque ci sono inviti a donare per sostenere talune categorie di persone, così come ci sono anche numeri telefonici di supporto o campagne mediatiche. E così ci sono in banchetti per le donazioni a favore delle cure ospedaliere, i malati di tumore, prevenzione cancro, ci sono i numeri di telefono per i bambini (telefono azzurro), il numero per le donne vittime di stalking o molestie sessuali, eccetera...per non parlare di trasmissioni televisive e documentari sui casi più disparati (anoressia, bulimia, eccetera).
E i sociofobici?
Premetto ovviamente che la sociofobia non è certo equiparabile a un tumore e non servono certo donazioni a loro favore...ma perché ai media o all'opinione pubblica non interessa conoscere le storie o le sorti di coloro che, avendo problemi considerati dai più "seghe mentali", si trovano in uno stato di disagio, rinunciando alla vita e a quel che può offrire loro e quello che potenzialmente loro possono offrire al mondo? Se la sociofobia, depressione e derivati sono malattie, perché vengono discriminate e relegate a disturbi individuali dove, a parer generico, bastano una manciata di sedute dallo psicologo per guarire?
Io seguirei con interesse un documentario sulla vita di un individuo affetto da certe problematiche, troverei più interessante un suo punto di vista piuttosto che le solite stronzate delle quali siamo circondati, le solite opinioni dei soliti estroversoni normaloni, come vengono definiti qui...farebbe sentire meno soli tutti coloro che sono affetti dai medesimi problemi e sentono di non avere voce...una volta su Mtv vidi la storia di uno che voleva partire da 0 con l'aiuto di un coach per trovarsi la fidanzata, e mi colpì molto...