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03-11-2009, 03:38
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#1
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Banned
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 52
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curioso osservare la sofferenza nelle sue mille sfaccettature.
curioso ma poco istruttivo, dove cessa il raziocinio, l'analisi vacilla.
e il dolore non è mai ragionato, nè ragionevole.
fateci caso balordi, la gravità di un dramma non è quantificabile, la frustrazione che lo segue avanza senza logica.
ci fosse almeno una scala di valori della sofferenza, ci si potrebbe ragionare sopra.
invece incontro stuprati, mutilati, sordomuti, ragazzi che hanno perso i genitori, la fidanzata, ragazzi deformi, in carrozzina, ragazzi torturati, abusati, e cerco di analizzarli come farebbe uno scienziato coi topi di laboratorio.
ma anche spoglio dai preconcetti, da finta pietà, non vedo niente.
c'è la stuprata che si suicida, e c'è la stuprata che sta bene.
quindi? quindi un caz zo.
la morale della favola non c'è, si puo' solo prendere atto della barzelletta che è la vita.
è come una piramide, in africa la madre si dispera perchè il figlio muore di fame sotto i suoi occhi, in cina il padre si dispera perchè deve lavorare 16 ore al di' per sopravvivere,
qualcuno si dispera perchè è in carrozzina,
noi ci disperiamo perchè siamo timidi, brutti, ansiosi, poco propensi a socializzare, ed in questo preciso momento qualche figlio di papà si sta disperando perchè il suo amico gira in lamborghini mentre lui puo' permettersi solo una bmw.
e con che coraggio dico io, come osiamo anche lontanamente giudicare frivolo il ragazzo che medita il suicidio perchè ha solo la bmw e non il lamborghini, quando noi ci possiamo permettere il lusso di passare ore davanti ad un fottutissimo pc mentre altra gente si spacca il culo per dare un tozzo di pane ai figli.
qauello che a molti sfugge purtroppo, è che il dolore acuto del ragazzo che agogna la lamborghini ha la stessa identica dignità, ha lo stesso motivo d'essere del dolore che attanaglia la madre mentre osserva il figlio morente.
questa è una considerazione sconcertante, spesso ci vogliono anni per prendere coscienza di questa beffarda verità.
il dolore non abbraccia la morale.
è solo una delle tante contraddizioni che accompagna l'uomo, e nemmeno la piu' grave.
siamo barzellette, non dico solo noi sociofobici, siamo barzellette indegne,
la condizione miserevole in cui affoghiamo è acqua di rose, perchè se mai prenderemo coscienza della nostra inettitudine, accidia, pigrizia, vanità, i sensi di colpa ci divoreranno. ed a ragione.
nessuna pietà, per l'uomo inetto, nessuna giustificazione.
ps: autorizzo i moderatori, se mai scrivero' di nuovo, a cancellarmi, modificarmi, bannarmi senza preavviso e senza spiegazione, perchè in tutta sincerità, non me ne frega un caz zo.
pensavo di scriverlo piu' allegro, il primo post...
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03-11-2009, 03:43
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#2
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Banned
Qui dal: Sep 2008
Ubicazione: in un cespuglio vicino al mare
Messaggi: 2,682
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beh ... ecco, magari un filino di più ....
interessante la questione del paragone sul dolore ... devo rifletterci
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Ultima modifica di aisljng; 03-11-2009 a 03:46.
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03-11-2009, 03:59
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#3
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Banned
Qui dal: Sep 2008
Ubicazione: in un cespuglio vicino al mare
Messaggi: 2,682
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il dolore non abbraccia la morale, e fin qui sono d'accordo
è questa parte che non comprendo :
"
siamo barzellette, non dico solo noi sociofobici, siamo barzellette indegne,
la condizione miserevole in cui affoghiamo è acqua di rose, perchè se mai prenderemo coscienza della nostra inettitudine, accidia, pigrizia, vanità, i sensi di colpa ci divoreranno. ed a ragione.
nessuna pietà, per l'uomo inetto, nessuna giustificazione."
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03-11-2009, 04:58
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#4
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Banned
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 52
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aising, con 6 birre in corpo provo a rispondere...
intendo dire che in questa epoca sciagurata ogni mancanza dell'uomo ha una sua precisa giustificazione, o diagnosi.
sinceramente trovo che appioppare un nome altisonante ad ogni debolezza umana sia assolutamente indegno e assai frustrante, ma è un'opinione personale.
tutto si rifà all'irrisolto interrogativo "ma se uno non riesce a fare una cosa ma la vorrebbe fare con tutte le sue forze, è un malato o uno stron zo?"
in famiglia ho uno psicologo, una filosofa, due medici e un ingegnere, e tutti concordano nell'affermare che nessuno ci ha ancora capito un caz zo.
il sociofobico che vorrebbe uscire ma non ce la fa è un malato o uno stron zo sfigato? non si sa...
il ciccione che vorrebbe dimagrire, soffre come un cane in quanto ciccione, sa benissimo che basterebbe mangiare meno e fare un po' di sport per dimagrire, eppure il poveretto proprio non riesce a rinunciare al cornetto con la crema, costui è un malato o uno stron zo? non si sa...
e l'alcolizzato? e il fumatore? e il claustrofobico?
e un pedofilo è un bastardo o è un malato? ......
ecco perchè mi reputo una barzelletta, perchè sono conscio delle mie lacune, ho i mezzi per combatterle ma me ne sbatto altamente, e per di piu' vengo a sproloquiare su un forum.
ma guardiamoci un attimo, proviamo a osservarci come farebe un alieno con un mega telescopio, vedrebbe una moltitudine di gente che dice "ehhh vorrei tanto uscire stasera, ma non ce la faccio, è piu' forte di me.....
in piena coscienza ti chiedo, non è miserevole rendersi conto che avremmo i mezzi (gambe funzionanti, cervello funzionante ecc ) per risolvere la situazione, ma per una forza oscura chiamata nelle varie epoche prima pigrizia, poi patologia, poi ansia, poi psicosi, poi chissà cosa, stiamo col culo inchiodato?
è davvero onesto attribuire le nostre mancanze a una fantomatica malattia?
perchè se è cosi' chiunque, a qualsiasi livello, puo' appellarsi alla malattia...
chi stabilisce dove inizia la malattia e finisce la pigrizia, o la cattiveria?
uno psichiatra? un magistrato? ma per piacere...
il ladro ruba perchè è un cleptomane, l'assassino uccide perchè è piu' forte di lui, l'arrogante offende perchè non puo' farne a meno, ecc ecc.
tutti assolti? non credo proprio... nel momento stesso in cui prendiamo coscienza di questa enorme contraddizione, siamo tutti colpevoli:
non metto in dubbio che il pedofilo abbia un desiderio irrefrenabile di toccare i bambini, ma a meno chè non sia completamente pazzo, sa che questo comportamento è sbagliato, e prova a trattenersi. nel momento stesso in cui si rende conto che toccare un bambino è sbagliato, in quel momento stesso diventa responsabile, e se tocca il bambino è colpa sua.
il sociofobico sa, e lo sa bene, che l'uomo brama vita, brama musica, arte, sorrisi, concerti, aria aperta, lo sguardo ammaliante di una donna, l'uomo vuole infilare le sue dita nella terra arata, e sentire l'effetto che fa.
nel momento stesso in cui il sociofobico si rende conto che l'uomo per crescere ha bisogno di infilare le dita nella terra, ma nega a se stesso questa possibilità, è assolutamente colpevole. magari è pure malato, ma sempre colpevole.
è responsabile del dolore che causa ad un essere umano (se stesso)
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03-11-2009, 04:59
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#5
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Banned
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 52
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ps, mi riservo di ritrattare tutto quello che ho scritto, perchè sono completamente sbronzo.
ora vado a svenire.
a presto bifolchi.
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05-11-2009, 09:34
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#6
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Principiante
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 6
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Quote:
Originariamente inviata da bruto
nel momento stesso in cui il sociofobico si rende conto che l'uomo per crescere ha bisogno di infilare le dita nella terra, ma nega a se stesso questa possibilità, è assolutamente colpevole. magari è pure malato, ma sempre colpevole.
è responsabile del dolore che causa ad un essere umano (se stesso)
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Ci sono forze più grandi di noi, a volte lo stigma è talmente pesante da non poter essere infranto, esisteranno anche casi come scrivi tu, ma ti faccio il mio parlando di una realtà che conosco, cioè dei "ciccioni" come li hai chiamati, io questo problema lo ho oltre a un "leggero" problema di droga, su cui tornerò dopo, il cibo a volte diventa la valvola di sfogo delle frustrazioni e delle paure, se trovi conforto una volta, lo potresti trovare una seconda, e li la spirale inizia ad avvitarsi con la sequenza dolore interiore-cibo-"ingrassaggine" la quale porta ad un'atteggiamento più ostile e denigratorio da parte degli altri il che porta al dolore interiore... come spezzare la spirale? lo stesso mi è accaduto con le hard drugs, ho cominciato col valium e sono finito al metadone, solita spirale maledetta con l'aggravante dei "salti di qualità" per lenire anche solo momentaneamente la solitudine. Il tuo ragionamento fila fino a un certo punto, ma poi si incarta nella non conoscenza diretta di certe dinamiche, cioè non è applicabile a una generalità ma solo una più o meno ristretta cerchia di individui ,a mio avviso.
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05-11-2009, 13:28
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#7
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Esperto
Qui dal: Jul 2009
Messaggi: 950
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Bevi di meno prima di scrivere: socializzare è un bisogno primario, la lamborghini, benchè sia in grado di "regalare" gioie, non lo è, e il figlio di papà che deve accontentarsi della bmw troverà certamente consolazione in altro modo, purchè non abbia qualche grave lacuna nell'ambito dei bisogni primari. La madre che piange il figlio morente non credo possa essere consolata con un altro figlio , forse servirà a distrarla dal dolore della perdita , ma esso non svanirà mai del tutto.
Aggiungo che, se qualche psicologo meno paraculo degli altri afferma di non averci capito un accidente, questo non deve destare meraviglia; gli psicologi sono soltanto dei venditori di parole vuote, creati dalla società di massa, non sanno nulla perchè studiano il nulla, e si occupano solo di truffare legalmente le persone in difficoltà.
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Ultima modifica di Nemo978; 05-11-2009 a 13:34.
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05-11-2009, 13:42
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#8
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Avanzato
Qui dal: May 2009
Messaggi: 432
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Marionette senza pilu (cit.).
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05-11-2009, 13:51
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#9
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Esperto
Qui dal: Sep 2008
Ubicazione: Milano (hinterland)
Messaggi: 2,240
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Quote:
Originariamente inviata da bruto
non è miserevole rendersi conto che avremmo i mezzi (gambe funzionanti, cervello funzionante ecc ) per risolvere la situazione, ma per una forza oscura chiamata nelle varie epoche prima pigrizia, poi patologia, poi ansia, poi psicosi, poi chissà cosa, stiamo col culo inchiodato?
è davvero onesto attribuire le nostre mancanze a una fantomatica malattia?
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molto discutibile!
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05-11-2009, 21:54
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#10
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Banned
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 52
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Quote:
Originariamente inviata da Catilina
Ci sono forze più grandi di noi, a volte lo stigma è talmente pesante da non poter essere infranto, esisteranno anche casi come scrivi tu, ma ti faccio il mio parlando di una realtà che conosco, cioè dei "ciccioni" come li hai chiamati, io questo problema lo ho oltre a un "leggero" problema di droga, su cui tornerò dopo, il cibo a volte diventa la valvola di sfogo delle frustrazioni e delle paure, se trovi conforto una volta, lo potresti trovare una seconda, e li la spirale inizia ad avvitarsi con la sequenza dolore interiore-cibo-"ingrassaggine" la quale porta ad un'atteggiamento più ostile e denigratorio da parte degli altri il che porta al dolore interiore... come spezzare la spirale? lo stesso mi è accaduto con le hard drugs, ho cominciato col valium e sono finito al metadone, solita spirale maledetta con l'aggravante dei "salti di qualità" per lenire anche solo momentaneamente la solitudine. Il tuo ragionamento fila fino a un certo punto, ma poi si incarta nella non conoscenza diretta di certe dinamiche, cioè non è applicabile a una generalità ma solo una più o meno ristretta cerchia di individui ,a mio avviso.
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conosco anche io le dinamiche che portano a una diperndenza, e non per sentito dire.
concordo col tuo ragionamento, io mi sono semplicemente interrogato sulle responsabilità, ho constatato che gli ultimi decenni sono improntati sull'assolouzione generale.
esempio, due obesi, o due drogati. o due sociofobici.
uno riesce a uscirne con la forza di volontà, l'altro no.
dove finisce la "mancanza di volontà" e dove inizia la patologia?
non lo so.
e non lo sa nemmeno il migliore degli psichiatri.
semplicemente trovo ridicolo e da paraculi, oltre che assolutamente controproducente, la tendenza degli ultimi anni ad attribuire a qualunque cosa una patologia con un nome pittoresco.
ormai si inventeranno una patologia anche per chi dice troppe parolacce...
tra qualche anno qualche luminare verrà fuori dicendo che chi bestemmia in realtà non è un maleducato (quindi colpevole e responsabile) bensi' è un malato (quindi non è colpa sua, siccome è una malattia non dipende da lui, si eliminano responsabilità personali e sensi di colpa)
questa tendenza all'assoluzione secondo me è quanto di peggio ci potesse capitare, da una parte ci fa stare meglio perchè ci fa dire "lo psichiatra ha detto che sono malato, mica dipende da me se sono malato, e se lo dice uno psichiatra che ha studiato 8 anni, come faccio a non crederci?"
in realtà questo modo di ragionare provoca dei danni inimmaginabili.
domanda persdonale, tu dici di avere problemi col cibo e con la droga, ti senti un malato (quindi non è colpa tua ) o semplicemente un inetto?
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05-11-2009, 22:24
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#11
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Banned
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 52
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Quote:
Originariamente inviata da Nemo978
Bevi di meno prima di scrivere: socializzare è un bisogno primario, la lamborghini, benchè sia in grado di "regalare" gioie, non lo è, e il figlio di papà che deve accontentarsi della bmw troverà certamente consolazione in altro modo, purchè non abbia qualche grave lacuna nell'ambito dei bisogni primari. La madre che piange il figlio morente non credo possa essere consolata con un altro figlio , forse servirà a distrarla dal dolore della perdita , ma esso non svanirà mai del tutto.
Aggiungo che, se qualche psicologo meno paraculo degli altri afferma di non averci capito un accidente, questo non deve destare meraviglia; gli psicologi sono soltanto dei venditori di parole vuote, creati dalla società di massa, non sanno nulla perchè studiano il nulla, e si occupano solo di truffare legalmente le persone in difficoltà.
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nemo, ho pensato parecchio se risponderti o no.
quando un interlocutore si esprime generalizzando o addirittura sparando stron zate madornali come hai fatto tu, (mi riferisco alla tua analisi sullo psicologo) di regola lo mando a fare in cu lo senza ulteriori spiegazioni.
stavolta mi trattengo, e ritornando alla prima parte del tuo post mi accorgo che hai frainteso quello che volevo dire.
ed in piu' sbagli nelle tue premesse.
socializzare non è un bisogno primario.
c'è chi vive tutta la vita in una capanna su un monte, completamente solo, e sta una meraviglia. puo' essere una scelta di vita.
la solitudine di per sè non è un problema, lo diventa se la solitudine ci fa stare male.
anche il sesso, benchè molti santoni dicano il contrario, non è un bisogno primario. diventa un problema se lo si vorrebbe fare ma non ci si riesce.
c'è chi decide volontariamente di rinunciare al sesso, non solo preti e suore, e sta da dio.
cmq il punto che volevo sviscerare era un altro, e cioè che il dolore non si dovrebbe giudicare seguendo la morale.
-la mamma vede il figlio morire e piange, per anni e anni non sarà piu' la stessa e soffrirà da morire, piangerà tutti i giorni.
-il ragazzo vuole la ferrari come il suo amichetto, ma ha i soldi solo per la bmw.
roso dall'invidia questo ragazzo non sarà piu' lo stesso, soffrirà da morire e piangerà tutti i giorni.
che differenza c'è tra l'intensità, la grandezza del dolore, della mamma rispetto a quella del ragazzo.
ti aiuto io: nessuna.
certo, da un punto di vista morale si puo' senz'altro dire che i motivi della madre sono piu' "giusti", ma quando andiamo ad analizzare la sofferenza, scopriamo che questa è reale, terribile, invalidante anche nel caso del ragazzo.
prova ne è la moltitudine di suicidi che gornalmente avvengono per i motivi piu' futili, per esempio per una bocciatura a scuola.
il dolore non è razionale, il ragazzo sa bene che è da cretini piangere perchè non ha la ferrari, ma non puo' farne a meno, soffre senza volerlo.
quindi giudicare frivolo un ragazzo che piange per la ferrari e giudicare "giusto" chi piange per un figlio morto è, a mio parere, da imbecilli.
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06-11-2009, 11:00
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#12
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Principiante
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 6
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l'uomo non può essere causa assoluta dei suoi mali, essendo immerso nella natura, nella civiltà, nella società a cui appartiene, egli può al limite essere concausa assieme ai condizionamenti sociali, storici e fisico-ambientali, dunque quanto sono preponderanti i questi rispetto alla causa personale dei propri guai? Quanto è libero l'uomo? Secondo alcuni filosofi tutto ciò che pensiamo e quindi siamo proviene dall'esperienza concreta, non so in che misura sia veritiero ma di certo una buona parte di ciò siamo è il prodotto di più fattori, a volte questi fattori sono vincolanti in modo robusto verso una determinata strada. La volontà si forgia come una spada, ma a volte anche al miglior fabbro capita di creare una lega dura ma fragile, elastica ma non affilata, e così via. Non ho una risposta alla tua domanda, o meglio la avrei se sapessi in che misura sono libero di pensare e agire al di là dei condizionamenti vari, i quali nella mia vita mi hanno tutti diretto verso lo sviluppo di dipendenze e la solitudine.
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06-11-2009, 11:11
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#13
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Stazione Catania C.le
Messaggi: 2,097
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Quote:
Originariamente inviata da bruto
ps, mi riservo di ritrattare tutto quello che ho scritto, perchè sono completamente sbronzo.
ora vado a svenire.
a presto bifolchi.
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A me il tuo topic e' apparso frutto di una mente raziocinante e per larghi tratti condivisibile,pero' un consiglio....non 6 birre...bastano 2 con del gin!
Non vorrai mica che ti gonfi il pancino,eh?
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06-11-2009, 14:20
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#14
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Banned
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 52
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Quote:
Originariamente inviata da Catilina
l'uomo non può essere causa assoluta dei suoi mali, essendo immerso nella natura, nella civiltà, nella società a cui appartiene, egli può al limite essere concausa assieme ai condizionamenti sociali, storici e fisico-ambientali, dunque quanto sono preponderanti i questi rispetto alla causa personale dei propri guai? Quanto è libero l'uomo? Secondo alcuni filosofi tutto ciò che pensiamo e quindi siamo proviene dall'esperienza concreta, non so in che misura sia veritiero ma di certo una buona parte di ciò siamo è il prodotto di più fattori, a volte questi fattori sono vincolanti in modo robusto verso una determinata strada. La volontà si forgia come una spada, ma a volte anche al miglior fabbro capita di creare una lega dura ma fragile, elastica ma non affilata, e così via. Non ho una risposta alla tua domanda, o meglio la avrei se sapessi in che misura sono libero di pensare e agire al di là dei condizionamenti vari, i quali nella mia vita mi hanno tutti diretto verso lo sviluppo di dipendenze e la solitudine.
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d'accordissimo
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06-11-2009, 21:06
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#15
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Esperto
Qui dal: Jul 2009
Messaggi: 950
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Quote:
Originariamente inviata da bruto
nemo, ho pensato parecchio se risponderti o no.
quando un interlocutore si esprime generalizzando o addirittura sparando stron zate madornali come hai fatto tu, (mi riferisco alla tua analisi sullo psicologo) di regola lo mando a fare in cu lo senza ulteriori spiegazioni.
stavolta mi trattengo, e ritornando alla prima parte del tuo post mi accorgo che hai frainteso quello che volevo dire.
ed in piu' sbagli nelle tue premesse.
socializzare non è un bisogno primario.
c'è chi vive tutta la vita in una capanna su un monte, completamente solo, e sta una meraviglia. puo' essere una scelta di vita.
la solitudine di per sè non è un problema, lo diventa se la solitudine ci fa stare male.
anche il sesso, benchè molti santoni dicano il contrario, non è un bisogno primario. diventa un problema se lo si vorrebbe fare ma non ci si riesce.
c'è chi decide volontariamente di rinunciare al sesso, non solo preti e suore, e sta da dio.
cmq il punto che volevo sviscerare era un altro, e cioè che il dolore non si dovrebbe giudicare seguendo la morale.
-la mamma vede il figlio morire e piange, per anni e anni non sarà piu' la stessa e soffrirà da morire, piangerà tutti i giorni.
-il ragazzo vuole la ferrari come il suo amichetto, ma ha i soldi solo per la bmw.
roso dall'invidia questo ragazzo non sarà piu' lo stesso, soffrirà da morire e piangerà tutti i giorni.
che differenza c'è tra l'intensità, la grandezza del dolore, della mamma rispetto a quella del ragazzo.
ti aiuto io: nessuna.
certo, da un punto di vista morale si puo' senz'altro dire che i motivi della madre sono piu' "giusti", ma quando andiamo ad analizzare la sofferenza, scopriamo che questa è reale, terribile, invalidante anche nel caso del ragazzo.
prova ne è la moltitudine di suicidi che gornalmente avvengono per i motivi piu' futili, per esempio per una bocciatura a scuola.
il dolore non è razionale, il ragazzo sa bene che è da cretini piangere perchè non ha la ferrari, ma non puo' farne a meno, soffre senza volerlo.
quindi giudicare frivolo un ragazzo che piange per la ferrari e giudicare "giusto" chi piange per un figlio morto è, a mio parere, da imbecilli.
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Se mi ci vuoi mandare fallo pure (figurati quanto me ne frega), per quel che riguarda l'ulteriore spiegazione ai tuoi vaneggiamenti potevi pure risparmiarti la fatica, hai confermato una stronzata con un'altra. Infine, scrivo quello che cazzo mi pare sugli psicologi, se ti senti chiamato in causa non è certo un problema mio.
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06-11-2009, 22:08
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#16
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Banned
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 52
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nemo, che vuoi che ti dica? scrivi pure quello che ti pare.
puoi pure scrivere "i tronisti di maria de filippi sono dei deficienti lampadati e pensano solo al successo"
lo puoi scrivere, e magari hai pure ragione, ma buttare merda su un'intera categoria non è mai una mossa intelligente.
riguardo ai miei vaneggiamenti, che sarebbero una stronzata dietro l'altra, be... potresti anche avere ragione... mica ho la verità in tasca.
pero' io provo ad argomentare, ad anallizzare... almeno ci provo..
tu?
senza rancore
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07-11-2009, 01:04
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#17
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Intermedio
Qui dal: Jun 2007
Ubicazione: Bari
Messaggi: 222
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Bhe! che dire, trovo lo "sfogo" di Bruto interessante e a tratti brillante e ispirato, forse d'alcool...eheh ma va bene.
Il tema centrale qui è il dolore e la sofferenza. E sono daccordo con Bruto che il dolore è dolore e basta, non si può discriminare: se mi schiaccio l'unghia del dito in una porta, bhe! in quel momento il dolore che sento è il più grande del mondo. Quindi il dolore è fondamentalmente una senzazione intensa che ci reca danno.
Ma la sofferenza, che comprende il dolore sia fisico, sia mentale, ha varie sfaccettature e caratteristiche. Ci sono varie forme di sofferenza, ma sostanzialmente soffrire significa non riuscire a superare o a evitare un dolore creato da una situazione della vita.
E molto spesso siamo noi stessi, nell'ignoranza, a perpetuare la sofferenza e il dolore che ne deriva.
Fondamentalmente la sofferenza nasce nel momento in cui non si riesce ad affrontare e risolvere la situazione che la genera. Ma prima di affrontarla cè un passo fondamentale, devi riuscire prima ad accettarla per quella che è poi devi provare a comprenderla, vedere chiaramente le cause della sofferenza: questa è la consapevolezza.
Fin quando viviamo ciecamente tutta la nostra vita, senza mai provare a vederci chiaro, allora le nostre sofferenze saranno incessanti.
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23-03-2010, 22:03
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#18
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Bruto, visto che tu stesso hai ammesso di essere un provocatore “in senso buono” (del resto, dai tuoi post sembra tu ti sia iscritto sul forum solo per questo), voglio provare a chiarire meglio il mio pensiero. Secondo me sarebbe stato meglio che tu ti scusassi non di quello che mi hai risposto quando ti ho dato del troll, ma dell’uso di termini come questi:
- “balordi”;
- “bifolchi”;
- “dannati”;
- che ci lamentiamo in modo “nauseante” e “poco virile”
e soprattutto dell’aver ventilato velatamente (ma neanche poi tanto) l’ipotesi che in fondo abbia poco senso parlare di malattie o disturbi per i problemi delle persone qui dentro, e che anzi se bisogna definire qualcuno qui dentro malato allora lo sono anche i criminali (ammazza che paragone):
Quote:
Originariamente inviata da bruto
in piena coscienza ti chiedo, non è miserevole rendersi conto che avremmo i mezzi (gambe funzionanti, cervello funzionante ecc ) per risolvere la situazione, ma per una forza oscura chiamata nelle varie epoche prima pigrizia, poi patologia, poi ansia, poi psicosi, poi chissà cosa, stiamo col culo inchiodato?
è davvero onesto attribuire le nostre mancanze a una fantomatica malattia?
perchè se è cosi' chiunque, a qualsiasi livello, puo' appellarsi alla malattia...
chi stabilisce dove inizia la malattia e finisce la pigrizia, o la cattiveria?
uno psichiatra? un magistrato? ma per piacere...
il ladro ruba perchè è un cleptomane, l'assassino uccide perchè è piu' forte di lui, l'arrogante offende perchè non puo' farne a meno, ecc ecc.
tutti assolti? non credo proprio... nel momento stesso in cui prendiamo coscienza di questa enorme contraddizione, siamo tutti colpevoli:
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Ma colpevoli de che? Finchè non si fa del male agli altri non si è colpevoli...ma far sentire in colpa gli altri ti fa sentire meglio, per caso? Che ne sai tu dei mezzi che hanno gli altri e delle difficoltà che devono affrontare?
Forse darti del troll è anche troppo poco di fronte a uno che ha scritto solo per provocare e insinuare che qui ci sono inetti e smidollati, aggiungendo il senso di colpa ai problemi di gente che magari già ne ha tanti.
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26-03-2010, 23:56
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#19
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Banned
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 52
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oh gesu' gesu'....
ma allora è proprio una questione personale..
che fai, mi tiri fuori dal cilindro un post di sei mesi fa??
guarda, io amo da matti il battibecco. primo, perchè vinco sempre io, e mi cresce l'autostima.
secondo, perchè sono come una specie di spazzaneve.
è una simbiosi tra me e le macchine per movimento terra, che son bellissime, su. tutte gialle, col braccio meccanico, imponenti.. tutti da bambini abbiamo avuto almeno una ruspa, di quelle gialle, con le ruote grosse, troppo fiche... alzi la mano chi non ha mai giocato con una ruspa da bambino..
dicevo, io sono come una ruspa. dovete sapere che durante il giorno, nei cervelli si accumula merda -ma che davvero? eh si, davvero...
merda presa dai giornali, dalla tv, dai libri, dagli amici. ora converrete con me che questa mastodontica montagna di merda che giorno dopo giorno sedimenta e imputridisce, dà fastidio..
apparte la puzza, è proprio un fastidio fisico, non puoi fare un giro in bici, che è tutta merda e non ci passi.. se giochi a pallone quello finisce sempre nella merda, difatti nessuno vuol mai fare il portiere.
ci vuole il ruspone, quello sono io.
ogni tot passo di qui e scrosto via tutta la montagna di merda. col ruspone. giallo.
nello specifico tu dicesti:
Ma colpevoli de che? Finchè non si fa del male agli altri non si è colpevoli...ma far sentire in colpa gli altri ti fa sentire meglio, per caso? Che ne sai tu dei mezzi che hanno gli altri e delle difficoltà che devono affrontare?
Forse darti del troll è anche troppo poco di fronte a uno che ha scritto solo per provocare e insinuare che qui ci sono inetti e smidollati, aggiungendo il senso di colpa ai problemi di gente che magari già ne ha tanti.
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il dibattito è bello se si discetta con stile, ma soprattutto con cognizione di causa. altrimenti è un puro e vanaglorioso -vanaglorioso!?! dai ditemi se l'avevate mai sentito sto termine, razza di vaccari che nn siete altro, eppoi dicono che su internet nn si impara niente - esercizio di dialettica fine a se stesso, e dopo le prime tre righe tre , nonostante la prosa ricercata, ti vengono gli istinti suicidi..
ora scusa se te lo dico, ma a te manca un po' di cognizione. (che fa rima con ruspone, eh)
l'importante è screditarmi, e tiri nel mucchio, smonti le mie frasi sillaba per sillaba cercando morbosamente una contraddizione, un cavillo, qualsiasi cosa serva a dare credito alle tue contestazioni. che va pure bene come tecnica di combattimento, pero' bisogna prenderci pure.
il pezzo del tuo post che ho quotato qui sopra è l'esempio morente di questa tua tattica fallimentare.
non hai capito, o forse hai capito ma tiri nel mucchio sperando nella statistica, che ogni tanto pure io qualche stronzata dovro' pur dirla no?
nei 3dpiu' recenti ci sono almeno quattro chili di miei post che spiegano passo passo e da ogni angolazione cosa intendo io per "colpevole ecc ecc"
se tu sei ancora qui a menarmela con sta cosa che devo pensare di te?
no dico, che devo pensare di te??
poi, ingordo, continuasti
cit
Bruto, visto che tu stesso hai ammesso di essere un provocatore “in senso buono” (del resto, dai tuoi post sembra tu ti sia iscritto sul forum solo per questo), voglio provare a chiarire meglio il mio pensiero. Secondo me sarebbe stato meglio che tu ti scusassi non di quello che mi hai risposto quando ti ho dato del troll, ma dell’uso di termini come questi:
- “balordi”;
- “bifolchi”;
- “dannati”;
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basta, partita chiusa, mi hai affondato. morte per soffocamento. no dico, dopo che ci siamo scornati sui massimi sistemi te ne esci con sta chiavica buonista? tutto qui? questo è quanto? mi hai spiazzato, e io mo come dovrei replicare?
cioè alla fine del gioco, io dovrei scusarmi perchè usando le parole "balordo bifolco e dannato" potrei aver urtato la sensibilità di qualcuno?
ma smettila di prendermi per il culo, cristo.
in verità in verità ti dico, se davvero sei infastidito da questi termini, la fobia sociale è l'ultimo, ma proprio l'ultimo dei tuoi problemi.
eccomunque vorrei ricordare a vostra signoria quel che scrissi nei miei primi post, cioè questo:
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ps: autorizzo i moderatori, se mai scrivero' di nuovo, a cancellarmi, modificarmi, bannarmi senza preavviso e senza spiegazione, perchè in tutta sincerità, non me ne frega un cazzo.
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sempre valido
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27-03-2010, 00:06
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#20
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 3,199
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Quote:
Originariamente inviata da bruto
invece incontro stuprati, mutilati, sordomuti, ragazzi che hanno perso i genitori, la fidanzata, ragazzi deformi, in carrozzina, ragazzi torturati, abusati
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Delle due una: o abiti in Ruanda o un alone di sfiga ti circonda.
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