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Vecchio 19-05-2019, 06:48   #81
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Originariamente inviata da Odradek Visualizza il messaggio
ah, ecco .... quindi Pavese era uno scrittore mediocre, e una persona mediocre...
E la lista potrebbe continuare all'infinito, una persona è sempre quello che è.
Comunque non è che sia una cosa inusuale, sono poche le persone che invece di girare intorno alle cose le affrontano.
Di cose mediocri (periferiche) da dire, pensare e sentire ce ne sarebbero un'infinità, e ci sono infiniti modi per dirle, ma sono poche le cose importanti (centrali) che possono fare una reale differenza in termini di comprensione e cambiamento. È una questione banalissima, il problema è che le difese dell'Io creano una forza centrifuga di pensieri ed emozioni che rendono difficile avvicinarsi al centro.

Ultima modifica di Joseph; 19-05-2019 a 07:08.
Vecchio 19-05-2019, 13:05   #82
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Originariamente inviata da Labocania Visualizza il messaggio
diretto prodotto della deprecazione generale che si ha per l'umiltà, ha fatto il resto. Gli insegnanti vengono derisi, vilipesi e maltrattati perché gli alfabetizzati genitori dei tempi moderni non conoscono quel rispetto per questa fondamentale figura che i rozzi contadini analfabeti che mandavano i figli in città a studiare istintivamente ricavavano dalla cognizione delle loro umili origini.
Messa così l' umiltà pare la virtù a cui sono tenuti solo i pezzenti, mentre gli altri invece possono giustamente bearsi nel loro feticismo per la cultura.
Vecchio 19-05-2019, 13:09   #83
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L'avatar di Labocania
 

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Originariamente inviata da Franz86 Visualizza il messaggio
Messa così l' umiltà pare la virtù a cui sono tenuti solo i pezzenti, mentre gli altri invece possono giustamente bearsi nel loro feticismo per la cultura.
I genitori moderni li ho qualificati come alfabetizzati non come colti
Vecchio 19-05-2019, 13:19   #84
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Originariamente inviata da Labocania Visualizza il messaggio
I genitori moderni li ho qualificati come alfabetizzati non come colti
La cultura in sè può essere intesa sia come la capacità di comprendere meglio il mondo sulla base di conoscenze acquisite, sia come un nozionismo mnemonico frutto di un disturbo ossessivo che ha trovato un campo per dispiegarsi con successo: quanto più la nozione del termine tende verso la seconda polarità tanto più il rispetto è destinato a venir meno.
Vecchio 19-05-2019, 13:31   #85
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Originariamente inviata da Labocania Visualizza il messaggio
Lavorare stanca
Ricordo che mi era piaciuto molto il racconto La bella estate. Disillusioni che aprono ad altro (o all'altro).
Vecchio 20-05-2019, 09:48   #86
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Qui i paesani mi hanno accolto umanamente, spiegandomi che, del resto, si tratta di una loro tradizione e che fanno così con tutti. Il giorno lo passo "dando volta", leggicchio, ristudio per la terza volta il greco, fumo la pipa, faccio venir notte; ogni volta indignandomi che, con tante invenzioni solenni, il genio italico non abbia ancora escogitato una droga che propini il letargo a volontà, nel mio caso per tre anni. Per tre anni! Studiare è una parola; non si può niente che valga in questa incertezza di vita, se non assaporare in tutte le sue qualità e quantità più luride la noia, il tedio, la seccaggine, la sgonfia, lo spleen e il mal di pancia. Esercito il più squallido dei passatempi. Acchiappo le mosche, traduco dal greco, mi astengo dal guardare il mare, giro i campi, fumo, tengo lo zibaldone, rileggo la corrispondenza dalla patria, serbo un'inutile castità

Qui siamo dalle parti della lettera di Machiavelli a Vettori, si aprono un cumulo di riflessioni sulla condizione umana, per chi vuole.
Mediocre un par de ciufoli, non sono mica cose da tutti.
Vecchio 20-05-2019, 10:06   #87
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L'avatar di Weltschmerz
 

Sicuramente esistono, il problema è che attira di più l'attenzione la roba più comune.
Questa domanda probabilmente se la fanno ad ogni generazione, seguito dal classico "ai miei tempi i giovani non erano così..." e altro ancora.

Inoltre in media è difficile capire se uno si trova davvero di fronte ad un intellettuale, specialmente se si è ancora dentro l'epoca che si sta esaminando.

Spesso serve una prospettiva esterna e una "storia finita" per capire davvero se qualcuno ha fatto dei contributi significativi.
Vecchio 20-05-2019, 11:22   #88
Esperto
L'avatar di muttley
 


Non sono un estimatore acritico di Pasolini, né mi trovo in accordo con molte sue idee, ma in questo vecchio dibattito emerge uno spessore culturale nello scambio di idee oggi impensabile. L'allargamento degli spazi di discussione a soggetti non preparati, ha prodotto una tipica situazione di eterogenesi dei fini. Questo è ovviamente un pensiero antidemocratico, inutile negarlo.
Vecchio 20-05-2019, 12:05   #89
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Originariamente inviata da Gummo98 Visualizza il messaggio
Forse è la frammentazione dei tempi in cui viviamo, forse è la velocità spasmodica della nostra epoca a impedire che nascano grandi pensatori (o che si esprimano, o che ci raggiungano), perché siamo prigionieri del nostro bisogno di letture corte, concetti semplici, riflessioni veloci, e questo porta a miliardi di post su Facebook ma a pochissime analisi davvero profonde. Dove è finito lo sguardo?
Penso che sia più questo il fattore determinante.
Il semplice allargamento degli spazi di discussione a garantire maggiore visibilità anche al classico uomo della strada senza la laurea in vattelappesca lo trovo non solo democratico, ma anche non necessariamente correlato all'abbassamento della qualità del dibattito culturale. Nel senso che IMO le voci più profonde e ben motivate non dovrebbero aver bisogno di silenziare le altre per essere riconosciute come tali.
Ringraziamenti da
E. Scrooge (20-05-2019)
Vecchio 20-05-2019, 21:01   #90
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L'avatar di Labocania
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Non sono un estimatore acritico di Pasolini, né mi trovo in accordo con molte sue idee, ma in questo vecchio dibattito emerge uno spessore culturale nello scambio di idee oggi impensabile. L'allargamento degli spazi di discussione a soggetti non preparati, ha prodotto una tipica situazione di eterogenesi dei fini. Questo è ovviamente un pensiero antidemocratico, inutile negarlo.
Sì, sei impopolare nell'affermare ciò perciò sei nel giusto. In quell'epoca non solo Pasolini ma qualsiasi professionista della televisione era preparato e parlava un italiano di un livello che oggi apparirebbe eccelso; i politici uscivano fuori da quella dura scuola che era il liceo classico, non erano dei divulgatori di sgrammaticature, improprietà lessicali e sintattiche e cattivo gusto locutorio come i loro colleghi moderni: erano autorevoli perché parlavano un italiano diverso da quello della gente comune. Anche per parlare di calcio allora occorreva essere competenti, mica esistevano i giornalisti tifosi a cui siamo abituati oggi.
Vecchio 20-05-2019, 21:15   #91
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L'avatar di Gummo
 

Visto che si parla di lessico, posto questa Tribuna Elettorale del 1961.
Un comunista, un fascista e un democristiano che si affrontano civilmente, quando invece avrebbero tutte le ragioni per gridarsi addosso. Tutti parlano con cognizione di causa, l'italiano utilizzato è ammirevole. Il conduttore, poi, mai che interrompa gli ospiti, anzi li lascia parlare per interi minuti, permettendogli di esporre le proprie tesi. Se raffrontiamo tutto questo alla televisione odierna, dove si parla per flash, slogan, grida e insulti, ne esce un'analisi impietosa. Anche qui, la linea retta del progresso sembra pendere pericolosamente verso il basso.
Vecchio 20-05-2019, 22:50   #92
XL
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L'avatar di XL
 

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Originariamente inviata da lobocaina
Il fondamentale problema di oggi consiste proprio in questo: nella mancanza di umiltà e la conseguente presunzione di sapere tutto quanto serve per capire il mondo che ci circonda. La quasi totale scomparsa del rispetto dell'autorità, diretto prodotto della deprecazione generale che si ha per l'umiltà, ha fatto il resto.
Ma è da Galileo Galilei in poi che per gli intellettuali con la verità in tasca è finita la pacchia. E' proprio l'esatto contrario per me, la figura dell'intellettuale che dovrebbe capire il mondo, non si sa poi in base a quale misteriosa facoltà, è bene che sparisca, la verità non rispetta alcuna autorità, per comprendere il mondo bisogna guardare e osservare direttamente il mondo, non stare a sentire questo tipo di intellettuali che sarebbero i detentori ultimi di questa verità.
La verità per autorità è accettabile in modo euristico solo per competenze specialistiche verificabili, fuori da questi ambiti qua è inaccettabile per me.

Ultima modifica di XL; 20-05-2019 a 23:12.
Vecchio 20-05-2019, 22:57   #93
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Non sono un estimatore acritico di Pasolini, né mi trovo in accordo con molte sue idee, ma in questo vecchio dibattito emerge uno spessore culturale nello scambio di idee oggi impensabile.
Come però osservano giustamente pure i commenti al video gli interlocutori di Pasolini già allora lasciavano molto il tempo che trovavano, erano giusto degli Sgarbi un po' più posati.

Ultima modifica di Joseph; 20-05-2019 a 23:00.
Vecchio 22-05-2019, 00:52   #94
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Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
E la lista potrebbe continuare all'infinito, una persona è sempre quello che è.
Comunque non è che sia una cosa inusuale, sono poche le persone che invece di girare intorno alle cose le affrontano.
Di cose mediocri (periferiche) da dire, pensare e sentire ce ne sarebbero un'infinità, e ci sono infiniti modi per dirle, ma sono poche le cose importanti (centrali) che possono fare una reale differenza in termini di comprensione e cambiamento. È una questione banalissima, il problema è che le difese dell'Io creano una forza centrifuga di pensieri ed emozioni che rendono difficile avvicinarsi al centro.
cioè Pavese sarebbe mediocre e periferico?? Ma tu hai mai letto i suoi romanzi indimenticabili, le sue migliori poesie? Io considero Pavese un grande uomo, che poi certe relazioni poco fortunate lo abbiano portato a uccidersi è un altro discorso...
Vecchio 22-05-2019, 06:48   #95
Esperto
 

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Originariamente inviata da Odradek Visualizza il messaggio
romanzi indimenticabili, le sue migliori poesie
Sono opere che contengono la fumosità pre-mentalizzazione, l'autismo ricco, l'istrionismo, ecc., tutto quello che riguarda aspetti della mente che non hanno avuto accesso ad una dimensione di senso.
Per questo poi si è ucciso, per un disagio a cui non riusciva a dare un nome, a circoscrivere e dunque a gestire in qualsiasi modo.
Vecchio 22-05-2019, 08:25   #96
Esperto
 

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Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
Sono opere che contengono la fumosità pre-mentalizzazione, l'autismo ricco, l'istrionismo, ecc., tutto quello che riguarda aspetti della mente che non hanno avuto accesso ad una dimensione di senso.
Per questo poi si è ucciso, per un disagio a cui non riusciva a dare un nome, a circoscrivere e dunque a gestire in qualsiasi modo.
Di fumoso io ci vedo solo queste definizioni mode supercazzola on, senza alcun nesso con quello che si vorrebbe descrivere. Sembra quasi che tu non ne abbia mai letto una riga (Pavese istrionico? ma quando mai?). Fai prima a dire che non ti piace e bona lì.
Vecchio 22-05-2019, 09:44   #97
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Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
Sono opere che contengono la fumosità pre-mentalizzazione, l'autismo ricco, l'istrionismo, ecc., tutto quello che riguarda aspetti della mente che non hanno avuto accesso ad una dimensione di senso.
Per questo poi si è ucciso, per un disagio a cui non riusciva a dare un nome, a circoscrivere e dunque a gestire in qualsiasi modo.
Che cosa sarebbe l'autismo ricco ?
Vecchio 22-05-2019, 20:22   #98
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Originariamente inviata da Pima Visualizza il messaggio
Che cosa sarebbe l'autismo ricco ?
L'autismo come dice la parola (auto) da un punto di vista psicoanalitico è essenzialmente egocentrismo, il ritiro in un mondo a parte. In questo ritiro ci possono essere tante cose, emozioni, fantasie, ecc. e allora è autismo ricco, oppure essercene meno e allora è autismo povero.

Come spiega anche Pasolini ne La ballata delle madri:
Madri mediocri, che non hanno avuto
per voi mai una parola d'amore,
se non d'un amore sordidamente muto
di bestia, e in esso v'hanno cresciuto,
impotenti ai reali richiami del cuore.


Nell'autismo ricco ci sono molte emozioni, ma non sono i reali richiami del cuore, è un amore alessitimico (emozionalmente analfabeta), oggettuale, narcisistico, in cui praticamente la mente è negata, l'interiorità dell'altro è negata (tranne per gli aspetti periferici, superficiali) quindi è l'affetto che un animale (in realtà nemmeno, anche gli animali hanno dimensioni affettive) potrebbe provare per un altro animale.
Poi se uno è colto e conosce la grammatica può farci sopra molti ricami usando delle figure retoriche, scrivere delle poesie ecc. ma è tutto fumo e niente arrosto.
Sono come le scenografie di un film, c'è la parte davanti degli edifici e dietro nulla, una spintina e viene giù tutto, sono cose osservabilissime sia nel quotidiano che nel corso di una vita, non c'è bisogno di tirare in ballo il fatto che Pavese si sia suicidato.

Sempre da La ballata delle madri:
Se fossero lì, mentre voi scrivete
il vostro pezzo, conformisti e barocchi,


Conformisti (rigidi, quindi autismo) e barocchi, quindi autismo ricco.
L'autismo povero è il personaggio con cui Trinità gioca a poker, l'autismo ricco è sempre lui solo che mantendo praticamente inalterati i suoi livelli di seriosità, insensibilità, rigidità, bigottismo, chiusura mentale e chi più ne ha più ne metta (tanto sempre della stessa questione si tratta), è lievemente diverso psicologicamente e quindi fa l'artista.
Vecchio 22-05-2019, 20:36   #99
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
L'autismo come dice la parola (auto) da un punto di vista psicoanalitico è essenzialmente egocentrismo, il ritiro in un mondo a parte. In questo ritiro ci possono essere tante cose, emozioni, fantasie, ecc. e allora è autismo ricco, oppure essercene meno e allora è autismo povero.

Come spiega anche Pasolini ne La ballata delle madri:
Madri mediocri, che non hanno avuto
per voi mai una parola d'amore,
se non d'un amore sordidamente muto
di bestia, e in esso v'hanno cresciuto,
impotenti ai reali richiami del cuore.


Nell'autismo ricco ci sono molte emozioni, ma non sono i reali richiami del cuore, è un amore alessitimico (emozionalmente analfabeta), oggettuale, narcisistico, in cui praticamente la mente è negata, l'interiorità dell'altro è negata (tranne per gli aspetti periferici, superficiali) quindi è l'affetto che un animale (in realtà nemmeno, anche gli animali hanno dimensioni affettive) potrebbe provare per un altro animale.
Poi se uno è colto e conosce la grammatica può farci sopra molti ricami usando delle figure retoriche, scrivere delle poesie ecc. ma è tutto fumo e niente arrosto.
Sono come le scenografie di un film, c'è la parte davanti degli edifici e dietro nulla, una spintina e viene giù tutto, sono cose osservabilissime sia nel quotidiano che nel corso di una vita, non c'è bisogno di tirare in ballo il fatto che Pavese si sia suicidato.

Sempre da La ballata delle madri:
Se fossero lì, mentre voi scrivete
il vostro pezzo, conformisti e barocchi,


Conformisti (rigidi, quindi autismo) e barocchi, quindi autismo ricco.
L'autismo povero è il personaggio con cui Trinità gioca a poker, l'autismo ricco è sempre lui solo che mantendo praticamente inalterati i suoi livelli di seriosità, insensibilità, rigidità, bigottismo, chiusura mentale e chi più ne ha più ne metta (tanto sempre della stessa questione si tratta), è lievemente diverso psicologicamente e quindi fa l'artista.
Grazie per il preciso chiarimento bro
Vecchio 23-05-2019, 11:09   #100
Esperto
 

Se quello è l'autismo ricco, non lo vedo in Pavese. O almeno non più che in tantissimi altri (es. Leopardi).
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