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Originariamente inviata da maury25
Ok, forse sono l'unico ad aver colto il lato positivo del finale..boh.
è triste, drammatico e tutto quello che volete, ma è triste anche sprecare 70 anni e poi esser sul punto di morte senza aver concluso niente.
Almeno lui quei 2 anni li ha vissuti col cuore in gola, scappando da una realtà angosciante. Non potete immaginare come mi sono immedesimato nel personaggio. praticamente(quasi) la stessa persona.
Il sorriso finale, prima di morire, dice tutto...
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E` un film, e secondo me quel sorriso finale e` stato messo li` per mitigare nello spettatore la tristezza per la fine della vicenda.
Per questo io consiglio il libro: da` una visione piu` d'insieme e profonda di tutta la situazione.
Come te io sono assolutamente un sostenitore del "meglio bruciare subito che spegnersi lentamente" (cit), e 70 anni di nulla sono la mia paura piu` grande in assoluto; ma nel caso di Chris, dopo la lettura del libro, mi e` rimasta addosso una netta sensazione di "occasione sprecata".
Perche` lui ha avuto il coraggio di fare per due anni esattamente cio` che voleva (probabilmente quel coraggio che io non avro` mai), ma allo stesso tempo non ha avuto l'intelligenza emotiva per gestire la situazione nel modo migliore.
Per dire, a lui sarebbe bastata una cartina leggermente piu` specifica di quella zona dell'Alaska per superare quel fiume in piena e salvarsi, ma il suo radicalismo (derivato dalla rabbia nei confronti del padre e, di riflesso, nei confronti della societa`) gli ha imposto di non comprarla.
Lui era sveglio, aveva le palle, e` riuscito a cavarsela in situazioni che avrebbero abbattuto la maggior parte della persone, ma gli e` mancata la serenita` interiore per portare quei 2 anni ad essere 5, 10, 20.
E quando ha deciso di lasciare l'Alaska e andare avanti con la sua vita, non c'e` piu` riuscito.