La teta asustada (2009) di Claudia Llosa.
Il seno impaurito.
Davvero, mi rifiuto di scrivere il titolo italiano (non c'è nessuna Paloma nel film!), molto più pregnante quello originale per questo racconto di una "infelicità senza desideri".
C'è sicuramente un lavoro di ricerca di composizione delle immagini forse eccessivo, al limite del formalismo.
Tuttavia, non è detto che questo sia un difetto: ricordo la bellezza di certi frames di Kim Ki-duk, per dire.
Poi può capitare, come è successo a me, che di fronte ad una composizione che si materializza per pochi istanti ti senti addirittura male...
...come Ingrid Bergman agli scavi di Pompei in "Viaggio in Italia" di Rossellini.
A quel punto, chi se ne frega del presunto eccesso di formalismo?