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25-11-2020, 20:28
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#21
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Esperto
Qui dal: May 2019
Messaggi: 2,256
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Insomma. Alla fine uno dei punti che va affrontato quando si pensa alla rinuncia alla lotta è questo: siamo sicuri che l’alternativa che offriamo è davvero migliore?
Essere l'amore di una ragazza, o lavorare 40 ore a settimana per fare ciò che permette di seguire l'ideale illusorio è veramente meglio di essere un alcolizzato che vive alla giornata o un poeta delle fogne? Per alcuni si, ma per altri no.
Non spetta alla chiamata alle armi a dirti come vivere, alla fine non credo che puoi salvare le persone da se stesse, e perché penso che è giusto poter permettere anche comportamenti auto-distruttivi. Non spetta a nessuno dirti come vivere, l'altro se apre bocca dovrebbe limitarsi solo a proteggerti dagli altri e darti una mano come può.
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25-11-2020, 20:41
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#22
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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É che quando scopri che magari avere la cirrosi epatica non è una favola come credevi, non puoi tornare indietro.
Invece uno che lavora 40 ore può sempre diventare alcolizzato se vuole cambiare strada.
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25-11-2020, 20:41
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#23
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Quote:
Originariamente inviata da Vento
Credo che in qualunque caso la morte sia eterna, che tu creda nella vita dopo la morte o nel nulla, la vita su questa terra in confronto è un nulla, a sto punto è meglio far minchiate abnormi, possibilmente che non ti portino in carcere ahaha, tanto quando ti ricapita di vivere, no???
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"non temere la morte; se ci sei tu non c'è lei, se c'è lei, non ci sei tu" (Epicuro, credo). Pensare che la morte sia eterna presuppone una coscienza che ne sperimenti l'eternità. E' logico che la pensiamo solo come un cambio di stato del nostro essere, il desiderio di esistere è troppo forte, persino in un suicida. Ma se davvero è la fine totale, il problema non si pone perché sparisce la coscienza che ne potrebbe eventualmente soffrire.
In ogni caso per diversi anni ho vissuto un po' così pure io, ho fatto tante attività "adrenaliniche" e credo mi manchi solo paracadutismo e parapendio. Non mi hanno aiutato, anzi adesso che il fisico non mi sostiene più penso che sarebbe stato meglio non fare niente, così avrei meno rimpianti.
Spero che la tua sfida ai problemi ti veda vincente.
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25-11-2020, 21:21
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#24
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Esperto
Qui dal: Jan 2019
Messaggi: 2,256
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Io vado avanti solo per inerzia, ormai.
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25-11-2020, 21:59
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#25
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Esperto
Qui dal: May 2019
Messaggi: 2,256
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Quote:
Originariamente inviata da claire
É che quando scopri che magari avere la cirrosi epatica non è una favola come credevi, non puoi tornare indietro.
Invece uno che lavora 40 ore può sempre diventare alcolizzato se vuole cambiare strada.
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Ma perché attaccare l'iperbole. Sostituisci l'alcolizzato con una qualunque forma di negazione alla vita e il concetto della lotta a ogni costo suona comunque buffo. Lottare contro il proprio bisogno di solitudine per alcuni è, e sarà sempre una dissonanza, non perché si voglia razionalizzare una forma di vigliaccheria, ma perché a quel punto la vigliaccheria è proprio rincorrere cosa non si è.
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25-11-2020, 22:18
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#26
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da idk
Ma perché attaccare l'iperbole. Sostituisci l'alcolizzato con una qualunque forma di negazione alla vita e il concetto della lotta a ogni costo suona comunque buffo. Lottare contro il proprio bisogno di solitudine per alcuni è, e sarà sempre una dissonanza, non perché si voglia razionalizzare una forma di vigliaccheria, ma perché a quel punto la vigliaccheria è proprio rincorrere cosa non si è.
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L'op parla di esperienze "forti"(non solo, ma anche) e io dico che dagli esiti di certe esperienze (mica solo alcolizzarsi e giocare a palla in autostraada, anche fare terapia d'urto anti fs) non si torna indietro.
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25-11-2020, 22:33
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#27
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Esperto
Qui dal: May 2019
Messaggi: 2,256
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Sporcarsi le mani con la vita è necessario e va bene, ma ancora più importante è non alzarsi sul piedistallo su quelli che ci hanno rinunciato. Non è questione di morale ma di stile. Perché io personalmente non posso a fare a meno di ridere quando penso al neurodiverso che ci mette anima e corpo per ottenere le briciole, per venire poi a dire al reietto che così non va bene. Sono pareri personali.
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25-11-2020, 22:42
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#28
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Ridi pure, ma se definisci "briciole" i risultati altrui, non sei tanto meglio.
Non volere che si giudichi il rinunciatario, ma darsi il diritto di giudicare il lottatore", mi pare una contraddizione mica da poco.
Se per te sono briciole, se per te si dannano per niente, é un ergersi anche questo. Oltre che smerdare gli sforzi altrui.
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Ultima modifica di claire; 25-11-2020 a 22:44.
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25-11-2020, 22:46
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#29
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Esperto
Qui dal: Apr 2020
Ubicazione: A casa mia
Messaggi: 838
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Qui forum nel forum ce poco niente di quello che cerchi. Il senso della propria vita è molto soggettivo. Se questo stato è dettato da fattori patologici è ancora più diverso.
Ti consiglierei di trovare un professionista con cui parlare e sciogliere questi stati interiori.
Anch'io mi pongo queste domande come tanti credo, e non sono arrivato ancora ad una meta.
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Ultima modifica di Newage; 25-11-2020 a 22:54.
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25-11-2020, 22:51
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#30
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 12,265
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Quote:
Originariamente inviata da idk
Perché io personalmente non posso a fare a meno di ridere quando penso al neurodiverso che ci mette anima e corpo per ottenere le briciole, per venire poi a dire al reietto che così non va bene. Sono pareri personali.
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Anche perché i disagi e le situazioni sono diverse, non ci può essere una soluzione unica per tutti. Ad es. chi è incline alla depressione ha problematiche molto diverse rispetto a chi ha un problema prevalentemente ansioso, le cose e le esperienze sono vissute in modo molto diverso.
Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk
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25-11-2020, 22:53
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#31
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Esperto
Qui dal: May 2019
Messaggi: 2,256
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Quote:
Originariamente inviata da claire
Ridi pure, ma se definisci "briciole" i risultati altrui, non sei tanto meglio.
Non volere che si giudichi il rinunciatario, ma darsi il diritto di giudicare il lottatore", mi pare una contraddizione mica da poco.
Se per te sono briciole, se per te si dannano per niente, é un ergersi anche questo. Oltre che smerdare gli sforzi altrui.
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Devi aver perso la parte in cui aggiungo: " per poi dire al reietto che così non va bene".
Rimettere in riga qualcuno che dal suo nulla viene a commentare come vivi è legittima difesa. L'ergersi sta nella gratuitità.
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25-11-2020, 23:02
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#32
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 12,265
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Quote:
Originariamente inviata da Equilibrium
Il motivo e il senso per lottare magari lo capisci meglio nn tanto quando vuoi raggiungere un obiettivo, ma quando perdi o stai perdendo qualcosa a cui tieni molto.
Immaginate se nn vi fosse più permesso utilizzare internet, se poi nn vi viene il senso di lottare per ristabilire la connessione
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Il lottare in questo senso è cosa completamente diversa da quello che intende l'op. Un conto è lottare perché ho subito un torto o un ingiustizia, un altro è (ad esempio) se mi si viene a dire che devo lottare per meritarmi la stima di un principale e competere con altri miei simili per guadagnarmi la sua stima.
La lotta in questo senso mi fa schifo, non mi sento meglio anche se dovessi vincerla, non voglio partecipare
Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk
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25-11-2020, 23:20
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#33
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da Equilibrium
Un esempio a caso gli alcolizzati, ma pure i tabagisti potevi mettere eh
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Non a caso,ho ripreso l'esempio altrui.
Un gesto rischioso e spericolato può essere anche provarci con una tizia o andare a un raduno fobico, se uno non è abbastanza forte da metabolizzarne le conseguenze.
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25-11-2020, 23:21
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#34
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,614
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Quote:
Originariamente inviata da Vento
Io mi chiedo secondo voi ha senso lottare? Se no, perchè no?
Lotto perchè l'alternativa sarebbe morire... o lasciarmi morire
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Io sono più di 10 anni che lotto, o per lo meno ci provo.
Tra terapie psicologiche, farmacologiche e l'attuale ricovero psichiatrico.
Per quella che è la mia esperienza, indipendentemente da quello che ho trovato o non ho trovato su questo forum (che continuo a considerare un posto da cui tenersi alla larga anche se io non ci riesco per questioni personali, legate alle mie ossessioni e compulsioni), lottare non ha senso.
Se non si ottengono risultati nemmeno dopo anni e i disturbi si sono cronicizzati e radicati nel nostro essere, tanto vale lasciarsi morire perché difficilmente le cose cambieranno.
Diventa proprio una questione di chimica del cervello e se nemmeno i farmaci riescono ad aiutarti, non c'è parola, non c'è psicologo che tenga.
Ci vorrebbe un trapianto di cervello o direttamente un'iniezione di Nembutal.
Quote:
lotto e faccio cose perchè non ho nulla di meglio da fare, perchè non ho voglia di fare nulla, quindi non farei nulla e mi sentirei sempre di più una nullità. Esco solo perchè, l'alternativa sarebbe stare a casa a fare nulla, o fare cose totalmente inutili, quali guardare video su YouTube o film o giocare a cose poco impegnative, in cui ci voglia il minimo sforzo. Studio perchè l'alternativa sarebbe fare niente, mi cerco di impegnare perchè non ho nient'altro di senso in cui impegnarmi, perchè se non mi impegno, sento di star sprecando tempo, sento di fare cose che poi mi porteranno a nulla, quindi a sentirmi una nullità e lasciarmi morire. Esco per trovare una ragazza, per provare qualche emozione forte
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Io pur provando a lottare, a cercare di impegnarmi, a cercare un senso in ciò che facevo, nella mia vita, a cercare di stare al passo con la società e con i coetanei, mi sono sempre e comunque sentito un fallito, una nullità, un inetto, un perdente; di aver sprecato solo tempo, di aver fatto solo scelte sbagliate.
Ed è un circolo vizioso dal quale non si esce più.
Vivo di rimpianti e non ho più alcuna speranza o prospettiva per il futuro.
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25-11-2020, 23:31
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#35
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da idk
Devi aver perso la parte in cui aggiungo: " per poi dire al reietto che così non va bene".
Rimettere in riga qualcuno che dal suo nulla viene a commentare come vivi è legittima difesa. L'ergersi sta nella gratuitità.
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Ma a chi ti riferisci, all'op?
Mi sembra ci stia andando più pesante tu.
Io leggo il suo post come :ho notato che in questo forum ci sta gente che dà l'idea di non lottare ; quindi mi sono chiesto perché io invece ho un atteggiamento non rassegnato, e me lo spiego così.Ecco perché io lotto.
Non ha scritto sveglia muovete il culo sennò siete dei falliti.
Tu invece hai usato un paio di espressioni giudicanti.
O sarà che leggendo "neurodiverso che lotta per avere le briciole" mi si è parata davanti l'immagine di un bambino gravemente disabile che è felice di avercela fatta finalmente ad allacciarsi le scarpe; e hanno iniziato a girarmi vorticosamente.
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Ultima modifica di claire; 25-11-2020 a 23:42.
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25-11-2020, 23:50
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#36
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Esperto
Qui dal: May 2019
Messaggi: 2,256
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No a me sembra che te la canti da sola e leggi cosa ti pare.
Il mio messaggio d'esordio su sto thread è neutro (considerazione generale), come il resto delle risposte ai tuoi quote. Le frecciate che ci leggi tra le righe all'op è parte di cosa ho detto inizialmente.
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26-11-2020, 03:55
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#37
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Avanzato
Qui dal: Nov 2020
Messaggi: 330
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Quote:
Originariamente inviata da SkywalkerJR
Vento, fai bene a impegnarti.
Io mi sono sempre impegnato in varie cose, ma negli ultimi due anni ho perso gradualmente la voglia(da quando il lavoro mi prende 12h al giorno)
Il fatto è che puoi correre correre, come il coniglio con la carota, ma se la carota non la assaggi neanche ad un certo punto ti rompi il cazzo.
È tutta una questione di sopportazione, certo logicamente l'unica cosa che si può fare è sforzarsi e migliorare, non ha senso essere depressi.
Ma quanto puoi resistere così?
Sicuramente negli anni se non si ottiene almeno qualcosina si perde la forza di lottare.
Sicuramente, ma è facile dirlo...
portarsi a fare cose divertenti/estreme è quasi dura quanto convincersi di buttarsi dal balcone.
Io sono inibito forte, l'unico modo che ho trovato in passato è stato bere fino ad arrivare quasi al coma etilico, quella è l'unica volta che sono risultato estroverso, baccagliando pure le tipe in discoteca.
Ma fare cose del genere non è consigliato, ti distrugge.
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Ti dico una cosa, prendila come vuoi. Non so quanto sei inibito rispetto a me e non mi interessa. Quello che voglio dire è che nel mettersi totalmente a disagio non si muore, ci sono delle azioni che si possono fare che migliorano l’ansia e la paura. Si può stare male anche per settimane, ma se era una azione che sentivi che era giusto fare, poi starai molto meglio che non averla fatta, il rimorso dura “per sempre” (forse), la sensazione di disagio no, può durare qualche settimana, ma non è paragonabile al senso di fallimento di non averci provato. Ti racconto una mia storia, volevo parlare con una ragazza, in biblioteca, ci avevo detto due parole 3 anni prima. Mi ero deciso a farlo, mentre ero a posto, ho iniziato a sudare freddo, tremare, perdere qualsiasi capacità di pensiero, avere senso di svenimento, perdere forza muscolare ecc... e quando dico sudare, intendo sudare e quando dico tremare intendo tremare, l’ho presa sul ridere, dall’esterno avresti visto un tipo pallido, tremante e sudato che sorrideva. Pensavo cazzo il mio fisico sta reagendo come se stessi andando al patibolo, devo solo dirle ciao e fare una figura di merda, nulla di più, nulla di meno, niente dopo un po’ sono andato contro tutto me stesso, perché sapevo che non sarei morto... niente le ho detto ciao, mi sono seduto, lei mi ha chiesto se stessi bene, le ho chiesto se aveva un oki, lei si è ricordata di me, abbiamo detto due parole, me ne sono andato, ho pensato alla figura di merda per giorni, adesso le sensazioni negative a riguardo sono passate e ci sono solo sensazioni positive a riguardo. Ho continuato ad agire così, e il mio rapporto con le ragazze è migliorato, il mio cervello si è accorto che non morivo, non aveva senso riempirmi di cortisolo. Se scappi dai ragione al tuo cervello di stressarti la volta successiva. Un’altra volta ho iniziato a piangere davanti ad una ragazza che avevo appena conosciuto e sono dovuto correre in bagno. Il disagio può essere epocale, ma poi passa e rimane solo la sensazione di vittoria. Ditemi se sbaglio
Alla tipa a cui ho pianto in faccia, le volevo dire che mi era morta una carissima youtuber a cui tenevo tanto nel caso avessi dovuto darle una spiegazione di senso che non fosse, mi sono iniziati a lacrimare gli occhi involontariamente perché provo un gigantesco disagio sociale nei tuoi confronti. La gente si dimentica... ovviamente bisogna agire con tattica e razionalità, se il disagio è troppo forte iniziare con sconosciuti che non rivedrai mai più e piano piano con relazioni più intime, almeno io ho fatto così. Ma non sono nessuno per dire come ognuno dovrebbe o non dovrebbe fare, questa è semplicemente come ho fatto io, la mia esperienza, prendila come vuoi.
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26-11-2020, 07:51
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#38
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Io sono un po' ambivalente, la lotta produce in me una forma di disagio, e quindi poi quando non ottengo abbastanza poi non ne vengo fuori soddisfatto, spesso ho pensato "ma chi me lo ha fatto fare".
L'alternativa del non esserci certe volte la desidero, perciò non lo so, tra il vivere e il morire non ho mai avuto una decisione così netta come ce l'hai tu, cioé che sia meglio vivere piuttosto che morire dipende dalla qualità della vita per me.
Ad una vita fatta di lotte eccessive che non portano a quel che io desidero davvero che compenserebbe davvero gli sforzi fatti l'alternativa del non esserci non riesco a vederla come qualcosa di negativo ma diventa qualcosa di positivo, mentre ad una vita fatta di soddisfazione e una quota di lotta e sforzi ragionevoli per me non preferirei non esserci.
Quindi le cose non sono così chiare per me come lo sono per te. Gli sforzi che ho dovuto fare per ottenere certe cose per me sono risultati molto spesso irraggionevoli e fuori misura rispetto a quello che sono riuscito a portare a casa, ci vorrebbero esperienze correttive che mi mostrassero che le cose non stanno di sicuro così, però io non ne ho fatte e la storia si è ripetuta spesso.
Lottare ha senso per me se i miei sforzi nella lotta sono più che compensati da quel che ottengo e risultano abbastanza sostenibili da non produrre poi scompensi gravi, altrimenti non ha senso. Non mi basta certo il fatto che mi si mostri che l'altra alternativa è morire o poltrire o non fare nulla, con l'azione che effetti vengono prodotti nella mia mente? Sono migliori degli effetti contrapposti?
Questa evidenza io non ce l'ho, non l'ho sperimentata agendo e impegnandomi in certe attività. Non è che agisco perché nel caso in cui non faccio nulla poi mi sento una nullità, e non penso che agendo passo dal non essere all'essere qualcosa, sono sempre e comunque qualcosa, in ogni caso. Questo meccanismo motivazionale qua nella mia mente non c'è proprio. I motivi per agire in me sono questi altri di cui ho parlato: devo sentirmi stimolato, non deve crearmi troppo disagio la cosa, e l'obiettivo e quel che ottengo nell'insieme devono appagarmi.
Ecco, così la penso davvero.
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Ultima modifica di XL; 26-11-2020 a 08:18.
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26-11-2020, 08:22
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#39
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Non lo puoi sapere prima se il gioco vale la candela.
Al massimo puoi fare una stima probabilistica.
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26-11-2020, 10:54
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#40
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Avanzato
Qui dal: Nov 2020
Messaggi: 330
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Io sono un po' ambivalente, la lotta produce in me una forma di disagio, e quindi poi quando non ottengo abbastanza poi non ne vengo fuori soddisfatto, spesso ho pensato "ma chi me lo ha fatto fare".
L'alternativa del non esserci certe volte la desidero, perciò non lo so, tra il vivere e il morire non ho mai avuto una decisione così netta come ce l'hai tu, cioé che sia meglio vivere piuttosto che morire dipende dalla qualità della vita per me.
Ad una vita fatta di lotte eccessive che non portano a quel che io desidero davvero che compenserebbe davvero gli sforzi fatti l'alternativa del non esserci non riesco a vederla come qualcosa di negativo ma diventa qualcosa di positivo, mentre ad una vita fatta di soddisfazione e una quota di lotta e sforzi ragionevoli per me non preferirei non esserci.
Quindi le cose non sono così chiare per me come lo sono per te. Gli sforzi che ho dovuto fare per ottenere certe cose per me sono risultati molto spesso irraggionevoli e fuori misura rispetto a quello che sono riuscito a portare a casa, ci vorrebbero esperienze correttive che mi mostrassero che le cose non stanno di sicuro così, però io non ne ho fatte e la storia si è ripetuta spesso.
Lottare ha senso per me se i miei sforzi nella lotta sono più che compensati da quel che ottengo e risultano abbastanza sostenibili da non produrre poi scompensi gravi, altrimenti non ha senso. Non mi basta certo il fatto che mi si mostri che l'altra alternativa è morire o poltrire o non fare nulla, con l'azione che effetti vengono prodotti nella mia mente? Sono migliori degli effetti contrapposti?
Questa evidenza io non ce l'ho, non l'ho sperimentata agendo e impegnandomi in certe attività. Non è che agisco perché nel caso in cui non faccio nulla poi mi sento una nullità, e non penso che agendo passo dal non essere all'essere qualcosa, sono sempre e comunque qualcosa, in ogni caso. Questo meccanismo motivazionale qua nella mia mente non c'è proprio. I motivi per agire in me sono questi altri di cui ho parlato: devo sentirmi stimolato, non deve crearmi troppo disagio la cosa, e l'obiettivo e quel che ottengo nell'insieme devono appagarmi.
Ecco, così la penso davvero.
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Ma scusa far qualcosa che ti fa paura non ti ha mai appagato? Almeno a lungo termine, cioè al di là di cosa sia normale per gli altri. Qualsiasi persona "normale" potrebbe fare le cose per cui ho provato una paura e ansia folle, con molta più semplicità. Tipo dire ciao ad una persona che si conosce o parlare con tranquillità del più e del meno con il cassiere. Se fossi una persona "normale" ciò che ho fatto sarebbe una cazzata, quindi non di valore, ma dioooo se per me è difficilissimo è una cazzo di impresa, se riesco a farla la soddisfazione c'è quando anche ci sia dopo un mese come mi è successo. E poi sarà che ho iniziato presto e sono ancora giovane, i risultati piano piano li ho ottenuti a livello di skill sociali. Per me è stato più semplice ottenere avere risultati perchè ho fatto la maggior parte di cose disagianti durante il liceo. Solamente perchè ho fatto questo ragionamento, il cervello ha la sua fase di sviluppo fino a 21/24 anni, quindi devo cercare in tutti i modi di superare i miei disagi, prima dei 21, quando il cervello è più elastico e modificabile. Ovviamente a 20 anni poi sono caduto in depressione anche perchè mi ero preso troppo bene e tutto questo mi è caduto addosso, ma devo dire che anche in depressione alcune cose che ero riuscito a fare mi avevano fatto passare del tutto il disagio, soprattutto a livello di amicizie. Poi devo dire che è tutta una questione di allenamento in realtà, cioé cerco sempre di vedere almeno una persona, se non vedo nessuno per un po', riparto disagiato e dopo qualche tempo con persone ritorno tranquillo. Certe volte mi parte il disagio a caso, ma ormai mi sono allenato a fregarmene tanto se il cervello vede che non c'è pericolo passa. Poi dipende dai periodi, ci sono situazioni e periodi, in cui a volte mi sembra che tutti, tutti, mi fissino e mi giudichino e lí è tutto più difficile, però boh lavorando su me stesso dei risultati ottengo sempre. E quando dico risultati intendo risultati per me, fanculo cosa sia semplice per gli altri. È come non avere gambe, quando riesci ad aprire la porta, mangiare, cucinare e anche fare le cose più semplici vale un botto, perchè cazzo non hai le gambe. L'unica differenza è che nessuno a prima vista vede che non hai le gambe in questo caso. Ma almeno tu devi cazzo guardare come non ce l'hai (per ora), e non far finta di avercele, perchè non è cosí. Ci sono già gli altri che non guardano le tue non gambe.
Scusa per lo sfogo...
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