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18-11-2014, 18:03
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#21
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
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Quote:
Originariamente inviata da ~~~
se c'è qualcuno come me, completamente privo di rispetto per sé stesso, ormai abbruttito dalla propria condotta sociale, senza autoaffermazione, senza autostima, senza sicurezza (la triade trita e ritrita)
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Giovane utentessa dal nick impronunciabile, non hai ancora risposto alla mia domanda indiscreta: per quale motivo ritieni di essere giunta a questa mancanza di autostima? Non si può curare una malattia, senza prima aver fatto una diagnosi.
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18-11-2014, 18:11
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#22
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,673
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Quote:
Originariamente inviata da ~~~
Io credevo che la consapevolezza fosse il punto di partenza, invece è stata la morte proprio.
Ci si sente nulla più che nella merda totale e vorrei capire chi e come ne è uscito e come e se si può uscirne. Fare altro. Migliorare.
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La consapevolezza è il punto di partenza.
Quote:
Nell'aprile 2012 mi accorsi che proprio dovevo fare qualcosa,
presi il mio openoffice writer, e scrissi il file "COME USCIRE DAL PANTANO".
L'incipit:
Ok, voglio uscire dal pantano.
Soluzione? Andare via di casa.
Non potrò farlo prima di un paio d'anni, e prima di pensarci seriamente voglio fare due calcoli, eccoli:
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Poi feci un vero e proprio piano per come fare ad andarmene di casa.
Il piano, con opportune modifiche, si è realizzato anche un po' prima del tempo, a fronte di grande impegno e pazienza.
(e un bel po' di fortuna, non togliemocela)
Ora, vado avanti così, ponendomi obiettivi e scadenze.
Per me è l'unico modo di progredire perché, se fosse per la mia indole, starei fermo sul posto in attesa della vita.
E se fai così quella ti viene dietro, mica davanti.
Purtroppo, e lo dico con tutto il bene che posso volerti (anche se non sono nessuno, ma ti sento vicina in quanto mia simile),
non prendertela, ma bisogna crescere.
Ed è durissima.
Poi magari mi sbaglio e non c'entri un piffero con me, in tal caso fai come se non avessi detto niente sul crescere, mi sarò sbagliato 9.9
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Ultima modifica di Allocco; 18-11-2014 a 18:17.
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18-11-2014, 18:33
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#23
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Esperto
Qui dal: Apr 2012
Ubicazione: Mulholland dr.(Roma)
Messaggi: 16,085
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Quote:
Originariamente inviata da Allocco
La consapevolezza è il punto di partenza.
Poi feci un vero e proprio piano per come fare ad andarmene di casa.
Il piano, con opportune modifiche, si è realizzato anche un po' prima del tempo, a fronte di grande impegno e pazienza.
(e un bel po' di fortuna, non togliemocela)
Ora, vado avanti così, ponendomi obiettivi e scadenze.
Per me è l'unico modo di progredire perché, se fosse per la mia indole, starei fermo sul posto in attesa della vita.
E se fai così quella ti viene dietro, mica davanti.
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totalmente d'accordo
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18-11-2014, 18:35
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#24
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,470
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Io penso che i feedback aiutino, ma che non siano fondamentali. Possiamo tra l'altro dargli un peso selettivo: quelli di persone superficiali, per dire, per alcuni potrebbero essere non molto rilevanti, positivi o negativi che siano. Ed alla fine, avendo tutti qualche qualità, una compagnia almeno elettiva in grado di apprezzarci possiamo trovarla senza problemi.
Il problema (che è anche il mio problema) è che per fare a meno delle conferme altrui, ed anche per essere in grado di capitalizzarle, dobbiamo far leva su risorse interiori che sono impastogliate in un groviglio di odio, rancore, recriminazioni, e sono dunque indisponibili. Come possiamo usare quella parte di noi che afferma la nostra individualità per "autofondarci", andando oltre il dover essere, se questa è totalmente assorbita dal "dover non essere" per contrapposizione? Non so se mi spiego, forse è un discorso un po' criptico...
Ad esempio, se la norma è "si deve andare in chiesa", né "vado in chiesa perché si deve" né "non vado in chiesa perché si deve" sono una reale liberazione, poiché la seconda alternativa è una servitù in negativo: la norma viene infranta, ma resta presente e radicata in profondità. E allora quando qualcuno dice "ma come, non vai in chiesa?" ci sentiamo in difetto, e da qui vergogna e insicurezza. Lo stesso vale se la norma la seguiamo e gli altri ci elogiano, perché in profondità noi non la condividiamo, la condotta che manteniamo non è "nostra", e gli elogi non fanno presa perché non sono rivolti a noi ma alla maschera che indossiamo. Non li "meritiamo".
Secondo me, se ci fosse bisogno di dirlo.
Aggiungo: che le conferme in sé non siano sufficienti è per me un dato di fatto. Io dai vent'anni fino a qualche anno fa ne ho ricevute abbastanza, eppure hanno avuto un effetto solo temporaneo.
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Ultima modifica di Angus; 18-11-2014 a 19:01.
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18-11-2014, 19:03
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#25
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,102
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Non sono in grado di fare un ragionamento teorico su sta problematica perchè ci sono dentro e non riesco a vederci chiaro. Per cui riporto un'analisi, un'osservazione di cosa ho vissuto da disadatto: nell'ultimo anno e qualche mese sono stato in un certo senso 'costretto' a vivere a maggior contatto con le persone, dopo un anno di buio sociale totale e quasi un decennio di assenza di uscite con amici/conoscenti.
In una situazione mi è sembrata di aver cercato a tutti i costi dei feedback, in particolare da alcune persone che sembravano potermi capire meglio, e sostanzialmente ho fallito: volevo rimanere come ero e allo stesso tempo essere riconosciuto come apprezzabile anche se il gruppo mi faceva capire di non apprezzare. In un'altra situazione ho cercato ancora dei feedback ma mi sono spostato dal mio equilibrio e ho inviato qualche feedback pure io: è andata un po' meglio ma alla fine sono comunque rimasto solo. 3° situazione:inizialmente ho cercato riscontri nelle persone, è andata male, me ne sono sbattuto, è andata comunque male, anche se forse stavo un po' più rilassato.
Dalla mia recente esperienza posso ipotizzare che dipenda più che altro dal contesto in cui ci si trova e dalle persone che si frequentano, tenendo in considerazione che forse la percentuale con cui posso avere affinità è di qualche unità per cento. Quindi potrebbe essere un discorso statistico, con basse probabilità positive. Con il restante quasi 100% devo cercare di non farmi coinvolgere dai loro segnali di perplessità.
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Ultima modifica di alien boy; 18-11-2014 a 19:07.
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18-11-2014, 19:14
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#26
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,902
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Quote:
Originariamente inviata da utopia?
Prima illuso, poi deluso (cit. paperino)
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Speravo anche io in una risposta divina .
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18-11-2014, 19:19
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#27
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: nel pozzo senza fondo del relativismo
Messaggi: 3,518
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Quote:
Originariamente inviata da Sample
Speravo anche io in una risposta divina .
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Cos...?
Illuso dalla tranquillità promessa dagli stimoli che ci circondano, deluso dalla maniera in cui quella cosiddetta tranquillità viene distribuita.
Sono scontato e noioso e monotono, ma è quel che ci circonda che delude, altro che "risposte divine". Quelle giungeranno al momento giusto.
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18-11-2014, 19:22
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#28
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,902
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Quote:
Originariamente inviata da utopia?
Cos...?
Illuso dalla tranquillità promessa dagli stimoli che ci circondano, deluso dalla maniera in cui quella cosiddetta tranquillità viene distribuita.
Sono scontato e noioso e monotono, ma è quel che ci circonda che delude, altro che "risposte divine". Quelle giungeranno al momento giusto.
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sorry
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18-11-2014, 19:38
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#29
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Esperto
Qui dal: Apr 2010
Messaggi: 11,578
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Bel topic, ~~~ Condivido
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18-11-2014, 19:57
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#30
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 12,574
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per me più parole si usano, più concetti si elaborano, più filosofie si filoseggiano, più frasi contorte e pseudo alternative si contorteggiano...
più si perde di vista l'essenziale
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18-11-2014, 20:08
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#31
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,470
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Quote:
Originariamente inviata da lauretum
per me più parole si usano, più concetti si elaborano, più filosofie si filoseggiano, più frasi contorte e pseudo alternative si contorteggiano...
più si perde di vista l'essenziale
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che sarebbe?
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18-11-2014, 20:16
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#32
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 12,574
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Quote:
Originariamente inviata da Angus
che sarebbe?
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Capire cosa si vuole, prima di tutto
Ho una teoria molto personale, quando le righe superano una certa misura, è probabile che non si sappia nemmeno dove si vuole andare a parare
Ecco, prima capire chi si è e cosa si vuole, è fondamentale
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18-11-2014, 20:52
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#33
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,205
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Quote:
Originariamente inviata da ~~~
Io mi riferisco alle persone come me che si sentono compromesse in qualsiasi ambito della socialità, a questo punto c'è da augurarsi che la consapevolezza non giunga mai, almeno si seguita a vivere alla cazzo e ad impuntarsi dietro amori impossibili e amicizie squilibrate convinti di essere nel torto.
Io credevo che la consapevolezza fosse il punto di partenza, invece è stata la morte proprio.
Quello che so è che in queste condizioni non potrò avere rapporti sani con qualcuno. Non è una cosa irrazionale che va smontata, è proprio la verità. E lo so perché l'ho vissuto in tutti i rapporti della mia vita quindi mi chiedo: se c'è qualcuno come me, completamente privo di rispetto per sé stesso, ormai abbruttito dalla propria condotta sociale, senza autoaffermazione, senza autostima, senza sicurezza (la triade trita e ritrita), quando smette di pigliarsi per il culo con le buffonate, quando gli appare chiaro di essere incastrato in una coazione a ripetersi nelle stesse dinamiche perché privo degli strumenti per fare altro (la triade sopra citata), quando si rifiuta di perpetuare questo meccanismo e si isola completamente, come campa? Come risolve?
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ahh ecco, è un topic sul fatto di essere a casa a non far niente e non riuscire a smuoversi
a me è successo, ero proprio in paranoia
qui c'è poco da fare, poco da vedere i rapporti e qui e lì autostime concetti eccetera
qui c'è da uscire col curriculum anche fosse il più scarso del mondo, c'è da accettare il fatto che si passeranno quarti d'ora tremendi, poi si rifiata poi altri quarti d'ora tremendi
ad un certo punto si conquista qualcosa (un lavoro? un corso del cacchio?) e ci si ritrova ad essere qualcosa, inseriti, squallidamente normali....ed è una sensazione bellissima
è il classico "buttati!!" che tanto fa infuriare i fobici, anche me, ma ci sono momenti della vita dove è proprio la cosa da fare
la vo ro la vo ro la vo ro
PS: se hai già un lavoro non tener conto delle righe soprastanti ._.
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18-11-2014, 20:56
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#34
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 3,041
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Quote:
Originariamente inviata da Inosservato
ad un certo punto si conquista qualcosa (un lavoro? un corso del cacchio?) e ci si ritrova ad essere qualcosa, inseriti, squallidamente normali....ed è una sensazione bellissima
è il classico "buttati!!" che tanto fa infuriare i fobici, anche me, ma ci sono momenti della vita dove è proprio la cosa da fare
la vo ro la vo ro la vo ro
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Vabbè, ma sono solo cose che servono a "non pensarci", poi non risolvono nulla in realtà.
È solo un altro modo per prendersi per il culo da soli.
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18-11-2014, 21:17
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#35
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 12,574
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Quote:
Originariamente inviata da eVito Corleone
Vabbè, ma sono solo cose che servono a "non pensarci", poi non risolvono nulla in realtà.
È solo un altro modo per prendersi per il culo da soli.
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Sbagli di grosso a liquidare così quello che ha detto Inosservato
Hai mai visto il film trainspotting? Lo consiglio, parla di eroina è vero, ma trovo molte analogie con la nostra droga, la lotta che deve affrontare il protagonista non è più semplice della nostra
Il monologo finale può essere illuminante
"voglio diventare esattamente come voi.. ", dice
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18-11-2014, 21:21
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#36
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 3,041
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Quote:
Originariamente inviata da lauretum
Sbagli di grosso a liquidare così quello che ha detto Inosservato
Hai mai visto il film trainspotting? Lo consiglio, parla di eroina è vero, ma trovo molte analogie con la nostra droga, la lotta che deve affrontare il protagonista non è più semplice della nostra
Il monologo finale può essere illuminante
"voglio diventare esattamente come voi.. ", dice
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Le analogie le avevo colte anche io.
Meglio il monologo iniziale.
«Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro, le ragioni? Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?»
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18-11-2014, 21:27
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#37
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,205
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scusate eh, ma che esempi, alla fine il tizio ruba i soldi ai suoi amici
e poi con la ragazza liceale? boh, mica ho mai capito, sembrava una storia d'amore ma alla fine finisce in niente...
secondo me quel film ha una sceneggiatura debole, belle però le ambientazioni scozzesi
se qualcuno non l'ha visto mi scuso per lo spoiler, ma insomma, saranno passati 20 anni dall'uscita -_- non credo di dovermi giustificare se ho rivelato il finale
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18-11-2014, 21:45
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#38
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 12,574
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Quote:
Originariamente inviata da eVito Corleone
Le analogie le avevo colte anche io.
Meglio il monologo iniziale.
«Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro, le ragioni? Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?»
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Eh.. Questo è un pò il pensare di alcuni di noi, che però incatena ad una esistenza quale la nostra, fatta di desolazione, per sfuggire alla normalità
Il protagonista se ne rende conto un pò alla volta, ed alla fine abbraccia come via di scampo ciò che disprezzava
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18-11-2014, 22:00
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#39
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,186
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Quote:
Originariamente inviata da Angus
Io penso che i feedback aiutino, ma che non siano fondamentali. Possiamo tra l'altro dargli un peso selettivo: quelli di persone superficiali, per dire, per alcuni potrebbero essere non molto rilevanti, positivi o negativi che siano. Ed alla fine, avendo tutti qualche qualità, una compagnia almeno elettiva in grado di apprezzarci possiamo trovarla senza problemi.
Il problema (che è anche il mio problema) è che per fare a meno delle conferme altrui, ed anche per essere in grado di capitalizzarle, dobbiamo far leva su risorse interiori che sono impastogliate in un groviglio di odio, rancore, recriminazioni, e sono dunque indisponibili. Come possiamo usare quella parte di noi che afferma la nostra individualità per "autofondarci", andando oltre il dover essere, se questa è totalmente assorbita dal "dover non essere" per contrapposizione? Non so se mi spiego, forse è un discorso un po' criptico...
Ad esempio, se la norma è "si deve andare in chiesa", né "vado in chiesa perché si deve" né "non vado in chiesa perché si deve" sono una reale liberazione, poiché la seconda alternativa è una servitù in negativo: la norma viene infranta, ma resta presente e radicata in profondità. E allora quando qualcuno dice "ma come, non vai in chiesa?" ci sentiamo in difetto, e da qui vergogna e insicurezza. Lo stesso vale se la norma la seguiamo e gli altri ci elogiano, perché in profondità noi non la condividiamo, la condotta che manteniamo non è "nostra", e gli elogi non fanno presa perché non sono rivolti a noi ma alla maschera che indossiamo. Non li "meritiamo".
Secondo me, se ci fosse bisogno di dirlo.
Aggiungo: che le conferme in sé non siano sufficienti è per me un dato di fatto. Io dai vent'anni fino a qualche anno fa ne ho ricevute abbastanza, eppure hanno avuto un effetto solo temporaneo.
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Sono d'accordo.
Capisco perfettamente e vorrei soltanto aggiungere, per rilanciare il tuo discorso, che il problema che poni riguardo al "dover essere" e al "dover non essere" è una lotta radicale in quanto difficilmente risolvibile, almeno in tempi brevi, e perché forse necessita non tanto di una (ri)soluzione quanto di un equilibrio.
Provo a spiegarmi: bisogna cercare di puntare ad un'indipendenza psicologica, ovvero cercare di strutturare il proprio pensiero indipendentemente dal giudizio sociale (sia negativo che positivo).
Gli stessi giudizi sociali e feedback dovrebbero essere giudicati criticamente in base appunto ad un'indipendenza psicologica che permetta di valutarli sotto la luce di un equilibrio personale senza essere inquinati da tutta la marea sommersa di sentimenti negativi di cui parli. Prima (o durante?) dovremmo superare questi ultimi.
Senza contare che spesso questi giudizi possono andare a "gonfiare" un'immagine di se stessi (sia negativa che positiva) che è solo fittizia e che ci siamo costruiti per vivere indirizzando tali feedback in quell'unica direzione. Può sembrare assurdo (e distruttivo) ma non lo è.
Detto ciò mi rendo perfettamente conto che parlarne è già difficile figuriamoci trovare in se stessi degli strumenti efficaci per cercare di risolvere un problema che è già complesso individuare poiché fatto di impercettibili e inconsce auto-direzioni del proprio pensiero a volte disfunzionali (riguardo ambiti culturali, sociali, sessuali...), radicate e difficili da smantellare.
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19-11-2014, 01:11
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#40
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
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XL i tuoi sofismi servono a poco, se non a mettere nello stesso calderone fenomeni e situazioni solo lontanamente comparabili. Le regole sociali hanno la funzione di limitare gli attriti e le inevitabili imperfezioni della convivenza civile di più persone, i giudizi sociali sono un'altra cosa, non c'è da stupirsi che nei paesi del nord Europa, tipo quello in cui mi trovo ora, viga un sistema di regole e irregimentazione della vita sociale molto più rigido del nostro ma, per quanto concerne l'aspetto privato della vita di ognuno, le persone paiono molto meno ossessionate da regole e mode (basta vedere l'enorme varietà di stili d'abbigliamento, forme fisiche, modelli comportamentali che è possibile riscontrare da queste parti).
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