Buongiorno a tutti.
Sono un uomo di 40 anni e soffro di disturbo ossessivo-compulsivo.
Ho convissuto con questo "ospite" fin dall'infanzia e per lunghi periodi sono stato meglio, ma nell'ultimo anno è notevolmente peggiorato (prima riuscivo a tenerlo sotto controllo anche senza terapie o farmaci) e si è "evoluto". Nella scala Yale-Brown, un test diagnostico che misura la gravità dei sintomi, fino a qualche mese fa avrei totalizzato 18-20 punti su 40, mentre adesso sono arrivato a 32 su 40.
Si tratta di un DOC puro caratterizzato da pensiero magico in cui prevale la componente religiosa.
Il mio è un caso da manuale, che presenta tutte le tipiche manifestazioni: costante timore di avere peccato e commesso blasfemia, scrupolosità, sensi di colpa e rimuginazioni su errori commessi nel passato, ripetizione di preghiere per scongiurare eventuali disgrazie, necessità di confessarsi e di chiedere rassicurazioni a sacerdoti e teologi.
I pensieri intrusivi sono legati a problemi esistenziali e per diverse ore al giorno la mia mente è piena di interrogativi sulla fede, sull'esistenza dell'Aldilà, sulle religioni, et cetera. Il genere di dubbi a cui è molto difficile trovare risposte certe e supportate da prove.
Per non farmi mancare niente ho anche la depressione - probabile conseguenza del DOC - e un disturbo di ansia generalizzato.
Il Coronavirus ha suscitato in me ancora più preoccupazione e stress (alcuni gruppi religiosi fondamentalisti vedono la pandemia come un castigo divino o l'inizio dell'Apocalisse) ma non ha cambiato più di tanto le mie abitudini, visto che da alcuni mesi sono praticamente rinchiuso in casa.
La lettura è l'unica attività che tiene occupata la mia mente e mette un freno ai pensieri intrusivi. Per fortuna in casa ho molti libri e questo mi aiuta a distrarmi: tuttavia devo stare attento a quali letture scelgo; argomenti come la religione o la filosofia possono diventare fonte di nuove ossessioni.
Un altro sintomo del mio DOC è la tendenza ad accumulare oggetti. Non sono al livello dei cosiddetti hoarders che vivono in mezzo a cataste di cianfrusaglie ma ho sempre il timore di gettare via qualcosa di utile, in particolare giornali e riviste. Per la stessa ragione ho la tendenza a salvare molte copie di backup dei dati informatici su CD, hard disk esterni, chiavette USB.
Qualche altra informazione su di me: sono scapolo, laureato, ho un dottorato di ricerca e sono disoccupato.
Prima del "crollo" dell'anno scorso ero una persona razionale e relativamente sicura di sè. Evitavo i luoghi affollati, le discoteche o le feste con tanti ospiti e mi tenevo lontano da spiagge, stadi e palestre ma riuscivo a vedere qualche amico nel weekend, ad andare in pizzeria (anche da solo), a visitare un museo, a fare una passeggiata in centro o una breve gita fuori città, dalla mattina alla sera.
I rituali si limitavano al controllo di porte e interruttori, a qualche conteggio o alla ripetizione di formule nella mente. Compulsioni fastidiose ma gestibili e molto meno opprimenti di quelle attuali. Purtroppo a partire dalla primavera / estate del 2019 il DOC ha iniziato ad interferire con la mia vita quotidiana e sono diventato quasi un eremita. Frequento regolarmente soltanto i miei genitori, che abitano nel mio condominio. Non ho profili sui social networks e i miei contatti umani si limitano a 1 o 2 telefonate la settimana e a qualche sporadica email. Dormo poche ore per notte e raramente mi sento davvero riposato.
Quando la quarantena finirà e sarà di nuovo possibile spostarsi probabilmente mi rivolgerò ad uno specialista in terapia cognitivo-comportamentale.
Nel frattempo mi sono iscritto a questo forum per condividere le mie esperienze con altre persone.