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06-09-2011, 19:52
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#1
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
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Mi consigliate dei libri svaccatamente fatalisti, con personaggi che vivono alla giornata e prendono le cose come vengono anche se fanno schifo, e che ti contagiano con una specie di sereno chissenefrega cosmico? Non proprio come Sulla strada (non so perché non mi ha preso tanto, forse è troppo da estroversi? ). Più' come Bukowski/Chinaski che va in giro a consegnare la posta col furgone nelle strade alluvionate.
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10-09-2011, 23:37
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#2
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Principiante
Qui dal: Aug 2011
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Stavo per scrivere "Sulla strada", poi ho letto meglio.
Mah, forse puoi provare con Chatwin. Un suo libro che a me era piaciuto è "In Patagonia". Non è svaccato come Bukowski, ma ha un'aria di serena accettazione del mondo.
E anche "La strada", di Jack London, è molto bello.
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13-09-2011, 20:09
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#3
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
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Grazie per il consiglio, metto in lista...
Anche Lo straniero di Camus mi fa stare meglio.
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14-09-2011, 11:32
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#4
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
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Quote:
Originariamente inviata da daimoneu
Anche Lo straniero di Camus mi fa stare meglio.
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Cavolo non mi era venuto in mente, però non pensavo tu intendessi quel tipo di indifferenza. Perchè sul genere Bukowski non conosco nulla, credo.
Comunque In Patagonia iniziai a leggerlo, ma non l'ho mai finito ( ) per più motivi, ero in un periodo un pò pieno diciamo. Bè, se non sbaglio, dovrebbe essere il libro che ha ispirato Into the wild quindi c'è quel menefreghismo di fondo.
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14-09-2011, 21:50
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#5
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Principiante
Qui dal: Aug 2011
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"Into the wild" credo fosse ispirato a una storia vera... credo...
Ah, me ne è venuto in mente un altro che non so come abbia fatto a dimenticare la volta scorsa: "Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta", di Robert Pirsig.
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15-09-2011, 10:27
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#6
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
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Infatti ho controllato, Into the Wild ha tratto ispirazione da Nelle terre estreme, non so perchè mi è venuto fuori il libro di Chatwin prima alla fine hanno tematiche simili.
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15-09-2011, 20:00
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#7
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
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Quote:
Originariamente inviata da tekelili
"Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta", di Robert Pirsig.
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Il titolo l'avevo sentito ma non l'ho mai letto. In coda anche lui!...
Sul tema di Into the Wild (l'ho visto giusto ieri sera) c'è anche "Walden ovvero la vita nei boschi" di Thoreau, che è stata una delle ispirazioni di quel ragazzo. E ha anche ispirato un libro che ho letto qualche tempo fa, "Guerra agli umani".
All'inizio avevo altro in mente in effetti, ma lo Straniero mi trasmette una specie di senso di libertà. Il protagonista mi affascina e confesso che mi piacerebbe essere più simile a lui. Niente ansia, diffidenza e pregiudizi verso gli altri dettati da insicurezza e paura. Niente sensi di colpa o autocritiche dietro a ogni gesto. Una persona incapace di provare emozioni, ma se l'alternativa è provare quasi solo quelle che ti soffocano la vita...
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16-09-2011, 13:08
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#8
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Esperto
Qui dal: May 2011
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Quote:
Originariamente inviata da nymphe
quindi c'è quel menefreghismo di fondo.
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Secondo me è tutt'altro che menefreghismo: è un rifiuto vero e proprio, che è diverso. E non c'è fatalismo, c'è un progetto ben mirato ed una piena consapevolezza dei propri propositi. Uno stomaco di ferro, insomma, altro che menefreghismo.
Poi ti dirò, il libro non l'ho letto, ma vedere il film non mi ha fatto sentire bene, per niente. In fin dei conti lo guardi e ti senti un senzapalle.
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16-09-2011, 19:17
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#9
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
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Quote:
Originariamente inviata da chomsky
Uno stomaco di ferro, insomma
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No pun intended. ...
Sono d'accordo, anche se mi sono sentito peggio al confronto con la sua capacità di relazionarsi con le persone, al suo lato socievole. Che in fondo rende ancora più tosta (o folle) la sua decisione.
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16-09-2011, 19:24
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#10
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
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Quote:
Originariamente inviata da chomsky
Secondo me è tutt'altro che menefreghismo: è un rifiuto vero e proprio, che è diverso. E non c'è fatalismo, c'è un progetto ben mirato ed una piena consapevolezza dei propri propositi. Uno stomaco di ferro, insomma, altro che menefreghismo.
Poi ti dirò, il libro non l'ho letto, ma vedere il film non mi ha fatto sentire bene, per niente. In fin dei conti lo guardi e ti senti un senzapalle.
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Hai ragione, però il menefreghismo lo reputo comunque un punto di partenza fondamentale per arrivare poi al rifiuto totale. In lui c'è questa indifferenza portata all'eccesso, quindi la differenza dei termini in certi casi è sottile o comunque si tratta di sentimenti/modi di agire che si completano a vicenda.
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16-09-2011, 19:52
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#11
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
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Quote:
Originariamente inviata da daimoneu
All'inizio avevo altro in mente in effetti, ma lo Straniero mi trasmette una specie di senso di libertà. Il protagonista mi affascina e confesso che mi piacerebbe essere più simile a lui. Niente ansia, diffidenza e pregiudizi verso gli altri dettati da insicurezza e paura. Niente sensi di colpa o autocritiche dietro a ogni gesto. Una persona incapace di provare emozioni, ma se l'alternativa è provare quasi solo quelle che ti soffocano la vita...
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A me ha trasmesso certo questa sua quasi pace interiore, qualcosa che gli donava a tratti un senso di superiorità, però l'ho trovato anche inumano. E' soggettiva l'immedesimazione nel personaggio o l'aspirazione all'imitazione di esso, ecco perchè io invece non vorrei mai essere come lui, così svuotato di tutto; non provare più nulla per me non è vivere. Capisco l'alternativa della vita sofferente, ma non credo nel tutto e perennemente negativo della mia vita, quindi proprio respingo la prospettiva di Meursault come ideale.
Poi addirittura lui alla fine si lascia andare aprendosi alla tendre indifférence du monde, sentendo di essere felice. E' un'utopia pensare che un uomo sia così estraneo ai propri sentimenti, e meno male, secondo me.
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19-09-2011, 13:02
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#12
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Esperto
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Sto leggendo La strada, davvero molto bello e ha anche una buona dose di umorismo. Jack London è un grande!
Quote:
Originariamente inviata da nymphe
E' un'utopia pensare che un uomo sia così estraneo ai propri sentimenti, e meno male, secondo me.
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Anch'io lo pensavo, poi ho letto di una persona che a un certo punto della sua vita (per cause non chiare, forse abuso di alcolici) è diventata alessitimica al 100%. I have Alexithymia. (E' in inglese, se a qualcuno interessa posso tradurre qualche sua risposta.)
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10-12-2011, 18:23
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#13
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Esperto
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La breve vita felice di Francis Macomber, nella raccolta dei 49 racconti di Hemingway.
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