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Originariamente inviata da Ilsaggio
Ci si spegne lentamente, inesorabilmente e inconsapevolmente.
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Toglierei solo l'inconsapevolmente. Se fosse davvero così non si starebbe poi così male.
Magari riuscissi ad esserlo inconsapevole, potrei star sereno, invece no, bisogna condurre la propria esistenza in questa forma di tedio anche senza riuscire a dimenticarsi che così si dovrà vivere.
In fondo chi si ubriaca o fa uso di droghe perché lo fa? Per non capirci più nulla, per pensare ad altro. Ma io anche da ubriaco tornerei sempre qua, gli incubi ancorati a questa realtà disturberebbero comunque il mio migliore sonno. Non sarei un ubriaco allegro, diventerei tre volte più violento.
Anche adesso è capitato, mi sono svegliato rigirandomi nel letto, non riuscivo a dormire.
E' anche questa perenne veglia, gli occhi aperti su cose inutili, su di una vita che in fondo non si vuol vivere così ma che si deve vivere così, che fa star male. C'è un modo per difendersi da tutto questo? Per dimenticare solo quel che fa star male senza diventare completamente dementi? Io ho paura proprio che non ci sia per me.
Poi i rimedi proposti per me non sono veri rimedi per chi vuole un'altra vita, un'altra forma di realtà e nient'altro che questo. Solo qualche conoscenza scientifica avanzata è riuscita a far saltare per aria alcuni vincoli (magari pochissimi, ma si è riusciti davvero a farlo senza raccontar balle) il resto son tutte scemenze, si lascia tutto così come s'era già capito che fosse fatto e non si riesce mai ad uscire o far saltare per aria gli schemi disturbanti già acquisiti del tipo "se vuoi A devi riuscire a fare B". Le "cure" disponibili o ti convincono a fare B volentieri (là dove si è abbastanza capaci) o a non desiderare più A, quindi lasciano questi schemi in piedi e tutto così com'è (o meglio come s'era già capito che fosse fatto da un bel po').
Io non posso essere persuaso in tal senso, ormai l'ho capito, queste strade perciò sono tutte sbarrate. Consapevole di questo però non posso fare altro che star male, vedo il mio corpo diventare cadaverico, osservo l'impossibilità di quadrare questo cerchio con squadre e compasso e devo poi star male perché in fondo so che quel che desidero e voglio è proprio questo e non c'è e non ci sarà.
La consapevolezza in tal senso è inutile, però non riesco a non esserlo, non si può sapere e poi scegliere volontariamente di non sapere. Se non sapessi cosa desidero o non conoscessi questi vincoli invincibili forse starei meglio. A volte penso che solo cose del genere potrebbero farmi star meglio, l'inconsapevolezza, il dimenticare completamente tutte queste cose.
Dalla coscienza cosa posso ricavarne di buono se questa non ha il potere di far saltare per aria i vincoli opprimenti che continua ad osservare?
Magari si riuscisse ad essere inconsapevoli di tutto questo, del declino verso il cadaverico, l'invecchiamento, il decadimento e così via, invece no, si sa tutto, si è consapevoli di essere impotenti e di possedere strumenti di attacco o difesa insignificanti e si sa anche cosa si vorrebbe (che questo non accada), ma si potrà in concreto solo star male nei giorni a venire perché le due cose non si conciliano affatto.
Una candela che si spegne e che non sa che si sta spegnendo e che non vuol spegnersi non sta male, non ha alcun motivo per star male.