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05-08-2013, 14:54
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#21
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Avanzato
Qui dal: Feb 2013
Ubicazione: Nord Italia
Messaggi: 455
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Quote:
Originariamente inviata da Stefania90
Siete sicuri che il vostro problema sia solo la timidezza o c'è qualcosaltro sotto? Ieri è capitata una cosa che mi ha fatto molto riflettere, ho sempre creduto fosse la timidezza la responsabile di tutti i miei problemi ma mi sono accorta che non l'ho è, infatti ci sono situazioni in cui sono timida, per esempio quando sono da sola con persone che non conosco,(ma credo che sia normale) e altre situazioni in cui riesco a non esserlo per esempio quando sono in un gruppetto di conoscenti riesco senza problemi a fingermi estroversa, infatti ci sono persone che sanno della mia introversione, altre invece che mi credono una ragazza estroversa. Ieri sera per esempio sono uscita con mia sorella. c'erano le amiche di mia sorella (che ormai conosco bene) e dei ragazzi del nord, dei turisti che non conoscevo. A fine serata decidiamo di andare a prendere una crepes in un locale sul lungomare, mentre siamo che mangiamo una delle amiche di mia sorella chiede ad uno dei turisti se gentilmente le va a prendere una bottiglietta d'acqua, allora gli chiedo anche io di portarmi un bacardi e lui fa "ma che sono il cameriere? Vai a prendertela te." e allora io gli faccio "ma scusa perchè a lei si e a me no?" "Perchè lei è timida tu no!" Premetto che la tipa in questione è solo lievemente timida, non certo ai miei livelli di introversione,(infatti ha tante amiche ed il ragazzo) ma possibile che il tipo non lo abbia notato? Allora mi sono chiesta se veramente il mio problema è la timidezza e mi sono data questa risposta. Il mio problema non è tanto la timidezza, che in qualche modo riesco a nascondere, ma è la mia incapacità e paura di costruire dei rapporti affettivi con gli altri.Infatti io ho molti conoscenti ma quasi nessuna amico stretto (tranne per mia sorella) e in qualche modo e come se non ne volessi di amici stretti perchè mi spaventano i legami affettivi "seri". Ho voluto aprire questo topic per farvi riflettere, magari anche per alcuni di voi è così, magari il vostro problema non è la timidezza e non è su quello che dovreste lavorare ma su altri aspetti del vostro carattere.
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anche per me è così, nel senso che delle volte alcune persone mi scambiano per una persona molto estroversa...a dire il vero non saprei dire esattamente perché, forse perché alla fine in certi contesti amo la compagnia delle persone ed evidentemente le persone che mi stanno intorno se ne accorgono.
Il mio problema più grande è l'eritrofobia... praticamente basta un ciao o uno sguardo tenuto troppo a lungo su di me che prendo fuoco.. e questo è maledettamente imbarazzante , oltre che portatore di giudizi assurdi da parte degli altri, tipo "è agitata" , "stai calma" , "è timida " , "ma cos'hai?" oppure semplicemente risate o sogghigni. poi ho capito, dopo 8000 anni di psicoterapia che l'eritrofobia nasce dall'incapacità di segnare il confine tra sé e gli altri e quindi di non far trasparire le proprie emozioni più intime, come sarebbe giusto per tutti, ma che un eritrofobico pare non essere in grado di fare: tutti sanno praticamente tutto di lui, senza contare il fatto che arrossisco ogni 3 per 2 e ogni essere maschile sulla faccia della terra è convinto che io sia follemente presa da lui, quando in realtà arrossisco anche di fronte a un gatto
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05-08-2013, 20:40
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#22
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: I'll remain unperturbed by the joy and the madness that I encounter everywhere I turn.
Messaggi: 1,966
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Quote:
Originariamente inviata da Qatesh
Ti capisco alla grande! Io ho costruito un personaggio che "indosso" ogni volta che devo uscire di casa. Nessuno mi definirebbe mai una ragazza timida, anzi, a volte riesco ad essere estroversa e simpatica!
Eppure evito di stare a contatto con altre persone, e preferisco la solitudine della mia stanza.
Ho avuto sempre e solo pochissimi amici veri, con tutti gli altri magari ho iniziato ad uscire insieme per qualche settimana, poi mi sono stufata anche solo di un loro comportamento che mi ha portata a pensare: "ma chi me lo fa fare, sto tanto bene a casa mia!" e sono scomparsa dalla loro vita.
Ormai nemmeno mi pesa più...da quando ho realizzato di essere estremamente misantropa, vivo molto meglio.
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Ecco, credo che sia il mio caso ed è il punto di vista che più mi interessa. E lo dico partendo da una situazione personale che si è molto evoluta, essendo passato, nel giro di un anno, dall'essermi recluso in casa per oltre sei mesi, a causa dell'interesse pari a zero nell'uscire e coltivare la socialità, a doverlo fare tutti i giorni, come giornalista, e quindi a contatto sempre con molta gente. Dal confronto tra il "prima" ed il "dopo", rappresentato da questi due estremi nei miei rapporti con il mondo, mi rendo conto che nulla è cambiato: con la gente sto bene, voglio bene ai miei amici e mi fa molto piacere uscire con loro, ma sono molto più felice quando leggo un libro, faccio sport o gioco ad un videogioco. E penso: ma chi me lo fa fare di coltivare amicizie, impegnarmi in chissà quali occupazioni, quando per essere appagato mi basta potermi dedicare a me stesso in santa pace? Ma al tempo stesso ho paura di imboccare questo percorso, perché se la solitudine può essere una prigione - il primo aspetto che si coglie pensando ad essa -, è anche vero che può rappresentare una libertà sconfinata - quella di fare ed essere interamente quel che si vuole - persino più spaventosa della prigione di cui sopra. Non è forse vero che molte scelte le compiamo per emulazione, non per un nostro preciso volere, ma perché, tra una strada battuta ed una ignota, si ricerca nella "familiarità" della prima quel conforto che la seconda non può offrirci? Spesso, la nostra vita non è altro che una mancanza di alternative. Quando si è soli, invece, si è liberi ; o meglio, lo si è se la solitudine la si abbraccia nella sua accezione più pura e incondizionata, e non come ripiego che si subisce passivamente. In tutto questo, a 29 anni, non ho ancora capito per quale strada finirò per propendere.
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Ultima modifica di Josef K.; 31-12-2013 a 18:01.
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05-08-2013, 23:01
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#23
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: padova
Messaggi: 540
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Quote:
Originariamente inviata da Stefania90
Be non è solo su questo che mi baso, questo era un esempio, ma mi capita spesso che la gente che non conosco bene non creda quando gli dico di essere introversa. Mi succede infatti che quando so di non dover "costruire" nulla con una persona io non sia timida anzi sia addirittura estroversa, (mi capita con gente che so non vedrò mai piu o con cui comunque dovrò avere un rapporto superficiale.) Con persone con cui invece mi sento costretta a dover approfondire il rapporto mi blocco (colleghi di lavoro, di università, parenti vari, possibili amici o partner)infatti il mio ex ragazzo mi aveva confessato prima che si lasciassimo che io all'inizio della nostra storia ero un'altra persona, più socievole ed estroversa e che gli ero piaciuta per come ero all'inizio, poi piano piano ero diventata sempre più chiusa. Di solito le persone sono timide all'inizio e poi piano piano si aprono, io invece più il rapporto si fa stretto più fuggo e mi chiudo in me stessa...non so se è un problema solo mio, magari sarò strana...
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Stefania hai toccato un punto importante col quale devo fare i conti anch'io.
Più il rapporto è importante più ho problemi a gestirlo è come se partisse il pilota automatico che mi porta in una situazione più sicura conosciuta, dopo interiormente sto male perchè partono tutti quei pensieri svalutativi che accompagnano ogni santa volta questo modo di affrontare la vita.
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