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Originariamente inviata da muttley
Resto dell'avviso che bisogni sforzarsi al fine di raggiungere un controllo responsabile sulle proprie emozioni, pena la ricaduta nella barbarie. Che le avrebbero tolte a fare le punizioni corporali nelle scuole, se non si fosse iniziato a pensare che i ragazzini sono in grado di avviare un processo di autoresponsabilizzazione? Altrimenti direi pure di ripristinare la pena di morte o pianificare l'ergastolo a tutti i carcerati, tanto non si sanno gestire e quindi sono irrecuperabili...
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Controllo responsabile che dovrebbe significare in generale?
Magari una persona che controlla bene le proprie emozioni relative al senso di colpa, proprio per questo può magari anche ammazzarne centinaia di persona senza provare nulla di quel che proverebbe un altro individuo che risulta succube e schiavo di un qualche irrazionale senso di colpa che non gli fa massimizzare gli utili. In questo caso però si potrebbe lo stesso descrivere la cosa in relazione ad una dipendenza da altre emozioni che risultano più forti del senso di colpa. Quindi non penso che questa idea del controllo di questo o quell'altro da parte di questo e quell'altro sia qualcosa di assolutamente preferibile, dipende tutto sempre dal punto di vista morale che si segue.
Se a me serve che tu vai a schiantarti con un aereo contro una portaerei mi tornerà utile che tu controlli le emozioni in un qualche senso, che in concreto poi si traduce nel far prevalere un qualche senso di colpa nel caso in cui fossero lese certe regole di dignità e di appartenenza al gruppo rispetto all'emozione della paura della morte e della perdita della tua stessa vita. Ma a te conviene che prevalga la prima emozione rispetto alla seconda? Secondo me risposte oggettive a domande del genere non ce ne sono.
Le emozioni guidano e ci indirizzano verso certi scopi, penso che quel che si potrebbe fare non è controllarle tutte, ma fare in modo che un'emozione tenga a bada le altre in certe circostanze. Ma è una cosa questa che può esser generata dall'addestramento e cose del genere, ora però se ci sono altre emozioni che vanno contro l'addestramento stesso (quelle che gli psicoanalisti chiamerebbero resistenze) l'individuo non può andare in questa direzione qua spontaneamente grazie ad alcuna forma di autoregolazione indipendente praticamente da tutto il resto.
Il soggetto (inteso come persona) in pratica parla a vanvera, non controlla mai nulla davvero ed è ingenuo quando crede che a controllar qualcosa sia lui indipendentemente dalla cornice che lo costituisce, costruisce e definisce.
Le emozioni per me è vero che non si possono controllare, ma è vero nel senso che non esiste alcun dispositivo sovraordinato indipendente da qualsiasi altra cosa che sia il "capo" e che disponga e decida in modo arbitrario cosa provare e cosa no (sarà sempre e comunque ancora una volta un altro dispositivo immerso nel flusso e dipendente da altro, non c'è alcun omino nel cervello che guida la macchina).
Tu muttley ti rivolgi ad una persona come se esistesse questa
punta superiore o vertice da cui parte tutto e che non è fondato su nulla che può governare dispoticamente e decidere cosa pensare e cosa provare, ma è una costruzione ingenua e fallace questa. Tu dirai "decidi prima cosa pensare", eh ma questa decisione che poi passa per la testa come ha fatto a venir fuori? Perché è poi da questa che dipende l'organizzazione successiva, ed è comunque una decisione irresponsabile quanto qualsiasi altra.
Un certo tipo di controllo è basato sull'assenza di controllo di altre funzioni, quindi il controllo è qualcosa di relativo, c'è un dispositivo B che dipende da un dispositivo A in termini causali, ma da cosa dipenderebbe il dispositivo A? Quelli come te tergiversano e dicono poi "da nulla", ma poi in questo caso non si pone il problema relativo al fatto che questo dispositivo che regola il secondo risulti comunque incontrollato ed irresponsabile quanto lo era il secondo prima di subordinarlo al primo.
Sono le emozioni che provi (senza controllo) e tutta la tua costituzione organica e i pensieri che ti passano per la testa (che risultano in fin dei conti incontrollati) che poi hanno permesso ad un certo dispositivo emotivo di controllarne un altro subordinandolo, ma il primo poi resta comunque praticamente un qualcosa che va "in automatico" e si potrebbe muovere a questo la stessa ed identica critica che veniva mossa al secondo.
Cosa subordinare a cosa è un problema morale poi che secondo me produce conflitti tra punti di vista che potrebbero risultare contrapposti.