"Era sulla sedia, l'ho spinta giù"
Torino, confessa la madre assassina
"E' vero, ho spinto la mia bimba, le avevo detto tante volte di non salire su quella sedia e così gliel'ho tolta". Questa la terribile confessione di Giuseppina Griffo, 30 anni, colpevole di aver ucciso la figlia Melania di soli cinque anni. Dietro a questa tragedia l'ennesimo caso di depressione che ha distrutto un'intera famiglia.
La donna ha ammesso di aver spinto nel vuoto da un balcone al quinto piano di uno stabile di Vinovo (Torino), la figlia di cinque anni. All'inizio tutto faceva pensare ad una disgrazia, ma qualche dubbio negli inquirenti ha fatto scoprire la verità: dopo lunghe ore di interrogatorio e di piantiè arrivata la confessione. E ora il marito, Angelo Villani è doppiamente distrutto per aver perso in un colpo solo tutta la famiglia.
"Le piaceva aspettare sul balcone il papà quando tornava dal lavoro", era stata la giustificazione data dalla donna quando i carabinieri erano arrivati nell'abitazione di via Cottolengo. Ha raccontato che era in cucina a lavare i piatti, poi, non sentendo più la piccola, era andata sul balcone e si era resa conto di quello che era successo: la piccola si era sfracellata dopo un volo di 25 metri. Ma è qui che scattano i primi dubbi degli investigatori: la donna non chiama subito il 118, ma la madre che abita in una casa di fronte. Perché? E poi la posizione della sedia, l'altezza del parapetto del balcone: i dubbi sono tanti.
Il giorno successivo il magistrato Marco Gianoglio e i carabinieri della Compagnia di Moncalieri hanno convocato la donna in caserma ed ha cominciato a cadere nelle prime contraddizioni, cambiando gli spostamenti all'interno della casa, dalla cucina alla camera da letto, per arrivare in balcone quando c'era ancora la bimba. "Le avevo detto tante volte di non salire su quella sedia, non mi ascoltava", racconta la donna agli inquirenti intervallando momenti di calma apparente a pianti di disperazione. E' confusa, imprecisa, cambia versione, ma c'è una cosa che si intuisce subito: è una donna malata.
Lo conferma anche il marito che la moglie era in cura da uno psichiatria. Lui faceva il massimo per starle vicino, ma il suo lavoro di turnista alla Fiat non gli permetteva di esserlo sempre. Il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Antonio De Vita, dice che "è una storia drammatica, che ci ha messo di fronte ad una grande situazione di disagio". "Non ho mai visto i miei collaboratori - ha aggiunto - così colpiti".
Il dramma di Giuseppina, che pare abbia cercato il suo psichiatra poco prima di spingere la figlia nel vuoto, trova un epilogo poco dopo le 17,30 quando la donna ammette le sue responsabilità, anche se non pronuncia mai la parola omicidio. "L'ho spinta" ribadisce al magistrato che firma il fermo di polizia giudiziaria. Arriva l'avvocato d'ufficio pochi minuti dopo la donna firma la sua confessione ammettendo anche che in passato aveva avuto "cattivi pensieri" nei confronti della bimba. Pensieri che si sono trasformati in una terribile realtà. 17/10/2007