l'alcol è il miglior inibitore per un fobico.
"in vino veritas" dicevano i latini, ed è proprio così.
l'alcol rimuove tutte le nostre paranoie meglio di quanto non facciano i farmaci.
ma occhio.
l'alcol è un "catalizzatore" dell'umore, se bevi con l'intento di deprimerti si può essere certi di passare la peggior serata della propria vita, se bevi con lo scopo di "evadere"*dalla penuria nella quale sei impantanato non può che giovarti.
parlo per me, ma l'alcol è stato un compagno di vita che non mi ha mai tradito, tutto ciò che gli ho chiesto me l'ha donato, anche quando ero depresso e volevo morire, mi ha lasciato svariate cicatrici al riguardo.
che mi han dato da pensare.
l'alcol da sempre la risposta giusta, spesso è colpa nostra se sbagliamo la domanda.
vi scrivo questo non per pontificare ma solo per esperienza diretta.
l'alcol va conosciuto prima di disquisire su esso, ed io di esperienza al riguardo ne ho ad iosa.
al contrario di sedicenti psicologi che ti fanno sentire un'alcolizzato appena gli dici che bevi e si guardano bene dal prendere in cura un soggetto sociologico dalle enormi paure ma con una stima di se stesso fuori dal comune (per la categoria) ma qui sto divagando.
probabilmente sono un fobico atipico, io oltre ad aver paura della "società" la odio per il 90% di ciò che esprime.
anche se non fossi sociofobico io continuerei a bere, perché è l'unica cosa che mi rende presentabile quello che vedo, la mia inettitudine ai rapporti sociali e le menzogne sui quali le persone "normali" basano questi pseudo rapporti.
detto questo se qualcuno, di roma, si vuol fare una bevuta in compagnia io sono il miglior sociologico compagno di sbronze che potreste mai incontrare.
una specie di bukowski sociofobico, sociopatico, un tantino misantropo e fin troppo misogino
me ne bevo uno alla vostra, e ancora oggi mi chiedo dove ho trovato la forza di tatuarmi il mio amore per l'alcol su un braccio…dovevo essere particolarmente sbronzo all'epoca
ma in fondo era quello che volevo.