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Originariamente inviata da claire
Si ma qui non è la psichiatria o i servizi sociali però. Si puó domandare ma nessuno ti deve soluzioni.
Poi, se è vero che "io domando, spetta agli altri sapere la risposta", allora bisogna anche accettare quelle che ti vengono date: lo fai?
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Accettare che significa?
Che le trovo utili?
Non posso dire che una risposta non risolve?
Mica dico che sono dovute, però se una risposta non serve, non serve. Uno non può comunicarlo?
E' a questo punto che c'è l'intervento paradossale, la persona che cerca di dare una risposta inizia a chiedere all'altro che risposta vorrebbe per risolvere i suoi problemi.
A me sembra chiaro o abbastanza chiaro che l'altro questa risposta non ce l'ha e non può comunicarla visto che la sta cercando.
Che il tentativo di dare aiuto sia pagato o meno è irrilevante in relazione al discorso che faccio.
E' come se uno volesse risolvere un'equazione, chiede a un altro aiuto e questo gli dà un valore che l'equazione non la risolve, dopo due tre tentativi di valori che vanno a vuoto l'altro inizia a chiedere al primo di comunicare a lui che valore vorrebbe che gli comunicasse per risolvere l'equazione, ma se chi ha chiesto aiuto lo conosceva già il valore giusto che risolveva non avrebbe chiesto aiuto.
La risposta a certi problemi bisogna mettersi in testa che probabilmente in certe situazioni non la conosce ancora nessuno, se no li avrebbero risolti da un bel pezzo. Ci sono molte più domande e problemi, che soluzioni.
Conosciamo molte domande e problemi ma non le risposte e le soluzioni. Cosa vogliamo ricevere come risposta? La soluzione ovviamente, magari sappiamo riconoscerla una soluzione ma non sappiamo individuare quale sia.